La mia vendetta. La mia condanna

di innominetuo
(/viewuser.php?uid=621561)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


count-of-montecristo

 
Gankutsuou sta ridendo.

Lo sento, distintamente.

Mi sta stritolando le tempie, mi percorre, sinuoso, la pelle...

Mi parla con voce dolcissima, dall’ineffabile accento francese.

Mi racconta, passo passo, tutte le disgraziate tappe della mia vita.

E ride.

Gioisce per la mia vendetta, spingendomi sempre di più sulla via della condanna. Una volta di più…

Ed io… gioisco, io?

Io ho imparato il gusto agrodolce della soddisfazione personale: l’essere incensato, accarezzato, riverito… “Conte… Conte… prego, si accomodi… gradisce qualcosa?” “Conte, quale onore…” “Conte, posso presentarLe il signor X?”.

Allo Château d'If non c’erano tappeti rossi. Né specchi alle pareti. Né belle e sorridenti signore. Dormivo su letto senza coperte. Sulle pareti di pietra osservavo muoversi immondi scarafaggi. E, a sorridermi, c’era solo la solitudine.

L’ingenuo, solare Edmond. Troppo ingenuo, troppo solare. Un uomo di troppo, al fianco di Mercédès.

“Perché?”.

Quante volte Edmond si arrovellò su questo dilemma.

Il Conte, invece, può ben chiederlo, il perché. Ci sono tanti amici… vecchi e nuovi. Ma è ai vecchi che mi garba tanto di rivolgere questa domanda. A Fernand. A Julien. A Gérard. Sono dei grandi amici, loro. Una risposta potranno ben darmela. Adesso, dopo tanti anni saprò il perché delle pareti di pietra. Il perché del letto senza coperte. Il perché della solitudine.

Mercédès… Un sogno infranto, ma mai dimenticato. Una domanda oserò rivolgerla pure a te, o mio ricordo, se vorrai ascoltarla. Non so però se vorrò udire la tua risposta, qualunque essa sia…

Smettila di ridere, Gankutsuou, una volta tanto.

Ti prego.

Aspetta solo un poco: dopo ti apparterrò per sempre. Persino tu, potresti non avere fretta, non credi?

Ma ora taci e lasciami ricordare.

E, soprattutto, concedimi l’illusione del perdono, sempre che io sia ancora in tempo per farmi questo dono.
 
§§§§§§

La suesposta flashfic non persegue fini di lucro e rispetta il diritto d’autore e la proprietà intellettuale in capo a Natsuko Takahashi, Tomohiro Yamashita, Hidenori Matsubara e Mahiro Maeda dello Studio Gonzo, relativamente alla produzione anime “Il Conte di Montecristo” (Japan, 2004). Tutti i diritti riservati ©.



conte-di-montecristo


(All images are from a google search, no copyright infringement intended)




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3124227