Odio tutto della mia vita.
Odio il nuovo marito di mia madre e il fatto che per colpa sua dobbiamo
trasferirci di continuo da una città all'altra.
Odio la decisione che hanno preso di mandarmi a vivere da mio padre che
non vedo per anni.
La cosa che mi fa più arrabbiare è che nessuno ha
chiesto il mio parere, se ero d'accordo. Niente.
Ma non mi stupisco, per loro sono solo un peso. Mia madre mi ha detto
che starò lì per un po'. Mentre lei se la
spasserà chissà dove e io invecchierò
in questo paesino sperduto tra le montagne.
Il fischio del treno interrompe i miei pensieri e mi rendo conto che
devo scendere. Mi è stato detto di aspettare mio padre e
come al solito lui non c'è. Mio padre, Charlie Swan,
è famoso per i suoi ritardi ma nonostante questo
è stato stato lo stesso scelto come capo della polizia.
Mi siedo su una panchina e aspetto.
Dopo pochi minuti avevo più freddo io che gli abitanti del
Polo Nordi. Decisi allora di rifugiarmi nell'area di servizio della
stazione per riscaldarmi e per riacquistare la sensibilità
dei piedi e delle mani.
Appena entrai fui assalita da un profumo di cioccolata calda
così buono che avrebbe fatto venire l'aquolina anche ad un
diabetico.
Vado al bar e ne prendo una. Quando mi sono scaldata abbastanza, decido
di fare un giro nel tabaccaio e vedere se c'è qualche
rivista interessante.
Mentre sfogkio alcune pagine di una rivista, entrarono un gruppo di
ragzzi, chiaramente snob da come si comportavano.
Erano tre ragazzi e due ragazze ma non mi soffermai molto su di loro
anche perchè a me non vanno molto a genio le persone come
loro.
Continuo a leggere un articolo su una delle tante ragazze viziate che
vivono a questo mondo e quei ragazzi persero la mia attenzione.
Ritornai alla realtà solo quando qualcuno mi urtò
facendomi cadere la rivista che stavo leggendo.
< Ehi attento! > escamo, girandomi per vedere chi era
stato. Appena mi girai, notai che era stato uno di quei ragazzi che
avevo visto prima.
< La prossima volta stai più attenta > mi
disse lui sorpassandomi.
< Stai più attento TU la prossima volta! >
sbotto innervosita.
" Ma dimmi te! penso.
Appena parlai vidi che il ragazzo si era fermato di colpo e
mi stava fissando in segno di sfida. Dopo alcuni secondi sul suo viso
comparve un ghigno divertito.
< Dovresti stare più attenta a quello che dici
> mi disse.
" Cosa... ma chi si crede di essere!!! " stavo scoppiando.
< Io dico quello che voglio e non sarai di certo tu a
dirmi quello che devo dire! >
< Tu non sai chi sono vero? > mi domanda
< No e non ci tengo a saperlo >
< Lo immaginavo.. devi essere per forza nuova per non conoscermi
> afferma sogghignando.
< Sarò anche nuova ma se non lo fossi stata non ci
avre tenuto lo stesso a conoscerti! >
< Ne sei proprio sicura?? > mi disse mentre si avvicinava
verso di me. Lo vedo fermarsi a pochi centimetri da me. Improvvisi
flash mi ritornarono in mente, riportando alla luce brutte sensazioni:
terrore, paura e dolore molto dolore.
< Stammi lontanto!!!!!!!!! > e lo spinsi lontano da me.
Vedo la sua faccia sorpresa e non mi stupisco. Deve essere uno che non
è abituato a essere rifiutato. Non mi importava, non volevo
rivivere tutto quello che mi ero ripromessa di dimenticare.
Raccolsi le mie cose in fretta e uscii dal negozio.
" Ma che le è preso?!" pensò il ragazzo " nessuna
ragazza si è mai comportata così con me.. che
strana ragazza.. il suo viso però... era terrorizzato.. che
fosse terrorizzata da me??!! Ma che vado a pensare io nemmeno la
conosco quella ragazza."
< Ehi Ed.. che ti prende?! Chi era quella ragzza? > mi
chiese Emmett, uno dei miei amici.
< Niente... lascia perdere.. allora ce ne andiamo? >
< Se lo dici tu > e uscirono sal negozio.
Appena uscii dal negozio mi ricordai che ero andata dentro per
riscaldarmi.
" Accidenti.. ma che mi è preso??!! " pensai.
Presi un grande respiro e mi tranquillizai. Il terrore era svanito ma
dentro di me sentivo una stranza sensazione.
" Cosa può essere? Mi fa battere il cuore all'impazzata e
non è mai successo.."
Mentre penso a tutto questo, il suono di un clacson mi fa alzare il
viso. Era Charlie che era arrivato a prendermi.
Mi dimenticai dei miei strani pensieri e nu diressi verso la
macchina di mio padre consapevole che a tutti i costi avrei iniziato
una nuova vita qui a Forks lontano da tutti ma soprattutto da lui..
|