Under
The Bed
Wanda non avrebbe mai potuto
dimenticare quei due giorni passati sotto il letto. Aveva appena
dieci anni, aveva fame, aveva soprattutto sete, ma non poteva
muoversi; aveva paura perfino di respirare.
Quando la prima bomba aveva
frantumato il tetto della loro casa e aveva fatto saltare in aria il
soggiorno, Pietro aveva avuto la freddezza di correre da lei,
afferrarla in un abbraccio soffocante e rotolare insieme sotto la
struttura del letto della sua camera. La sorella aveva ancora le
orecchie che le fischiavano; per il resto, i rumori parvero
sospendersi. Ci fu un momento indefinitamente lungo in cui Wanda
aveva inchiodato i suoi occhi in quelli del gemello, concentrata a
capire che lui era lì. Pietro le aveva sussurrato qualcosa
come « qui siamo al sicuro, non
tremare. » Poi i suoi occhi si erano spalancati ma Wanda non
aveva subito avuto il coraggio di vedere cosa era accaduto alle sue
spalle: aveva sentito solo un tonfo uguale a quello di prima.
«
No... » aveva sussurato lentamente il fratello.
Wanda
avrebbe allora voluto girarsi, ma lui l'aveva stretta di più.
« Non voltarti. »
«
Voglio vedere... »
«
Fai piano. »
Una
granata inesplosa era a pochi palmi dalle loro facce; una scritta,
Stark.
Pietro aveva riportato delicatamente la sorella a sè,
facendole nascondere la faccia nel suo petto. Un tempo che parve
infinito sospese sia la polvere che i loro pensieri. Poi, quella
bomba, esplose. Lui la vide scoppiare alle spalle della sorella, vide
la luce e il fuoco divampare e agguantare il corpo esile della sua
gemella.
Pietro
si svegliò si soprassalto, sudato. Il lenzuolo scivolò
via dal suo torace nudo, piegandosi sulle gambe. Wanda si passò
le mani sugli occhi, nel letto accanto, mughugnando.
«
Quell'incubo? » biascicò.
Lui
la guardò. « Sì. Stai bene? »
«
Io sto benissimo. Sto dormendo » borbottò, voltandosi
dal lato opposto.
Il
gemello si passò le mani tra i folti capelli bianchi,
portandoseli all'indietro. Nemmeno da quando si erano uniti agli
Avengers aveva smesso di fare lo stesso dannato incubo e sapeva che a
volte lo faceva anche lei; alla base organizzativa, aveva chiesto di
poter avere una camera con la sorella, non riusciva a dormire in una
stanza vuota senza di lei.
Si
lasciò cadere all'indietro, guardando il soffitto. Riprese a
respirare regolare, i polmoni che si gonfiavano e sgonfiavano
facevano alzare i pettorali definiti e ampi. Sbatté le
palpebre, mentre l'ansia di quell'incubo tornava ad assalirlo.
«
Vieni a dormire nel mio letto » fece Wanda senza girarsi.
Pietro
non se lo fece ripetere due volte; scivolò fuori dal suo
lenzuolo di cotone e mosse qualche passo verso il letto della
sorella. Fece pressione con una mano, così che Wanda capisse
che era lì. Lei si spostò leggermente per fargli
spazio; Pietro s'infilò sotto la sua coperta, accoccolandosi
dietro di lei.
«
Scusami se ti ho svegliato » mormorò nei suoi capelli.
Wanda
borbottò qualcosa di incomprensibile, poi fece scivolare la
mano dietro finché non trovò quella di Pietro; la
intrecciò alla sua e se la portò sulla pancia, così
il fratello l'abbracciò e si strinse di più a lei.
«
So che vuoi parlarne. Avanti » disse, con voce più
limpida. Ormai era lucida.
«
Sogno sempre che la bomba esploda. Sogno di vederti morire »
sussurrò lui.
Wanda
si voltò, tenendo ancora la mano di Pietro nella sua. Lo
guardò, fece scorrere gli occhi nei suoi, come quella volta,
sotto il suo letto rosa da bambina.
«
Io sono qui » sollevò le loro mani giunte, se le portò
al viso. « Eccomi. Sono qui » ripeté.
Lui
annuì, senza smettere di guardarla. Liberò la mano
dalla presa della sorella e fece scivolare le sue dita tra i capelli
di Wanda, infilandole tra le ciocche e scorrendo per tutta la
lunghezza, fino alle punte.
Wanda
chiuse gli occhi, rilassandosi a quel contatto. Pietro continuò,
senza smettere di guardarla, finché non sentì il
respiro regolare di lei. Le poggiò quindi il dorso della mano
sulla fronte, poi con l'indice e il medio scivolò sulle
sopracciglia, seguì la linea del naso e delle labbra.
In
quel momento Wanda aprì le palpebre ma le dita del fratello
restarono poggiate l'una sul labbro superiore, l'altra sul labbro
inferiore.
«
Non riesci a dormire? » domandò in un sussurro la
sorella, muovendo la bocca contro i suoi polpastrelli.
«
Non voglio perderti di vista » disse Pietro.
Wanda
sorrise. Si avvicinò, accucciandosi contro il petto del
fratello, conficcando la testa dentro il suo collo, dove lasciò
un bacio. « Così mi senti vicina » fece.
Pietro
l'avvolse con le sue braccia muscolose, la strinse a sé,
infilò il naso nei capelli di lei e le baciò la spalla.
«
Non smetterò mai di proteggerti. Sarai sempre la mia piccola »
disse contro la sua pelle.
«
Ti ricordo che siamo gemelli. »
«
Ti ricordo che sono dodici minuti più grande di te » la
corresse.
Wanda
rise e anche lui. « Sei troppo apprensivo » finse di
lamentarsi.
«
Certo, certo che sono apprensivo » fece lui, « e deve
starti anche bene! »
La
sorella si allontanò da lui, per guardarlo negli occhi. «
Come sarebbe? » disse, sorridendo.
«
Ovvio » fece lui, alzando le sopracciglia.
«
Ma che palle! »
«
Cosa?! » la sgridò lui, si avvicinò al suo viso e
le morse il naso.
«
Ahia! » lo spinse via Wanda. « Sei tremendo! »
Il
fratello rise. Lei tolse il cuscino da sotto le loro teste e fece per
colpirlo, ma in un lampo Pietro era steso alle sue spalle.
«
Questo è barare! » esclamò Wanda, ma non fece in
tempo a dargli un'altra cuscinata che Pietro che rubò il
guanciale e prese a colpirla rapidamente, in un vortice di morbidi
urti.
«
Aiuto! Aiuto! » fece lei, mentre rideva e scalciava.
Dopo
qualche minuto, Pietro si fermò all'improvviso e, stanco,
cadde addosso alla sorella. « Ho vinto io » ci tenne a
precisare, appoggiando la testa sul suo seno.
«
Avrei vinto io se avessi usato i miei poteri... »
«
Non si vince con i se e con i ma » la prese in giro Pietro.
Si
sollevò a sedere a cavalcioni sopra di lei, guardandola. I
capelli di Wanda erano sparsi sul materasso, una bretellina della
canotta di seta rossa le era scivolata dalla spalla e, non portando
il reggiseno, rischiava di vedersi tutto. Pietro infilò le sue
dita sotto il nastro di stoffa e gliela riportò a posto; il
seno della gemella si alzava ancora rapidamente sotto il respiro
affannato, la bocca era dischiusa a cercare ossigeno.
«
Sei cresciuta » mormorò lui.
Wanda
lo osservò, poi si alzò a sedere, facendo pressione
dietro di sé con le mani sul letto. Fece scorrere lo sguardo
sul torace nudo di Pietro, gli addominali scolpiti, quelli obliqui
che formavano una V che scivolava nel pantalone, i pettorali tesi, le
spalle ampie. Sollevò la testa. « Anche tu. »
Il
fratello alzò le mani dal letto e andò a posarle
attorno al viso di Wanda. Carezzò con un pollice la sua
guancia, così lei chiuse appena gli occhi. Si avvicinò
lentamente e poggiò le sue labbra su quelle della sorella. Fu
un tocco leggero, dolce. Poi si ritrasse appena. Lei non aprì
gli occhi. Allora Pietro si avvicinò di nuovo e la baciò
ancora. Wanda fece scivolare le sue mani lungo le braccia tornite del
fratello, sentendone la tensione, risalì fino al viso di lui e
intrecciò le dita dietro la sua nuca.
Pietro
dischiuse appena le labbra ed entrò fra quelle della gemella;
le sfiorò, respirò il suo respiro, aprì i propri
occhi nei suoi.
«
Cosa sto facendo? » le sussurrò.
«
Cosa stiamo
facendo » lo corresse Wanda, facendo scorrere le iridi in
quelle di Pietro.
«
Mi devo fermare. »
«
Non fermarti. »
«
Wanda... »
«
Non fermarti. »
Pietro
catturò la bocca della sorella in un bacio che le mozzò
il respiro. Wanda sentì il corpo scosso da brividi; la mani di
lui scesero febbrili lungo la sua schiena, si fermarono nella curva
della spina dorsale, stringendola di più a sé.
Wanda
uscì da sotto il corpo di Pietro e, senza smettere di
baciarlo, invertì le posizioni, scivolando verso di lui e poi
intrecciando le sue gambe attorno ai fianchi del fratello.
«
Wanda... » cercò di dissuaderla Pietro, le cui mani
erano però ancora strette attorno alla vita di lei e le cui
labbra erano ancora intrecciate alle sue.
«
Shh » sussurrò lei, passandogli le braccia attorno al
collo.
Lui
sollevò la testa per guardarla; fu circondato dai suoi lunghi
capelli scuri. La baciò ancora, e ancora e ancora.
Wanda
stese le sue gambe dietro la schiena di Pietro; lui fece le scivolare
le mani sulle sue caviglie nude, toccandole, carezzandole i polpacci,
il ginocchio, le cosce. Wanda si fermò a guardarlo negli
occhi, passandosi i capelli di lui tra le dita.
«
Tu sei... »
«
Innamorata di te. Da sempre » lo anticipò Wanda. «
Ti amo. Ti amo » disse ancora, « non voglio lasciarti
mai. »
Pietro
sorrise e le sistemò i capelli dietro le orecchie. Wanda
assecondò quel gesto con capo e cercò la mano del
fratello con la bocca, quindi la baciò.
«
Ti amo » le disse Pietro, baciandole il braccio che passava
sulla propria spalla.
Si
lasciò cadere insieme a lei all'indietro, sul letto. La
strinse a sé, con il sorriso sulle labbra. Quella notte - e le
notti successive - non fece più incubi.
***
Salve!
Sono nuova di questa categoria, in genere scrivo ff potteriane.
L'idea – il bisogno – di scrivere questa one-shot mi è
venuta dopo aver visto il film Avengers. Poi ho cercato qui su Efp
per vedere se ce ne fossero altre e ho trovato una storia di
Lisaralin, molto bella! Ho pensato: ne devo scrivere una anche io.
SPOILER
*Ovviamente per chi ha visto il film è chiaro che sia una What
if..? cioè, se Pietro
fosse ancora vivo.*SPOILER.
Loro
due insieme sono fantistici; sicuramente gli attori hanno dato un
contributo importante e l'affiatamento e la passione che traspare dai
loro gesti durante tutto l'arco del film è difficile perfino
da descrivere. Insomma, insieme sono troppo belli.
Detto
ciò, spero che la mia ff vi sia piaciuta, che non sia troppo
esplicita da violare i termini di Efp e che non infastidisca nessuno
per la tematica toccata. Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va,
passate a dare un'occhiata anche alle altre mie storie :)
Un
bacio, Erin.
|