imperfection
Imperfection
❝ Imperfetto. Rotto, come una bambola di porcellana messa da parte perché troppo vecchia.
Restare a
guardare come il mondo scorre avanti ai tuoi occhi, di come i
giocattoli nuovi prendono il tuo posto, inerme. Senza
possibilità di cambiare. Perché in fondo sei una bambola
e non provi sentimenti.
Anche le bambole
hanno un'anima e un cuore. Nessuno lo pensa mai. Eppure quella bambola
dimenticata nei meandri di uno scatolone, soffre. Soffre perché
è stata sostituita, soffre perché vorrebbe essere
riparata.
E poi un bel
giorno, viene tirata fuori. Allora pensa che sia il suo giorno
fortunato. Ha trovato qualcuno che ancora la vuole, che potrebbe
ripararla.
E quando la
polvere è stata mandata via e la bambola sembra tornare quasi
come prima ecco che di nuovo accade. Di nuovo messa da parte, o forse
no. Forse è la bambola che non ha saputo apprezzare il suo nuovo
"padrone", perché legata a quello vecchio. Forse il cuore che
soffriva, non può essere riparato da una persona qualunque. Ci
vuole colui che l'ha resa una bambola rotta. O forse non ci vuole
nessuno, deve ripararsi da sola per tornare ad essere una bambola
felice.
Allora viene
riposta di nuovo nello scatolone, perché una bambola difettosa
può solo restare chiusa al sicuro. Lontano dal mondo, lontano da
tutti. Così da non far danni, così da non illudere e non
lasciarsi illudere. ❞
Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei ritrovato su questo treno diretto a Gwangju.
Due mesi fa probabilmente mi sarei dichiarato il ragazzo più felice della terra.
E invece i
sentimenti che mi hanno portato a prendere questo treno per andare
nella mia città natale sono tutt’altro che felici.
Forse sono io che pretendo troppo. Ma non è quello che mi aspettavo.
Non chiedevo la luna, davvero. Solo forse un po’ di più. O forse sono solo io che sono cambiato. Non lo so davvero.
Ma ormai che
importa, probabilmente gli altri hanno fottutamente ragione. Andare dai
miei non cambierà nulla. Starò lì,
aspetterò quei due giorni, non accadrà niente. E
tornerò a casa con la consapevolezza di non aver concluso un bel
niente.
Vedo scorrere gli alberi velocemente, mi viene quasi la nausea a fissarli.
Lascio
un’ultima occhiata al cellulare. Niente. Nessun messaggio. Un
sospiro rassegnato e mi ritrovo a socchiudere gli occhi infilando le
cuffie nelle orecchie. La melodia lenta e tranquilla mi invade la
testa. Così come immagini flash mi passano nella mente.
Non ho voglia di pensare ora.
Mi impongo di dormire.
E quando riapro gli occhi leggo quel tanto familiare cartello.
« Bentornato a casa Jiho. »
Questo posto
è come lo ricordavo, non molto caotico, ma nemmeno vuoto come si
potrebbe pensare. La strada verso casa la percorro a piedi, saggiando
con lo sguardo quelle familiari cose che hanno fatto parte della mia
infanzia.
Quando arrivo
sulla soglia della mia vecchia casa, quella dove vivevano i miei
genitori prima che ci trasferissimo a Seoul, una villetta di
quelle modeste con il giardino sul retro e un dondolo nel
porticato-Eesto per un attimo immobile, c’è qualcuno
seduto su quel dondolo e a giudicare dalla folta capigliatura riccia
non ho dubbi su chi sia.
Come abbia fatto
ad arrivare prima di me qui non lo so, ed il perché sia qui dopo
la nostra litigata è l’unica domanda che mi vortica nella
testa.
- Cosa ci fai qui ByungJoo?-
Non era
mia intenzione risultare così brusco, ma le sue parole ancora
sono impresse a fuoco sul mio cuore e fanno male, dannatamente male.
Lui intanto si alza, mi osserva come se fossi una preda da agguantare e poi si avvicina, senza parlare.
Ha lo sguardo
alto, mi fissa negli occhi. E io come sempre finisco per perdermici in
quegli occhi incantatori. E poi finalmente apre la bocca.
La mia mente è già convinta di cosa voglia dirmi, e invece spalanco gli occhi sorpreso.
No questo non era quello che mi aspettavo.
- Ti amo Jiho, scusami se ti ho fatto aspettare tanto. -
❝
Non tutto allora è perduto. C’è ancora spazio per
quella bambola rotta che è stata deposta. Il padrone ha capito
che nessun giocattolo nuovo può sostituire quella bambola che ha
gli ha segnato la vita. ❞
Pans's Corner
La storia è tratta da una selca che ho scritto per il mio PG su
un GDR. So, se l'avete già vista da qualche parte è per
questo.
Ho deciso di ambientarla nell'era di Amadeus ecco spiegati i capelli ricci di Bjoo.
Non è nulla di pretenzioso, e anzi fa schifo. Quindi ringrazio chi ha avuto il coraggio di leggerla.
See u soon.
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