Cronache di Rosgarth

di Ulfgard
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-Nottata dura eh?-.

La sentinella assentì con un grugnito mentre si sistemava le brache.

-Già, ma non c’è niente di meglio di una bella pisciata dal torrione per scrollarsi di dosso la stanchezza-.

I due soldati si guardarono per qualche istante, le guance rosse, bottiglie semivuote di idromele nelle mani guantate.

Erano anni duri per i forti del Baluardo dell’est, costretti a difendersi dai continui attacchi dell’impero Sel-Daath. Il cibo scarseggiava, le falde acquifere venivano costantemente avvelenate dagli scout Daathiani e il freddo dell’inverno penetrava nelle ossa dei pochi uomini stanziati nei tre avamposti della federazione.

-Sembra che al centrale se la passino peggio, girano voci di un attacco di un distaccamento di separatisti…-

-Quei bastardi, colpiscono dove la federazione è più instabile… Ehi ma che diamine è quello?- Domandò l’uomo sputando sul pavimento di pietra.

Un cavallo solitario, cavalcato da un uomo tarchiato, dal volto coperto da un cappuccio nero come la notte, si avvicinava al trotto al portone del forte.

-Vai ad avvertire il generale-

-Quel vecchio bastardo starà giacendo con una delle sue puttanelle dell’est, sarà solo un altro viandante, o un pastore che ha smarrito la via, da’ l’ordine di aprire i cancelli a quel pover’uomo-.

La bocca del soldato si incurvò in una smorfia di sospetto mentre dava il segnale.

-Aspetta amico, quell’uomo ha qualcosa di strano-.

Un baluginio appartenente ad una lama illuminò per un istante il fianco del cavaliere.

 




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