Autrice:
Alexiel Mihawk | alexiel_hamona
Titolo: slice of life
Fandom: Fairy Tail
Personaggi: Levy, Gajeel (Mirajane, Luxus, Wendy,
Lucy, Natsu)
Avvertimento: Avatar!AU
Parole: 1817
Rating: sfw
Note: ok, è la prima di una serie di
Avatar!AU, cioè non so quando scriverò le altre,
ma so che lo farò perché mi sto intrippando.
Originariamente postata su LJ in data 6 Marzo. Se trovate errori
segnalatemeli! Per chi non conoscesse Avatar, si tratta di un universo
in cui le persone si dividono tra dominatori degli elementi e non
dominatori, esistono quattro tipi di dominatori: della terra (also
metallo, sabbia, lava), del fuoco (also fulmini), dell'aria, dell'acqua
(e derivati, ciao bloodbending). I dominatori possono dominare un solo
elemento, tranne l'Avatar che è l'unico che può
controllarli tutti e quattro ed è destinato a portare
equilibrio nel mondo. Questa si situa in un universo via di mezzo tra
the last aibender e legend of Korra. Tipo che esiste già
Republic City, ma non sono passati così tanti anni come
è avvenuto tra le due serie.
Mirajane è l'Avatar; Natsu
è un firebender; Lluvia
è un waterbender (bloodbender);
Grey
è un waterbender (icebender);
Levy
è un'airbender (spirits);
Gajeel
è un earthbender (metalbender); Lucy
è una non bender, ma riesce comunque a comunicare con gli
spiriti (because ciao spirit world); Wendy
è un'airbender.
Seriamente però se non avete mai visto Avatar (e non il
film, le serie) disonore su di voi! Disonore sulla vostra mucca!
/NON BETATA - NON RILETTA/
slice
of life
«No, no,
fermati, non vedi che stai leggendo la cartina al
contrario?!» la ragazza dai capelli turchini borbotta seccata
strappando la mappa dalle mani del compagno.
«Che cazzo ne so io,
sei tu che me l’hai piantata in mano».
«Sì,
certo, perché non riesco sia a guidare un bisonte volante
che a leggere una cartina, ho solo due mani!» esclama Levy
lasciando che il grosso animale, che li ha portati fino al confine del
regno della terra, si posi delicatamente sul suolo.
Gajeel si
innervosisce e salta giù dalla sella, borbottando qualcosa
sul brutto carattere dei dominatori dell’aria, la ragazza
nemmeno gli risponde, si limita a lanciare una raffica d’aria
nella sua direzione, scompigliandogli tutti i capelli.
«Dico
io! Sei impazzita?!»
«Oh
piantala, per colpa tua non raggiungeremo mai Republic City in tempo,
lo sai che Grey e Lluvia non tornano in città molto spesso,
il viaggio dal polo sud è lento e lungo, senza contare
Luxus, suo nonno gli ha concesso un permesso speciale per allontanarsi
dalla nazione del fuoco, e lo ha fatto solo perché Natsu
sarebbe venuto con lui. E ora loro ci aspettano e noi siamo in
ritardo!»
«Quante
storie, Gamberetto» borbotta Gajeel piantando un piede per
terra e creandosi una comoda seduta di pietra
«Basterà far muovere quel tuo coso peloso
più velocemente no?»
«Il
mio coso peloso ha un nome: Droy. Se non ti va di chiamarlo
così almeno vedi di ricordarti che è un essere
vivente e che non posso obbligarlo a una marcia forzata e, ehi! Cosa
stai facendo a Jet?»
La ragazza
si catapulta addosso al dominatore della terra strappandogli
letteralmente dalle mani un povero lemure che sta venendo impunemente
molestato.
«Che
palle, McGarden, calmati» Gajeel se la tira addosso,
prendendola per un braccio «Sai benissimo che non
è colpa mia».
La ragazza
nicchia e distoglie lo sguardo, innervosita da quel contatto troppo
intimo.
«Se
non avessi a tutti i costi insistito per venire a prendermi, ora
saresti già là» le sussurra
nell’orecchio.
Levy rotea
lo sguardo e con gentilezza gli appoggia una mano sulla spalla.
«E
tu ti saresti già perso sei volte» dice prima di
scostarsi da lui con una folata di vento che lo manda a gambe
all’aria.
«Ti
odio, Gamberetto».
«Anche
io, Redfox, ora monta però, così possiamo
riprendere il viaggio».
Gajeel
sbuffa e le si avvicina con aria imbronciata, strappandole un sorriso.
«Se
farai il bravo, prometto che non racconterò a nessuno di
come sei quasi caduto da Droy nel tentativo di salirci».
Il ragazzo
le fa un gestaccio e avvicina il viso a quello della ragazza,
sorridendo sornione.
«Che
ne dici, invece» sussurra chinandosi sul suo orecchio
«Di dormire con me stanotte, se mi comporto bene
ora?»
Levy
arrossisce sentendo un bacio gentile posarsi sul suo collo.
«Potrebbe
essere un’idea».
Republic
city vista dall’alto è uno spettacolo che lascia
senza fiato, Levy ammira la statua dell’Avatar nel bel mezzo
della baia di Yue e pensa che se Mavis è così
bella sotto forma di statua, allora da viva doveva essere davvero
splendida; sdraiato contro la sella Gajeel ignora completamente la
città sottostante, il suo sguardo è fisso
sull’amica che con movenze esperte conduce il bisonte volante
fino all’isola del tempio dell’aria.
«Ce
ne avete messo di tempo!» li redarguisce bonariamente Wendy
quando atterrano «Siete fortunati che lei sia sempre
più in ritardo di voi».
Li scorta
fino nell’area solitamente dedicata
all’addestramento, dove già li attendono alcuni
dei loro amici: Grey, capo della tribù dell’acqua
del sud e sua moglie Lluvia, regina della tribù
dell’acqua del Nord (sebbene, sì, anche a lei
sembra che il titolo di Regina sia antiquato oramai, ma le tradizioni
rimangono radicate, là dove gli spiriti sono più
forti); Natsu, della nazione del fuoco e Luxor, principe ereditario e
nipote dell’attuale Signore del fuoco.
Ci sono
tutti e a Levy si stringe un po’ il cuore, perché
tutto quello le è mancato come l’aria,
inconsciamente stringe la mano di Gajeel che le sorride.
«Che
c’è, Gamberetto, non ti metterai mica a piangere,
ora, vero?»
Lei scuote
il capo e raggiunge gli altri, rimangono lì, in attesa degli
ultimi due membri della loro compagnia. Quando finalmente
l’avatar arriva, sempre assieme alla sua guida spirituale,
scoppiano in un boato di gioia.
È
passato un anno da quando insieme hanno sconfitto Brain e i suoi
Oraciòn Seis, riportando l’equilibrio nel mondo;
hanno combattuto tutti al suo fianco e rivederla ora è un
balsamo per il cuore. Lucy, il membro del loto bianco che ha deciso si
accompagnare l’Avatar nei suoi viaggi intorno al mondo, li
saluta con un abbraccio, gettandosi tra le braccia di Natsu e Levy,
come fossero i fratelli che non vede da una vita – e per Levy
sicuramente è così.
Mirajane
sorride con le lacrime agli occhi e non sa chi salutare per primo
perché per lei sono tutti importanti allo stesso modo e alla
fine sono loro a risolvere il problema, con un abbraccio di gruppo.
Mentre la giovane donna racconta loro delle sue avventure nel regno
della terra, Gajeel si avvicina a Levy e la prende in braccio e la
piccola McGarden scopre che non le interessa se la stanno guardando
perché finalmente sono di nuovo tutti insieme e lei non ha
bisogno di fingere di essere una posata e tranquilla dominatrice
dell’aria, ma può essere di nuovo la ragazza che
ha insegnato all’Avatar il dominio dell’aria e
quella che ha convinto uno dei più pericolosi criminali del
regno della terra a seguirli in una missione suicida.
Il
dominatore del metallo le appoggia il mento sulla spalla e la stringe a
sé, mentre Mira continua a parlare.
«Oi,
Gamberetto, a cosa stai pensando?» domanda Gajeel,
sussurrando piano al suo orecchio.
«Niente
di che. Ti ricordi quando ci siano conosciuti?»
«E
chi se lo scorda. Mi sei letteralmente caduta in braccio, dal nulla,
nel mezzo del deserto. Ho quasi preso un fottuto infarto».
«Tecnicamente
non sono caduta dal nulla, è che il nostro bisonte era sotto
attacco e –»
«Fregacazzi.
Sei caduta dal nulla, punto. E mi sei caduta in braccio. Cosa dovevo
pensare?»
«Di
sicuro non che fossi un dono del cielo, imbecille!»
Gajeel
scuote le spalle e ghigna.
«Non
preoccuparti Gamberetto, me ne sono reso conto molto in
fretta».
Levi
ridacchia, divertita: «Ah sì? Ed è
stato prima o dopo che ti facessi volare via con un colpo?»
«Più
o meno in quel momento. Anche se ammetto che a stupirmi di
più è stata la tua volontà nel
trascinarmi con te dopo avere scoperto che ero un dominatore della
terra».
«Ah,
beh. Immagina la nostra gioia nel vederla tornare con un criminale
ricercato appresso» interviene Luxus guardandoli con un
sopracciglio alzato.
«Senti
moccioso, il nome del Bandito di ferro era temuto e rispettato da tutti
prima di questa storia» sbotta di dominatore «Siete
voi che mi avete rovinato, non viceversa».
Mirajane
scoppia a ridere e si siede accanto a Luxus, appoggiando con
delicatezza una delle proprie mani sulle sue, quindi si volta verso
Gajeel e sorride.
«Hai
ragione, ma senza il tuo aiuto non sarei mai riuscita a dominare la
Terra; è stato così difficile per me».
«Ce
lo ricordiamo tutti, Mira» ridacchia Lucy, scostandosi una
ciocca di capelli biondi dal viso «Anzi, ce lo ricorderemo
sempre».
«Dopotutto
quanti possono dire di avere visto il prode Avatar, salvatore del
mondo, alle prese con una palla rotolante di roccia di tre metri
cubi?» rilancia Natsu ridendo sguaiatamente.
«Se
lo raccontate in giro giuro che vi uccido tutti» borbotta la
ragazza imbronciata.
«Alla
faccia dell’equilibrio» la prende in giro Levy.
Ed
è meraviglioso essere lì, tutti insieme, proprio
come prima; senza pensieri questa volta, senza l’ansia della
battaglia incombente, del pericolo, della minaccia. Questa volta sono
felici e possono stare tranquilli, ridere come persone normali,
scherzare come persone normali; possono addirittura vivere e questa
rivelazione è così inaspettata e improvvisa che
Levy sente il cuore esploderle di felicità.
Si stringe
di più a Gajeel, lasciando che il dominatore del metallo si
appoggi con il mento sul suo capo e respiri il profumo dei suoi
capelli; gli permette di stringerla in vita con fare possessivo e non
lo sgrida nemmeno per le occhiate di sfida che sa stare lanciando in
giro. Come se qualcuno fosse interessato a portarsela via, come sei
fosse interessata a lasciarsi portare via.
Senza
curarsi dello sguardo degli altri (perché no, loro sono
sempre stati suoi amici, i suoi migliori amici e il loro giudizio non
l’ha mai preoccupata, perché mai, nemmeno una
volta, si sono permessi di giudicare le sue scelte o di non
accettarle), intreccia le dita con quelle di Gajeel e sorride, felice.
La notte
sull’isola del tempio dell’aria sembra non essere
attraversata da alcun rumore; i suoi della città vi giungono
attutiti, come se passassero prima attraverso a una bolla che,
ovattandoli, li addolcisce e ne smorza i toni. È anche uno
dei pochi luoghi da cui si riescono a vedere le stelle che illuminano
la baia, stelle che a Republic City sono offuscate dalla fredda luce
dei lampioni e delle lampade disseminate per le strade. Lì,
però, sembra che il tempo si sia fermato.
Levy
osserva ammirata quel cielo così diverso da quello a cui
è abituata e lascia che il suo sguardo si perda sulle luci
lontane, oltre il mare, oltre la finestra. Sul letto Gajeel riposa
tranquillo, borbottando di tanto in tanto qualche cosa nel sonno.
«Levy»
borbotta, masticando le parole «Torna qui».
La ragazza
non se lo fa ripetere due volte e silenziosamente si infila sotto le
lenzuola sottili al suo fianco, lasciando che l’uomo la
stringa a se, affondando il viso dell’incavo del suo collo.
«Devi
smetterla di andare in giro da sola, gamberetto» borbotta,
senza sollevare il volto «Rimani dove posso
vederti».
«Ma
Gajeel, tu puoi sempre vedermi, anche quando non mi vedi
fisicamente» ridacchia lei accarezzandogli dolcemente il
braccio.
«Solo
perché ti ho svelato il trucco delle radici spirituali,
adesso non è che puoi sentirti libera di allontanarti di
chilometri».
«Forse
stai un po’ esagerando».
«Forse.
E solo un po’, visto che l’ultima volta che ti ho
persa di vista è stato prima che la cricca di Brain ti
prelevasse per un interrogatorio a sorpresa, ricordi?»
«Sembra
una vita fa…»
«È
stato solo sei mesi fa, Levy».
La giovane
si volta verso di lui e sorride, strofina il naso contro il suo e gli
posa un leggero bacio a fior di labbra.
«Sei
mesi in cui non hai lasciato che mi allontanassi un momento e, come
vedi, adesso sono qui, con te».
«E
sarà meglio che ci rimani, Gamberetto» ghigna
l’uomo, riscuotendosi piano, piano dal sonno «O
sarà con il Bandito di ferro che dovrai vedertela».
«È
una minaccia?» ridacchia Levy percependo la pressione delle
sue sita sui fianchi e sentendo una mano infilarsi sotto la maglia.
«Una
promessa» conclude Gajeel, prima di attirarla verso di
sé e sigillarle le labbra con un bacio.
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