Di
mobili svedesi, rondinelle e minatori scemi
Eren aveva ceduto e, alla fine, aveva scarrozzato moglie e figlia al
dannato Ikea.
Dopo ore e ore di
giri nel labirinto di mobili svedesi -e dopo essersi
persi quattro volte- la famiglia tornò a casa con una
caterva di mobili e suppellettili varie stipate nel bagagliaio.
Arrivati a casa in
seguito a un tragitto in macchina in relativa pace,
arrivò il momento del montaggio. E lì, Eren
capì che i veri problemi stavano per arrivare, e che tutto
ciò che aveva affrontato fino a quel momento era solo
l'infinitesimale punta dell'iceberg, il prologo di una tragedia
shaspeariana.
-Mikasa...-
-Dimmi pure.-
-Possiamo chiamare i
tecnici Ikea?- Indicò la figura
dell'omino al telefono raffigurato sul libretto d'istruzioni -Qui
dicono che possiamo rivolgerci a loro per qualunque...-
-Ma anche no.- Mikasa
si voltò di scatto, rivolgendosi
all'uomo -alla scimmia bonobo- che aveva sposato con un tono che non
ammetteva repliche. -Sarai pur capace di montare uno sportellino, due
mensole e un comò! Ci son riusciti Connie e Sasha, vuoi che
non ce la faccia tu?-
Eren stava per
abbandonarsi allo sconforto, quando la bambina gli
trotterellò vicino, rischiando di inciampare nella lunga
sciarpa rossa della mamma.
-Papà!
Puoi chiamare lo zio Armin! Lui è tanto
intelligente, ti aiuterà a montarlo in un attimo!-
Detto fatto.
Nonostante l'iniziale resistenza di Mikasa, in mezz'ora
Armin era sul pavimento del soggiorno di casa Jäger, con in
mano le dannate istruzioni.
-Allora, zio?-
-Armin, dimmi che
almeno tu ci capisci qualcosa!-
-Non lasciare che i
tuoi neuroni ci abbandonino adesso!-
Nessuna risposta.
-Armin?- Eren
scrollò leggermente la spalla dell'amico. Lui,
per risposta, alzò lo sguardo dal libretto, senza proferir
parola.
-ARMIN!-
-...Shish.-
E se non ce la faceva
Armin, era una causa persa.
Ore ventitré e mezza. Dopo essersi arresi, i tre compagni di
sventura iniziarono a ritirare gli attrezzi, -già da molto
abbandonati a favore delle mani nude e della rabbia- pezzi di vari
mobili e i fogli delle istruzioni, utili solo per pulirsi... la faccia.
-Ci siete riusciti?-
La bambina, fino a quel momento assopita sul
divano, venne svegliata dal rumore.
-Purtroppo no,
rondinella.* Saluta Armin e vai a letto, io e mamma ti
raggiungiamo subito.-
-Papà, non
voglio! Voglio aiutare!-
-Domani potrai
aiutarci a pulire meglio il pavimento, se vuoi.
Però ora devi andare a dormire, va bene?- Mikasa si
inginocchiò davanti alla figlia e le accarezzò i
capelli scarmigliati, coi ciuffi sparati in tutte le direzioni.
-Va bene.- Piccolo
sbuffo -Buonanotte Zio Superquark!-
-Buonanotte, nipotina
volante.-
La suddetta
rondinella si avviò verso le scale, sbadigliando
rumorosamente.
-Io avevo una specie
di fascia con la lucina, dov'è?-
Domandò Eren.
-Eccola.-
-Per cosa?-
"cinguettó" una vocina in alto alle scale -Per
giocare al minatore?-
-No, per giocare al
coglio...allo scemo.-
-Aaaaaaaaah.- rispose
al padre -ma per fare quello non hai bisogno di
giocare!-
-Che ci vuoi fare...i
bambini sono la voce di Dio!-
sogghignò di Jean quando il racconto gli giunse alle
orecchie -Ed evidentemente Tori è la
rondinellina del Signore!-
-Taci, Jeanvallo.-
*Soprannome che riprende il significato del nome Tori (volutamente
rivelato solo alla fine), che significa appunto "rondine". Tori
può anche essere, da un altro lato, considerato come
ipocrostico di Victoria.
Note
dell'autrice: codesto sclero mi è venuto in mente quando mio
padre ha avuto la disgraziata idea di rinnovare la cucina regalando
agli svedesi l'occasione di guadagnare soldi per andare a
prostitute.
De facto, la
battuta del minatore scema l'ho fatta io a mio padre. Vi
potrò sembrare la figlia meno rispettosa della terra...ma ne
è valsa la pena (E poi, schivare martelli che volano
è un'esperienza magggica con tre g)!
Dovuti
ringraziamenti a:
La Tatozza
(Tata
Randagia Efp), che mi sostieneh, mi aiutah ed è tanto bravah
Sergente
Maggiore Hartman (mio padre), che si fa trollare
con la stessa facilità con cui si trolla un savoiardo.
E,
beh...ringrazio anche gli svedesi.
(BTW,
la storia è 500 parole giuste giuste! Mi sento un mito)
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