Capelli rosa e mutande (con i Boccini) d'Oro

di fri rapace
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Capelli rosa e mutande (con i Boccini) d'Oro



 


La lezione di Pozioni si era conclusa da una manciata di minuti e Draco decise di trattenersi nell'aula per dare modo a Piton di approfondire le lodi che aveva ottenuto grazie a una Pozione Scacciabrufoli ben riuscita. Aveva anche preparato alcune domande interessanti da rivolgere al professore allo scopo di impressionarlo.



Draco stava scoprendo una certa predisposizione per Pozioni, ma Piton era il suo insegnate favorito soprattutto perché sembrava preferirlo a qualunque altro allievo, Potter compreso, che trattava con malcelato disprezzo.



Il ragazzo fece segno a Tiger e Goyle di aspettarlo fuori dall'aula e si avviò verso la cattedra, quando venne respinto bruscamente da una ragazza che, altrettanto bruscamente, aveva rovesciato una sedia e diversi calderoni nel tragitto che la separava da lui.



Draco si raddrizzò, pronto a protestare con veemenza, quando si accorse che la ragazza non era una sua coetanea ma probabilmente una dell'ultimo anno, quindi decise di tacere per rivalutare la situazione.



A sfavore della ragazza c'era la divisa di Tassorosso che indossava, ma per quanto Draco snobbasse gli smidollati che venivano Smistati in quella Casa, non era così sciocco da illudersi di poter avere la meglio contro un'allieva tanto più grande di lui.



La osservò, un po' discosto dalla cattedra: i vestiti sgualciti, sicuramente indice di scarsa igiene personale, gli orridi capelli spinosi di un assurdo colore rosa acceso, la rozzezza dell'insieme... si trattava sicuramente una Sanguesporco.



Piton guardò la ragazza con un'espressione disgustata, quasi fosse un grumo di moccio gettato sul pavimento.



“Fuori,” le disse, prima ancora che lei potesse aprire bocca.



“Col cavolo!” osò lei, sventolandogli sotto al lungo naso una pergamena macchiata. Indicò aggressivamente il voto riportato in fondo al compito. “Sono qui per protestare! Questo compito meritava un Eccezionale!”



Piton non accennò a deviare gli occhi da quelli scuri della ragazza.



“Sei dal lato sbagliato della cattedra, Ninfadora. Se tu avessi la competenza necessaria a giudicare un compito, siederesti al mio posto.”



Draco ebbe un piccolo sussulto: non aveva mai sentito Piton chiamare per nome un allievo e lo insospettì che lo facesse con una ragazza che, palesemente, non sopportava.



Ninfadora non si lasciò scoraggiare.



“Le mie risposte sono tutte corrette, tutte, e lei si attacca a un calamaio rovesciato sul banco per abbassarmi il voto!”



“Le rispose leggibili, vorrai dire... che sono circa la metà del totale. Inoltre la forma è importante quanto il contenuto, in alcuni casi,” e la fissò intensamente, “ne è il riflesso.”



Draco ghignò: aveva colto l'analogia con l'aspetto barbaro della ragazza.



Lei grugnì un: 'non finisce qui!', poi si voltò e travolse Draco.



“E tu che vuoi?” lo aggredì, invece di scusarsi per la sua goffaggine.



“Da te, niente,” reagì spocchiosamente Draco, certo che in caso di bisogno sarebbe stato spalleggiato da Piton.



Ninfadora alzò il naso in aria, mimando grottescamente qualcuno con una gran puzza sotto al naso.



“Abbassa le ali, gnometto,” lo schernì sprezzante, caricata dal litigio con Piton, “non ti conviene tirartela con me!”



“Basta... così... Dieci punti in meno a Tassorosso,” sibilò Piton, “oppure continua, Ninfadora. Offrimi un ulteriore motivo per chiedere la tua espulsione.”



Lei sbuffò.



“La solita solfa... sono sei anni che me lo ripete e le sto ancora tra i piedi, mi pare.”



Nonostante la sfacciataggine, Ninfadora decise comunque di abbandonate l'aula, ma grazie a lei ora Piton era di malumore, così Draco decise di ritirarsi.



“Quella deve essere pazza,” commentò in segno di solidarietà con l'insegnante; Piton, però, gli dedicò una lunga, sospettosa occhiata, invece di mostrare gratitudine.



 



***



 



Nei giorni successivi, Draco cercò informazioni riguardo Ninfadora, mosso da una curiosità simile a quella che a volte provava nei riguardi di una Creatura Magica particolarmente bizzarra, e scoprì che era una di quelle allieve che si mettevano sempre nei guai. Una vera piantagrane, che aveva accese discussioni non solo con Piton, ma con buona parte degli insegnanti. I suoi assurdi capelli, ad esempio, erano un pretesto per irritare la professoressa McGranitt. Come facesse a trovare il coraggio di provocare due degli insegnanti più impressionanti di Hogwarts era per Draco un mistero, ma il senso di potere che sprigionava il comportamento della ragazza lo affascinò.



Incrociò nuovamente Ninfadora la settimana seguente, appena fuori dalla biblioteca.



Lui, Tiger e Goyle ridevano di gusto, osservando Paciock fuggire da loro a balzelloni: Draco gli aveva lanciato un ottimo Incantesimo della Pastoia ed era fiero di se stesso, oltre che comprensibilmente divertito.



“Ehi, tu!” sbottò la ragazza, afferrandolo per la collottola.



“Tieni giù le mani!” protestò lui, preso alla sprovvista.



Ninfadora lo ignorò.



“Ho visto quello che hai fatto a quel ragazzino... lo hai chiamato Paciock,” osservò con durezza.



Draco rifletté velocemente e decise di ironizzare: in fondo aveva Tiger e Goyle a parargli la schiena.



“Guarda che non è un insulto, Paciock è semplicemente il suo nome.”



Lei gli rifilò una manata alla nuca.



“Non si deridono le persone per il loro nome!” lo aggredì, punta sul vivo.



Chiaro: con un nome come 'Ninfadora' doveva vivere sulla propria pelle quel tipo di disagio... e neppure 'Draco' era un nome molto comune, quel pezzente di Weasley, ad esempio, l'aveva trovato comico.



“Hai la più pallida idea di chi sono i suoi genitori?” proseguì Ninfadora. “Sono degli Auror. Durante la Prima Guerra Magica erano famosi.”



Draco non trattenne le risa: si stava inventando tutto, oppure Paciock era stato adottato.



Ninfadora però non condivise la sua reazione.



“I Paciock sono tra i miei idoli,” scandì indignata, “sono tra quegli eroi che mi hanno ispirata... anch'io, infatti, diventerò un'Auror!”



L'ingenuità dell'affermazione e l'intensità con cui la ragazza l'aveva pronunciata fecero ridere Draco ancora più forte.



Ninfadora si rabbuiò e un attimo dopo Draco di ritrovò Impastoiato esattamente come Neville Paciock.



Tiger e Goyle reagirono con la velocità di due Vermicoli obesi e lasciarono alla ragazza tutto il tempo di incantare le loro bacchette, che si sfilarono dai grossi pugni dei due ragazzi e presero a bastonarli sulla testa così forte da costringerli a fuggire urlando per il dolore.



“Prendermi per il culo non è stata una buona idea, Gnomo!” gli sibilò la ragazza, “e guai a te se ti pesco ancora a prendertela con il piccolo Paciock. Inoltre è stata una cosa da vigliacchi, in tre contro uno!”



“È stato da vigliacchi anche aggredire me e i miei amici, tu sei molto più grande di noi!” replicò Draco, saettando lo sguardo lungo il corridoio nella speranza di intercettare qualche insegnante.



Lei si scompose solo un pochino.



“Ma io l'ho fatto per una giusta causa,” si difese.



“La tua reputazione è di dominio pubblico, so che sei sempre nei guai!”



“Sempre per una giusta causa!” lo zittì lei, alzando il tono della voce. Che urlasse pure, così avrebbe di certo attirato l'attenzione di qualcuno.



Draco doveva però ammettere di essere d'accordo con Ninfadora; in senso generale, naturalmente, non se la vittima era lui.



“Lo capisco,” disse sinceramente, “è giusto che i più forti schiaccino i deboli.”



Ora che avevano trovato un punto d'incontro, tutto si sarebbe risolto, pensò.



“E chi ti avrebbe insegnato questa stronzata?” sbottò lei, bizzarramente preoccupata.



“Non è una... ecco... e comunque è stato mio padre,” esitò Draco, incapace di riprendere lo zotico linguaggio della ragazza.



Sorprendentemente lei lo liberò e lo strinse in un breve abbraccio.



“Mi spiace,” gli disse con calore, “non è certo tua la colpa se ti è toccato uno schifo di padre.”



Draco si sentì estremamente imbarazzato, perché nel corso della breve stretta aveva scoperto particolari anatomici femminili fino ad allora ignorati, tuttavia non poteva permettere a Ninfadora di infangare suo padre.



“Lui è il migliore,” lo difese, sforzandosi di non fissarle il petto. Solo un secondo prima gli premeva sulla gola, possibile che tutte le ragazze ne fossero dotate? Di certo, non le sue coetanee e sua madre sicuramente aveva dei seni strizzati sotto agli eleganti vestiti, ma lei non contava. Arrossì, quando scoprì di dover resistere all'impulso di posarci sopra le mani.



Lei scosse il capo impietosita, ma la sua espressione mutò radicalmente quando si rese conto che Draco era più concentrato sui suoi seni che non sul discorso.



“Ehi!” urlò, spingendolo con tanta forza da gettarlo a gambe all'aria.



Mentre Draco si affrettava a rimettersi a posto la veste, lei allargò le labbra in un gran sorriso.



“Che tocco di classe le mutande con i Boccini d'Oro!” commentò, facendolo arrossire furiosamente. “Palpeggiata da uno del primo anno, da non crederci,” proseguì imperterrita, poi gli strizzò l'occhio e piegò il capo verso il basso, alludendo alla sua biancheria intima, “forte, comunque!”.



Quando realizzò che il suo era stato un complimento sincero, Draco avvertì un balzo nel petto accompagnato da una piacevole sensazione di calore.



Con i dovuti abbellimenti, Draco si vantò del suo primo approccio con una ragazza nel dormitorio dei Serpeverde, ma quando fu sdraiato nel suo letto ripensò all'accaduto con un sentimento diverso e del tutto nuovo, per lui. Aveva strumentalizzato l'abbraccio ricevuto da Ninfadora, ma gli aveva suscitato più piacere l'atto in sé che non la gloria che ne era derivata. Di quella, comprese, avrebbe anche potuto farne a meno.


 



Ho immaginato che Draco non sapesse nulla di Tonks (che nella mia ff non conosce), perché Andromeda, oltre ad essere motivo di vergogna per i Malfoy, non faceva di fatto più parte della famiglia. Neanche Tonks lo conosce, l'ho 'ringiovanita' di un anno proprio allo scopo di non fargli riconoscere Draco, perché suppongo che abbia incontrato Lucius solo quando ha iniziato a frequentare il Ministero della Magia. E' una trattazione della coppia molto leggera, essendo Draco ancora un ragazzino non poteva andare più in la' di così. La reputazione di Tonks deriva da quello che la ragazza afferma quando Harry, nel quinto libro, è abbattuto perché non è diventato Prefetto, ossia che a scuola non si comportava bene. Non so se Draco avrebbe indossato le mutande coi Boccini d'Oro, ma avendo solo undici anni non vedo perché no... quando cade non indossa pantaloni ma solo la veste perché, dal 'Peggiore ricordo' di Piton, si evice che gli abiti sotto la veste sono un'invenzione dei film.



 





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