Il freddo quella notte era pungente e
intenso.
Il cielo
notturno,profondamente blu e limpido, faceva da sfondo alla quiete del villaggio. Nel paese di
Nihon ogni anima
riposava al sicuro, rimandando con fiducia ogni pensiero,
emozione,sensazione
positiva o negativa al giorno seguente.
Una sola di esse ,però,era
tutt’altro che serena. Camminava
nella notte per le stanze del palazzo della principessa Tomoyo senza
creare la
minima vibrazione al suo passaggio. Come solo un ninja
del suo livello sarebbe riuscito a fare.
Percorreva corridoi su corridoi in
cerca di un po’ di quiete,
che quella serata sembrava trasmettere quasi
automaticamente, o almeno una sperata indifferenza verso
gli avvenimenti accaduti di recente.
“Ma come si può
essere indifferenti a un
braccio ceduto in cambio della vita di un
buono a nulla?”
Perché è sempre
questo che aveva pensato di quel mago ipocrita
e falso che si era presentato con il nome di Fai, rivelato poi fasullo
anche
quello. Era razionalmente impensabile per uno come lui il gesto che
aveva
compiuto chissà per quale motivo il suo subconscio,
salvando la vita a quel
ragazzo tanto enigmatico e complicato.
“Così assurdo
che adesso non so più cosa pensare”, Si
ripeteva mentalmente il ninja quasi con stizza, forse per la prima
volta spaventato
e quanto mai sorpreso del sentimento
del
tutto nuovo e sconosciuto che sentiva crescere dentro di sé.
Camminò ancora per qualche
metro, finchè decise di
schiarirsi le idee andando a prendere un po’ d’aria
sul tetto. Si, quella
brezza fredda che circolava lassù lo avrebbe aiutato a fare
ordine nei suoi
pensieri.
Vi
giunse in breve
tempo e lo stupendo
panorama del villaggio
e della foresta addormentati
che lo attendevano lassù lo fecero
sentire già un po’ meglio;quindi si
sdraiò comodamente sfilando la Ginryu dalla
cinta e posandola gelosamente al suo fianco. Iniziò
così a osservare il cielo
notturno: la luna,le costellazioni e tutti i corpi celesti visibili da lì.
Ma
mentre si perdeva
nell’immensità della volta celeste e la sua mente
vagava, un impercettibile
rumore di passi lo mise in allerta.
“A
quanto pare non
sono solo qui” pensò infastidito portando
istintivamente la mano sull’elsa
della spada e scoccando uno sguardo minaccioso alla sua destra.
Ma allentò la presa quando
riconobbe in quei
passi la cadenza di Fay, ancor prima
di aver visto la sua figura stagliarsi nella fredda atmosfera notturna.
Il ninja si portò in
posizione seduta e sentì il mago
arrestarsi a qualche passo di distanza da lui.
Kurogane sapeva che Fai non era
lì per chiarire
la faccenda, come al suo solito, e
sapeva anche che si
sarebbe limitato a ridere
e scherzare mantenendo
sempre sul viso
quella maledetta maschera di spensieratezza che indossava ormai da
troppo, troppo tempo.
Qualche secondo dopo, infatti il mago
esordì:
-kuro-puppy che
ci
fai qui a quest’ora? Un papino che si rispetti dovrebbe
essere il primo a dare
il buon esempio e restare a letto la notte, non andare a zonzo per il
palazzo!
E mentre lo diceva si era abbassato
fino a puntare ripetutamente
con l’indice-sorriso ebete stampato in viso- la guancia del compagno, che
di pazienza ne aveva
già poca.
-Vedi di sparire entro cinque secondi
baka, o non garantisco
per tua incolumità stasera.
sentenziò freddo il ninja,
evidentemente infastidito
dall’infantilità dei suoi atteggiamenti,esasperatamente
finti . Fai allora con un piccolo e triste sorriso decise che
era ora di
smettere di giocare e fare le persone adulte. Si alzò e
ancora alle spalle del
compagno chiese:
-Kuro-sama,cos’hai?
Un lungo silenzio si parò
tra i due. Il ninja non sapeva se
prendere sul serio il tono di voce del mago e liberarsi del peso ormai
quasi
insostenibile che gli cresceva dentro. Fece un lungo respiro, ma stette
attento
a non farsi notare troppo e si decise a rispondere:
- Penso a cosa sia realmente quel
miscuglio di sensazioni
che chiamano “amore”, mago, e perché
quando crediamo di trovare la persona
giusta veniamo investiti dal bisogno imprescindibile che abbiamo di
essa, sia
pur questo un bisogno totalmente paradossale e insensato, privo di una
logica
razionale…
Fai era rimasto a bocca aperta. Non
conosceva questo lato
sensibile di Kurogane e scoprirlo adesso,probabilmente per primo, lo
lusingava:
significava che in un modo o nell’altro il ninja si fidava di
lui.
- Kuro-rin ciò che dici mi
fa pensare che tu sia
innamorato,ma non l’ho mai notato all’infuori di
stasera.
-Non lo so ancora,ma sono emozioni
che vorrei poter provare
almeno una volta. La principessa Tomoyo
quando mi spedì da Yuuko mi disse che durante
il mio viaggio avrei
dovuto cercare il significato della vera forza. Io prima di allora
combattevo
solo per il puro piacere di dimostrare la mia supremazia e per
tornaconti
personali. Ma in questi mesi ho imparato a combattere per
difendere…. le
persone a me care e…e…-fece il ninja ostentando
quelle ultime parole. -non
posso negare di essermi affezionato ai ragazzi, alla polpetta bianca e
a te.
Il mago si portò stupito
una mano alla bocca come un bambino
che ha detto più di quanto avrebbe dovuto, poi si
accostò piano al ninja e gli
appoggiò una mano sulla spalla sinceramente, con
affetto,come a volerlo
rassicurare. Kurogane si voltò per guardarlo e vide la
pallida luna di quella
limpida serata invernale specchiarsi nei suoi occhi di ghiaccio.
Non ebbe più
dubbi;inaspettatamente si alzò, si voltò e
strine Fai tra l sue braccia.
Il biondino rimase immobile,ancora
basito riguardo
l’avvenimento di quegli ultimi istanti. Poi un lampo di
felicità si fece spazio
nei suoi occhi cristallini e ricambiò la stretta di
Kurogane, con foga.
Esitò un istante,
sciogliendosi nel calore di
quell’abbraccio così protettivo e improvvisamente
familiare,poi avvicinò le
labbra a quelle del ninja cercandole dapprima indugiando, poi con
avidità.
Kurogane non si sottrasse e i due si ritrovarono labbra su labbra, a
dirsi con
un gesto tutto ciò che non si erano mai detti.
Quel lungo bacio fu carico di tutta
la passione che avevano
reciprocamente serbato verso l’altro durante tutti i mesi
passati viaggiando
insieme,ma anche di una dolcezza tutta nuova che il mago scopriva
appartenere
da sempre al suo compagno dall’apparenza scontrosa e
diffidente.
E il
ninja seppe che infine
era grazie a quel mago da strapazzo, irriverente, inopportuno,
assolutamente fastidioso e impiccione,ma anche così terribilmente irresistibile che aveva
trovato il significato della vera
forza.
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