Tears in the River

di Evee
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- Chapter: 3 di 4
- Prompt: N come Neglect
- Setting: capitolo 295 e postcanon
- Pairing: apprendiceshipping/bereftshipping
- Genre: drammatico, sentimentale
- Rating: giallo
- Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Kazuki Takahashi; questa storia è stata scritta senza scopo di lucro, e solo per puro divertimento.
- Note: ovvero, abbandono e negligenza. Ordunque, per la prima drabble ho scelto di rifarmi al manga perché è stata proprio la fatidica frase che vi pronuncia Seth, “cast your tears into the Nile!”, che mi ha dato l'ispirazione tematica per l'intera raccolta, e poi perché è sulla carta che più trovano spazio i sentimenti di Mana per Mahado. Tuttavia, per l'incipit e nella conclusione ho osato una contaminazione con le vicende dell'anime... Quanto alla seconda drabble, invece, è nata dalla supposizione che Mana, oltre al Sennen Ring, abbia ereditato anche tutti gli altri doveri che facevano capo al suo maestro.

 

§ Neglect §

 

Quella stele ha concretizzato un incubo.

Il sovrano tenta d'offrirle conforto, avvolge cauto spalle scosse da singhiozzi irrefrenabili.

Lei, disperata, l'inonda di suppliche che non può esaudire.

La sacerdotessa già consapevole e rassegnata a quella sorte, le rimprovera l'insolenza.

Lei, imbarazzata, ammutolisce ricordandosi dei propri limiti.

Il sacerdote che l'ha guardata con disprezzo, incita a reagire infuriato di vendetta.

Lei, determinata, si rialza ed accoglie il suggerimento.

Raggiungerà le rive del Nilo, asciugherà le lacrime e si allenerà assidua.

Con suo rammarico, l'ultima volta che ha parlato col maestro si è fatta riprendere.

Quando potrà rivederlo, vuole riceverne le lodi.

 

§ when the shadows come and darken your heart
leaving you with regrets so cold
§

 

L'anello aveva rilevato una presenza sospetta.

Come ordinato, le guardie braccarono, catturarono e trascinarono l'intruso al suo cospetto.

Avrebbe potuto riempirla d'orgoglio, aver onorato il sacro compito di cui era stata investita, custodire inviolate le ultime dimore reali. Ma c'era un ghigno caustico, evocativo, sulle labbra di quel profanatore, che infiammò in lei un'altra determinazione.

L'avrebbe fatto svanire.

Si avvinghiò convulsamente al proprio scettro, sollevò il braccio per brandirlo e per colpire.

Grave e addolorata, una mano la trattiene appena in tempo.

Perché mentre i sacerdoti adempiono al dovere di proteggerla, la luce d'Egitto guida e salvaguarda le loro anime.





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