Nik stava guardando quello specchio senza cornice, messo in un angolo della stanza, con gli angoli spezzati e taglienti.
Da dove era seduto Nik, rifletteva parte del soffitto sporco.
Nik si spostò di qualche passo e lo specchio ora rifletteva il suo letto, ora l’armadio, ora la porta, lui.
Rimasero a fissarsi per un tempo lunghissimo finché un raggio di sole non colpì la superficie liscia e brillante dello specchio, illuminando tutta la stanza e Nik lo odiò.
C’era troppa luce ora a rischiarare gli angoli bui e non andava bene, non va affatto bene.
Nik si chiese se potesse funzionare come con una lente di ingrandimento e bruciare la stanza e finalmente.
Con ferocia prese a calci lo specchio, pestandolo, riducendolo in centinaia di frammenti luminosi e decise che, se proprio ci teneva a riflettere qualcosa, avrebbe potuto farlo solo con il buio.
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