Questa tragica fine

di Reira Zealot
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Don. Don. Don.
La campana rintocca.
Anche se sarebbe meglio dire, che il disco della chiesa alla mia sinistra ne simula i rintocchi. Ormai in città nessuna chiesa usa campane vere, sono dispendiose, o almeno così dicono, e a manitenzione è lunga e difficile....ma sto divagando.
Guardo il campanile, non so se per mia volontà o se ormai sia diventato un gesto automatico che quasi tutti gli studenti ormai condividono, convinti che guardare il quadrante, analogico o digitale che sia, di qualsiasi orologio conferisca loro il magico potere di far accelerare il tempo a propria discrezione.
Sono le tre.
Ormai il mio tempo è giunto al termine. Si potrebbe quasi dire che tutto è giunto al termine e che ormai la mia vita non abbia più senso.... io non posso e non voglio continuare a convivere con questa situazione, so che la mia mente non potrà reggere a lungo ancora questa crescente pressione psicologica.
Quanto tempo dovrò aspettare prima che loro ritornino? 
Guardo in basso, sul banco pieno di scritte senza senso e disegni immaginari che seguono linee casuali dettati da menti annoiate, e lì lo vedo, lo scempio che ho compiuto fino a pochi minuti fa e rabbrividisco...
Quando torneranno? Io non posso aspettare....non posso più aspettare...

(pensieri di una mangiatrice compulsiva di unghie che si rende conto di aver solo dieci dita e pari numero di unghie e dovrà aspettare che esse ricrescano)




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