Addio...

di Katniss82
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Addio

Addio...

Stai montando sulla canoa che ti ha regalato Nicola prima della sua morte. E io sono qui immobile. Immobile come una statua, che ti osservo con le lacrime che scivolano lungo il mio viso e che, nonostante cerchi ti trattenerle loro non cessano, continuano imperterrite a cadere. Hai da poco saputo che le tue probabilità di vita sono assai basse, ragione per cui hai stabilito che non sarà su un letto d' ospedale il tuo ultimo saluto al mondo terreno, bensì su una canoa, a te molto preziosa, nel bel mezzo di un viaggio nell'immensità del mare.
Io, forse, spirerò ancora prima che lo farai tu. Perché io sto già morendo...il pensiero che trascorrerò il resto dei miei giorni senza di te, mi uccide. E' come se migliaia di lame mi ferissero profondamente, e il sangue che esce dai miei tagli fossero le lacrime che ora sto versando per causa tua, perché sei tu l'artefice di tutto. Sei tu che mi stai lesionando il corpo con le tue lame, che sono le tue parole dure e i tuoi gesti.
Ecco ora ci stai dicendo addio, ci stai augurando buona fortuna e di aver cura di noi stessi. Io vorrei fermarti. Afferrarti per un braccio e tirarti indietro per molto tempo, anche per tutta la vita se necessario, fino a che non ti arrendi e decidi di non partire per restare accanto me e agli Braccialetti, invece non reagisco. Non riesco a muovermi è come se, improvvisamente, i miei piedi fossero diventati così pesanti da non riuscire a sollevarli. Anzi, è come se il mio organismo si fosse letteralmente scollegato al cervello, come se non riuscisse a captare i segnali di comandi dell'organo racchiuso nel mio cranio.
Sei partito. Stai iniziando a remare. Il mio sguardo è inchiodato a te che stai avanzando verso il mare aperto. Sei già avanti di diversi metri quando qualcosa nella mia testa scattò. Finalmente, ho di nuovo ripreso consapevolezza del mio corpo e corro per qualche metro in direzione della distesa d'acqua marina e ti grido: “Leo come farò a vivere senza di te! Io ti amo!”.
Nell' udire quelle parole ti arresti e ti volti verso di me e i tuoi occhi fissano i miei per un tempo che a me sembra interminabile. Poi, con il volto di chi ha sofferto per troppo tempo, abbassi lo sguardo e fissi un punto non precisato sotto di te nell'acqua. Dopodiché, lentamente, ritorni a guardare l'orizzonte e a riprendere il tuo “cammino”.

Addio Leo...Addio...






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