Rimanere bambini

di TamaraStoll
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Rimanere bambini
 
La neve cadeva su Arendelle coprendo case, prati e strade.
La regina d’Arendelle, Elsa, leggeva un libro appoggiata al davanzale della finestra.
 
Da quanto tempo non aveva del tempo per lei? Da talmente tanto tempo che non si ricordava più…
Gli anni passavano e lei diventava sempre più vecchia. Il popolo d’Arendelle voleva un’erede, ma lei non trovava la sua anima gemella. Tutti gli uomini che si presentavano davanti a lei, la guardavano con terrore o con compassione. Neanche uno, neanche uno l’aveva proposto una passeggiata. Lei era sola, sola con la sua solitudine. Anna e Kristoff erano lontani, sulle montagne a vivere in copia. E lei cadeva, cadeva nelle tenebre di quel palazzo dove tutti la guardavano con pietà. Chiusi il libro e mi metto a guardare fuori dalla finestra. La neve cadeva ancora più di prima e una brezza d’aria fredda faceva muovere i rami dei pini intorno al palazzo. Sospirai aprendo la finestra. Lasciai che i fiocchi di neve sfiorassero la mia pelle candida. Mi persi nei ricordi d’infanzia dove suo padre gli raccontava di questa leggenda che m’assomigliava tanto: Jack Frost.
Anche lui poteva ghiacciare le cose e far nevicare. Ma lui poteva fare una cosa che lei non sapeva fare: poteva volare, poteva essere libero, poteva scappare via dal mondo dei doveri. Chiusi lentamente la finestra e mi sedetti su una sedia davanti allo specchio. Mi dovevo preparare per una riunione per scegliere un nuovo giardiniere. Stavo per alzarmi quando fui attratta da un’ombra fuori dalla finestra. Mi avvicinai apprendo la finestra. Fui stupita trovandomi davanti a me un ragazzo della mia stessa età con capelli bianchi e occhi color ghiaccio, come i miei. Indossava una felpa con il cappuccio e pantaloni marroni. Mi guardò incuriosito. Stava per andarsene quando lo fermai prendendolo per un braccio. Mi guardò stupito.
-M-mi vedi?- sussurrò rivolgendosi a me.
Annuì lentamente.
-Chi sei?- gli chiesi con il suo stesso tono.
-Jack Frost- rispose inchinandosi appena – e tu?- chiese con un sorriso.
-E-Elsa- risposi.
D’istinto, l’abbraccio e lui lo ricambiò. Infondo ero sempre restata una bambina.
Sempre.




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