cause we are dark and black soul.

di withoutfears
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  • CAPITOLO 1
Era forse l’ una o le due, la luna risplendeva nel cielo stellato mentre un ragazzo vagava per le vie della città.
-che cazzo c’è?
Esclamò appoggiando il cellulare all’ orecchio.
-Tom… io… -tu niente. Non voglio alcuna spiegazione.
-te le devo invece.
-no, non me le devi perché non mi importa.
Disse frustrato, riattaccando.
Era arrivato. Suonò il campanello e poco dopo una ragazza con indosso una maglia nera e larga gli aprì la porta.
-spero per te che sia una cosa seria. Te lo auguro perché se vengo svegliata nel ben mezzo della notte mi scatta l’ istinto omicida.
Disse spostandosi per farlo entrare.
-allora? Disse dopo che il ragazzo si fu accomodato sul divano.
-Broke, è lei il problema.
-che vuoi dire con “il problema”? che ha combinato questa volta?
-eravamo in discoteca e…
-ah, ed è andata con un altro.
Lo interruppe Cassy.
-spiegami che ha nella testa quella ragazza.
Disse passandosi una mano sulla fronte.
-dai, lo sai che è una brava ragazza.
-lo pensavo anche io fino a quando non è andata con un altro.
-lo conosciamo quel ragazzo? È della scuola o della zona?
-l’ ho visto ogni tanto in centro, ma non ci ho mai parlato.
-ah, okey. Però Tom, anche tu ti comporti cosi; forse questa sera no, ma le altre sere lo fai e lo fai eccome. Ora sai come si sente.
-non puoi darle sempre ragione. Ha sbagliato e lo sai anche tu. Dovresti prenderla meno sotto l’ ala bianca.
-non lo ha fatto per farti soffrire.
-sembra il contrario.
-ti ama, ti ama davvero come non ha mai amato nessun altro.
-non sono sicuro che provi lo stesso sentimento iniziale.
-hai provato a dirglielo? Dovresti parlare con lei.
Disse fissandolo, ma lui guardava il pavimento, sembrava stanco e distrutto.
-Tom? Mi stai ascoltando? Domandò lei inclinando la testa.
-non credo di volerle parlare.
-allora non ti lamentare.
Disse lei un po’ delusa per la sua cocciutaggine.
-ti rompo così tanto?
Asserì visibilmente frustrato lasciando il divano e alzano il tono di voce.
-non urlare che svegli i miei genitori e sappiamo entrambi che non sarebbe la prima volta che si svegliano udendo la tua voce. Comunque, per la cronaca non mi dai fastidio, semplicemente parlarne solo con me non ti porterà a nulla, perché per ottenere un risultato dovresti parlare con Broke, ma se non vuoi farlo non ti biasimo, la vita è tua.
-posso andare in bagno?
Chiese Tom. Non riusciva a guardarla. Sapeva che le avrebbe sbattuto la cruda verità in faccia, ma ogni volta, seppur consapevole suo modo di fare fin troppo sincero andava da lei a confidarsi, ma ora doveva riflettere su ciò che le aveva detto.
-vai. Fai come se fossi a casa tua.
10 minuti dopo Tom non era ancora tornato, quindi bussò alla porta del bagno alla ricerca di segni di vita che non ottenne.
Era caduto nel cesso?
Lo cercò e lo trovò nel suo letto con la musica alle orecchie. Sembrava un bambino. Con un sorriso dolce prese silenziosamente dall’ armadio un piumone bianco candido e andò a dormire sul divano dove si erano parlati poco prima.




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