Note
Titolo
originale: The
Christmas Edition
Autrice: Emily
Hoyt
Link alla versione originale: qui
Tradotto da
GinevraWeasley (con
l'ausilio di Joanne324) con il permesso dell'autrice
The Christmas Edition
Erano
tutti in piedi di fronte al televisore, aspettando i risultati di
settimane di duro lavoro. Mode
aveva
lavorato sulle idee per l'edizione natalizia per mesi e, nelle ultime
settimane, gli impiegati avevano lavorato per intere giornate per
perfezionare il tutto, perfino il font usato per il sommario. I
lavoratori erano riuniti nella grande sala delle conferenze intorno
allo schermo al plasma che avevano portato per l'occasione. Uno accanto
all'altro, in piedi o seduti, tutti i lavoratori del piano erano
riuniti per vedere a cosa li aveva condotti il loro duro lavoro.
Daniel si morse il labbro inferiore e guardò Betty, che
appariva
assolutamente terrorizzata. L'intera uscita era basata sulla
più
semplice delle idee, suggerita da Betty durante una sessione di
brainstorming notturna. Daniel era praticamente arrivato a battere la
propria testa contro la scrivania, in un ultimo tentativo per
recuperare quache fantastica idea andata perduta. Alla fine, Betty
aveva suggerito di basarsi su un semplice e tradizionale Natale,
qualcosa di così nuovo e riscritto che l'originale poteva
rivelarsi come totalmente nuovo.
Disperatamente alla ricerca di qualcosa su cui lavorare, gli occhi di
lui presero a brillare al pensiero che prima gli era sfuggito dalla
mente. Un grande albero di Natale decorato con ornamenti di anni
passati, come venuto fuori da una vecchia scena da cartolina. Persone
in abiti rossi, scena notturna e sciarponi con accessori brillanti ed
allegri. Poteva funzionare davvero. Presentato a Wilhelmina, poteva
essere bocciato in un istante, ma era ciò che avevano ed era
davvero un'ottima idea. Per lo stesso motivo, la stessa Wilhelmina lo
accettò!
Come sempre, Mode era
in concorrenza con Elle,
per ottenere il maggior numero di vendite al momento dell'uscita dei
loro numeri natalizi, strategicamente posti sempre l'uno accanto
all'altro. Elle
era un
qualcosa di incredibilmente luccicante, lo sfondo completamente bianco
con una donna strategicamente illuminata da luci LED e la scritta
"White Christmas" in rosso e verde come slogan. Perfettamente
posizionate, due lampadine rosse spuntavano dal seno della modella. Mode,
dal canto suo, aveva uno sfondo marrone acceso, con in un angolo un
albero meravigliosamente decorato, circondato da particolari moderni,
in una perfetta fusione di ieri ed oggi. "Così antico,
è
nuovo..."
Questo era accaduto qualche giorno prima. Il numero era stato stampato,
distribuito ed era in vendita dalla mattina. Ora, Fashion TV, Mode, Elle
e mezza America aspettavano i risultati, mentre il canale continuava a
mostrare le due copertine nello schermo diviso. Alla fine, la schermata
si illuminò, e apparve il conto alla rovescia degli ultimi
trenta secondi prima che venisse rivelato il magazine che aveva venduto
più copie.
Dieci secondi...
Betty unì le mani come in una silenziosa
preghiera,
mentre Daniel aveva un gomito poggiato sul braccio premuto contro il
petto, la punta del pollice che batteva insieme ai suoi denti.
Qualcun'altro, nella stanza, borbottava ansiosamente.
Sette secondi...
Gli occhi di Daniel si spostarono su Betty e la videro
mordersi
il labbro inferiore mentre guardava lo schermo, le mani ancora giunte
mentre iniziava a dondolare sui propri piedi per l'attesa. Amanda non
si disturbò nemmeno a prenderla in giro paragonandola ai
terremoti a Malibù.
Quattro secondi...
Qualcuno nella stanza cominciò a scandire "Mode, Mode, Mode"
tra sé, e presto tutti gli altri si unirono. "Mode! Mode! Mode!"
dicevano, ripetutamente, il volume che lentamente aumentava fino a far
vibrare le finestre.
"SILENZIO!" urlarono simultaneamente Betty e Daniel, e la stanza
tornò mortalmente silenziosa, anche se adesso un sorriso
curvava
le labbra della signora Meade, in fondo alla sala.
Un secondo...
"Il vincitore della non-competizione per il best-seller
dell'edizione natalizia" disse Suzuki, prendendo la busta da una mano
entrata improvvisamente nel campo della telecamera, "è..."
continuò, e tirò fuori il foglio bianco prima di
spalancare gli occhi "MODE!"
urlò.
Betty strillò, portandosi alla bocca le mani tremanti,
mentre
Daniel urlava di gioia. Urla e alcol scoppiarono intorno a loro mentre
fissavano lo schermo, una brillante medaglia d'oro appuntata
digitalmente sulla copertina di Mode
mentre il computer strappava quella di Elle e la buttava
nel cestino.
"Ce l'abbiamo fatta!" urlò Daniel con orgoglio, guardando
Betty
con l'adrenalina che gli ardeva negli occhi. Lei lo guardò,
con
gli occhi ancora spalancati dalla delizia e dalla sorpresa. "Tu ce l'hai fatta..."
sospirò lui con fierezza e, prima che uno di loro potesse
dire
una sola parola, Daniel si fece avanti, prese il volto di lei tra le
proprie mani e portò le sue labbra contro quelle di lei,
unendole in un profondo ed ardente bacio.
Le mani di lei scivolarono lungo le braccia di lui, stringendolo come
se da questo dipendesse la sua stessa vita, e lui approfondì
il
bacio, con zelo da imputarsi sicuramente all'eccitazione del momento.
Le mani di Daniel piegarono leggermente la testa di lei, per inclinarla
in modo da permettere alla sua lingua di scivolare tra le labbra della
ragazza, e allora il bacio divenne troppo profondo per poter essere
causato da un eccesso di emozione. Allora, lei iniziò a
goderselo.
Una volta sicuro che lei non l'avrebbe allontanato, Daniel
lasciò che le sue braccia andassero a posizionarsi sui
fianchi
di lei, stringendone il corpo contro il proprio, pressando ogni
centimetro del corpo della ragazza, dallo sterno alle ginocchia, contro
il suo. Avvicinarsi tanto portò le braccia di lei ad
assumere
una strana angolatura, così le lasciò scivolare
fin sulle
spalle dell'uomo, e continuare a salire lungo il collo,
finché
le sue dita non si intrecciarono tra i capelli sulla nuca di lui.
Lentamente, il bisogno di aria si affacciò nelle loro menti
e,
riluttanti, i due cominciarono a trasformare il bacio in un leggero
sfiorarsi di labbra, allontanandosi l'uno dall'altra per essere
riportati improvvisamente sulla Terra dalla calamità
istantanea
nella stanza. Gli impiegati di Mode
urlavano nella loro direzione, alcune delle donne lanciavano sguardi
assassini in direzione di Betty mentre qualche uomo guardava in
direzione di Daniel domandandosi come potesse azzardarsi a baciare
Betty Suarez. I due si divisero.
"Che diavolo stai facendo?" un uomo fu abbastanza coraggioso da
domandare. Fece un passo in avanti mentre tutti gli altri continuavano
ad urlare la loro incredulità. Si fermò,
passandosi una
mano tra i capelli. "Voglio dire, guardala!" disse, e tutti gli altri
fissarono Daniel, il cui sguardo fece ammutolire l'intera stanza.
L'uomo davanti a lui rimase congelato, le braccia di nuovo lungo i
fianchi.
Betty cercò di allontanarsi da Daniel per scappare nel bagno
delle donne quando sentì calde lacrime scivolarle lungo le
guance. Era stata l'ondata di adrenalina a portarlo a iniziare il bacio
e, nonostante lui volesse difendere l'onore della ragazza davanti
all'uomo di fronte a loro, lei semplicemente sapeva che
Daniel si era pentito delle proprie azioni. Tutto quello che voleva lei
in quel momento era piangere in solitudine, ma la stretta di Daniel la
mantenne ferma al suo fianco. Fissando l'uomo, Daniel la
avvicinò ancor di più a sé, e
spostò lo
sguardo via dal volto dello sconosciuto per baciare di nuovo Betty, le
mani a circondare il viso di lei, asciugando le lacrime dalle sue
guance e stringendo le labbra di lei tra le proprie.
I dubbi scivolarono lentamente via; sicuramente, lui non la stava
baciando di nuovo solo per provare qualcosa a qualcuno. Con un'altra
persona l'avrebbe fatto, forse, ma non con lei. Sapeva che sarebbe
stato troppo per lei, vero? In ogni caso, le labbra di lui cancellarono
ogni pensiero e chiunque si stesse divertendo appena lei schiuse le
labbra e lasciò che la lingua di lui si infiltrasse nella
sua
bocca. Quando la punta toccò quella della lingua di Betty,
la
ragazza ebbe la certezza che avesse lasciato una bruciatura, la
corrente viva che scorreva tra loro ad un'intensità quasi
insopportabile. Dopo quella che sembrò contemporaneamente un
attimo ed un'eternità, lui allontanò lentamente
le
proprie labbra dalle sue e guardò nei confusi occhi di lei
con i
propri, accesi da un fuoco che la ragazza raramente aveva visto diretto
a lei da altri uomini, figurarsi da Daniel. Poi, il fuoco si accese
appena lui si voltò verso l'uomo di fronte a loro.
"Sei licenziato" disse Daniel, in un duro sussurro, abbastanza forte
perché tutti lo sentissero. L'uomo guardò Daniel
con
incredulità per un momento, prima di abbassare le spalle ed
allontanarsi. "Qualcun'altro ha qualcosa da dire?" chiese con tono
duro, e tutti nella stanza furono improvvisamente affascinati dal
tappeto, dalle luci o da qualunque altra cosa che non fosse il volto di
Daniel Meade.
"Daniel, non puoi licenziarlo per questo" sussurrò Betty, e
Daniel si voltò verso di lei, animato ed incredulo.
"Dopo ciò che ha appena detto" disse Daniel con tono
meravigliato "tu lo difendi...Betty, sei fantastica!" e le prese il
mento tra le proprie dita per posarle un breve bacio sulla punta del
naso, facendo assumere al volto di lei sei diverse tonalità
di
rosso. "Tu!" abbaiò diretto all'uomo di prima, che
alzò
la testa spaventato.
"Ti faccio sapere che la donna che hai appena insultato ti sta salvando
il culo" disse Daniel, a voce abbastanza alta perché tutti
sentissero "Lei pensa che non dovrei licenziarti, per cui non lo
farò...ma non voglio mai...mai...più
vedere la tua faccia a questo piano. Scegli un altro piano e restaci.
Il giorno in cui ti ripresenterai a Mode ti
licenzierò una volta per tutte".
L'uomo scappò via come un bambino appena rimproverato e se
ne
andò finché la situazione era ancora buona. E, in
qualche
modo, ci riuscì. Comunque, Daniel si era già
dimenticato
di tutto e si era voltato in direzione di Betty con un sorriso, a cui
lei rispose senza entusiasmo.
"Daniel..."
"Penso che dovremmo parlare" le sussurrò all'orecchio, e le
circondò le spalle con un braccio, conducendola nel suo
ufficio.
Una volta dentro, abbassò le tende, chiuse a chiave la porta
e
spense il proprio cellulare. Betty si spostava nervosamente da un piede
all'altro al centro della stanza, aspettando che Daniel dicesse
qualcosa. Invece, lui le si avvicinò e la spinge gentilmente
verso il divano, per farla sedere accanto a lui.
"Quello cos'era?" domandò velocemente lei, incapace di
sopportare il silenzio anche solo per un altro istante. Un sorriso si
allargò silenziosamente sul volto di lui, e lei in quel
momento
desiderò che la Terra la inghiottisse per intero. Daniel
strinse
la mano di lei nella propria, e si portò la mano libera tra
i
capelli, traendo un profondo sospiro.
"Qualcosa che volevo fare davvero da molto tempo, anche se io stesso
non lo sapevo fino a pochi minuti fa" disse in un sol fiato. Gli occhi
di Betty si spalancarono e Daniel non poté evitare la risata
che
gli uscì spontanea. "Vincere la non-competizione
è stato
il catalizzatore, Betty. Sono arrivato a baciarti in un momento di
euforia e poi...semplicemente non ho potuto smettere. Ho adorato ogni
singolo secondo di quel bacio e non devi mai pensare il contrario. E
sono certo che hai pensato questo nello stesso momento in cui mi sono
allontanato da te" aggiunse, prima che lei potesse affermare il
contrario.
"Hai ragione" sussurrò lei, in una voce che poté
a stento
riconoscere. Normalmente, lei era cosciente e sicura di se stessa, ma
non si era mai sentita così fuori luogo come in quel
momento.
"Daniel, davvero...come posso dirlo?" disse, spostando lo sguardo verso
il soffitto come se lì potesse trovarvi la risposta. Daniel
sorrise.
"Dritta al punto, come sempre" disse dolcemente, e lei
riportò lo sguardo sul viso di lui.
"Quello cos'era?" domandò di nuovo e Daniel si
limitò a
sorridere, gli angoli delle labbra stranamente sempre in su. Le prese
le mani e se le portò silenziosamente alle labbra, posando
un
bacio sul dorso della mano, poi sul palmo, per poi ripetere l'azione
con l'altra mano. Lei trattenne il respiro mentre lo guardava portarsi
la mano della ragazza sulla guancia, premendocela contro come un gatto
che si aggrappa alla gamba di una persona. Fece avvolgere il proprio
volto dal calore della mano di lei per un minuto o due, prima di
riaprire gli occhi.
"Betty Suarez, meno di dieci minuti fa ho realizzato di essere
innamorato di te da sempre" sospirò, con la voce incredula
tanto
quando Betty. Lei scosse la testa ed abbassò gli occhi, ma
lui
iniziò a ridere "Io sono...sono innamorato di te. Non posso
crederci! Mio padre ti assunse per evitare che andassi a letto con le
mie assistenti ed ora sei diventata l'unica donna che io abbia mai
voluto così intensamente. Ti amo, Betty, con tutto il mio
cuore...e so che ho fatto tante di quelle idiozie da non meritarti
affatto".
Il volto di Betty si mosse verso il suo così velocemente che
lui
pensò che qualcosa si sarebbe spezzato, ma gli occhi di lei
erano spalancati dalla sorpresa, e lui sapeva che, se lei avesse
provato qualche dolore, lui se ne sarebbe accorto subito. Si
allungò verso di lei, stringendola per le spalle ed
avvicinandola, fino a stringerla a sé. Sentì il
corpo di
lei raffreddarsi contro il proprio, e lei ne sentì i muscoli
del
petto rilassarsi a contatto con il suo corpo.
"Stai benissimo" sospirò, e lei rabbrividì quando
il
braccio che le circondava le spalle scivolò un po'
più in
basso e le dita le accarezzarono le anche, per poi fermarsi
sui
fianchi e massaggiarne la pelle. Lei trattenne un gemito, ma lui
ghignò. "Sei molto brava"
"Scusa?" disse lei, con voce un po' troppo sospirata per i suoi gusti.
Guardò verso di lui, agitata.
"A trattenere i suoni. Ti ho vista morderti il labbro; cerchi di non
fare nessun rumore"
"No, non è vero" mormorò calma, la voce bassa e
patetica
mentre lui le si avvicinava, le labbra a pochi millimetri da quelle di
lei.
"Bugiarda..." sospirò, e continuò a far danzare
le
proprie labbra accanto a quelle di lei, senza mai toccarle. Le
baciò il mento, poi l'angolo della bocca, e ancora la parte
superiore del labbro, ma si rifiutò di incontrare le sue
labbra.
Ogni volta che vi si avvicinava, lei cercava di inclinare il volto
all'ultimo momento, ma lui la evitava facilmente fin quando lei non
grugnì con frustrazione e lui allontanò il capo.
"Era
esattamente quello che stavo aspettando" sospirò, e
immediatamente posò le labbra su quelle di lei, facendola
mormorare, accendendo delicatamente il desiderio, evidente dal modo in
cui il bacio diventava più profondo ad ogni gemito lei
emettesse.
Qualche minuto dopo, si allontanarono in cerca d'ossigeno e si resero
conto di essere sdraiati sul divano, lui sopra di lei, con un gonfiore
nei pantaloni che premeva contro il bacino di lei, appena sotto
l'ombelico, che le mozzò il fiato.
"Te l'avevo detto" sospirò, fissandola nei grandi occhi
castani
mentre lei riprendeva i sensi e ricambiava lo sguardo, confusa.
"Mi avevi detto cosa?" chiese, il petto che si alzava ad ogni pieno
d'aria nei polmoni.
"Che ti voglio" mormorò lui, sollevandosi per andarsi a
sedere
sul divano. La sensazione di freddo fu istantanea, e lei
provò
il desiderio di tornare tra le sue braccia immediatamente. Invece, si
sedette e lo guardò. "Sono serio, Betty. Tu puoi anche
pensare
che stia tentando di essere divertente, o che ti stia prendendo in
giro, ma so che questo non sarebbe divertente per me e so che certamente non
lo sarebbe per me. Voglio che tu venga a casa mia stanotte, Betty.
Voglio trascorrere il resto della notte provandoti quanto io ti voglia
e quanto tu sia splendida e mozzafiato. Lo sei, Betty"
sussurrò,
e la vide arrossire "Hey"
"Cosa?"
"Mi credi, vero?" poi, il volto di lui si impietrì. "Tu non
mi
ami, non è così?" le chiese con dolcezza, e vide
i suoi
occhi spalancarsi. "Tu non...mi sono reso ridicolo per niente"
grugnì, e si alzò, cominciando a camminare di
fronte al
divano. Cominciò ad inveire. "Così stupido!
Tu mi avevi anche detto che non mi vedevi sotto quel punto di vista.
Come ho potuto fare qualcosa di così dannatamente stupido?"
continuò, e si girò ancora una volta, per
imbattersi in un bacio di Betty, che continuò fin quasi a
scoppiare per qualche secondo.
Le braccia di Daniel si chiusero intorno alle sue e le sfilarono la
blusa che indossava dalla gonna. Le mani di Betty lottarono con i
bottoni della camicia di lui per un minuto prima che lui le bloccasse,
e fermasse i loro movimenti.
"Oh mio Dio" sussurrò lei, e ricadde sul divano "Noi...ci
stavamo lasciando trascinare...vero?" domandò, con un misto
di paura ed eccitazione che le scorreva nelle vene. "Chiunque avrebbe
potuto...oh mio Dio" mormorò, appena si rese conto della
situazione. Alzò lo sguardo verso di lui e si
sentì tremendamente timida. "Daniel..." sospirò,
mordendosi il labbro inferiore ed alzandosi. Con la forza
dell'abitudine, incrociò le braccia al petto, facendo
spostare l'attenzione ad esso mentre si alzavano ed abbassavano insieme
al suo seno.
"Che c'è?" sussurrò lui, rendendo la frase
più breve possibile.
"Pensi di poter aspettare la fine della giornata?" domandò
lei dolcemente, con gli occhi abbassati mentre le guance le si
imporporavano di nuovo. Lui avrebbe riso della sua timidezza, se lei
gli avesse risposto, ma il suo silenzio in merito lo rendeva ancora
troppo nervoso.
"Betty...mi puoi rispondere?" chiese, con gli occhi che la imploravano
di toglierlo da quella situazione di miseria in un modo o nell'altro.
"Cosa? Voglio dire...certo! Certo, certo che ti amo! Gesù,
Daniel, abbiamo quasi fatto sesso nel tuo ufficio perché io
sono talmente innamorata di te da aver paura di svegliarmi da un
momento all'altro, oppure che tu possa in qualsiasi momento tornare sui
tuoi passi e rimangiarti tutto!" disse, la voce che lentamente
diventava un singhiozzo fin quando le lacrime cominciarono a scenderle
lungo le guance. "Ti amo" sussurrò di nuovo, ed un sorriso
diverso da qualunque altro lei avesse mai visto si allargò a
dismisura sul volto di lui.
"Bene" disse, baciandola di nuovo "e no" sussurrò quando si
allontanarono per respirare, facendole aggrottare un sopracciglio per
un secondo "non posso aspettare così tanto. Cos'hai in
mente?" chiese, con la voce roca ed incrinata dal desiderio. Betty si
morse il labbro inferiore prima di correre verso la porta, guardando
attraverso le aperture circolari per vedere se il passaggio era libero.
Vedendo che fuori non c'era nessuno, aprì la porta ed
uscì di corsa verso l'ascensore trascinando Daniel con
sé fin quando non furono al sicuro dietro le porte chiuse.
Quando si fermarono dopo qualche piano, sorrise ed indicò la
strada.
"C'è una stanza. E' nascosta nel Guardaroba"
mormorò, ed entrò insieme a lui. Gli occhi di lui
girarono per la stanza per un secondo, per poi tornare su Betty,
nervosamente in piedi al centro della stanza. Daniel ghignò
e camminò verso di lei, stringendola tra le braccia e
trascinandola con sé fin quando non cadde sul letto.
"Grazie a Dio è venerdì" Daniel
mormorò, e i due sentirono a malapena il rumore della porta
che si chiudeva.
*****
Ok, chiedo umilmente perdono. Speravo di riuscire a postare questa
one-shot il tre ed inserire la terza Detty story oggi, ma non ci sono
riuscita, causa studio et
influenza. Mi dispiace da morire, anche perché
temo di non riuscire a postare l'altra in tempo per
domani...probabilmente sforerò, mi perdonate? Almeno vi
permetterò di godervi lo spirito del Natale qualche giorno
in più del dovuto, no?
Chiedo ancora scusa, spero però che la storia vi sia
piaciuta, io la adoro letteralmente.
Purtroppo, anche qui ho dovuto fare qualche cambiamento e mi dispiace
molto, vi chiedo perdono anche per questo, e come sempre sono aperta ad
ogni suggerimento!
Anche qui, per chi recensisce un bel bacio da Daniel ;)
Buon Anno, anche se con qualche giorno di ritardo.
GinevraWeasley