Le mani di Choutarou sono... grandi.
Probabilmente è stupido che se ne accorga e ne rimanga colpito, visto che il loro proprietario lo supera in altezza di una spanna abbondante e ha le spalle larghe quasi il doppio delle sue e quindi non è esattamente così insensato; ma a vederle lì aperte sulla pelle delle proprie gambe, il respiro gli si incastra in gola prima di uscirgli in un sospiro, e resta lì a fissarle, incantato.
-Shishido-san?-
La voce di Ootori è incerta, mentre lo chiama. Ryou batte le palpebre e mette a fuoco i suoi occhi, così castani da parere immensi, che lo scrutano con ansia e apprensione. Sente le guance bruciare d’imbarazzo, ma sceglie di abbandonarlo alle spalle e abbracciare quel viso così bello, così famigliare.
-Baciami- sussurra, e Choutarou batte in fretta le palpebre, mentre le pupille si espandono di stupore, di confusione.
Di desiderio.
Ha le labbra un poco screpolate, ma non ha nessuna importanza. Ha un sapore dolce, la sua bocca, forse troppo, forse troppo poco, ma non ha nessuna importanza. Ha le dita callose, i palmi coperti di piccole vesciche e ispessimenti e ferite, e sono ruvide, e non lo sono abbastanza, ma non ha nessuna importanza.
Le mani di Choutarou sono grandi. E quando le fa scivolare sotto i suoi pantaloncini, diventano tutto il suo mondo.