Lettere e pensieri all'uomo che non ho (ancora) conosciuto

di BukowskiGirl2
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Oggi guardavo uno dei soliti “edit” che la fanpage di Fifty Shades of Grey posta giornalmente. Più che le immagini ho apprezzato la musica, la canzone di sottofondo. Così, scoperto il titolo, l’ho cercata. Si chiama “So far away” e l’autrice è Mary Lambert.
 
I’m a million miles away from anywhere
pretend you’re there
slide my hands across the sheets
but missing you is a slow burn
every time the earth turns
I’m reminded that night is only half the time
 
 
Insieme all’arrivo delle emozioni, scatenate probabilmente dale parole, è arrivato anche un quesito non indifferente: perchè queste parole sono tanto importanti, adesso?
Il fatto è che siamo sempre, perennemente, innamorati. Sempre di qualcuno che magari non possiamo avere, sempre in modo assolutamente singolare. Ma io no, non sono innamorata. Non ho nessuno a cui dedicare le frasi, le canzoni. Non penso a nessuno quando guardo le stelle, quando cammino per strada, quando sono giù, quando sono felice.
Così ho pensato che posso essere innamorata di una persona che non esiste. Ma no, non come la paziente di un ospedale psichiatrico. Intendo innamorata di un tipo ideale di persona.
Se riferissi una cosa del genere a qualcuno, specie i miei genitori, la loro sarebbe una reazione tanto esagerata quanto stupida e indifferente. Direbbero che non fa bene, che rimanere tutta la vita ad innamorarsi di qualcuno che non esiste, finirà per tenermi lontana da una realtà – come dire? – terrena.
Ho deciso, però, che la smetterò – e la smetteranno – con gli stereotipi. Solo per una tizia, un tempo, è restata zitella perché non usciva mai, questo non vuol dire che debba capitare a me. Non so se mi spiego. Insomma, succedono tante cose. Gente muore per aver preso un tranquillante, per essere salita sull’altalena, per qualsiasi cosa. Ma non sarebbe forse da stupidi chiudersi dentro e credere che tutto il mondo sia una minaccia.
L’idea è anche un po’ rubata ad Alessandro Baricco che, nel libro “Oceano Mare” parla di Bartleboom, un uomo che scrive ogni giorno una lettera alla sua donna. Un dettaglio lo contraddistingue dal classico amante: il fatto che lui non conosce la donna, che non ne ha mai avuta una. Però, sostiene che un giorno conoscerà l’amore della sua vita e, posandole sul grembo tutte quelle lettere che lui aveva scritto prima di conoscerla, lei si renderà conto di quanto sconfinato è il suo amore. E di quanto lui la aspettasse e si sentisse, in quel momento, realizzato.
E’ da questo, che nasce la storia. Dai pensieri che dedico al mio amato, che un giorno mi salverà da tutta la monotonia, l’odio, la cattiveria e l’indifferenza. 




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