What to do with all this Blue?

di Lope_Rask
(/viewuser.php?uid=840631)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Tarek..

Sai, ho fatto mio il tuo SwordFish, come ogni altra cosa, come il tuo cognome e, allo stesso modo di tutto il resto, me ne prendo cura. Gli parlo ogni tanto, sai? Credo di annoiarlo un po', in fondo, lo aggiorno su come mi sento, su quello che dovremo fare. Però a volte ho modo di portarlo a vedere il cielo, così come facevi tu. Sgranchisce le sue ali metalliche e credo provi un po' di nostalgia quando il mio piede calca di più sul pedale. Sicuramente gli manchi. Manchi molto anche a me. Adesso rideresti. Mi troveresti seduta in una maniera poco signorile, ma che importa?, qui, al tuo posto, a guardare attraverso la capsula trasparente, un cielo luminoso, che non vuole saperne di lasciare spazio alla notte. Voglio la notte, sì. Questa mia affermazione fa riaffiorare ricordi.. Protendo una mano verso questo vetro e, non appena le punte delle mie dita lo sfiorano, freddo, ricordo quante volte ti ho visto cercare i soldi per doverlo riparare, ancora e ancora. Quante volte ti ha salvato la vita da proiettili molesti. Tarek, hanno rincorso in tanti i tuoi occhi, molto spesso senza sapere che eri tu, una volta di troppo, invece, riconoscendoti.

 

Che nostalgia.

Voglio raccontarti di qualcosa, vorrei raccontarti di tutto ma, ogni volta, ogni volta avverto salire questo groppo alla gola perché non potrò sentire la tua risposta pungente, perché non potrò arrabbiarmi se non risponderai e non potrò rimanere stupita quando, magari tempo dopo, mi dirai qualcosa di perfetto, dimostrandomi che mi avevi ascoltata, avevi pensato a me e avevi ben presente cosa dire, per me, solo per me. 

Tarek, sai, dopo di te, io, ho cercato di rifarmi una vita. Ho amato un altro uomo. Oh, che tu sia vivo o morto, secondo me questo lo immaginerai. Perché mi conosci bene. Perché io, senza di te, ero incredibilmente debole. No, anzi, non ero nessuno, non avevo nemmeno un nome.

Quando ho amato quell'uomo, avevo bisogno di poter contare su qualcuno, di poter calibrare i miei movimenti grazie al parere di una persona esterna. Io, avevo perso completamente l'orientamento. Stavo vivendo nel mondo reale? Non sapevo se fossi viva o meno. E quel periodo poi, ha incontrato una nuova fine.

 

"Hard Luck Woman", già. 

Senti, Tarek, che ne dici di tornare? Io sono qui, lo SwordFish, la tua casa è laggiù, non l'ho data via. E' tutto come l'hai lasciato tu.. Eppure è tutto diverso, perché proprio tu, che rendevi.. Che rendi.. Peculiare ognuna di queste cose, non ci sei.

Ahah, per fortuna lo SwordFish non può parlare, mi avrebbe già ripresa, ma sicuramente sta pensando di cacciarmi. Prima che c'ho avvenga e io rimanga a piedi così lontana dalla mia attuale base, sarà il caso che ci dia un taglio.

 

Questo diario lo sto concludendo con le lacrime agli occhi, patetica. Ma anche così nostalgica da volerti dedicare un saluto speciale:

 

See you space cowboy, someday, somewhere.

 

Potrei anche concludere così ogni mia nuova pagina, che ne dici? Ma sì. Ti andrà bene. Un giorno riascolterai tutto questo.

 

Diario Digitale 310713, chiudo. 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3112809