Erano sporchi e rozzi 1
Note: Ebbene si, ho ceduto, e mi cimento in una raccolta dedicata a
Germania Magna. Tenevo a far presente che, per mio diletto, mi
cimenterò fra i più vari rapporti ed esperienze
che lo stesso personaggio ha potuto tessere nella sua vita, lasciando
una mia preferenza verso nipoti e strane chicche storiche che
cercherò con piacere.
Spero di non annoiare, magari incuriosire un poco su un personaggio
tanto ignorato ma incredibilmente bello- lasciate pure un commento in
caso di richieste, consigli o semplici opinioni. Non fanno mai male!
Aprendo parentesi inutili, ringrazio anche i lettori di Tempo Antico
per il loro supporto! Grazie infinite, sto iniziando ora la stesura del
prossimo capitolo, anche se temo ritarderà un po'.
Un grazie grande e sentito, buona fortuna e in bocca al lupo a
qualunque studente disperato e indaffarato come me. Buona lettura!
Personaggi: Ariovisto (Magna Germania), Gilbert (Prussia, Ordine dei cavalieri Teutonici).
Erano sporchi e rozzi -I-
C'era Ariovisto che era una montagna piena dei suoi inverni, che veniva
chiamato sia Reiks*
che Vati e
preferiva cingersi il capo di foglie di pini quando chinava la testa
davanti si suoi sette fratelli di sangue, che si vestiva di edera e
camminava fra le saette di Mjollnir.
Gilbert cinguettava tremori e disappunto, ed era simile alle ombre che
fuggivano al fuoco e si schiantavano sul guado e le punte azzurre della
foresta silvestre; allungate, tremolanti, in piedi perché
d’obbligo e arroccate al focolare- poiché se
davvero avessero avuto scelta, le fiammelle tremolanti sarebbero
fuggite verso il cielo coperto dalle stelle dei Pyth***, lontano
dagli occhi felini e i denti scuri e storti dei germani.
Vi erano volte in cui Ariovisto lo chiamava Loki e figlio delle streghe,
e Gilbert non tremava ma sibilava contrariato il disappunto
d’un pulcino ferito che altro non era. Eppure ora avrebbe
preferito pestare fango sul proprio orgoglio o farsi rubare arco e
frecce da Bavaria, e s’immaginava d’inseguirlo
divorando il sottobosco e avvertendo le frustate degli arbusti verdi
picchiare il viso rosso e sudato.
Avrebbe preferito –e lo rimuginò con drammatico
rammarico- seguire Ostarrichi**
nelle sue danze storte e pericolose, poiché a quanto pareva
non vedeva granché, piuttosto di incontrare di nuovo il
volto di Vati- il
vecchio aveva mani grandi quanto vanghe, e spesso le usava in nome
della misericordia. Divina, per carità, per
Thor e Wotan, purché dessero più forza e
coscienza ad ogni sberla andata a segno.
-Vati. -
Ostentò la sicurezza e spavalderia d’un ermellino,
sospirando superiore per sminuire il tremolio alle ginocchia e
l’impellente bisogno di andare in bagno- strinse le piccole
gambe, spennacchiato com’era, assumendo la posa
d’uno storpio, più che d’un condottiero.
Rigirò fra le
mani la treccia bionda, vilmente strappata al padrone.
-Posso anche ridartela, se vuoi.-
*Con l'appellativo Reiks si designava il capo di più
tribù dell'area Germanica. Data la differenza fra queste,
è possibile riscontrare differenze fra pronuncia e
scrittura.
**Antico, primissimo nome documentato dato all'Austria da Ottone I.
*** Con Pyth s'intentono i Pitti, Britanni, noti per la loro
incredibile conoscenza della volta celeste e lo studio delle stelle.
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