Custoditi in un colore

di Laix
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4. Yukiko e Yusaku ~

***





Vino rosso

Yukiko, donna adulta ancora nel fiore degli anni, o almeno così la sua apparenza suggeriva, si avvicinò con fare circospetto al marito Yusaku, seduto alla scrivania di casa e con la sua piena attenzione rivolta allo schermo del computer, sul quale stava presumibilmente scrivendo un romanzo giallo.
- Yusaku? -
Lo chiamò lei, distraendolo. Di solito non lo faceva mai, non mentre lui stava lavorando. Anche se aveva cose importanti da dirgli, aspettava sempre che lui completasse un testo.
Lui distolse lo sguardo dallo schermo e lo alzò su di lei, le sopracciglia alzate.
- Sì, tesoro? -
- Tu mi tradisci? -
L'uomo sbarrò gli occhi e poi sbatté le palpebre diverse volte, stupefatto a dir poco. Mosse le labbra balbettando qualcosa, prima di riuscire a parlare.
- Yukiko... cosa hai detto? -
- Mi stai tradendo? -
- Ma come ti viene in mente, tesoro? -

- “Tesoro” un bel niente. Inizio ad avere molti sospetti su di te, ti conviene non fare lo gnorri -
- No, no, un attimo... cosa? Puoi almeno spiegarti? -
- Quando sono fuori casa, anche per svariate giornate, non ti fai mai sentire. Forse perché sei troppo impegnato con qualche altra persona, approfittando della mia assenza?! -
- Ma veramente, proprio perché sei tu quella che è sempre in giro, in lungo e in largo, dovrei forse essere io a nutrire dei sospetti. No? Però io mi fido di te, quindi non sento il bisogno di chiamarti di continuo -
- Ho capito, ma non lo fai proprio mai! Un messaggio, una mail... niente! Solo ogni tanto qualcosina di futile, giusto per darmi il contentino... -

- Non intendo darti il contentino, intendo salutarti e farti sentire che ci sono, seppur con poche parole. Non ti basta? Prenderò nota di questo tuo disagio, ma per il resto ti assicuro che sono sempre chiuso qui dentro a lavorare, sono anni che è così, lo sai... -
- L'altra sera, rientrando a casa, ho visto due calici di vino quasi vuoti sul banco in cucina. Vino rosso per giunta, l'unico che piaccia a me... beh, uno era tuo, ma l'altro non era mio. -
- A dire il vero... -
- Chi è la fortunata con cui hai brindato in mia assenza? Eh? -
- In realtà ho offerto qualcosa al mio editore, venuto a casa la sera stessa in cui sei rientrata. Sto ultimando il libro, volevamo parlare degli ultimi dettagli prima della pubblicazione e brindare a questo traguardo, tutto qua -
- Il tuo editore? Ahah! Mai sentita scusa più patetica -
- Ma è vero, Yukiko... vuoi chiamarlo e farti dare conferma? -
- No, ma in compenso chiamerò un'altra persona. Davvero, queste scuse idiote... mi fanno imbestialire! -
Yukiko si diresse indispettita verso il proprio cellulare, lasciato all'ingresso, lo afferrò e compose un numero, senza esitare. Yusaku rimase in attesa, ancora esterrefatto e privo di idee in proposito.
Dall'altra parte l'interlocutore misterioso di Yukiko rispose, e lei parlò.
- Shinchan! Tuo padre mi tradisce -
- No, no, no! Yukiko!! - dopo aver detto queste parole ad alta voce, Yusaku si alzò frettolosamente dal tavolo per raggiungerla, i movimenti impacciati.
- C... cosa hai detto? Cos'ha fatto papà?! - reagì bruscamente il figlio dall'altra parte del telefono.
- Mi hai capito bene, piccino. Volevo che lo sapessi, è giusto che tu lo sappia -

- Mamma, passami quel... quel... passamelo, subito. Ho da dirgli un paio di cose! -
Yusaku tirò via il cellulare dalla mano di Yukiko, portandoselo all'orecchio per chiarire la situazione col figlio.
- Shinichi, non la devi ascoltare, oggi non so cosa le sia preso -
- Papà, razza di...!! Dannazione, mi auguro che sia tutto un errore, me lo auguro sul serio, perché se per caso è vero... se per caso la stai tradendo... - gli intimò con tono minaccioso.
- Ma perché credete sia così facile una cosa simile? Io ho soltanto... -
- Chi è? L'editrice? La correttrice delle bozze?! -
- Accidenti, non ti ci mettere pure tu!! Ma mi credete davvero un tale latin lover? Cosa diamine ve lo fa pensare?? -
- Papà, a me basta solo sia un errore di mamma. Lo è? Perché in caso contrario prendo un aereo e vengo lì, ovunque voi siate nel mondo, apposta per darti un colpo in testa. -
Yusaku sospirò gravemente, accerchiato da un lato e dall'altro da quella surreale situazione.
- Ma certo che è un errore, figliolo. Certo che lo è. Che lei mi creda o no. Voglio dire, tua madre è... stupenda, unica, non so per via di quale fortuito miracolo sia capitata proprio nella mia vita, ma è certo che non sono così sciocco e idiota da lasciarmela scappare! Una volta che l'ho trovata, posso solo ringraziarla ogni singolo giorno per essere al mio fianco, a sopportare anche le cose che non vanno in me. Una così non la si trova più. E ne sono ben consapevole... -
All'improvviso Yukiko gli tirò via il cellulare di mano e se lo portò all'orecchio, concludendo la conversazione.
- Scusami, Shinchan. Errore mio. Non ci pensare più -
Lei riagganciò, posando poi il cellulare sul tavolo. E riguardò Yusaku, con un tenue sorriso raggiante. Si avvicinò lentamente a lui, portandogli le braccia al collo e baciandolo lievemente sulle labbra, in silenzio. Anche nell'attimo seguente, quando riaprirono gli occhi, rimasero in quella posizione.
- Ci voleva tanto per dirmi due cose carine? - gli bisbigliò.
- E tu devi per forza ricorrere a questi metodi, per farti dire due cose carine? -
- Sempre! -
Lei ridacchiò e lui scosse la testa, pensando che una così era davvero difficile da trovare.



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Angolino: 
Non so voi, ma questi due fuori di testa li trovo troppo forti :D Volevo provare a "sfruttare" il classico lato scherzoso (e un po' macabro, diciamocelo) di Yukiko per indurre il marito a fare qualcosa di diverso nei suoi confronti, scuotendolo un po' U__U E nel frattempo ci tengo a ringraziare chi già sta commentando, chi sta leggendo e chi ha inserito questa ff nelle seguite! <3
Ciau, alla prossima! ^____^





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