POV: Simon ~ 10 Gennaio 2015, ore 11:45
Il grande
momento è quasi arrivato.
Tra poco, su quell'altare, saranno celebrati due matrimoni, compreso il
primo matrimonio omosessuale tra uno Shadowhunter e un Nascosto
pluricentenario.
Gli invitati sono pochi: Jocelyn e Luke, Maryse, Emma, Julian e tutti i
suoi fratelli, compresi Helen – accompagnata da Aline – e Mark, e
ovviamente ci siamo noi testimoni.
Clary me l'ha proposto chiaro e tondo; non ho avuto esitazioni
nell'accettare. Per Jace testimonierà Jem: durante questi mesi gli è
stato molto d'aiuto per superare la morte di suo padre.
I testimoni di Magnus e
Alec saranno, rispettivamente, Catarina Loss – la cui pelle è
perfettamente in tinta con gli arredi – e Isabelle.
Guardandomi intorno, non posso non affermare che Magnus abbia fatto
proprio un bel lavoro.
Da un immaginario soffitto scendono fiocchi di vera neve spruzzati
d'argento e oro, che oscillano ogni volta che soffia un filo di vento.
La struttura simile a un gazebo sopra l'altare, la quale in un primo
momento pensavo fosse in metallo, è invece di ghiaccio sottilissimo,
scolpito finemente con la magia. L'altare stesso è in marmo bianco
ricoperto di cristalli di ghiaccio, come se fosse stato esposto a una
bufera di neve.
I fiori sono stati scelti da Clary: dei semplici bucaneve e delle
camelie sasanqua bianche, dall'intenso profumo di tè.
Tutte le sedie sono ricoperte da un drappo di seta lucida, dello stesso
colore della soffice neve che ricopre il terreno.
L'unico tocco di colore, a parte i piccoli decori in oro e argento, è
Iz: ha indossato un abito rosso sangue a maniche lunghe, con un velo di
pizzo sul décolleté e sulla schiena che crea un effetto vedo-non vedo.
È bellissima. Oscurerà la sposa, ne sono certo.
«Sei quasi un pugno in un
occhio, sai?» scherzo spostandole una ciocca di capelli dal viso. «E
forse avresti dovuto stringere queste forcine, la chioma è quasi fuori
controllo.»
«Meglio così. Immaginami controvento, o meglio ancora sopra un soffio
d'aria, alla Marilyn Monroe» fa lei prendendomi la mano e tracciando i
contorni della runa Voyance col pollice.
Cavolo, ora che ci penso, sono uno Shadowhunter da tre mesi e mezzo.
La cerimonia è stata molto breve e concisa. Jia Penhallow non faceva
altro che lanciare occhiatine maliziose a Robert Lightwood, che a sua
volta fissava disgustato Alec e Magnus abbracciati in prima fila.
Quando ho bevuto dalla Coppa Mortale e pronunciato il giuramento mi
sono sentito... potente. Forte.
E, allo stesso tempo, in pace con me stesso.
Finalmente ho raggiunto il mio obiettivo, quello che mi ero prefissato
da più di sei anni.
Ovviamente, tornati a casa, io e Iz abbiamo festeggiato alla grande,
così come tutti i giorni seguenti.
E sospetto che, tra un po', all'Istituto non saremo solo in due.
L'abito aderente lascia intravedere una pancetta sospetta...
«Che c'è? Ho qualcosa sul vestito?» esclama allarmata, abbassando
subito lo sguardo per controllare.
«No, tranquilla» rispondo ridacchiando. «Il problema è cosa c'è sotto il vestito... Non hai messo
il reggiseno, vero?»
Mi tira un ceffone sul braccio, ma sorride. «Uffa, volevo farti una
sorpresa stanotte! E in ogni caso non avrei potuto metterlo con questa
scollatura.» Appoggia la testa sulla mia spalla e sospira, puntando gli
occhi sulla figura di Jace, lontana e quasi invisibile. «Simon, i miei fratelli non
saranno più all'Istituto. Resteremo soli. Lo ammetto, sono triste.»
La abbraccio e le scocco un bacio sulla guancia, inspirando a fondo il
suo profumo. «Non ti preoccupare, Iz, c'è Internet. Sai quante
videochiamate faremo? Come minimo Clary ci chiamerà una volta al
giorno, per non parlare di Alec! E, con l'Accademia di nuovo aperta,
gli Shadowhunters che cercano un Istituto sono migliaia. Comunque credo
che non ci farà male stare un po' da soli. Non trovi?»
Annuisce in risposta.
Un soffio di vento, proveniente da Nord, scuote violentemente le fronde
degli alberi innevati. Menomale che Magnus ha creato una cupola termica
per permetterci di restare al caldo.
Jace, al di fuori della sfera, sarà diventato un ghiacciolo umano.
Ha deciso di gettare le ceneri di suo padre nel lago Lyn.
Che coraggio, farlo proprio il giorno del suo matrimonio.
In questo momento dovrebbe essere nervoso ma eccitato, invece scommetto
che è triste come mai prima.
Magnus ha sciolto il ghiaccio sulla riva meridionale del lago.
Stephen andrà a fare compagnia a Sebastian.
Due familiari mai conosciuti prima, due psicopatici che volevano
sterminare un'intera specie.
Due persone che si sono pentite in punto di morte e hanno reso
possibile la salvezza.
Aguzzo lo sguardo e vedo una polverina sottile librarsi nel vento,
scomparendo poi nelle gelide acque del lago. Assieme alle ceneri c'era
anche qualcos'altro. Qualcosa di leggero e bianco, forse un pezzo di
carta.
Una lettera.
Il trillo improvviso di un pianoforte mi fa sussultare. Un tizio
barbuto vestito di bianco e oro sta strimpellando qualche nota,
riempiendo l'aria di una lieve melodia.
Lo riconosco solo dopo
un'occhiata più attenta.
«Professor Branwell!» esclamo alzandomi di scatto in piedi e facendo
protestare Iz, che si era accucciata sulla mia spalla. «Prof, che ci fa
qui?» Gli corro incontro e gli stringo la mano. «Suona il pianoforte?»
«Sì, me l'ha insegnato mia moglie.» Mi squadra dalla testa ai piedi,
soffermandosi sul ricamo della giacca. «L come...? Quale cognome hai
scelto?»
«Lewis. Iz ha parlato con suo padre – l'Inquisitore – per permettermi
di mantenere il cognome. Ha fatto un bel po' di storie, ma alla fine ha
acconsentito. Non l'ho vista alla cerimonia a Settembre, posso chiedere
come mai?»
Si appoggia al piano e si
aggiusta gli occhiali sul naso con un veloce movimento della mano. «Che
tu ci creda o no, ragazzo mio, mi hanno chiamato da Londra per tenere
una conferenza all'Istituto. Ho accettato, ovviamente. Mi è dispiaciuto
non poter presenziare alla cerimonia, specialmente perché la vostra era
la prima classe del corso Ascendenti in cui ho insegnato per tutti e
sei gli anni, ma non potevo proprio. Beh, ti trovo in forma!
Specialmente considerando tutto quello che hai passato...»
«Andiamo, non mi dica che i pettegolezzi sono arrivati anche qui!»
sbuffo esasperato.
«Purtroppo hai ragione. Non hai idea di come possano diffondersi le
voci solo con il passaparola delle oche nei caffè!» Sghignazza sotto i baffi e
accenna a Iz col mento. «La signorina lì seduta è Isabelle Lightwood?
Buongustaio! È veramente meravigliosa.»
«Già, è stupenda» convengo mordendomi il labbro. «Professore, posso
chiederle una cosa? Un favore, se così si può dire.»
«Spara, ragazzo. Tutto quello che vuoi.»
Poggio una mano sul piano e infilo l'altra in tasca, quasi per riflesso
condizionato. «In classe diceva sempre che si fida parecchio del suo
istinto e spesso riesce ad indovinare delle situazioni. Secondo lei,
Isabelle mi sta nascondendo qualcosa?»
Mi fissa per un secondo e
sposta lo sguardo su di lei, guardandola a lungo. «Secondo me sì, ti
sta nascondendo qualcosa di abbastanza grosso. Ma tu sai già cos'è,
vero?»
«Sì. Sì prof, lo sospettavo anch'io. Ora ne ho avuto la conferma.
Grazie mille. A più tardi.»
Saluto Branwell e ritorno a sedermi accanto a Iz, che toglie
frettolosamente una mano dalla pancia. Ecco un'altra prova: è
palesemente incinta.
Meglio però non dire niente, almeno per ora. C'è sempre il rischio che
mi sbagli e faccia una figura di merda colossale.
Aspetterò che sia lei a darmi la bella notizia, sia che lo faccia tra
quattro mesi sia subito dopo la cerimonia.
Lancio un'occhiata all'orologio: sono le dodici precise. Stranamente,
stavolta la sposa non è in ritardo.
Tre note brevi del pianoforte e una lunga del violino, suonato da Jem,
annunciano l'entrata di Clary, a braccetto con un paonazzo Luke.
Iz mi tira una manica e mi sussurra all'orecchio: «Se non ci fossi
stata io non avrebbe acquistato quell'abito, guarda quanto le sta
bene!»
Eh già, è proprio magnifica.
Nonostante sia dorato, colore che spesso e volentieri fa effetto
"cioccolatino", il vestito regge meravigliosamente la tinta,
spezzandola qua e là con qualche tocco di avorio, costituito dalle rune
ricamate sul corsetto e sulla gonna. Non ha il velo e i capelli sono
intrecciati a delle piccole perle. Il trucco è così leggero che sembra
sia struccata. «Tutta opera tua, amore? Complimenti!» mormoro a Iz, che
sorride e fa l'occhiolino a Clary.
Magnus, Alec e Jace sono sull'altare, raggianti. Noto con piacere che
lo Stregone ha rinunciato al glitter e alle solite stramberie,
preferendo indossare un semplice smoking blu, come Alec e Jace. Questi
ultimi hanno ricamate sui polsini e sul colletto delle rune dorate.
Luke bacia Clary sulle guance e stringe la mano ai tre ragazzi, poi
lancia uno sguardo di fuoco al celebrante, che si sta ancora sistemando
la giacca, e va a sedersi accanto a Jocelyn, che ha in braccio
Lorianne.
«Buongiorno!» squittisce l'ometto sull'altare, che mi è parso di capire
si chiami Paul Nightshade. «Siamo qui riuniti per celebrare l'unione in
matrimonio di queste due coppie: Clarissa Morgenstern e Jace
Heronwhale... oh, mi scusi, Herondale.»
Si schiarisce la voce: «Ed Alexander Lightwood e Magnus Bane!» Porge
uno stilo a Jace, che lo afferra con mani tremanti. «Sai cosa dire e
cosa fare, giovanotto.»
«S-Sì» sussurra lui, nervosissimo. Deglutisce, si passa la lingua sul
labbro e attiva lo stilo, poggiandolo sulla scollatura dell'abito di
Clary. «Mettimi come sigillo sul tuo cuore» mormora tracciando la runa
del matrimonio. «Come sigillo sul tuo braccio.» Disegna la runa
nell'incavo del gomito di Clary. «Perché forte come la morte è
l'amore.» Le passa lo stilo.
Lei lo afferra come se
fosse un pennello e lo tiene a mezz'aria, vicino alla clavicola di
Jace. «Tenace come il regno dei morti è la passione!» declama ad alta
voce tracciando la runa con sicurezza. Sposta lo stilo sull'avambraccio
di Jace e con la mano libera tira su la manica. «Le sue vampe sono
vampe di fuoco, una fiamma divina!»
Passa nuovamente lo stilo
al celebrante, che prende un profondo respiro e sbatte le palpebre un
paio di volte, come per ricordarsi cosa deve dire.
Pff, ma dove lo sono andati a pescare uno così? Quasi quasi era meglio
Robert.
«Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo»
esulta, felice di esserselo ricordato. «Se uno desse tutte le ricchezze
della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che disprezzo.»
Traccia un'ultima volta la runa del matrimonio in aria e sorride,
rivelando una dentatura perfetta. «Grazie al potere conferitomi dal
Console Penhallow e dall'Inquisitore Lightwood, i quali non possono
essere presenti per motivi, ehm... personali» oh, lo so io quali sono questi motivi...
«vi dichiaro marito e moglie!»
Clary si avventa su di Jace prima che Nightshade possa finire la frase.
Alec ridacchia e Magnus mormora qualcosa del genere «Povero abito!»
aggiustandosi la cravatta a strisce – l'unico tocco personale che gli è
stato concesso.
«E ora veniamo a voi, ragazzi» esordisce il celebrante voltandosi verso
Magnus e Alec, che diventano paonazzi all'unisono. «Un appunto per i
presenti. Come già detto in precedenza, siete la prima coppia
omosessuale nella storia degli Shadowhunters, di conseguenza non esiste
una procedura ufficiale per unirvi in matrimonio. Grazie però
all'ingegno della signora Herondale» le fa l'occhiolino, «ne è stata
creata una apposita, e si spera che voi non siate gli unici a seguirla.
Clarissa si è occupata anche di modificare la runa del matrimonio.
Signor Lightwood, a lei l'onore.» Alec afferra lo stilo traendo un
profondo sospiro.
Iz mi sussurra all'orecchio: «Scommetto dieci dollari che ha
dimenticato cosa deve dire. Accetti o rifiuti?»
«Accetto.» Le stringo la mano. «Secondo me ricorda tutto, ha una
memoria ferrea.»
«Un dialogo delicato e appassionato fra due innamorati reca
nell'assemblea l'annuncio di un amore che sfida la morte» mormora Alec
facendo volteggiare lo stilo sul braccio di Magnus. Traccia l'ultimo
svolazzo della runa e gli porge lo stilo.
«Ah-ha! Mi devi dieci dollari!» esclamo a bassa voce pizzicando la
coscia di Iz, che ricambia tirandomi un pugno alla spalla.
«Permettetemi di dire che mai ci fu frase più azzeccata» sottolinea
Magnus, lanciando un'occhiata d'intesa a Clary. Ripete le stesse
parole, disegnando – non senza qualche difficoltà – la runa
sull'avambraccio di Alec.
«Raziel, è così strano...
vi dichiaro marito e... marito!» esulta Nightshade battendo le mani. Ci
alziamo tutti in piedi di colpo, applaudendo fragorosamente mentre
Magnus e Alec si scambiano un dolce e appassionato bacio.
«Okay, ora basta, oppure va
a finire che ci multano per disturbo della quiete pubblica» intima
Nightshade facendo calare nuovamente il silenzio. «Testimoni, venite
qui per favore. Questa è la parte più noiosa: dovete firmare un milione
di scartoffie. Mi dispiace, ma la legge è questa.»
Mi avvicino all'altare, seguito da Izzy, Jem e Catarina. Il celebrante
ci indica dove apporre le firme, ringraziandoci poi con un cenno della
mano. «Beh, non mi resta altro che augurarvi un futuro felice e pieno
d'amore, ragazzi! Congratulazioni!»
Una fragorosa esplosione, pericolosamente vicina, mi fa sussultare.
Scatto in piedi d'istinto, temendo che sia in corso qualche sorta di
attacco terroristico.
Poi, quando finalmente mi rendo conto di cosa l'ha determinata, per
poco non mi prendo a pugni in faccia.
Il ghiaccio sull'altare è imploso in una miriade di piccoli fiocchi di
neve, che vengono scagliati in aria e volteggiano fino a terra come
coriandoli, ricoprendo le due coppie di sposi. Un fiocco ribelle,
arrivato più lontano degli altri, si posa sul naso di Iz, che ride e lo
butta via con un cenno della mano. «Dovevamo aspettarcelo... Magnus è
incorreggibile!» sghignazza, stringendosi a me ed allungando una mano
in avanti per raccoglierne altri. «Guarda, alcuni sono addirittura
colorati!»
Jace e Clary riemergono dalla nuvola di coriandoli ridendo di gusto.
«Ehi, avevamo fatto un patto!» dice lei tirando la manica di Magnus,
ancora avvinghiato ad Alec. «Niente stramberie!»
Lo Stregone si stacca a malincuore e, con un sospiro che sa di
sconfitta, risponde: «Avevi ragione, Jace. Il mio lato festaiolo e
glitteroso non si fa sopprimere!»
Lui tira una pacca sulla spalla del suo parabatai, sospirando
sarcasticamente. «Mi sa che ti toccherà metterlo alle strette,
fratello! Farlo seguire da un dietologo specializzato in astinenza da
glitter e qualsiasi cosa luccichi. Sei peggio di un nano, Magnus!»
Scoppiamo a ridere,
contagiando anche gli altri invitati che si sono avvicinati per
congratularsi con gli sposi. «Vieni, Iz, lasciamoli chiacchierare» le
dico prendendole la mano e iniziando a camminare verso il grosso
tendone che Magnus ha eretto per ospitare il banchetto.
La strada ci viene sbarrata da Jocelyn e Luke, con in braccio Lorianne.
«Simon, dimmi che hai firmato un foglio bianco e che questa è tutta una
farsa» sospira lei sconsolata. «Raziel... Clary e Jace non si sono
sposati, vero?»
Alzo le spalle e rispondo con noncuranza: «Mi sa che è tutto reale,
Jocelyn, mi dispiace.» Mi viene da ridere, ma riesco a nasconderlo.
Luke sbuffa e sposta Lori sull'altro fianco. «Sei diventata pesante,
eh? E andiamo, Jocelyn, non fare così! Rovinerai la festa. Quel che
fatto è fatto. Sii contenta per tua figlia!»
«Contenta?» ribatte lei
scaldandosi. «Sono furiosa.
Si presentano a casa, eccitati e raggianti, e Clary dice "Mamma, io e
Jace ci sposiamo!". Un mese fa!
Ma cos'hanno in testa? Sono giovani, potevano aspettare un altro po'!»
«Da che pulpito, Jocelyn!» Oddio, mi sono cacciato in un grosso guaio.
«Scusami» mi affretto ad aggiungere.
Lei mi fulmina con lo sguardo e prende a camminare impettita verso
l'altare, ma sembra che la sua postura sia diventata meno rigida.
Isabelle sfila Lorianne dalle braccia di Luke, che non può fare a meno
di sospirare di felicità. «Alleluia! Ma cosa le danno da mangiare,
pietre? Ha solo cinque mesi e sembra già una bambina di un anno!»
«Ehi, mi stai offendendo!»
replica Clary, avvicinatasi di soppiatto. «Stai insinuando che il mio
latte non va bene?»
«No, è solo che...» balbetta lui, imbarazzato. «Niente. Auguroni,
Clarissa!»
Stringo di nuovo la mano di Iz, riprendendo a camminare verso il
tendone.
«Sai cosa stavo pensando?» esordisce dopo un minuto. «Alec voleva
sposarsi a New York per non far sapere nulla a papà, ma in questo modo
tutta Idris ne è al corrente. Nightshade ha detto che avrebbe celebrato
lui i matrimoni perché l'Inquisitore non poteva essere presente per
motivi personali, quindi è ovvio che papà sa che Alec e Magnus si sono
sposati. Chissà come ha reagito» continua pensierosa.
«Isabelle, seriamente, è importante? L'opinione di Robert inciderà sul
loro matrimonio? Io credo fermamente di no.» Annuisce; restiamo in
silenzio finché non arriviamo al tendone.
Inspiro a fondo: l'odore di spezie impregna l'aria. Riesco a
distinguere la cannella, lo zenzero e la menta.
L'atmosfera, in netto contrasto con il paesaggio innevato attorno a
noi, è calda ed esotica. Ai quattro angoli della "sala" intravedo
altrettante cameriere con il capo coperto da un velo dorato; scritte in
arabo si alternano a rune di felicità, fortuna, amore e buona sorte sui
ricami delle tovaglie.
Prendiamo posto al tavolo a noi riservato; sul segnaposto – sicuramente
decorato da Magnus – è scritto che qui siederanno anche gli altri
testimoni.
Iz si poggia Lorianne sulle
ginocchia. Più cresce, più mi rendo conto che assomiglia più a Jace che
a Clary, eccetto per il colore delle iridi. La forma della bocca, gli
zigomi alti e il taglio degli occhi li ha presi sicuramente dal padre,
così come i capelli biondi e mossi.
Catarina, Tessa e Jem – accompagnati da Willow, che ormai ha più di un
anno – siedono accanto a noi dopo qualche minuto. Per qualche strano
motivo la conversazione stenta a decollare.
Alla fine, Iz si decide a proferire parola: «Allora, Catarina, come ci
si sente ad aver sbagliato il conteggio della durata di una gravidanza?
Non me ne volere, ti prego. Sono solo curiosa.»
Okay, ora sono sicuro che lo stia facendo apposta. Ho notato già tre
segnali da stamattina. È incinta.
La Stregona camuffa una risatina con un colpo di tosse. «Sinceramente
non mi era mai capitata una cosa del genere. La colpa è anche della
Highsmith, comunque. Andiamo, è una Shadowhunter, avrebbe dovuto
saperlo! A proposito, ma come fanno le Nephilim a capire da quanto va
avanti una gravidanza?»
«In realtà non c'è un modo» risponde Tessa guardando Izzy di sottecchi.
«Non lo sappiamo, ci affidiamo solo alle dimensioni del pancione. Il
quale, nel caso di Clary, era perlopiù assente. Ci sono molte
variabili. Alla fine, partoriamo come si faceva fino a meno di un
secolo fa, niente di particolare.»
***
La giornata trascorre tranquillamente. Dopo l'attimo di imbarazzo
iniziale la conversazione prende il volo, e passiamo tutto il
pomeriggio a chiacchierare come fossimo vecchi amici, interrotti solo
dalle cameriere che ci portano i gustosi piatti scelti da Jace.
Solo un paio di volte ho mangiato marocchino, nonostante le "regole
culinarie" musulmane siano le stesse di quelle ebree. Non amo le
spezie, ma non posso fare a meno di ammettere che il cuoco abbia un
gran talento nell'equilibrare i vari sapori.
La Tajine di agnello con prugne e mandorle era divina, per non parlare
dell'ottimo dessert, un pasticcino ripieno di pasta di mandorle e
spolverato di zucchero. Sono rimasto un po' spiazzato quando, dopo il
dolce, ci è stato servito del tè verde alla menta. La cameriera mi ha
spiegato che è la bevanda con la quale si usa terminare un pasto,
formale o meno che sia, e saper preparare un buon tè è considerata
un'arte in Marocco.
Tra una cosa e l'altra è calato il buio; ormai sono le sette. Credo
seriamente che sia ora di alzarmi da questo tavolo, anche se ciò
significa uscire dalla cupola termica e morire di freddo.
Prendo la mano di Iz e la conduco il più lontano possibile, fermandomi
al limitare della foresta di Brocelind. Qui gli alberi ci riparano dal
vento gelido e dalla neve che ha ricominciato a cadere; in
lontananza le luci di Alicante fanno assomigliare il paesaggio a un
piccolo presepe.
«Be', perché siamo qui?» esordisce dopo qualche minuto passato a
contemplare il panorama. «So che sei un inguaribile romantico, ma si
stava decisamente meglio sotto il tendone. Ho un po' freddo» continua
stringendosi le braccia al petto.
Sorrido e la abbraccio da dietro, poggiandole il mento sulla testa.
«Andiamo, la temperatura non è poi così bassa!»
«Devo farti una domanda.
Non mi hai detto quale stemma hai scelto.»
Grande Iz! Mi hai servito l'occasione su un piatto d'argento.
«Una stella di Davide – a metà tra il simbolo dei vampiri e il segno
sacro della mia ex-religione – circondata dalle fiamme. Ho ritirato
ieri l'anello.»
«Fuoco» sussurra, «come i Lightwood. E perché non l'hai messo?»
Faccio un profondo respiro, sperando di non balbettare e/o blaterare
cose senza senso. Dire che sono nervoso è un eufemismo.
«Perché credo stia meglio a te che a me.»
S'irrigidisce di colpo. Oh no. Oh no, ti prego. Dimmi che non mi tirerà
un pugno o mi spruzzerà lo spray al peperoncino negli occhi.
«Sto per fare una figura di
merda» mormora passandosi le mani fra i capelli. «Mi stai per caso
chiedendo se voglio sposarti? Perché la risposta è sì.»
Non mi dà nemmeno il tempo di affermare: si volta di colpo e inizia a
baciarmi, spingendomi contro un albero che per poco non ci rovescia in
testa una valanga di neve. Mugolo e le stringo le mani sui fianchi,
attirandola a me, mentre lei mi cinge il collo.
Ci fermiamo – purtroppo –
dopo un minuto, allarmati dallo schiocco di un ramo che minaccia di
spezzarsi e cadere su di noi.
Iz si allontana di un passo e alza la mano destra, mostrando la
scatoletta contenente l'anello.
Che avevo in tasca.
«Come hai fatto? Hai una doppia identità, per caso? Di notte vai in
giro a rubare con le sorelle Occhi di Gatto?»
«Semplicissimo» spiega infilandosi l'anello all'anulare sinistro. «Tu
eri così concentrato sul tocco della mia mano sul tuo collo da non
accorgerti che l'altra ti stava perquisendo le tasche.» Si rimira la
mano e mi rilancia la scatoletta, che decido di infilare nella giacca
per sicurezza. C'è la garanzia dell'anello dentro, e non vorrei che
qualcuno mi fregasse utilizzando lo stesso subdolo trucco.
«Ora sono io a dover dire una cosa a te» continua schiarendosi la voce.
«Sono...»
«Incinta» la precedo prima che possa finire la frase. «L'avevo intuito.»
Resta spiazzata. «Oddio, come l'hai scoperto? Anche tu hai una doppia
vita e in un universo parallelo sei un ginecologo?»
Ridacchio indicandole la mano che ha poggiato istintivamente sul
ventre. «Oggi non hai fatto altro che accarezzarti la pancia. E non
dirmi che non era premeditato, non ci casco.»
«No, sul serio, non me ne sono accorta!»
Alzo gli occhi al cielo
sorridendo e le prendo nuovamente la mano, dirigendomi verso il
tendone, dove sembra che sia scoppiata una piñata. Opera di Magnus,
sicuramente.
«Sì sì, ti credo» borbotto ironico. «E quella conversazione con
Catarina e Tessa?»
«Non volevo parlare di quello per farti capire che sono incinta, ero
solo curiosa! Giuro su Raziel, non l'ho fatto apposta.»
Okay, l'ha giurato sull'Angelo. Sta dicendo la verità.
Arriviamo al tendone e restiamo a bocca aperta.
Tutti i decori, sia sulle pareti, sia sulle tovaglie, anche le rune sui
vestiti degli sposi hanno preso vita e stanno danzando allegramente in
aria, incrociandosi con fiocchi di neve magica e... glitter? Oddio, lo
Stregone ha avuto una ricaduta.
Alec, sebbene dall'espressione del suo viso si noti un po' di
esasperazione, si sta divertendo come un bambino, cercando di
agguantare le rune svolazzanti. Chrysta, in braccio a Maryse, tenta
disperatamente di afferrare un fiocco di neve che volteggia di fronte a
lei.
Jace e Clary, invece,
nonostante anche loro si stiano sfidando a chi acchiappa più nastri
dorati, mantengono un po' di serietà. Immagino sia a causa del
"funerale" di Stephen.
Un tocco pesante sulla spalla mi fa sussultare. Non arrischio a girarmi
per pura deformazione professionale.
«Ciao, papà» dice Iz senza
guardarlo in faccia. «Ci hai degnati della tua presenza. Si prevede
anticiclone tropicale che porterà temperature estive su tutta Idris»
sbotta sarcastica.
«'Sera, Robert» lo saluto lanciandogli una breve occhiata, quanto basta
per non risultare maleducato. Lo conosco poco, ma mi è antipatico. Per
molti versi.
«Buonasera, ragazzi» sospira lui avanzando verso il centro del tendone,
dove si trova suo figlio. «Scusatemi, ma devo dire qualche parolina ad
Alexander.»
Iz mi stringe il braccio, preoccupata. «Oddio, qui si mette male. Molto male.»
Annuisco, poggiandole una
mano sulla schiena e seguendo Robert a debita distanza. «Facciamo i
gufi, amore. Ascoltiamo tutto.»
Ci siamo persi un conciso scambio di parole tra Robert e Magnus, ma
potremo seguire la conversazione tra Alec e suo padre, che già minaccia
di prendere una brutta piega.
«Non te l'ho detto perché di certo non mi serve il tuo consenso. Sono
adulto e libero, posso fare quello che mi pare. Indipendentemente se
per te va bene o no. E smettila di fare il bigotto, tanto lo so che
anche tu provavi qualcosa per Michael Wayland. Sì, me l'hai raccontato, non fare quella faccia. Ora vattene. Non te lo chiedo
per favore. Vai via, va' a farti consolare da Jia Penhallow. Non sei il
benvenuto qui.»
Iz fischia sommessamente. «Wow. Magnus lo ha proprio cambiato.»
«Già» concordo. «Shh, sentiamo la reazione di Robert.»
«Figlio mio, voglio solo congratularmi...» inizia con voce tremante, ma
Alec lo interrompe. «Le tue congratulazioni non mi interessano. Per me
valgono meno di un moscerino. Mi auguro di non vederti più in giro per
Idris. E credimi, non perché non ti voglia bene – sei sempre mio padre
– ma perché non sopporterei la tua vista. Mi fai quasi schifo. Io non... non so perché ti
ostini a comportarti così. Non ti sei fatto sentire per sei anni e
mezzo, io e Iz aspettavamo invano accanto al telefono. "Non vi preoccupate, vi chiamerò ogni fine
del mese!" sì, l'abbiamo notato. Non ti sei nemmeno accorto che
Iz era venuta a vivere qui e ti spiava per conto di mamma. Ci hai
cancellati dalla tua vita. E ora piombi nel bel mezzo della festa,
pretendendo di farmi gli auguri, quando hai accaparrato una scusa per
non celebrare il nostro matrimonio. Sai cosa ti dico? Ce l'hai
rovinato. E Chrysta non conoscerà mai – mai! – suo nonno. Sparisci. Scappa.
VATTENE!»
Robert gli lancia un'ultima occhiata e corre via.
«Santo cielo, che gli è preso?» sussurra Iz, incredula. «Dev'essere
veramente furioso!»
Anche lui, infatti, non riesce a capacitarsi di cosa è successo. Si
lascia abbracciare da Magnus e seppellisce il viso tra le mani,
mormorando: «Raziel, cos'ho detto? Non pensavo tutte quelle cose, ho
iniziato a parlare a vanvera... ora mi negherà il saluto? Oddio, oddio!»
«Vado a consolarlo, dovere da sorella» sospira Iz, dirigendosi verso di
lui.
Mi mordo il labbro e raggiungo Clary, da sola in un angolino poiché
Jace è accanto ad Alec. «Suvvia, non essere così triste!»
«Facile a dirsi» ribatte lei sconsolata, rivolgendo uno sguardo agli
invitati che tacciono impotenti. «Questo sarebbe dovuto essere un
giorno felice. Non dico che non lo sia stato, ma tra il funerale di
Stephen prima e la scenata di Alec poi non so se lo ricorderò come
tale.»
«Beh, un matrimonio non è
un matrimonio senza un pianto e una bella lite in famiglia, no? Tra
qualche anno, quando ci ripenserete, ci riderete su. Ah, alla fine è
andato tutto bene.»
Si volta verso di me,
corrugando le sopracciglia. «Cosa?» chiede confusa.
«Sì, hai capito, io e Iz ci sposiamo. E lei è incinta» butto lì con
studiata noncuranza, guardando in basso.
Il tornado-Clary mi investe in pieno, facendomi perdere l'equilibrio
con la forza del suo abbraccio. «Evviva! Sono contentissima per te! Non
sarete soli all'Istituto!»
Rido di gusto, contagiando anche lei. «Già, avremo compagnia! Comunque
credo che ci siano almeno due ragazzi che si aggiungeranno al Conclave
di New York, uno dei quali è un mio ex compagno di classe. L'altra è
australiana, se non sbaglio. Mi hanno contattato ieri, verranno
all'Istituto dopodomani. Spero riescano a passare il colloquio di
lavoro, sono molto esigente» dico facendo finta di darmi delle arie.
«Smettila» replica lei
dandomi uno schiaffo sul braccio. Forte. «Ora scusami, ma devo mandare
tutti a casa.»
***
La serata si è conclusa senza altri intoppi. Dopo aver ringraziato
tutti gli invitati e aver sdrammatizzato sulla litigata tra Alec e
Robert, Clary si è avvicinata a noi per salutarci. «Beh, sembra che le
nostre strade si dividano qui» ha detto teatralmente, squadrandoci
dalla testa ai piedi. Era seria, però, quando ci ha abbracciati
calorosamente. «Buon ritorno a New York» mi ha sussurrato all'orecchio.
«Buona prima notte di nozze!» le ho risposto ridacchiando
maliziosamente.
Io e Iz ci siamo incamminati verso la Guardia, preceduti da Catarina,
che tornerà in città con noi.
Prima che la Stregona apra il Portale, mi inginocchio e raccolgo un
bucaneve spuntato nel bel mezzo del nulla, una dimostrazione di forza e
determinazione. Un fiore piccolo e semplice, ma forte abbastanza per
resistere al rigido inverno e crescere anche nei luoghi più freddi.
Tra i suoi petali racchiude un po' di neve. Neve soffice e pulita, che
col calore delle mani si scioglie in piccoli coriandoli bianchi. Neve
pura, che a New York non potremmo nemmeno sognare.
Neve che porterò con me per ricordare questo giorno.
Entro domani sarà già acqua, ma non importa.
Pianterò il fiore nella serra, e quando i miei figli mi chiederanno da
dove provenga quel meraviglioso mazzo di bucaneve, parlerò di Idris,
della zia Clary e dello zio Jace, degli zii Magnus e Alec e del loro
matrimonio, e di come era bella la loro mamma quella sera.
Ho imparato, grazie alla mia esperienza, che ricordare il passato è
fondamentale per costruire il proprio futuro e vivere al meglio il
presente.
E ora non c'è nessuna maledizione che mi impedisca di farlo.
Lo so, come epilogo fa schifo. Ho
scelto di scriverlo dal punto di vista di Simon perché mi trovavo in
una situazione dove utilizzare il POV dei Clace o dei Malec avrebbe
significato la visione della scena per come la viveva solo una delle
due coppie, e non potevo certo scriverlo in terza persona.
Ora mi ammazzerete perché questo
doveva essere il gran giorno dei Clace e dei Malec e non dei Sizzy, ma
sapete che io li amo e li shippo alla follia, quindi ho deciso di
renderlo un gran giorno anche per loro. E per chi se lo chiedesse,
anche la citazione che hanno pronunciato Magnus e Alec proviene dal
Cantico dei Cantici, così come "Mettimi come sigillo sul tuo cuore"
eccetera. In Shadowhunters viene pronunciato prima "braccio" e poi
"cuore", ma in realtà è il contrario.
Non so se scriverò in seguito due
OS in cui descriverò la stessa scena dal POV degli sposi, ma al 99%
pubblicherò la prima notte di nozze dei Clace (almeno spero...)
Subito dopo aver aggiornato
questo capitolo, pubblicherò inoltre una piccola OS i cui protagonisti
saranno... *rullo di tamburi*... Jace e Stephen. Più o meno. Non vi
dico il titolo perché farei spoiler, ma di sicuro capirete qual è.
(Aggiornamento: entrambe le OS sono ora online.)
E ora passo ai ringraziamenti.
*sarà una parte molto fluffosa e sdolcinata*
Grazie ad Althea Matijacic (Aphrodyte1999)
per la stupenda copertina di Wattpad e a «
The Banshee » per il banner di Efp, a Rose Sunsets per aver
disegnato la runa contraccettiva, ringrazio di nuovo Francesca Masala e
Francesca Paduano per avermi aiutata, sostenuta e per aver sclerato con
me. Un grazie va anche a Giorgia Rifaldi per il famoso e famigerato
nono capitolo e ad Anna Ucosich per la Malec del quinto; a Giovanna D.
Milone per essere entrata nello staff di Where Fandoms Collide e
a Dora Aramino e Chiara Parrella per essersi unite agli admin de Il peggio di Wattpad
e avermi regalato un po’ più di tempo per scrivere RtP.
A te, nonna, che, nonostante non
conoscessi la saga e pronunciassi male tutti i nomi in inglese, hai
letto questa fanfiction, rendendomi immensamente felice. E anche a te,
mamma; sappi che non finirò mai di cercare di convincerti a leggere
Shadowhunters. Ringrazio anche te papà; ricordati che hai promesso di
leggere RtP. Te la stampo a caratteri cubitali, se necessario.
Grazie alla mia parabatai,
Alessandra, che mi ha prestato Città di Ossa a Gennaio dell’anno scorso.
Grazie a Word e a quel sito che
mi ha insegnato a mettere le caporali e a fare le lettere maiuscole
accentate.
E anche a te, che probabilmente
hai smesso di leggere; cazzi tuoi se poi ti arrabbi perché non ti ho
ringraziato. Che tu sia un lettore fantasma, di quelli che non
commentano e/o votano nemmeno se li paghi oro, che tu non possa farlo
perché non sei iscritto/a, che tu sia un commentatore assiduo, il mio
grazie va soprattutto a te.
Non ce l’avrei MAI fatta senza
tutti voi, che mi avete ascoltata, aiutata e sostenuta.
Finalmente potrò cliccare il
tastino “storia completata”.
Grazie di cuore, ragazzi.
Arrivederci e a presto.
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