Autrice: Lady_Malfoy
Titolo: against all rules.
Personaggi:
Arthur, Merlin [+
menzione di Gaius, Gwen,
Uther, Morgana]
Pairing: Arthur/Merlin accennato [ma
proprio poco]
Rating: G.
Genere: One-shot.
Avvertimenti: //
Credits:
I dialoghi al centro della
fiction sono presi dalla puntata 1.04(The
poisoned chalice) di
Merlin, ergo
non mi appartengono.
Note: prima fiction su Merlin, si
colloca nella puntata 1.04 The poisoned
chalice, nel momento in cui Arthur decide di salvare lo
stregone. Primo
tentativo di scrivere su questo fandom, che devo ammettere mi piace
molto.
||
Questa fiction partecipa all’AOM Contest indetto da
uchiha_girl sul forum di EFP ||
Commenti
e critiche accettati come
sempre.
Buona
lettura,
Sara.
against
all rules.
Quando
Merlin si era accasciato a terra e il calice era scivolato via dalla
sua mano,
rotolando sul pavimento con un rumore metallico, ad Arthur
mancò il fiato per
un momento e temette il peggio.
No,
no, no,
era l’unico
pensiero che la sua mente era in grado di formulare, quando si
avvicinò a lui.
Da quel momento in poi, fino a che non si ritrovò nelle
stanze di Gaius, non
riuscì a pensare ad altro. Ascoltò Gaius
attentamente, cogliendo ogni parola
del suo discorso. Esisteva un antidoto, tratto dal Fiore della Morte
che si poteva
trovare solo nella foresta di Balor. Sembrava relativamente facile, se
non ci
fosse stato un basilisco a proteggere l’entrata della caverna
dove cresceva il
fiore.
"In
pochi hanno attraversato le montagne di Isgaard in cerca del Fiore
della Morte
e sono poi tornati vivi" lo avvertì Gaius, facendogli
chiaramente capire
che era impossibile recuperare il fiore.
Arthur
rimase immobile, a pochi metri dal letto in cui giaceva Merlin. Il
panno che
Gwen gli teneva sulla fronte non sembrava avere effetto. Il ragazzo
respirava
fatica e doveva sicuramente scottare come prima, forse addirittura di
più.
"Sembra
divertente." disse infine il principe, cercando di suonare spavaldo e
scacciando per un attimo la paura -
perché di paura si trattava, se ne rese subito conto. Non lo
avrebbe mai
ammesso, questo era chiaro, sarebbe andato contro il suo orgoglio, ma
non
poteva negarlo a sé stesso. Si diresse deciso verso
l’uscita della stanza, ma
Gaius parlò ancora.
"E’
troppo rischioso." replicò Gaius, con lo stesso tono di
prima.
Arthur
si bloccò e si voltò verso di lui. "Senza
antidoto cosa accadrebbe a
Merlino?"
"Il
fiore della morte provoca un decesso lento e doloroso. Potrebbe
resistere
quattro, al massimo cinque giorni ancora. Ma alla fine la morte
arriverà."
Ma
alla fine la morte arriverà.
Ma alla fine la morte arriverà.
Ma
alla fine la morte arriverà. Per un momento quella
frase vorticò nella sua
mente e fu incapace di rispondere.
Lanciò
un’occhiata a Merlin, prima di uscire a grandi passi dalla
stanza. Si diresse
velocemente verso il castello, mentre ripensava alle istruzioni di
Gaius per
arrivare al Fiore della Morte. In un attimo indossò la cotta
di maglia
metallica, prima di andare da suo padre.
Come
aveva previsto, il re non era disposto ad appoggiare il suo volere.
"Arthur,
sei il mio unico figlio ed erede, non posso rischiare di perderti per
il bene
di un servitore qualunque."
"Perché
la sua vita non ha valore per te?"
"No,
perché vale meno della tua."
"Io
posso salvarlo.
Fammi portare degli uomini."
"No."
replicò suo padre.
"Troveremo
l’antidoto
e lo prenderemo."
"No."
ripetè Uther, con più
decisione.
"Perché
no?"
urlò, senza capire le ragioni
di suo padre.
"Un
giorno io sarò
morto e a Camelot servirà un re. Non ti lascerò
mettere a rischio il futuro del
regno per fare da garzone ad un folle."
"Non
faccio da
garzone ad un folle. Gaius dice che se riusciamo a…"
"Gaius
dice.
" gli fece eco.
"È
per questo che lo considero folle."
"Ti
prego, padre.
Merlin mi ha salvato la vita. Non posso stare qui a vederlo morire."
"Allora,
chiudi gli
occhi. Non sarà l’ultimo a morire al posto tuo,
Arthur."
Non
servì a niente insistere, suo padre lo liquidò
con un "Stasera non uscirai dal castello" e lo
lasciò da solo in mezzo
al corridoio freddo del castello.
Nonostante
Morgana lo appoggiasse, convincendolo a fare ciò che
riteneva giusto, da un lato ancora non era in grado di capire cosa lo
spingesse
di preciso a salvare il suo servo. Si trattava solo di capire cosa
fosse giusto
e cosa fosse sbagliato?
Salvare
la vita ad una persona rientrava senza ombra di dubbio
nella lista delle cose giuste da fare, ma si trovava in contrasto con
la
volontà di suo padre e con ciò che era giusto per
un principe. Chi si era mai
abbassato tanto da salvare la vita ad un proprio servo?
Suo
padre forse aveva ragione, non poteva fare una cosa simile.
Era l’unico erede al trono, se fosse morto, Camelot non
avrebbe avuto altri re
dopo Uther.
Valeva
davvero la pena? Sarebbe andato contro le sue regole - le
regole impostegli da suo padre, per essere precisi. Era così
importante per lui
rischiare la vita per il suo servo?
Sì,
si ritrovò a
pensare.
Perché
non si trattava di un servo qualunque, uno che avrebbe
cambiato senza nessun problema. Quel servo era Merlin.
Lo
stesso Merlin che l’aveva osato sfidare - sì,
ancora non
sapeva che lui fosse il figlio del re, ma aveva avuto un bel coraggio
comunque
- e che l’aveva quasi battuto.
Lo
stesso Merlin che gli aveva salvato la vita, evitando che un
pugnale gli si conficcasse nel cuore.
Lo
stesso Merlin che l’aveva messo in guardia più
volte e aveva
sempre avuto ragione, anche se non sempre era stato creduto,
soprattutto dal
re.
Lo
stesso Merlin che giaceva morente nel letto nelle stanze di
Gaius, che aveva bisogno di un antidoto. E lui era il solo che poteva
procurarglielo.
Arthur
spronò il cavallo e si diresse verso i cancelli di
Camelot, superando senza ostacoli le due guardie che gli si pararono
davanti, e
venne avvolto dall’oscurità della notte.
Sì,
ne valeva davvero
la pena. A costo di affrontare l’ira di suo padre e qualunque
cosa ci fosse
sulla sua strada.
Note
finali.
- Fiction non
betata, scusate eventuali errori.
- So che non
è il massimo, ma volevo provarci.
- Grazie per
essere arrivati fino a qui.
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