Assassin's Creed Descendance

di Vitriolic Sheol
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Capitolo 1
Uroboro
 
Benvenuta cara creatura. Probabilmente tu non hai idea di chi io sia… ma io conosco te.
Sono uno dei tre demoni che ti sono stati assegnati al momento della tua nascita; vedi, mia cara, alcune  persone vengono al mondo destinate alla grandezza, altre alla felicità di una vita vissuta in modo appagante. Altre ancora vengono affiancate dalla dolce stella della fortuna, o dall’effimero bagliore del successo… Tu, sfortunatamente, non fai parte di queste categorie, ed è nostro compito rendertene pienamente consapevole.
 
Chi siamo noi? Oh, certo, che maleducazione da parte mia. Permettimi quindi di presentarci come si conviene:
 
Vergogna è mio fratello più piccolo, il demone sulla tua spalla sinistra. Vergogna ti sussurra che sei un mostro, che i pensieri fluttuanti nella tua mente non sono normali, che non arriverai mai a nulla e che sarai solo destinata a cadere. Vergogna è colui che ti mormorò all’orecchio parole di disonore, quando ti sorpresero la prima volta ad esplorare e deliziare il tuo corpo, colui che ti offre un riflesso pieno di odio e di disprezzo ogni qualvolta il tuo sguardo si osserva nello specchio.
 
Passiamo ora a Paura, colui che siede sulla tua spalla destra. Lui è mio fratello maggiore, “anziano” quanto la vita stessa; Paura riempie e satura ogni angolo buio con mostri, incubi e visioni che attinge direttamente dalla tua mente… gli dà forma, vita, “colore”, se mi concedi l’eufemismo. Egli trasforma ogni sentimento in una probabile fonte di dolore, ogni persona attorno a te in un potenziale traditore od in un nemico, ti dice che sarebbe meglio rinunciare anziché fallire nel tentativo.
Paura, essenzialmente, mia cara creatura, è colui che ti spinge a crearti la tua stessa prigione.
 
Chi sono io, infine? E’ questo ciò che vuoi sapere? Io sono il peggiore dei tuoi demoni, il più distruttivo ed il più letale… ma, ingenuamente, appaio ai tuoi occhi come un alleato. Tu ti rivolgi a me quando più nulla ti è rimasto, quando tutto ti sembra svanito, perso; sono colei che invochi mentre affondi nelle acque nere della disperazione, che chiami come ultima àncora di luce in un profilarsi di tenebra sempre più denso.
E sai perché lo fai? Perché io vivo nel tuo cuore, albergo nel tuo sangue, mi avviluppo nel tuo respiro… Io sono colei che ti spinge a sopportare. Quella che altro non fa, che prolungare il tuo tormento.
“Possa la tua vita scorrere felice e serena, creatura”…vorrei potertelo promettere, ma le false promesse non sono da me.
 
Con affetto,
Speranza.
 
 
                                               
           




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