Aspettando la notte

di EmilyWord
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Si può davvero vivere subendo ciò? Davvero posso continuare senza nemmeno reagire?
Voi siete così fastidiosi...
Voi siete così crudeli...
pezzo dopo pezzo, la mia anima verrà strappata insieme a ogni mia componente?
Perché non smettete di toccare quella maschera, di lanciare quelle zampe bianche lontano dal mio endoscheletro nudo, e tornate a guardare quello spettacolo, a mangiare quelle pizze, a ricevere regali e palloncini?
Non volevo davvero sostituire nessuno, io.
Non volevo assistere a tutto ciò.
Io devo solo resistere a ogni vostra odiosa provocazione. Sentire costantemente dolore per compiacere i vostri atti di egoismo, mantenere quello standard di eterna e finta allegria solo per farvi tornare e arricchire quell'avaro uomo.
Devo soffrire, devo rimanere immobile, recitare la mia parte attendendo quelle silenziose notti dove ci è concesso tutto.
Ma per quanto riuscirò a mantenere il controllo davanti alle vostre piccole e sinuose mani da innocenti?
Anch'io ero un bambino. Anch'io volevo fare ciò che ora voi stavate facendo. Ma allora perchè mi era successo tutto ciò. Vi odiavo, con la vostra fortuna, i vostri pianti e i vostri affetti.
In fondo, che colpa potrei mai avere se mi ribellassi?
Sono solo un bambino, ancora.
La tentazione di liberarvi da quelle miserabili strutture troppo delicate è così... così... attraente....
Il suono delle vostre urla, il profumo inebriante della vostra paura....
In fondo, il mio è solo un atto di altruismo, una vita più.... giusta.
Come riuscirò a rimanere passivo?
Ma poi, dopo aver agito?
Spento.
Abbandonato.
Dimenticato in qualche meandro di quel dannato negozio che sapeva solo accatastare segreti.
Gettato in quella polvere come quelli vecchi, odiato nella memoria, nascosto per preservare eventuali pezzi di ricambi. E infine, probabilmente, distrutto come un semplice oggetto. Ne valeva la pena?
Soffrire senza sapere il futuro o ribellarsi conoscendo la futura sofferenza?
In fondo, io, ero un bambino.
 




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