Disclaimer:
Ahimè, non possiedo Bleach (anche se mi piacerebbe). Il
manga e tutti i suoi personaggi sono farina del sacco di Tite Kubo.
Questa è la prima fanfiction che scrivo, quindi... vi prego,
non massacratemi troppo! Complimenti e critiche sono benvenuti, se
prima disattivate il Cap Lock.
Il personaggio di Stark mi ha sempre affascinato, sarà
perchè condividiamo lo stesso stile di vita (letto, prendere
un tè in compagnia, poi ancora letto, poi ancora
tè...) Prima che Tite ci sveli qualcosa di più su
di lui, ho voluto dare spazio all'immaginazione.
Contiene Spoiler, per chi segue solo le uscite italiane!
Capitolo 1
Night Side of
Abduction II, A Sloth's Thoughts
La speranza è il
sogno di chi è sveglio.
(Aristotele)
Naturalmente non mi aspetto che ci credano. In realtà, non
so neppure perché l’ho detto: non è da
me sprecare parole, soprattutto per gente che tra poche ore
sarà carne da macello… eppure, mi sento a
disagio. Questo genere di cose non mi si addice affatto: anche ora,
prima di una battaglia di queste proporzioni, sentire questa ragazza
che mi stringe, sul suo viso i solchi di lacrime da poco asciugate
(ecco, sto diventando di nuovo poeta)… non posso farci
niente, mi ricorda troppo Lilinette. Anche se Lilinette non
è così fornita sul davanti. Anche se in questa
situazione lei starebbe urlando e scalciando come una matta, mirando
fastidiosamente in basso. Anche se…
Poteva mandare Barragan. Poteva mandare Halibel, che ha un Sonido
più veloce del mio. E lo sapeva, naturalmente, che odio
avere a che fare con le donne: lui conosce tutto quello che accade qui
dentro, tutto ciò che si muove e respira, i nostri pensieri,
le nostre piccole rivalità… e di certo sapeva
anche quello che sarebbe successo. Dopo la morte di Aaroniero, ci ha
convocati immediatamente: solo noi tre, e le rispettive Fraccion.
Szayel Aporro, Zommari, Grimmjow, persino Nnoitra, nonostante lo
detestassi per quello che… quella volta…
aveva cercato di fare: la loro morte era dunque necessaria, Vostra
Eccellenza? Forse persino preventivata, per darci il tempo di chiuderli
tutti qui, decapitando il Gotei 13?
Insomma, i miei pensieri non erano troppo allegri mentre percorrevo in
un lampo i corridoi deserti e le aule vuote di Las Noches, diretto alla
Sala del Trono. Ad un certo punto si rimise a piangere, il che rese
tutto ancora più penoso: per qualche motivo, continuava a
sussurrare qualcosa come fragola, o lampone, con un tono da spezzare il
cuore, se ne avessi ancora uno. Invece, avevo una missione da compiere,
e nonostante la mia posizione, non avevo alcuna voce in capitolo.
Per qualche motivo, un pensiero assurdo mi attraversò la
mente mentre rallentavo il passo: mi chiesi se non era il caso di
portarle delle fragole dalla dispensa, nella speranza di
consolarla…
Tipico di te, Stark disse
la voce di Lilinette nella mia testa. Girare la testa
dall’altra parte e rimetterti a dormire, come al solito. Se
attivi il cervello e ripensi al meeting di ieri pomeriggio, ricorderai
che Fragola è il nome di quel ragazzino che ti ha quasi
fatto il pelo là fuori, ed è per lui che questa
frignona sta piangendo, non perché vuole una macedonia. La
verità è che tu sei quello che ne capisce di
più tra gli Espada, e nonostante ciò non hai le
palle per fare quello che è giusto,e cioè aiutare
DAVVERO questa ragazzina: che aspetti? Nessuno se ne
accorgerà per qualche minuto: hai tutto il tempo di uscire
da Las Noches, aprire un Garganta di fortuna e trasferire lei e Fragola in uno
sperduto villaggio del Tibet. Nemmeno Aizen riuscirà
più a trovarli. Ecco! Non fermarti a questa porta! Corri!
Mi fermo, invece. Fino a stamattina Lilinette non mi ha
mai messo al corrente di avere poteri telepatici, quindi posso solo
immaginare di stare ascoltando… qualcosa che ho messo a
tacere molto tempo fa. E
comunque, mia cara, convinciti che giusto ed ingiusto sono solo
illusioni della mente: non esiste qualcosa come la giustizia. Se questa
ragazza avesse solo due taglie in meno, le fragole non mi sarebbero
neppure venute in mente. Ecco.
Motivo che spiega ampiamente anche perchè
l’ho posata a terra con dolcezza, rivolgendole uno sguardo
che speravo sembrasse amichevole prima di bussare all’enorme
portone di bronzo; la risposta si è fatta attendere per
qualche secondo. Lei non ha smesso un attimo di piangere, e io ho
cominciato a spostare il peso da un piede
all’altro…
Le porte sono enormi, massicce, senza decorazioni: resta per me un
mistero come possano aprirsi silenziosamente, senza ruotare su cardini
visibili. La sala del trono è enorme, e fredda: una lunga
scalinata appare attraverso la fessura tra i battenti, rivelando a poco
a poco l’enorme abisso che la circonda: il trono di Aizen si
erge nel vuoto, a centinaia di metri dal terreno. Davvero, il cielo è
una fissazione per quest’uomo… non Vi fermerete
mai, vero? Non finchè potrete volgere lo sguardo
all’insù, non finchè ci sarà
qualcosa più alta di Voi… I vostri passi poggiano
su una scala di cadaveri, ma voi non sentite l’odore della
morte… No, un Dio non si preoccupa delle anime che annienta.
Un Dio non guarda mai in basso, giusto?
Poi il suo reiatsu si è manifestato: nonostante
si trattenesse, e molto, era come essere investiti da un getto
d’acqua. Gelida.
Lei ha smesso all’istante di singhiozzare: non mi andava
più di guardarla, ma immagino che sul suo viso la tristezza
abbia lasciato il posto al terrore.
“Ah, Stark. Bentornato. Sono lieto di vedere che hai
ritrovato la nostra ospite: eravamo molto preoccupati! Grimmjow
è stato veramente indelicato, imperdonabile a trattarti
così, piccola Orihime. Ti prometto che una cosa del genere
non si ripeterà. La tua presenza è troppo
importante per noi… ma ti prego, entra. Stiamo finendo gli
ultimi preparativi.”
Orihime non ha risposto, tenendo lo sguardo fisso a terra... Gocce di
sudore le imperlavano la fronte, e sembrava non aver neppure sentito.
“Orihime… temo che non ci rimanga molto tempo.
Devo chiederti di essere più sollecita.”
E’ stato un attimo: una sfera di reiatsu quasi solida le si
è avvolta addosso, e il suo corpo è scattato in
piedi come per una scossa elettrica: barcollando, ha fatto un paio di
passi in avanti, lo sguardo assente… prima di crollare,
faccia avanti.
E’ stato un riflesso incondizionato: i miei piedi si sono
mossi da soli. Prima di accorgermene, mi ero fatto avanti per
sorreggerla, evitandole di cadere in ginocchio. Sembrava non pesare
nulla: per un attimo i nostri occhi si sono incontrati, ma li ho
distolti subito.
Non sperare che ti
prenda in braccio. Ho sonno. E soprattutto non parlare. Non chiedere
nulla. Non ti aspettare aiuto da me. Lasciami stare, ho già
abbastanza guai per questa storia dell’Oken…
“…………”
Brava ragazza. Non ha detto niente. Così, prima che Aizen si
spazientisse ulteriormente, l’ho spinta in avanti. Siamo
entrati.
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Benché non sia credente, e benchè gli
interrogativi di natura religiosa mi lascino spesso con un forte mal di
testa e voglia di ficcare la testa sotto il cuscino, le religioni mi
hanno sempre interessato, anche prima che la maschera si spezzasse: ho
sempre trovato… interessante il modo in cui gli esseri umani
si ostinano ad adorare dei che essi stessi si creano: in più
di duemila anni, ho visto sorgere e tramontare più di un dio
dalla testa di falco o di cane, nascere e morire migliaia di
sacerdoti… eppure, vedere come l’uomo si ostina a
cercare, ad interrogarsi…
Pfff….vogliamo
dire, piuttosto, che sei invid…
Voglio dire che certe battute mi vengono spontanee. Ho conosciuto la
religione cattolica grazie a Dordonii, e da allora non posso
più vedere questi tre riuniti senza dovermi trattenere dal
ridere: pericoloso, perché non è saggio dare ad
Aizen l’impressione di starlo prendendo in giro.
Sosuke Aizen, l’onnipotente, che presto sarà
signore del cielo e della terra: il Padre. Ichimaru Gin, il Figlio, che
esegue sulla terra la volontà del padre; e Kaname Tosen, lo
Spirito Santo: si sa che c’è, ma nessuno ha ancora
capito cosa ci stia a fare.
La Santissima Trinità: l’uno a destra,
l’altro a sinistra del trono. Mi chiedo se dopotutto non sia
un effetto studiato: Sua Eccellenza adora ricorrere a questi trucchetti
scenografici...
Mi sono inginocchiato velocemente sotto il suo sguardo impenetrabile,
mentre Gin mi faceva dono di uno dei suoi sorrisi inquietanti: forse lo
stesso pensiero divertiva anche lui… ma io non avevo proprio
voglia di ridere, in quel momento. Con lo sguardo rivolto al pavimento,
la mia mente lavorava frenetica ad una scappatoia…
finchè, ad un tratto, l'idea mi colpì: ma certo!
Forse C’ERA un modo per sottrarsi a quel casino…
per sfuggire al bagno di sangue e, incidentalmente, per mettere a
tacere almeno un po’ i miei sensi di colpa verso il fagotto
tremante alle mie spalle…
“Ottimo lavoro, Stark. Ti ringrazio. Ora… non
credi di avere qualcosa di urgente da fare? I Garganta si apriranno tra
pochi minuti, e gradirei che foste tutti al vostro posto per quando
inizierà la battaglia…”
O la va, o la spacca, ho pensato allora. Senza nemmeno alzare il viso,
e cercando di mantenere un tono di voce casuale, ho giocato la mia
ultima carta : “Vostra Eccellenza… se permettete,
non sono certo che sia saggio lasciare Las Noches incustodita. Le sole
Exequias non sono in grado di fermare invasori del grado di capitani.
Forse uno di noi dovrebbe rimanere qui, per assicurarsi che non
facciano ulteriori danni alle strutture… sono sicuro che
Barragan e Halibel saranno più che sufficienti a gestire la
situazione, là fuori. Io e Lilinette potremmo restare, e
tenere la posizione fino al vostro ritorno…”
Fu la vocina di Ichimaru ad interrompermi… sembrava
piuttosto divertito. Merda. “Oh, non preoccuparti per questo,
signor Numero Uno. Ulquiorra-san ha già accettato di
occuparsene, e il Capitano Aizen ha riposto in lui la massima fiducia.
Difenderà lui Las Noches mentre noi siamo via!”
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Per un attimo ho creduto di aver sentito male. Ho alzato lentamente lo
sguardo, sperando di aver frainteso. Per lo spazio di un pensiero, ho
pensato che li avrei visti guardarsi tra loro e scoppiare a ridere, e
avrei riso anch’io, facendo finta che fosse uno scherzo
divertente…
Non scherzavano. Sorridevano, questo sì. Aizen, con le
labbra appena increspate: ad Ichimaru ormai il sorriso arrivava alle
orecchie. Non potevano fare sul serio.
“U-Ulquiorra? Ma… è ancora imprigionato
nella Negacìon… e poi… da solo? Vostra
Eccellenza, tra gli invasori ci sono quattro Capitani! Non
potrà mai fare fronte da solo ad un gruppo di quelle
proporzioni! Vi prego, consentitemi di…”
“La tua preoccupazione ti fa onore, Stark… Ma
spero non vorrai spingerti tanto in là da mettere in
questione il mio giudizio.” ribatté, alzandosi
lentamente dal trono ed allontanandosi senza degnarmi di un altro
sguardo, diretto all’altra estremità della sala.
Rumori stridenti cominciavano ad udirsi attraverso i muri: Las Noches
si preparava ad aprire i Garganta. “Sarei molto, molto deluso
se la mia Cuarta Espada non fosse in grado di tener testa ad una decina
di intrusi feriti e disorientati! Proprio ora sta spezzando gli ultimi
fili della Negacìon… trattandosi di Grimmjow, il
lavoro è stato fatto con una certa approssimazione. Sinora,
è stato lui ad occuparsi della nostra piccola Orihime, e
ritengo che sia il più adatto per tenerla in custodia.
D'altra parte il vecchio Yamamoto, se lo conosco bene, avrà
schierato i miei restanti ex-colleghi al completo: sono una forza che
sarebbe un errore sottovalutare. Tu sei la mia spada più
affilata, e la migliore garanzia di vittoria. Ho bisogno di te
là fuori."
La luce nella stanza intanto si è fatta più
intensa: una sottile crepa cominciava ad aprirsi nel tessuto dello
spazio, verso la parete di fondo.
Dunque, era così. Anche Ulquiorra era diventato una pedina
sacrificabile: certo, avevo considerato questa possibilità,
dopo che si era fatto raggirare in quel modo da Grimmjow… ma
pensare che proprio lui, così fedele, così
totalmente dalla sua parte, potesse essere gettato via come una scarpa
vecchia… costituiva una prova ulteriore di quanto poco
valessimo agli occhi di quest’uomo.
Ulquiorra…
perché questo non mi lascia indifferente come dovrebbe?
Voglio dire, è un’eternità che non ci
parliamo neppure, io e te. Che abbiamo preso ad evitarci, se ci
incrociamo in un corridoio. Era inevitabile: le nostre opinioni sono
troppo divergenti, ormai. E tutto sommato, sarebbe un eufemismo anche
chiamare amicizia quello che ci accomunava fino a poco tempo
fa… Eppure, e non so perché, non posso accettare
che tu muoia. Sei un legame, e Dio solo sa quanti pochi legami mi
rimangano… e perché mi ostini a considerarli
importanti.
Ho alzato un braccio in una supplica disperata:
“ Vostra Eccellenza… vi supplico
di…”
“Stark… ora stai cominciando a indispormi. Per
l’ultima volta, TI PREGO di prendere il tuo posto e dare
esecuzione al piano, come concordato. Se tardiamo ulteriormente,
qualche topolino alla fine potrebbe farsi vivo…”
Disprezzo. Sufficienza. Mi è stato chiaro una volta di
più che questo era il meglio che potevo sperare di ottenere
da questo sedicente Dio. Lasciare Ulquiorra qui era un vero e proprio
assassinio… e l’ultimo di una lunga lista. Per un
folle attimo, ho considerato la possibilità di cedere
all’ira che ho sentito montare dentro di me. Se mi fossi
lanciato contro di lui mentre era voltato, non avrebbe avuto il tempo
di evocare Kyoka Suigetsu: e una volta che IO avessi effettuato il
rilascio, la presenza di Gin e Tosen non avrebbe più fatto
alcuna differenza. Forse ce l’avrei fatta… ma la
mia mano non si è stretta attorno alla Zanpakuto. Non posso farlo.
E perchè no?
Perchè... no.
Che fottuto codardo. Sei la Primera Espada, per l'amor di Dio! I tuoi
poteri non sono poi così distanti dai suoi! Se ti sta
così tanto sull'anima, tira fuori i... e ammazzalo, una
volta per tutte!
Ho preso appunto mentalmente di lavare a Lilinette la
bocca col sapone, anche se non era veramente lei a parlare. La rabbia
bruciante se n'era andata, veloce com'era apparsa... mi resi conto che
l'ultimo ordine di Aizen non richiedeva risposta. In effetti, la
sconsigliava. Il vento ora si riversava impetuoso nella stanza
attraverso l'apertura grigia sopra di noi, scompigliando i capelli e
gonfiando i vestiti.
Buona fortuna,
Ulquiorra. Fà del tuo meglio per restare vivo, o Yammy
sarà rattristato. E buona fortuna anche a te... Orihime.
Mentre le passavo accanto, mi sono reso conto che aveva
smesso di piangere. Nei suoi occhi luccicavano ancora delle lacrime, ma
si era fatta improvvisamente più risoluta: mi ha restituito
uno sguardo incerto, prima di tornare a fissarlo sulla scena che si
svolgeva poco più in alto. Mi ha sorpreso, in un certo
senso...
Forse dopotutto
è più coraggiosa di quanto sembra. E forse, anzi,
di sicuro dimostra più palle di te. Forse dovresti
cominciare ad indossare la gonna anche tu. Tra le altre cose, penso che
saresti molto carino...
Non ho replicato. Mentre il Sonido mi portava lontano
dalla sala del trono, i miei pensieri vagavano già altrove,
e sapevo che non sarei riuscito a fermarli...
Oh, no... per favore, tutto, ma il flashback no... andrà a
finire che sembriamo un manga di serie B...
L'ultima eco della voce di Aizen ormai era appena udibile,
due piani più in su; con il solito cattivo gusto, non
avrebbe mai rinunciato ad un'ultima esibizione teatrale...
"Molto bene. Kaname... il Tentei-Kura, per favore."
Fine del Capitolo 1.
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Spero che vi piaccia e... grazie per essere arrivati fino in fondo!
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