Back and forth

di Moony1
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"Ma sir!" Strinse i piccoli pugni con disperazione Allen.
"Mi dispiace tanto." L' uomo lo osservò con compassione.
"Please! I'll... Io lavorerò di più! Dio solo lo sa quanto mi serva questo lavoro!" Le mani guantate congiunte in un silenzioso atto di preghiera. Con un sospiro il suo superiore si alzò avvicinandosi all' inglese posando una delle grandi mani sulla spalla del ragazzo in un gesto confortante. "Allen, sapete che non è per questo. Siete un gran lavoratore ma oramai un copista non ci serve più. Mi dispiace molto." Strinse lievemente la presa per poi lasciarla sedendosi nuovamente dietro la grande scrivania di mogano riprendendo il suo aspetto professionale. "È tutto, signor Walker. Può andare."
L' ex dipendente abbassò la testa lasciando che le ciocche castane coprissero gli occhi d' argento, prese la valigetta e sbatté la porta.
L' uomo sospirò aggiustandosi gli occhiali mentre sentiva i passi allontanarsi.
Che brutta giornata.
 
 
Allen camminava trascinando i piedi, lo sguardo a terra mentre la pioggia bagnava la sua esile figura. Si fermò davanti al portone giallo della mansione della famiglia del suo ragazzo: Kanda.
La famiglia Kanda era ricca, a differenza di Allen Walker. Il suo ragazzo, Yuu Kanda, aveva invitato la sua mammella a visitarlo dopo il lavoro. Questi era di un' ora in anticipo ma con una scrollata di spalle aprì il portone con la copia di chiavi. Passò l' entrata entrando nel salotto dove il samurai preferiva passare il tempo. "Kanda! Sono tornat-" le parole gli morirono in gola quando vide il ragazzo dai lunghi capelli corvini baciare appassionatamente la sua amica d' infanzia Lenalee.
Kanda spalancò gli occhi vedendolo, così come Lenalee.
"Allen, aspetta! Vedi, io..." Allen scosse la testa cercando di ricacciare le lacrime, girò i tacchi e corse via, verso casa, verso le accoglienti braccia di Mana.
Si fermò sull'uscio della sua casa dove Mana lo accolse con un sorriso:"Buon compleanno e buon Natale!" Il ragazzo si fionda tra le sue braccia, nascondendo il viso nel petto del padre adottivo.
"Allen, che succede?" In risposta ricevette solamente dei piccoli singhiozzi soppressi dalla tenera stoffa.
"Adesso io vado a finire di preparare la cena, tu resta qui. Poi mi racconterai tutto." Gli fece l'occhiolino accarezzandogli una guancia.
Ritornò in cucina mentre Allen respirava profondamente cercando di calmare il turbinio di emozioni dentro di sé.
Sentì un sibilo ed un tonfo.
"Mana?" Silenzio.
"Mana?!"




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