Ultima lettera di un condannato a morte

di Angel of Opera
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Cittadella di Alessandria, 21 giugno 1833

Cari figli,
vostro padre ha combattuto per la nostra Patria, per il Futuro, per la Libertà e per il Progresso. Appena il sole farà capolino dall'inferiate della cella, sarete orfani. Non piangete per me, non ho fatto nulla di memorabile se non issare il tricolore. Rimembro ancora quel giorno di dodici anni or sono. Santarosa ci fece pervenire il messaggio di una rivolta nascente e noi tutti fummo i primi a mostrare verde, bianco e rosso sulle nostre caserme. Nessuno avrebbe potuto intristirsi; il nome dell'Italia era sulla bocca di tutti. Udimmo i generali insorti incoraggiarci, li udimmo parlare di costituzione, li udimmo proclamare il Pronunciamento.
Cosa ottenemmo, figliuoli cari? Un altro re, certamente non migliore del primo.
Promise tanto, nominò Santarosa ministro della guerra e poi scappò. Vigliaccheria, mio sangue. Non prendete ad esempio uomini vigliacchi e codardi come chi porta la corona in capo; usate i miei compagni di prigionia.
Tra loro uno spicca per coraggio ed eroismo. Lo chiamano l'Avvocato, ma il suo nome è Andrea Vochieri.
Militammo insieme tra le file della Giovine Italia (Lodovica, cuor mio, mi rincresce di colmarvi il cuore d' isdegno, ma all'Indipendenza e alla Patria porto un amor maggiore che a voi), insieme animammo la folla, insieme vedemmo il tizzone della rivolta diventare un fuocherello. Conquistammo via dopo via, strada dopo strada.
Fino al nostro incarceramento in questa fortificazione, al freddo, affamati e assetati.
Fu il primo giorno del mese in cui fioriscono le rose. Recisero all'istante i germogli più deboli, quelli che giudicarono inutili alla causa. Niente di più errato, miei eredi! E' il germoglio più piccolo e all'apparenza immaturo quello che si dimostra il migliore.
Ci trascinarono in questa prigione dopo che ci fummo bagnati del sangue dei nostri amici, senza poter dar loro la degna sepoltura di chi muore per l'amata terra.
Ci derisero, i carcerieri.
Non saranno le parole a ferirci, ma la detonazione all'alba.
Non saranno i loro sbeffeggi a ferirci, ma un'Italia divisa.
Ricordate queste parole, miei cari.
                                                                                                                                                                              Fede, Speranza, Coraggio.
                                                                                             
                                                                                                                                                                         Vostro padre, Attilio Di Tommaso.

                                                                                     




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