AAA
NOTA:
Vi propongo di dare un'occhiata a questa mia fan art prima di leggere
la storia (non ho fornito molta descrizione sui personaggi) così da
farvi un'idea di come sono fatti i protagonisti della fiction:
http://debbygattathebest.deviantart.com/art/Five-Nights-at-MIKE-S-533220284
Pioveva
a dirotto. E non aveva neanche uno straccio di giornale per
ripararsi! Faceva freddo, tanto freddo, e i tuoni squarciavano il
buio del cielo infrangendosi sonoramente attorno a Freddy (e
menomale, perché se si fossero schiantati SU Freddy se la sarebbe
vista brutta). Strano, però. A due isolati di distanza splendeva un
solleone intento a ruggire con tutte le sue forze. Le farfalle
svolacchiavano allegre fino a spiaccicarsi sulle macchine e la gente
chiacchierava di fronte ad una tazza di tè freddo godendosi
l'estate. E allora perché, di fronte a quell'edificio, proprio in
quella via lì, precisamente dentro il perimetro del giardino, c'era
una tempesta? Probabilmente, pensò l'orso, perché la furia di
quelli dell'Enel si stava abbattendo sulla Pizzeria dopo che questa
aveva accidentalmente perso le bollette della luce per la
trecentesima volta. Certo, non la Pizzeria stessa, bensì quel
tirchione del proprietario. Come si chiamava...? Ah, Mikey. Una
sottospecie di cane bastardino grigio asfalto con un ottimo naso per
i soldi (ma non per gli affari, infatti la sua pizzeria stava andando
al catafascio). Era stato lui, il giorno prima, a contattare Freddy
per offrirgli un lavoro alla Pizzeria.
«Non
posso pagarti molto, però – aveva chiarito fin da subito –
perché la Mike's sta fallendo e non ho molti soldi con me...»
Che
razza di bugiardo! Freddy l'aveva spesso visto girare in piazza con
il suo macchinone in abiti costosi (già, era tanto ricco da poter
vestire le auto) e lui stesso in abiti costosi. E poi, tutti sapevano
che aveva acquistato un'intera collina per costruirci un megavillone.
Solo che era molto spilorcio. Anche con i suoi colleghi, infatti li
aveva licenziati tutti quando avevano chiesto l'aumento – avevano
lavorato per $ 0,50 l'ora – e ora lavorava da solo, lui e la sua
Pizzeria leggendaria. Sì, perché giravano molte voci – strane
voci – su come quella pizzeria fosse stata un tempo famosa ma come,
per dei disgraziati incidenti, avesse iniziato a fallire... Mikey
infatti aveva fatto un gran casino solo qualche anno prima, mangiando
la faccia ad una gattina perché aveva fame e soprattutto non
rimborsando i genitori per le spese per l'operazione che salvarono
tale micetta. Poi sembra fosse stato accusato per vendita illegale di
pellicce ricavate dai suoi ex-colleghi e procurate chissà dove. E
sembrava, ma probabilmente erano solo voci, che fossero scomparsi ben
5 riscuoti-tasse che erano andati a casa sua per farsi dare i soldi
che spettavano loro. Erano spariti sia loro sia tutta la famiglia, e
Mikey era stato di nuovo incastrato per la vendita di pellicce
qualche mese dopo. Freddy non riusciva ancora a collegare le due
cose, o meglio, aveva qualche dubbio, ma cercava di non pensarci.
Tornando
a lui, avanzò qualche passo verso la porta e bussò un paio di
volte, anzi tre o quattro, insomma bussò finché non gli aprirono, e
a quel punto si trovò il muso grigio da topo di Mikey, che però non
era un topo, era un cane! Già, perché in quel mondo – il mondo di
Freddy – gli animali erano intelligenti (abbastanza) e camminavano
su due zampe, chiacchieravano e... insomma, un furry-world pieno di
razze diverse che vivevano in pace e armonia... ma anche no.
Comunque, Freddy si fece avanti e mostrò la lettera che gli era
arrivata:
«Sono
qui per il lavoro»
Annunciò.
Mikey lo squadrò con i suoi occhi ghiaccio, poi sbuffò:
«Sei
grasso»
«Hey!
Ma perché ce l'hanno tutti con la mia forma?»
Freddy,
preso alla sprovvista, non fece neanche in tempo ad arrabbiarsi che
se ne stava già andando, ma il proprietario lo fermò:
«Hey,
hey, fermo, era solo un'osservazione! È che i grassi sono più
facili da scuoiare...»
«Cos...!?»
«Fai
finta che non ti abbia detto niente! Vieni dentro, che fuori fa
freddo!»
Freddy
entrò, la pelliccia intrisa d'acqua che gocciolava in terra. Mikey
imprecò:
«E
che diamine! Avevo pulito stamattina il pavimento!»
Freddy
chiese perdono e cercò di asciugarsi come meglio poté.
«Sei
qui per il lavoro da Guardia notturna, vero?»
«Eh?
A me avevano detto che dovevo fare il cameriere...»
«Ho
già dei camerieri, e vanno più che bene. Tu sei qui per fare la
guardia ai camerieri, intesi?»
«Di...
di notte? Ma di notte non è chiusa la pizzeria?»
«Non
hai capito niente»
Mikey
scosse la testa, irritato.
«Vabbé,
ti spiego tutto a modo.. seguimi»
Mikey
scortò Freddy di fronte ad un palcoscenico di legno – marcio –
con sopra tre cose molto brutte. Assomigliavano a robt brutti con
occhi brutti e sorrisi brutti, e un che di malignamente brutto
addosso. Forse perché erano coperti di una strana sostanza rossa...
«Loro
sono le star della mia Pizzeria! Ti presento Fritz – e indicò la
prima cosa, con una chitarra in mano, vestita di viola e con uno
sguardo ebete sul volto – Tiziasenzaunnome – e indicò l'altra
cosa, vestita con una maglia a strisce fuori moda e con un piattino
in mano, con un muffin sopra – e Mike! – infine, puntò il dito
contro la cosa più brutta di tutte, una specie di sgorbio vestito di
blu con un fiocchetto e un cappello nero , con un sorriso a 86 denti
affilati come rasoi aperto sulla faccia – »
Freddy
deglutì. Quei cosi non sembravano molto socievoli.
«Inoltre
– proseguì il cane – ho qui con me anche Jeremy»
Poco
più in là c'era una tenda viola: la spostò e apparve un altro
coso, tutto arrugginito e a petto nudo, con una maschera a forma di
muso di volpe sopra la testa a mo' di cappello. Aveva un uncino al
posto della mano destra.
Freddy
rimase a fissarli con un po' d'ansia addosso:
«Ma...
cosa sarebbero?»
«Come
sarebbe a dire “cosa sarebbero”? Non vedi che sono Umani? Robot,
sì, ma a forma di Umani»
«Ma
gli Umani sono creature mitologiche tali e quali ai Politici Onesti!
Perché hai dei robot raffiguranti degli Umani in questa Pizzeria?»
«Perché
ho perso una scommessa con mio cugino, tempo fa, ma non penso
t'interessi. Comunque, seguimi»
Lo
scortò in una piccola stanza con un computer a pedali e un sacco di
schifezze per terra: bottiglie di Coca-cola vuote, sacchetti di
patatine squarciate, briciole di patatine, sangue, denti, bulbi
oculari, schede elettorali... a Freddy si accapponò la pelliccia nel
vedere queste ultime.
«Che
posto sarebbe?»
«Il
tuo studio. Da qui, grazie al computer di ultima * coff coff *
generazione * coff * potrai accedere alle telecamera ad altissima *
coff * qualità e...»
Ma
fu interrotto da un altro attacco di tosse decisamente realistica
che lo costrinse ad interrompersi.
«Quindi
io verrei pagato 2 dollari l'ora per non fare un emerito ca- cioè,
per controllare quei cosi tutta la notte?»
«Yep»
«Yep?
Lei è un brony?»
«No,
per l'amor del cielo! E poi perché dovrei essere un brony?»
Freddy
ci rimase un po' male da quell'affermazione tanto scontrosa (lui era
un brony convinto da 15 anni, ben prima che uscisse la nuova serie),
ma fece finta di niente.
«Perché
non sono i pony che dicono “yep”?»
«No,
idiota, yep è un'esclamazione come le altre!»
«Ah.
Non lo sapevo»
Infanzia
distrutta. Poi chiese:
«Mi
tolga una curiosità: in che senso dovrei controllare i robot?»
«Nel
senso che li lascio accesi di notte, a girare per la pizzeria perché
sono grassi e devono dimagrire»
«...
ma non ha mai pensato che i robot non possono dimagrire? Sono fatti
di metallo...»
Mikey
parve essere stato preso alla sprovvista. Il suo volto rivelò
qualcosa che assomigliava a un “cooooOOOOOOSA?” e rimase a
guardare Freddy come un ebete per ben dieci minuti, poi si scosse e
si schiarì la gola:
«Emm,
facciamo finta di non averne mai parlato. Devono stare accesi per
scaldare i circuiti e non bloccarsi durante il giorno, intesi?»
«Intesi.
Ma... perché dovrei controllarli? Che male potranno mai fare?»
Il
volto del cane lasciò intravedere un'espressione perversa e maligna
allo stesso tempo. Freddy rabbrividì nuovamente.
«Non
li conosci. Non ancora. Bene, allora... sei in prova per una
settimana, okay amico? Vieni 'sta sera alle 11 che devo spiegarti un
paio di cosette»
Freddy
acconsentì e uscì dalla pizzeria.
Alle
undici in punto rientrò, nuovamente bagnato fradicio dalla tempesta
perenne che aleggiava su quel macabro luogo, e fu nuovamente sgridato
da Mikey.
«Allora...
ti spiego un paio di cose. Il computer lo accendi dal pulsante Power,
vedi, questo rosso qui...»
«Eh
grazie! Non sono un nonnetto di 89 anni a cui devi spiegare come
funziona una calcolatrice!»
«...mentre
balli la macarena cantando l'Inno di Italia e tieni in bocca un
machete affilato»
«Cos-»
«Lo
so, è un po' strano, ma è talmente vecchio che... boh, non so
perché, comunque se vuoi accenderlo devi fare così»
Freddy
lo guardo strabuzzando gli occhi, incapace di rispondere. Poi si
ricordò un particolare:
«Ma
se non conoscessi l'italiano?»
«Ti
farei notare che ci troviamo in una fan fiction italiana...»
«Una
che...?»
«Lascia
stare. Noi stiamo parlando italiano, non te ne rendi conto?»
«Uh,
ma non siamo in America?»
«Sì
ma... argh! Lì c'è il testo dell'Inno, leggilo ad alta voce e
dovrebbe funzionare. Credo»
Poi
continuò a spiegare:
«Non
hai connessione a internet ne altre cavolate, puoi solo guardare le
telecamere, le telecamere e le telecamere. La batteria è limitata...
per questo ho tolto la maggior parte di cose inutili e ho lasciato
l'essenziale: il computer è a pedali, quindi dovresti ringraziarmi
perché oltre che lavorare perderai qualche chilo e ti farai un po'
di muscoli, così tra una settimana potrai partecipare a MR. SECSI
2015. Poi... vedi quel bel telefono rosso? È un telefono. Non puoi
usarlo per chiamare ma ora ti spiego a che serve, seguimi nell'altra
stanza»
Lo
condusse in un salone extralusso munito di vasche idromassaggio,
lampade abbronzanti, cameriere dalle forme tondeggianti che giravano
con dei sexy gonnellini corti e uno schermo piatto da 300 pollici che
occupava un'intera parete, collegato ad una playstation 8, Wii X 20,
un Xbox Boxox 96 e un altro sacco di console tarocche. Proprio lì
sotto stava un bel divano con sopra adagiato...
«Goldie!»
Ringhiò
Freddy alla vista morbidosa del fratello. Sì, perché Goldie era
sempre stato suo fratello gemello e teoricamente i gemelli sono
uguali ma Goldie era “PIU' MIGLIORE” di lui in tutto: aveva una
pelliccia morbidissima e scintillante (sì, sbrilluccicava tanto che
non si poteva guardare per più di 5 minuti senza bruciarsi la
retina), era estremamente spensierato, era coccoloso, simpatico, e in
casi di estrema necessità si poteva usare come scaldasonno. Tutti lo
amavano, tranne Freddy che era piuttosto geloso.
«Che
ci fa qui mio fratello?»
Urlò
a Mikey. Goldie lo salutò allegramente. Il cane rispose:
«Vi
conoscete?»
«Ho
appena detto che è mio fratello!»
«Uh,
in effetti un po' vi somigliate, ma lui è più coccoloso»
«Urgh,
dicono tutti così!»
Freddy
mise il muso, poi allargò le braccia indignato:
«E
questo che significa? Io devo lavorare in una scatola e lui ha una
camera d'albergo come studio? E poi a che diamine dovrei servire se
c'è già lui come guardia?»
«Goldie
è qui da mesi, è una guardia veterana, ma non basta. Ti farà da
tutorial. E poi mi ha promesso una ciocca del suo magnifico pelo se
l'avessi fatto lavorare qui per ben 20 $ l'ora! Hai idea di quanto
valga del pelo completamente d'oro?»
Freddy
non poté credere alle proprie orecchie. Suo fratello aveva corrotto
quel tipo, ma soprattutto era riuscito a farsi pagare una somma
decente da quel tirchione! Come aveva fatto? Evidentemente Goldie
aveva frequentato Hogwats e lui non l'aveva mai saputo. Avrebbe
voluto brontolare su ogni cosa, ma l'unica cosa che riuscì a dire
fu:
«Un
tutorial? Che è?»
«Urgh,
devo insegnarti proprio tutto??? Hai mai giocato ad un videogioco?»
«Uh,
sì, a Five Nights At Freddy's. Perché?»
«Quel
gioco? Ma la generazione odierna è veramente caduta così in basso?
Santo cielo, dove andremo a finire...»
Goldie
intervenne con la sua vocetta stridula:
«Hey,
se non fosse per quel gioco questa fan fiction non esisterebbe! Non
insultarlo in quel modo, ognuno ha i suoi gusti (per quanto brutti
essi possano essere)»
«Ancora
con queste fan fikcion? Ma qualcuno vuole spiegarmi che roba è?»
Presero
a litigare per un'ora buona, e smisero solo quando mancavano 5 minuti
a mezzanotte.
«Io
devo lasciarvi, ho un appuntamento con i miei soldi. Freddy, vai nel
tuo studio. Goldie, informalo via telefono sul da farsi. Io vado, bye
bye»
Detto
questo corse via, come impaurito da qualcosa che stava per
accadere.
Freddy
ubbidì, anche se controvoglia. Se ne tornò nello studio e si
spaparanzò sulla sedia, poi si ricordò di dover pedalare e gli
tornò il malumore. Prima però tentò di accendere il computer in
modo normale, senza
riuscirci. Al 18° tentativo si arrese e iniziò a ballare la
macarena cantando con un coltello in bocca, e il computer si accese.
Sputò il coltello – che si era dimenticato di reggere dalla parte
del manico – insieme a qualche organo interno, poi portò
l'attenzione sullo schermo. Fu una faticaccia, la sua attenzione era
più pesa di lui e trascinarla fin sopra il computer non fu facile.
Iniziando a pedalare, cercò di aggeggiare con i comandi e capire
come guardare attraverso le telecamere. In pochi minuti capì che
doveva spostare il mouse sulle caselline raffiguranti una telecamera
e la stanza che si voleva spiare. Iniziò il suo giro di occhiatacce
per la pizzeria: per ogni stanza aveva commenti sgradevoli.
«Mammamia
che trogolaio che c'è in cucina, ricordati di non venire mai a
mangiare qui»
«Che
è quella roba per terra? Meglio non saperlo»
«Toh
guarda, Fritz è scomparso»
«Cos'è
quella roba rossa gocciolante da sotto la tenda di Jeremy?»
«Ma
guarda te quel bighellone di mio fratello che gioca a Clash of
Clans!»
«Non
ricordo più cosa volevo dire approposito della sala per bambini»
Poi
la sua mente si illuminò, o almeno credette che lo facesse, perché
in realtà non iniziò a sbrilluccicare come Goldie. Per un attimo
invidiò il fratello che avrebbe potuto vedere anche al buio essendo
una lampadina vagante.
Fritz
era sparito!
«Damn
damn damn damn damn damn! Cosa significa questo?»
Ricontrollò
la telecamera per esserne sicuro e.. sì, il tipo grasso con la
chitarra si era volatilizzato.
«Questo
non va bene... no, non va bene. Dove cavolo è Goldie quando serve?
Perché non mi chiama e mi spiega sta cosa??»
Il
telefono squillò in quel preciso istante.
«Ah,
sia lodato il cielo»
Alzò
la cornetta e rispose:
«Goldie?»
«Già»
«Che
sta succedendo??? Fritz è...»
«Scomparso?
Niente di cui preoccuparsi. Si sta facendo una girata probabilmente.
Credo che stia per arrivare alla porta a sinistra...»
«Eh?»
«Ugh...
vedi, quei cosi non sono molto simpatici di notte. Sfogano il loro
odio per i bambini contro gli adulti che fanno le ore piccole e
contro gli orsi grassi, quindi cercheranno di sbranarti. Hai due
porte – una a destra ed una a sinistra – e se premi sul secondo
pulsante si chiuderanno»
Freddy
non se lo fece ripetere e chiuse entrambe le porte con un fenomenale
balzo seguito da spaccata a 180° gradi con la quale riuscì a
premere i pulsanti e distruggersi le parti intime. Due piccioni con
una fava.
«Bel
lavoro bro! Hey, Freddy, stai bene? Freddy?»
La
voce al telefono parlava a vuoto dal momento che l'orso se ne stava
raggomitolato in terra a premersi sulle parti basse con una faccia
indescrivibile.
«Ghhhh..
mmhhh.... iiiiikh...»
«Uh...
non è un bello spettacolo. Non deve farti molto bene, vero bro?»
«Ghhhhh......
che.... uh... perspicace.... fratellino...»
Rispose
quasi senza fiato Freddy.
«Uh,
eddai che sarà mai a confronto degli animatronics? Devo ricordarti
che la batteria è limitata e non puoi tenere le porte chiuse tutta
la notte. In realtà, non puoi tenerle chiuse per più di tre
nanosecondi senza perdere almeno il 30% di batteria ma questi son
dettagli...»
Freddy
si riprese e di colpo andò a controllare la batteria: era scesa a
65, 64, 63, 62, 61...
Aprì
entrambe le porte accertandosi che non ci fosse nessuno nell'altra
stanza.
«Uff...
uff.... che paura!»
«Ah
ah ah ah! Che idiota che sei! Dovresti vederti!»
«Finiscila
di ridere, Goldie! Mi stavi solo prendendo in giro?»
«Ah
ah, no, certo che no! Ah ah ah!»
Freddy
non poté più sopportare la sua voce e riattaccò la cornetta in un
impeto di rabbia.
Ebbe
appena il tempo di voltarsi che vide il bruttissimo muso di Fritz
appiccicato al vetro sinistro. Cacciò un urlo, poi chiuse la porta
con il cuore che batteva a mille. Non gli tolse gli occhi per interi
minuti, ma dal momento che non faceva niente di strano decise di
tornare a concentrarsi sugli altri. E... dannazione! Anche
l'Innominata era sparita! Jeremy e Mike parevano essere ancora al
loro posto però. Lui controllò in fretta tutte le telecamere, fino
a trovare la tipa che si ingozzava di pizza nella cucina. Sospirò
sollevato, poi tornò a guardare Fritz e rimase schifato dal robot
intento a leccare il vetro in modo molto provocante. Freddy distolse
lo sguardo, sperando che quel tizio prima o poi se ne andasse, ma
appena voltato il capo ECCO CHE VEDE LA TIPA! Gli prese un coccolone,
e subito chiuse anche l'altra porta. Senzanome lo guardò per molti
istanti con i suoi occhi a palla inquietanti, poi sulla sua brutta
faccia si aprì un sorriso irto di denti affilati. Freddy iniziò ad
indietreggiare, con la paura che in qualche modo stare vicino al
vetro della tizia potesse aiutarla ad entrare. Lei prese un
pennarello indelebile dalla tasca – anche se Freddy non ricordava
avesse le tasche – e iniziò a scrivere qualcosa sul vetro.
«A...z...z...i...p...?
che significa?»
Si
chiese la guardia ansimando dalla paura. Dall'altro lato la cosa
scosse la testa, a mo' di prof arrabbiata, poi passò un dito sulla
scritta nella direzione opposta.
«Ah,
pizza! Vuoi una pizza! Be'... uh, io non ne ho qui, vai... a
prenderne in cucina, va'!»
Lei
scosse di nuovo la testa, e aggiunse qualcosa sempre con il
pennarello. Ora il vetro era adornato da questa bella scritta:
Azzip
aim al ut ies
Freddy
urlò, perché evidentemente la scritta al contrario diceva:
voglio sposarti e amarti per sempre come se fossi la mia prima pizza.
Cercò
di mimare il gesto di un tipo che scaccia le mosche tentando di
spaventarla e farla andare via, ma lei scrisse qualcos'altro:
Saresti
anche un bel maglione
Freddy,
che non aveva notato che questa volta il robot aveva scritto
specularmente dopo aver notato la scarsa intelligenza della guardia
notturna di turno, non vide che era scritta nella sua direzione e
lesse: potrei abbracciarti fino a farti scoppiare. Stette per svenire
quando un urlo orrendo lo fece rinvenire. Qualcuno stava
evidentemente correndo una maratona e lui temette fosse quel tipo
dell'altro giorno a cui non aveva pagato il pranzo, ma si accorse che
era solo Jeremy. Con una motosega in mano.
«Ma
perché ce l'hanno tutti con me???»
Una
voce dall'alto, proveniente da altoparlanti invisibili, rispose ai
suoi dubbi con la voce di suo fratello:
«Perché
ho promesso anche a loro una ciocca del mio pelo se mi avessero
lasciato in pace!»
«Fratello
bastar-»
Jeremy
sfondò il vetro e si precipitò su Freddy, che ebbe solo il tempo di
immaginarsi la grande scritta GAME
OVER che, si sa, appare su punto di morte ma NO, pensando
questo scivolò all'indietro e batté la nuca contro il pulsante
dell'altra porta, che si aprì: Jeremy finì addosso alla Unnamed e i
due rotolarono via insieme. Freddy perse i sensi.
Qualche
ora dopo si svegliò. Guardò l'orologio e si accorse che erano le 3
e 69, cosa non possibile dal momento che le ore arrivano fino a 59
minuti, poi ricordò che quello era l'orologio tarocco che lo zio gli
aveva comprato in un mercatino cinese qualche anno prima. Imprecò,
poi gli diede due calci – cosa molto difficile dal momento che
aveva l'orologio legato al polso – ma alla fine ripartì e segnò
le 3:28 . Si guardò in giro: per fortuna per qualche strano motivo
le porte si erano aperte sennò a quell'ora la corrente... MA COME
AVEVA FATTO AD ESSERE ANCORA VIVO DOPO 2 ORE PASSATE SVENUTO?
S'inginocchiò e pregò per un quarto d'ora per ringraziare il Dio
degli animali di quel mondo (Arceus. Ah, no, sbagliato fandom,
scusate), poi si strusciò le ginocchia che dopo aver premuto su quel
pavimento cosparso di roba dalla dubbia natura erano andate a fuoco,
e riprese a guardare le telecamere. Jeremy, Innominated e Fritz erano
spariti. Scomparsi. Puff! Volatilizzati!
“Dove
caspero sono finiti? Occielo, ho paura...”
Come
quando vedi un ragno e poi sparisce: terrore puro. Controllò Mike,
che se ne stava a guardarlo con il suo bel ghigno da terrorista, ma
almeno se ne stava buono, poi tornò a tremare. Scorreva tutte le
telecamere, ma niente, di quei brutti maniaci neanche l'ombra. In una
stanza però, dove la telecamera era disattivata e si sentivano solo
i suoni, si udivano risatine inquietanti e qualcosa simile ad un
coltellaccio che affetta qualcosa di viscido, e una sega che
tagliava, invece, qualcosa di metallico. Si chiese se avesse a che
vedere con la scomparsa improvvisa dei robot. Sperò, in cuor suo,
che suo fratello lo chiamasse per dargli delle dritte.
Driin!
Driiin!
«Pronto?
Goldie?»
«Ciao
fratellino!»
«Cosa
significa questa cosa che i robot sono spariti?»
«Significa
che ben presto sarò l'unico ereditario del patrimonio di mamma!»
«Cos-
AAARGH! Come puoi dire questo?»
«Eh
eh eh eh... sto solo facendoti notare l'ovvio! Quei cosi sbranano la
gente, e tra poco diventerò figlio unico!»
«Perché
sei diventato così crudele con me?»
Goldie
non rispose, ma partì una musichetta che recitava “money,
money, money, lots of moooney!”
e ologrammi a forma di soldi iniziarono a
piovere dal cielo. Freddy concluse che il suo odio verso il fratello
non era sempre stato non-ricambiato come aveva pensato fino a quel
momento.
«Eddai,
fratellino! Stai scherzando vero?»
Cercò
di chiarire, ma Goldie continuò a canticchiare seguendo la musica.
«GOLDIE!
Sono sangue del tuo sangue!»
«Uff...
sì, lo so. Però io sopravviverò e tu no ♫»
«Come
fai ad esserne certo? Anche tu rischi di venir trucidato, non
dovresti essere tanto felice! Dovremmo collaborare per sopravvivere!»
«Te
l'ho già spiegato! Gli ho corrotti con la promessa di una ciocca del
mio pelo che non avranno MAI! Come con Mikey, del resto.... sono così
stupidi che non hanno pensato che, se mi venissero a catturare ed a
squartare, potrebbero avere tutto il pelo che vogl-»
Dalla
cornetta Freddy udì un “Argh!”, poi una colpo secco, poi un
suono viscido. Il suo cuore prese a battere a mille.
«Goldie?
Goldie? Goldie? Goldie? GOLDIE? GOLDIE? GOLDIE???
GOLDIEGOLDEIGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGODLIEGOLDIEGOLDIE???»
«TROLOLOLOLOLO
fratellino! Ti stavo solo prendendo un po' per la coda!»
Ridacchiò
dall'altra parte. Freddy sbatté la cornetta, infuriato con suo
fratello per i suoi comportamenti idioti.
Guardò
ancora le telecamere, senza molti cambiamenti. Solo che Mike si era
spostato.
MIKE
SI ERA SPOSTATO??? Controllò l'orologio, segnava la costellazione
dell'Orsa Maggiore – gli diede un paio di calci – ovvero le 3:55.
Dannazione! Come poteva resistere fino alle 6? Controllò cercando
Mike, ma alla fine lo trovò in bagno con un giornalino hentai nella
mano sinistra. Chissà cosa stava facendo con l'altra mano. La figura
era in ombra. Boh. Freddy si schifò solo al pensiero. Guardò la
batteria rimanente: 37% e si chiese se quel giornalino fosse
abbastanza lungo da trattenere il robot per qualche altra ora. Iniziò
a sudare freddo appena ricontrollò le telecamere e scoprì che Mike
aveva abbandonato la sua postazione lasciando il giornalino – gli
venne la tentazione di andarselo a prendere ma aveva troppa fifa del
robot-umano.
DRIIIN,
DRIIIIN!
“Ancora???”
«Goldie??»
«Eddai,
non ti sarai offeso! Scherzavo!»
«Odio
te e i tuoi scherzi!»
«Ah,ah,ah!
Ma quanto sei susc- AAAGH!»
Colpo
secco. Suono viscido. Silenzio.
Freddy
gli sbatté nuovamente la cornetta sul muso. Era stufo di suo
fratello. Controllò le telecamere e vide la stanza di Goldie... la
luce era improvvisamente saltata in quella stanza e non si vedeva
nulla. Però poteva sentire il suono delle sexy-cameriere che
urlavano e scappavano dalla finestra...
“Oh
no! È stato catturato per davvero!”
Per
un secondo ebbe paura per il fratello, poi ricordò che l'odiava ed
ebbe paura per se stesso.
«Occielo!
– alzò la cornetta – Goldie mi senti? Goldie? Goldie?
GOOOOOOLDIEEEEEE????»
Niente.
Poi ricordò che lui non poteva chiamare. Iniziò a divorarsi le
unghie, poi la tastiera del computer, poi il computer, poi i
sacchetti delle patatine per terra e alla fine anche le mattonelle.
Proprio mentre si stava sgranocchiando l'ultima mattonella, il
telefono squillò e il suo cuore fece un balzo di gioia. Questa volta
era felice che Goldie avesse scherzato. Anzi, no, gli aveva fatto
prendere un colpo! Rispose:
«GOLDIE!
Razza di...»
«Buongiorno,
siamo della Vodafon, è interessato ad una delle nostre offert-»
«Ma
vaffancu...!»
Riattaccò
la cornetta più infuriato e terrorizzato di prima. Si guardava
continuamente attorno sperando non arrivasse Mike o uno dei suoi
amici. Poi il telefono squillò per la seconda volta di seguito:
«No,
non sono interessato alla... Goldie, sei tu?»
Silenzio.
Era suo fratello e stava scherzando. Doveva esserlo!
«Goldie?»
Una
voce da Pippo ubriaco robotico lo raggiunse dall'altra parte:
«Stiamo
venendo a prendertiii!♫♫♫»
«AAAAAARGH!»
Controllò
l'orologio. 4:16. Iniziò a sudare nonostante il pelo teoricamente
glielo avrebbe dovuto impedire. Goldie era stato catturato. I robot
volevano trasformarlo in una pizza. Mikey probabilmente non l'avrebbe
pagato. Cosa poteva andare peggio?
“Dannazione,
devo andare in bagno!”
Si
rese conto che chiedersi “cosa può andare peggio” può essere
molto rischioso. Controllò le telecamere, eppure gli animatronics
non davano segni. Mike forse scherzava... okay, no, però magari se
n'era dimenticato ed era andato in quella stanza buia insieme ai suoi
amici. Freddy tentò la missione “bagno”, scivolando lentamente
dalla stanza, con la torcia elettrica in mano (che aveva notato solo
adesso essere appoggiata sulla scrivania) e iniziò a sgusciare
attaccato alle pareti. Mentre camminava, cercando di fare meno rumore
possibile, inciampò in una lattina, in una sedia, in una cassa di
fuochi d'artificio che puntualmente scoppiarono assieme, in un domino
gigante, in GLaDOS (che imprecò ad alta voce), in una serie di
birilli riempiti di palline rumorose, in un'automobile e su alcune
danzatrici di flamenco che iniziarono a cantare e ballare più
velocemente. Sperò poi che nessuno l'avesse sentito. Procedette, a
tentoni dato che non aveva una torc- ah già. L'accese, e evitò di
inciampare su un My little Pony che passava di lì (“Quando torno
indietro voglio l'autografo! <3 ) e, dopo una lunga avventura
piena di pericoli, finalmente giunse al bagno. Corse al gabinetto,
guardandosi bene di afferrare quel giornalaccio sconcio che Mike
aveva lasciato cadere, e si fiondò verso il primo WC.
Toc
Toc
«Occupato!»
«Cos-
ma sono l'unica persona rimasta viva in questa pizzeria!»
«Ho
detto che è occupato!»
«Uff»
Bussò
al secondo ed ecco che sentì la voce di Super Mario:
«Mamma
mia! Occupato!»
«Mi
scusi, sig. Mario»
Si
vergognò di aver importunato il signor Mario Mario dal momento che,
essendo questo uno dei primi e venerabili videogiochi, tutti i
videogiochi venuti dopo dovevano adorarlo come un Dio (si, anche
FnaF).
In
realtà, parlando da persone colte a persone colte, Mario non era
affatto uno dei primi videogiochi, forse uno dei più famosi, ma il
primo videogioco in assoluto era stato Pong (per intenderci, il
giochino bidimensionale che simulava il tennis con due sbarrette ed
una pallina). Mario aveva combattuto una scorretta battaglia contro
tutti i vecchi giochi da sala giochi e si era preso il merito di
essere uno dei primi videogiochi in assoluto. Pong e gli altri
avrebbero voluto farlgi causa, ma lui era diventato troppo famoso e
quindi nessuno l'aveva potuto contrastare. Da quel momento il credo
del Mario si era espanso talmente tanto che TUTTI credevano che il
vero Dio dei giochi fosse lui e non i suoi predecessori (incluso il
nonno Jumpman) ma siccome gli stessi credenti erano immersi in questa
falsa verità, dichiarata dallo stesso Mario Mario, Freddy non lo
sapeva e continuava a venerarlo.
Si
ripromise di andare più volte alla Messa della Console se fosse
uscito vivo di lì.
Toc
Toc
«Chi
è?»
Era
la sua voce. Inquietante. Passò oltre e finalmente trovò un bagno
libero. Fece per entrarci ma arrivò un tipo vestito per un cosplay
che si fiondò nella porta urlando:
«Sono
in ritardo per il lavoro!»
E
detto questo si tuffò a capo all'ingiù nel water. Scomparve
risucchiato dallo scarico.
“Ma
cos...?”
Arrivarono
altri omini vestiti da maghi che si fiondarono in fila nel WC
urlando:
«Presto,
al ministero della Magia!»
E
scomparvero. Freddy rabbrividì e iniziò a pensare di poter
benissimo resistere senza svuotare la vescica. Iniziò
silenziosamente a tornarsene nello studio...
Arrivato,
sentì un suono che gli fece raggelare il sangue: qualcuno stava
ascoltando il Gangnam Style! Oh no, ancora quella musica no! Entrò
nella stanza lurida e vi trovò Fritz che rideva come uno scemo
guardando la versione parodistica di G Style, e d'istinto pure lui si
mise a ridere ma poi Frizt se ne accorse e gli urlò contro uno
“SKREEEEEEE” inquietante! Freddy prese ad agitare la sua
lampadina come un forsennato cercando di spaventare il robot, e ci
riuscì! Evidentemente Fritz aveva paura delle lampade perché iniziò
a girare intorno e alla fine corse via, e l'orso per sicurezza gli
lanciò dietro la torcia. Freddy ridacchiò sotto i baffi ma poi si
accorse di essersi pisciato addosso dalla paura (ecco risolto il
problema bagno) e gli tornò la paura. Si asciugò con quello che
aveva in mano e solo dopo si accorse che si stava pulendo con il
giornale dai dubbi gusti! Aprì la finestra e cercò di asciugarlo
sventolandolo lì fuori, ma mentre si sporgeva per metterlo all'aria
aperta gli sgusciò di mano e cadde fuori.
“Dannazione!”
Senza
giornalino e torcia elettrica, la sua vita non aveva più senso.
Avrebbe voluto distruggere i mond- trovarsi da qualche altra parte,
anche insieme a quel tipo grosso a cui non aveva pagato il pranzo,
tutto era meglio che lì. Guardò di nuovo l'ora: 4:37. Dai, su,
poteva farcela! Si sedette al tavolino e iniziò a pedalare per far
ripartire il computer, che si era spento, e controllò di nuovo
tutto. Fritz era sparito (con la sua torcia) e gli altri non davano
segno di esserci.
“Perfetto.
Se me ne sto qui buono buono non dovrebbe accadermi nulla...”
Appena
pensò questo, qualcosa nel computer iniziò a sfrigolare come se
stesse cuocendo una bistecca, e lo schermo emise sbuffi di fumo.
Mezzo secondo dopo calò il buio.
“Merda,
è saltata la corrente”
S'immaginò
trasformato in un cappotto, e per poco non si mise ad urlare. Cercò
i pulsanti che chiudevano le porte, ma quando li premette si ricordò
che andavano a elettricità e quindi non potevano chiudere le porte,
e allora lui andò nel panico più panico che c'è. Si spiaccicò in
un angolino e si fece piccolo piccolo, o almeno ci provò, dato che
era un orso e gli orsi tanto piccoli non possono essere. E sperò che
nessuno lo venisse a cercare. Proprio in quel momento due occhi
strabici illuminati da una luce a led malfunzionante apparvero
nell'ombra, assieme ad un ghigno storto: Mike! E soprattutto, Mike
con la sua torcia! L'affare ridacchiò, iniziando a canticchiare una
musichetta poco rassicurante, e Freddy già sentiva il pelo strappato
via a morsi da quegli affari immondi. Mike spegneva e riaccendeva la
torcia a ritmo regolare, ridacchiando come un ubriaco, e Freddy ad
ogni intervallo tratteneva sempre più il fiato. Quando i polmoni gli
furono gonfiati tanto da non poter più immagazzinare aria, lasciò
andare un sospiro tanto forte che Mike, preso alla sprovvista, volò
via. Sì, volò via, per i corridoi, urlando un “mi
vendicheròòò!!!”. Freddy rimase immobile come un babbeo cercando
di capire cosa fosse successo... poi iniziò a correre nel corridoio
opposto urlando come un indemoniato. Corse, al buio, per quelli che
parvero chilometri, e non passò molto prima che dietro di sé
iniziasse a sentire le urla degli Umani-robot che gridavano:
«VIENI
QUI»
«TI
MANGEREMO!»
«SARAI
UN PERFETTO MAGLIONE!»
«SEI
GRASSO!»
«Ragazzi
cosa dovrei urlare io? Jeremy mi ha rubato la battuta...»
«ZITTO
FRITZ!»
Mancò
poco che Freddy si mangiasse i ginocchi da quanto correva (una
leccatina però gliela dette ad un certo punto, e constatò di essere
delizioso), e fu un miracolo che non inciampò in niente questa
volta. Mentre superava i limiti di velocità per le corse d'auto,
iniziò a pensare che girare in tondo fino alle 6 del mattino non
sarebbe stata un ottima idea, e quando fu sicuro di aver seminato gli
obrobri, si fiondò nello stanzino delle scope. Tutto buio, silenzio.
«Hey
tu!»
«EEEEK!
Chi è stato???»
«Togliti
di mezzo, c'ero prima io qui dentro!»
Con
un calcio Freddy fu buttato fuori. Imprecò più volte, poi iniziò a
bussare sonoramente:
«Fammi
entrare, ti prego! Mi stanno inseguendo... vogliono trasformarmi in
una pelliccia!»
«E
io cosa devo dire? – rispose la voce, nello stanzino – vogliono
fare di me una borsetta dalla scorsa settimana!»
«Tu
lavori qui dalla scorsa settimana?»
«In
realtà sono due che sono chiuso qui dentro...»
«Ma
che diamine, e per 5 minuti non posso starci anche io?»
«Siamo
già in troppi!»
«Non
è possibile, ci sei solo tu...»
«E
noi!»
Si
intromisero in coro delle voci di ragazza. Freddy capì tutto: le
cameriere di Goldie.
«Ma...
perché non uscite e combattete? Ci dovrà pur essere qualcosa per
difendersi da quegli affari, delle scope, dei secchi, qualcosa!»
«Mi
dispiace – rispose la prima voce – ma le scope me le sono
mangiate tutte. Ed erano anche insipide. Ora vattene!»
«Ma...»
«VA
VIA!»
Freddy
fu spronato dalla improvvisa comparsa, da dietro l'angolo, di Jeremy.
Urlò, poi ricominciò a correre. Mentre andava a 2000 km/h un'idea
gli balenò davanti agli occhi: lui era un orso, un dannatissimo orso
grasso! Non poteva correre! Improvvisamente i suoi movimenti
si fecero goffi e lenti, e lui cadde di muso. Picchiò il naso e la
pancia, che rimbalzando lo rimise in piedi. Lui allora cercò un
qualche altro posto dove nascondersi, e ritrovò la stanza dove era
stato suo fratello. Senza enormi luci al led e gigantesche lampade di
lava, il posto sembrava piuttosto lugubre. Anzi, non sembrava
proprio, perché era buio pesto e Freddy non era un gufo (cit.). Ma
un orso. Un orso grasso ed ingombrante che aveva appena perso la
capacità di correre e che sarebbe divenuto a breve un cappotto
invernale se non fosse riuscito a trovare un nascondiglio. Entrò di
corsa, chiudendo la porta alle sue spalle, poi appoggiò l'orecchio
alla porta per sentire se i suoi inseguitori si stessero avvicinando.
Dopo pochi secondi, udii i passi metallici e il cigolare di quei
rottami attraversare il corridoio, e tirò un sospiro di sollievo.
Dette un'occhiata all'orologio (illuminato da una debole lucina) e si
lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto nel vedere che erano le 4.53.
C'era quasi. Un'altra ora e... qualcosa di strano colse la sua
attenzione. Appoggiò nuovamente l'orecchio alla porta eppure non
sentì nulla. Però era sicuro che ci fosse qualcosa di strano...
guardò in basso, e vide la shiluette di Fritz che ascoltava anche
lui alla porta.
«Hey,
senti qualcosa di strano per cas- AAAAAAAARGH!»
Si
fiondò nel corridoio e riprese a correre. O meglio, a camminare.
Fritz andò nella direzione opposta perché sì. Freddy iniziò a
forzare tutte le porte che trovava, ma neanche una si apriva. Sapeva
che non avrebbero messo molto quei mostri a trovarlo, sbranarlo,
squartarlo, vendergli gli organi, vendere la carne ad un macello di
periferia e trasformare il suo pelo in una coperta, e questo bastò a
motivarlo a sfondare una delle ultime porte che trovò. Fece un
chiasso bestiale, ma quei cosi erano mezzi scemi e non se ne
accorsero. Lui rimise apposto la porta incollandola con lo sputo e
oltretutto venne fuori anche un bel lavoro. Anche lì, buio totale.
Non riusciva a vedere neanche il suo naso... be', il suo naso era
nero quindi questo era abbastanza ovvio. Avanzò a tentoni,
inciampando su diverse cose. Sembrava stesse camminando su qualcosa
di peloso. Sbatacchiò su un tavolo e sentì delle cose cadere in
terra. Proseguì, cercando l'interruttore ma dopo si ricordò che era
saltata la corrente, quindi tirò fuori dalla tasca il suo Pikachu
craccato al liv. 100 e gli fece usare Flash. Improvvisamente la
stanza si illuminò, poi ricordò di non star giocando al DS e
Pikachu sparì, però in compenso la luce rimase. E quel che vide fu
traumatico: tavolate, mensole, armadi pieni, PIENI di... trofei.
Raccapriccianti trofei. Una testa d'alce attaccata al muro, assieme a
quella di un cervo e di un tasso. In fondo alla stanza, un leone e un
daino impagliati vestiti da guardie notturne!!! Ovunque erano appese
pellicce, giacchetti, vestiti per i cosplay, tutti fatti con PELLICCE
DI VECCHIE GUARDIE NOTTURNE! E non solo! Un'intera vetrina dedicata
ad ali d'insetto e scarpe di coccodrillo, serpente e iguane! Al posto
del lampadario, un'aquila impagliata reggeva diverse lampadine con il
becco e con le zampe. Freddy era paralizzato dall'orrore, non
riusciva a respirare o a fare un passo. Ma poi vide, su un
attaccapanni... un cappotto luccicante. Completamente. D'oro. E
morbidoso.
«GOOOOOOOOLDIEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!»
“OCCIELO!
Mio fratello è stato squartato! E la cosa peggiore... è che non
sono dispiaciuto...”
Ma
il peggio doveva ancora arrivare. Mentre avanzava a tentoni cercando
di non perdere l'equilibrio per lo shock, appoggiò il piede
sull'unica porzione di pavimento sprovvista di tappeto. Si voltò, e
in terra, con un gessetto bianco, vide disegnata una forma.
“Qui
c'hanno ammazzato qualcuno!”
Pensò.
Poi guardò meglio. Era la forma di un orso. Un orso grasso. E in
mezzo c'era scritto “Freddy”.
Gli
animatronics, sentiti degli strani rumori, corsero verso la stanza
dove lavoravano, ma appena aprirono la porta, furono travolti da un
potentissimo “AAAAAAAAAAAAAARRRRRGH!!!”
che fece esplodere Fritz all'istante, mandò in tilt l'Innominata,
che iniziò ad urlare “PIIIZZAAAA” e tutti i bulloni di Jeremy
saltarono contemporaneamente. I trofei dai muri iniziarono a
staccarsi ed a cadere in terra, mentre l'orso, diventato
improvvisamente bianco (forse era un orso polare tinto, boh)
continuava il suo interminabile urlo da demone terrorizzato. Il
lampadario vacillò e crollò, con tutta l'aquila attaccata. Le
borsette volarono via sospinte dal super-urlo di Freddy, le ali di
farfalla si staccarono e se ne svolacchiarono fuori di finestra, gli
animali impagliati si svegliarono e, presi dal panico, morirono sul
colpo per un infarto, l'effetto di flash finì e tutti i muri, i
vetri e le mattonelle della pizzeria saltarono. Non c'era altro che
un gran caos e la voce di Freddy. Tutto era distrutto. Tutto, tranne
Mike. Quando finalmente la guarda chiuse la bocca, fu solo per
riprendere fiato, ma in quel momento Mike lo afferrò da dietro e gli
tappò la bocca, iniziandolo a trascinare via. Lui, ancora con le
lacrime agli occhi, cercò di liberarsi dalle grinfie robotiche del
suo rapitore, invano. Riuscì a guardare l'orologio: le 5:22. Dai. Se
Mike era così lento, avrebbe potuto... hey, ma se non si fosse
spento alle 6? Se Mikey lasciasse morire ogni suo dipendete per
ricavarne pellicce di contrabbando? Siccome non aveva più voce per
urlare, si limitò a mimare il verso di un tizio che ha appena
scoperto che il gelato al pistacchio appena mangiato era cosparso di
cianuro. Comunque, sperare nelle 6 era la sua unica possibilità.
Mike lo continuava a trascinare di peso, imprecando di tanto in tanto
con frasi tipo:
«Mamma
quanto sei grasso»
Oppure
«Una
dieta ti faceva schifo?»
A
Freddy venne un'idea geniale:
«Hey,
guarda laggiù!»
Mike
si voltò:
«Eh?»
L'orso
ne approfittò e fuggi a gambe levate. Mike ci rimase malissimo.
«Torna
qui!!!»
Freddy
si voltò e gli fece il gesto dell'ombrello.
Mentre
correva, un'altra idea geniale gli balenò davanti agli occhi. Si
fermò di colpo, e Mike gli sbatté contro.
«Ma
io... sono grosso almeno il doppio di te»
Concluse
squadrando Mike dall'alto.
«Perché
mai dovrei aver paura di un robottaccio troiaio come te?»
Iniziò
a sbeffeggiare l'animatronic, che non la prese bene. Infatti fece
qualche passo indietro e spalancò la bocca, quella boccaccia piena
di dentiere finte, e emise degli strani cigolii. La braccia e le
gambe si allungarono, la faccia si staccò dal corpo rivelando Phill
un endoscheletro molto brutto che prese a sghignazzare allungandosi,
allungandosi... un paio di mosse stile transformer, e Mike si
trasformò in un robottone da guerra giapponese, stile Mazinga, con
tanto di sparamissili al posto delle braccia, seghe elettriche
attaccate alla schiena da protuberanze a forma di bracci, spade laser
dagli occhi e una mitragliatrice in mezzo alle gambe. Si vedeva che
era fissato con gli hentai... che perverso!
Freddy
stava per rimettesri a gridare con la sua vocetta stridula da
scolaretta, ma le sue corde vocali non risposero all'impulso in
quanto troppo consumate dall'urlo precedente, quindi l'unica cosa che
poté fare fu rimettersi a correre. E meno male che si era di nuovo
dimenticato di essere un orso grasso e goffo! Mentre scivolava in
mezzo a tutto il caos che aveva creato – muri crollati, mattonelle
instabili, vetri rotti per terra – cercò più volte di
nascondersi dentro vasi di fiori, cassapanche, cartoni per pizze e
cassetti di scrivanie, ma ogni volta il robottone da combattimento lo
trovava e cercava di prenderlo con delle pinze spuntate da chissà
dove. Un paio di volte Mike utilizzò i lanciamissili per far
esplodere altre porzioni di pizzeria, ma Freddy ebbe la fortuna di
schivarle tutte. Mentre correva, adocchiò l'orologio. Le 5. LE 5???
«MA
COM'E' POSSIBILE??? Mezz'ora fa erano le 5.22!»
Il
tempo lo stava trollando in maniera... brutta. Molto brutta. Continuò
a scappare e a rifugiarsi, ma era tutto inutile. Alla fine Mike ebbe
il sopravvento e riuscì a catturarlo. Lo prese con i suoi bracci
meccanici e gli ridacchiò sulla faccia, per poi iniziare a dirigersi
verso l'unica stanza rimasta miracolosamente intatta, una sala che
sembrava più appartenere ad un laboratorio clandestino che ad una
pizzeria. Freddy venne acchiappato da qualcosa che assomigliava ad
una fune animata, che lo stritolò e lo legò come un salame ad un
letto operatorio. Mike sghignazzò con voce alquanto inquietante, poi
il cannone al posto della mano si ritirò e ne uscì un bisturi
macchiato di sangue. O Nutella. Con la semioscurità non si capiva
bene.
Freddy
cercò di divincolarsi, ma sapeva che a breve tutto sarebbe finito.
Lui sarebbe stato venduto ad un negozio di vestiti e Mikey si sarebbe
arricchito ancora di più. Ah, quel tirchione! Quanto avrebbe voluto
dirgliene quattro in quel momento! Se solo qualcuno fosse arrivato in
quel preciso istante... impossibile da sperare. Per un attimo volle
che suo fratello fosse lì con lui, anche solo per distrarre Mike e
fargli prendere la mira su Goldie. O forse perché in fondo era suo
fratello, e gli era attaccato, e sapeva che se fosse stato lì
avrebbe avuto la conferma che non fosse morto di una morte orribile.
La
finestra (l'unica intera) esplose in un fragore di vetro rotto.
Dall'altra parte... Goldie! Con tanto di mascherina da super eroe!
«Goldie???
GOLDIE???»
Freddy
esultò, mentre Mike si grattava la testa col bisturi, tagliandosela
a metà.
Goldie,
che era controluce (fuori c'era la luna piena), saltò verso il
robottone sferrandogli un calcio rotante alla Chuck Norris, e Mike
subito crollò a terra. Slegò suo fratello e lo spronò a seguirlo.
«Goldie...
non sapevo praticassi kun-fu!»
«Infatti
non lo conosco, però lui non lo sa e ci è cascato. Adesso
sbrighiamoci prima che si accorga di non essersi fatto male!»
Lo
afferrò per un braccio e cercò di trascinarlo fuori di finestra, ma
Freddy era troppo grasso e s'incastro.
«Ma
non è giusto! Tu ci passi e io no!»
«Te
l'ho sempre detto che eri più grasso di me!»
«Ma
siamo uguali!»
«Io
sono più bello, morbido e coccolos... ah, già»
Freddy
(incastrato nella finestra) riuscì finalmente a vedere suo fratello
alla luce: aveva il corpo completamente privo di pelo, eccetto per un
po' di pelliccia a forma di mutandine femminili che gli copriva i
paesi bassi e un medesimo sexy-costume a forma di reggiseno.
«Cos-»
«Gli
animatronics mi hanno detto che il mio pelo era troppo raro per
uccidermi, così hanno deciso di allevarmi come una pecora da lana,
con l'intento di chiudermi lì dentro fino alla fine dei miei giorni
ricavando il mio pelo ogni volta che mi fosse ricresciuto. Ma io sono
stato più furbo e sono fuggito appena sono andati a fare una pausa
pizza. Eh... non commentare sul reggiseno, volevano prendermi in
giro»
Concluse
arrossendo. Freddy non era mai stato così felice di vedere il suo
gemello.
«Mi
dispiace per come ti ho trattato tutti questi anni... ero geloso di
te, volevo il tuo male perché ti invidiavo... forse potremo
ricominciare, mettendo da parte le avversità e...»
«Bando
alle ciance, Freddy! Sbrigati ad uscire da quella finestra!»
Gli
ricordò Goldie. Freddy esclamò “giusto!” e riuscì a uscire
mettendo dentro la pancia come faceva al mare per farsi vedere dalle
belle ragazze. Era sporco, con la pelliccia strappatta, il pelo che
pian piano riprendeva il suo colore naturale, due occhiaie giganti ma
era vivo, dannazione era vivo!
«Be',
io devo salutarti, fratellino!»
Esclamò
la patata batuffolosa (ma anche non più) di suo fratello.
«Mi
prendo delle vacanze meritare. Ci vediamo tra qualche mese... ah, e
dici a Mikey che mi licenzio. Bye bye!»
Dalla
tasca che non aveva tirò fuori l'hentai che era caduto a Freddy in
giardino, lo scosse un paio di volte e il giornalino si trasformò in
un libro volante grande come un cavallo. Goldie ci saltò sopra e
volò via. Il fratello continuò a guardare la scena senza capirci
niente.
“Cosa
pretendo di capire? È Goldie...”
Guardò
l'orologio: erano le 6. Ce l'aveva fatta, sì! Adesso sarebbe andato
a casa. Non gliene fregava niente del pagamento e del tutto il resto.
Fece per attraversare le strisce pedonali quando una viscida voce lo
fermò:
«Hey
Freddy! Com'è andato il primo giorno di lavoro?»
Era
Mikey.
«Cos-
urgh... buongiorno Mikey, io, uh, devo scappare...»
Ma
il proprietario non lo stava ascoltando. Era troppo intento a
guardare la sua pizzeria DISTRUTTA.
«Cos..
cos... cos... cos... cos'è successo.......... alla mia.... alla...
mia... SPLENDIDA PIZZERIA???»
Ruggì
come un leone. Lui rabbrividì, poi cercò una scusa, ma non la trovò
perché non aveva tasche dove cercare.
«TU...»
«...io
stavo giusto per andarmene! Mi dispiace per la sua pizzeria..»
Ma
Mikey lo fermò:
«Sai
quanto ti costeranno i danni???»
«Emm...
sono a secco...»
Mikey
fece un paio di conti:
«Dal
momento che, ad occhio e croce, dovresti pagarmi $100.000.000 di
danno... e lavorando da me, con tutti gli extra possibili inclusi
giorni feriali riceveresti un massimo di $100 alla settimana...
dovrai lavorare GRATIS qui da me per circa... 100.000 settimane»
Freddy
sbiancò. Proprio adesso che aveva ripreso colore... alla porta della
pizzeria si affacciarono gli animatronics (misteriosamente tornati
come nuovi), che gli riservarono un inquietante sorrisetto...
Commento
Ho
dovuto ripostare per correggere degli orridi errori che mi ha
gentilmente fatto notare un amico. Non ho ancora iniziato a
lavorare al prossimo capitolo di FNAG, ma ho già idea di cosa
scrivere e cercherò di farvelo avere il prima possibile. E
soprattutto, non so se prima posterò un'altra one shot (questa seria
però), ma non vi prometto nulla. A presto!
Qui
sotto trovate il vecchio commento.
(...Dopo
giornate di duro lavoro... sangue e fatica... passate dietro a questa
interminabile one shot... FINALMENTE POSTO!!! YAY! * balla * Non
sapete cos'ho passato per scrivere... 'sta cosa! Doveva essere una
cosa corta, di una decina di pagine massimo... è venuta il doppio...
Spero
non siate morti nel leggerla (perché troppo lunga o troppo stupida)
ma al contrario spero che abbiate apprezzato questa versione inversa
di FNAF e il disegno allegato all'inizio del capitolo! Ora corro a
letto... che sono distrutta.
Bye!)
|