Unspoken - Avengers OS
A monster like me
Honey,
I’m telling the truth
I
did something terrible in my early youth
My
mind went blank, I lost control
I
was just a little boy, I did not know
Theon
aveva sempre visto Sansa Stark come un fiore delicato.
Così simile alla madre, i capelli vermigli che ricadevano
morbidi sulle spalle e la schiena, snodandosi tra le scapole, ricca di
quella bellezza innocente che prometteva di sbocciare sotto la luce
dell'estate come una rosa scarlatta. Sansa era una Tully, e dei Tully
aveva l'aggraziata pacatezza ed eleganza, che trasparivano dal volto
bianco come porcellana cesellata e dagli occhi, specchio dei sogni di
bambina che prendevano vita nella mente della fanciulla.
Quella stessa bambina ora urlava, stretta tra le mani luride
di Rasmay Bolton, il viso stravolto dal dolore e dalla paura, e a mano
a mano che Ramsay si faceva strada in lei i suoi veli di purezza
svanivano, simili alla neve sotto il sole del Sud, come i petali di una
rosa oramai appassita.
Se
avesse potuto, Theon avrebbe urlato.
Mostro, mostro, mostro!
Reek sentì il fiato spezzarsi nei suoi polmoni
e lacrime bollenti scorrere lungo le guance.
La gola bruciava, e i suoi arti tremavano con tanta violenza
che il ragazzo faticava a reggersi ancora in piedi. Quelle urla
innocenti echeggiavano nella sua mente, sovrapponendosi e distorcendosi
in una graffiante supplica che si innalzava da quel fragile corpo
martoriato di una bambina cresciuta troppo in fretta. Era orribile.
Sentiva che presto avrebbe vomitato.
Era come se la sofferenza di Sansa si riflettesse su di lui, e le sue
viscere di infiammavano dolorosamente e l'aria non giungeva
più ai polmoni, rendendogli impossibile respirare.
Se
avesse potuto, Theon l'avrebbe salvata.
Mostro, mostro, mostro!
Sansa, oh Sansa. Dolce Sansa, piccola Sansa.
La gioia della madre, l'orgoglio del padre e l'invidia della sorella.
La purezza che un tempo splendeva negli occhi di Sansa Stark ora era
sporcata dalle stille salate che copiose cadevano dalle lunghe ciglia,
speculari a quelle che ora rigavano il viso sporco di Reek. Ramsay
continuava a spingersi in lei con violenza, godendo del dolore che le
provocava e esultando nel sentirla sussultare sotto di sé,
asciugando nell'ennesimo gesto crudele le lacrime che inondavano il
volto della novella sposa, raccogliendole sulle proprie labbra.
Se
avesse potuto, Theon avrebbe ucciso Ramsay.
Mostro, mostro, mostro!
Davvero pensi di essere
migliore di lui, Theon?
Quella voce sottile prese vita nella sua mente, ed era spaventosamente
simile a quella di Ramsay. Scivolava suadente tra i suoi pensieri,
ridando colore ai frammenti delle immagini sperdute nella nebbia e
ricordandogli perché era in quella stanza, in quella che un
tempo era stata casa sua, con un nome non suo, a guardare una persona
che un tempo gli aveva voluto bene - forse non come ai suoi fratelli,
ma oh, Theon lo sapeva, ora Sansa lo odiava quasi quanto odiava il
bastardo Bolton - venire violata senza che lui potesse - volesse? - fare
nulla per impedirlo.
Se
avesse potuto, Theon l'avrebbe portata via, al sicuro.
Mostro, mostro, mostro!
Tremava, Reek, di vergogna, di dolore, di paura.
Un tempo era stato Theon Greyjoy delle Isole di Ferro, protetto di Lord
Eddard Stark di Grande Inverno. Un tempo aveva riso e sorriso alla
fanciulla che ora era costretta a subire le perversioni di Ramsay
Bolton, un tempo era stato un ragazzo, un uomo, aveva brandito una
spada, aveva cavalcato fianco a fianco con Robb e Jon e Bran e Rickon e
Arya e Sansa, con loro aveva mangiato e cacciato e vissuto. Con loro
spesso si era sentito davvero uno Stark, e non un Greyjoy. Aveva
conosciuto la fame, il freddo, la fatica e il dolore. Aveva vissuto,
Theon.
Ma Theon Greyjoy non esisteva più. Era stato annientato un
pezzo alla volta dalla bestia che ora banchettava con l'innocenza di
Sansa Stark, distrutto e ricostruito da capo, secondo i gusti del suo
aguzzino, era stato devastato nel corpo e nello spirito e non c'era
stata notte in cui non avesse desiderato poterla fare finita e
conficcare una spada nel petto del bastardo di Roose.
Eppure non poteva, Reek.
I cani non si rivoltano contro i propri padroni.
Se
avesse potuto, Theon le avrebbe evitato tutto quello.
Ma
lui non era Theon.
Era
Reek.
Reek,
Reek... it rhymes with freak.
Just
go
To
find the prince you thought you found in me
I
better set you free and give you up
Just
wave and say goodbye and let you live
Without
a monster like me
Note
Trovo che Theon sia un personaggio molto sottovalutato, soprattutto
nella sua 'trasformazione' in Reek e nel suo servilismo nei confronti
di Ramsay (e spero sinceramente che la D&D non decida di
violentare anche la sua storyline più di quanto non abbia
già fatto) ed ho deciso di provare a scrivere questa breve
one-shot, sperando non sia uscito qualcosa di indecente.
La canzone di sottofondo è 'A monster like me' di
Mørland & Debrah Scarlett.
Spero che la ff vi sia piaciuta, alla prossima!
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