Disclaimer:
Al solito, nessuno di questi personaggi è opera mia:
appartengono tutti a Mr. Kubo.
L’idea mi è venuta ad Halloween, mentre mi
aggiravo per Padova travestito da vampiro… proprio una festa
adatta a questa combriccola di ex-spiriti maligni!
Spero che troviate divertente leggerla, quanto mi sono divertito io a
scriverla!
Capitolo 1 - Shock
Aaroniero Arruruerie, l’ultimo rimasto della prima
generazione degli Espada, i dieci Arrancar più potenti a
disposizione di Sua Eccellenza Aizen, non era mai stato quello che si
dice un tipo popolare.
La cosa appariva decisamente inspiegabile, per chi conoscesse la sua
proverbiale simpatia, la conversazione interessante e soprattutto il
fisico attraente di cui era dotato.
I suoi rapporti con i colleghi erano improntati ad una cordiale
antipatia reciproca (le malelingue attribuivano questo fatto alla sua
abitudine di raccontarsi barzellette da solo, o ai rumori stridenti che
produceva quando improvvisava duetti sotto la doccia, ma era
naturalmente tutta invidia); le ragazze sembravano trovarlo un tantino
troppo bicefalo per una relazione stabile; persino Sua Eccellenza, che
pure gli aveva permesso di tenersi il numero 9, gli aveva vietato di
ricostruire la sua Fraccion dopo aver scoperto che divorava
compulsivamente i sottoposti durante il sonno.
Così, la Novena Espada conduceva un’esistenza
solitaria e riservata, con pochi amici e pochissime cose a cui tenesse
davvero: in cima alla lista delle quali, naturalmente, c’era
la sua amata Zanpakuto.
Lo zelo e la passione con cui si occupava della sua spada erano
superiori a tutti gli altri Arrancar: almeno dieci volte al giorno, la
estraeva dal fodero, la puliva e lisciava, passava
l’antiruggine su tutta la superficie, si assicurava di
potersi specchiare sulla sua lama lucente, quindi la rinfoderava,
anticipando col pensiero il momento in cui l’avrebbe estratta
di nuovo. C’era chi diceva che aveva preso addirittura a
parlarle, a coccolarla, e Yammy, il suo recalcitrante vicino di stanza,
giurava che prima di addormentarsi lo sentiva spesso sibilare
attraverso i muri frasi agghiaccianti tipo Buonanotte, tesssoro mio,
o altre simili.
Ecco perché, prima di coricarsi, era solito collocarla su un
cuscino di seta a fianco del letto e guardarla amorevolmente per
diversi minuti prima di cedere al sonno: ed ecco perché,
quando alle 7:25 del 30 Ottobre si svegliò, la vista del
cuscino vuoto fu un trauma di non piccole proporzioni.
Allarmato, scattò in piedi e pensò subito di
averla dimenticata nel fodero; ma il fodero era vuoto.
Guardò sotto il letto, dentro l’armadio, nel
bagno, sul davanzale: si tastò addosso, e
nell’agitazione crescente temette persino di averla mangiata
per sbaglio: ormai preso dal panico, girava per la stanza borbottando e
buttando tutto all’aria, quando udì… un
leggero suono metallico?
L’Espada si voltò di scatto: avrebbe giurato di
aver sentito anche un rumore come di passi felpati, che si
allontanavano dalla porta della stanza.
Insospettito, girò la maniglia e la aprì di
scatto; guardò, a destra, poi a sinistra. Nessuno. Che
diavolo significava?
Stava per richiudere ed abbandonarsi alla disperazione, quando una
delle teste ebbe la sciagurata idea di dare un’occhiata in
basso… e vide l’innominabile oggetto che stava
macchiando il parquet.
Esattamente tre secondi e due decimi dopo, un doppio urlo agghiacciante
riecheggiò per i corridoi e le segrete di Las Noches: le
Exequias si precipitarono fuori dalle loro stanze in mutande, temendo
un attacco a sorpresa, ed uno Stark che non aveva chiuso occhio per
tutta la notte, rannicchiato sopra le coperte e stringendo ancora
più forte il cuscino tra le braccia, mormorò:
“Fantasmi… lo sapevo! Ho paura!”
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Sua Eccellenza Sosuke Aizen, il Dominatore indiscusso di Las Noches,
era in piedi davanti allo specchio quando l’urlo
arrivò alle sue orecchie.
Kaname Tosen, alle sue spalle, sembrava indeciso se intervenire o meno:
il fatto che la collezione di bustine da tè usate nella
stanza accanto avesse preso fuoco non lo rassicurava sulla sua
incolumità fisica, ma la situazione era indubbiamente grave.
Aizen sembrava in catalessi. Non aveva mosso un muscolo a quel latrato
da animale ferito; i suoi occhi sgranati erano fissi
sull’orrendo spazio vuoto tra il dentifricio e il preparato
per lenti a contatto, e continuava a ripetere ossessivamente:
“Chi… chi… chi…
chi…”
Timidamente, l’ufficiale supervisore si avvicinò e
prese a battergli delicatamente sulla spalla. “ Comprendo il
vostro disappunto, Eccellenza, ma non è il caso di fare
così.... E’ Halloween, sarà sicuramente
stato uno scherzo, qualcuno che voleva fare lo
spiritoso…”
L’ex-Capitano della Soul Society si voltò con un
ruggito, e afferrò il suo sottoposto per il collo, piazzando
il viso a pochi centimetri dal suo: “Perchè?
C’è qualcun altro che sa?”
sibilò, gelido.
”Ah, mossa sbagliata…” pensò
Tosen, affrettandosi a replicare, mezzo strozzato:
“Ma… ma nessuno, naturalmente! Avranno
preso… la prima cosa… che gli è
capitata in mano… ack…
”
Aizen continuò a squadrarlo per mezzo minuto buono: se solo
avesse avuto il minimo dubbio che il caro Kaname potesse
aver spifferato qualcosa a qualcuno…
In quanto cieco (e in quanto incaricato di portargli il tè
delle sette) era l’unico testimone della cerimonia solenne
che si svolgeva ogni mattina, ogni giorno della settimana, in ogni
stagione dell'anno sin dal giorno della loro fuga dalla Soul
Society… era una necessità inderogabile, un
rituale sempre uguale, uno dei pilastri dell’Universo.
Perché nessuno aveva mai visto Sosuke Aizen prima che il
rituale avesse luogo, e lui desiderava caldamente che le cose
continuassero così.
Quando si decise a lasciarlo andare, il volto scuro di Tosen aveva
assunto un colorito violaceo. “Uuunf!” gemette,
crollando a terra. Respirando pesantemente e massaggiandosi con affetto
il collo, il fedele sottoposto azzardò un altro
suggerimento: “Pe… perché non ricorrete
a Kyoka Suigetsu? Dovrebbe essere uno scherzo per la vostra spada far
sembrare che sia tutto normale… intanto che la giustizia
segue il suo corso, intendo!” aggiunse, sentendosi addosso lo
sguardo truce dell’altro.
“Mi sembrava di averti già spiegato che questo piccolo
particolare è il punto debole dell’Ipnosi Totale.
In realtà” e sfoderò la spada,
guardandola di sottecchi con gli occhi socchiusi “sospetto
che lo faccia apposta. Si diverte, lei,
a vedermi in difficoltà… Tutte le volte che ci ho
provato, spande nell’aria un tremendo odore di gomma
bruciata, e le persone sotto il suo influsso hanno
l’impressione di sentire qualcuno che si affila le unghie su
una lavagna. Non certo l’ideale per far credere che sia tutto
normale!”.
Tacque, e il suo sguardo si fece assorto, per un attimo.
“Non c’è che una soluzione…
tu capisci cosa intendo, vero, Kaname?”
Tosen deglutì.
“Credo di sì, Eccellenza.” rispose
infine. “Vado a sabotare il contatore.”
Fine del capitolo 1.
Capitolo 2 in uscita nei prossimi giorni! ^^
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