Impassibili
Lacrime
versate cercando di capire,
notti
intere pensando di svenire.
Non è
facile mostrarti in questo mondo di bugiardi;
gridano
di amarti e ti rifiutano gli sguardi.
Sai
di essere una donna e fai di tutto per spiegarti,
loro
preferiscono la religione invece di accettarti.
Senti
di morire, rischi di scoprire
che
troppo tardi te stessa potrai sentire.
Lotti
duramente per non perire,
ti
chiudono alle amicizie e rischi di impazzire.
Sei
sola al tuo dolore,
gridano
di amarti ma rifiutano il tuo valore.
Nella
lettera reciti “mi chiamo Leelah”,
'Joshua'
scrivono sulla lapide; impassibili.
È
la mia prima volta in questa sezione perché la mia passione
non sono
le poesie e di certo non so scriverne, ma quando oggi ho pensato a
Leelah Alcorn, ho notato che non sarei riuscita a scrivere altro in
sua memoria.
Chi
era Leelah Alcorn? Una ragazza transgender, aveva
diciassette
anni quando si è uccisa perché chiusa in una
trappola sempre più
opprimente: i suoi genitori non hanno mai accettato di avere una
figlia invece di un figlio, l'hanno portata via da scuola e le hanno
proibito l'uso di telefoni e computer, escludendola dalle amicizie e
dal mondo, affidandola a psicologi rigorosamente cristiani con
l'intenzione di convincerla ad essere un maschio, continuando a
ripeterle che Dio non sbaglia e che era solo una fase. Oltre a non
poter essere se stessa alla luce del sole e non poter cominciare la
terapia
di riattribuzione di sesso (più tardi si inizia, più
è difficile avere
un corpo perfettamente femminile nei trans MtF, MaletoFemale).
Nonostante la lettera lasciata da Leelah dove spiegava le ragioni del
suo gesto, i suoi genitori hanno continuato a difendere la loro fede
religiosa che li imponeva di non accettare l'identità di
genere
della figlia, continuando a chiamarla figlio e dicendo di amarlo,
scrivendo Joshua sulla sua lapide.
Nella
sua lettera, Leelah ha spiegato che avrebbe voluto che il suo
suicidio venisse agglomerato alle altre tante morti per transfobia e
che venisse usato per far aprire gli occhi alla gente sul dolore e su
come, ancora oggi, vengono trattate le persone transgender e
transessuali.
Il
mio minimo è divulgare la sua storia. Anche se, certo, la
mia poesia
non è un granché ^^'
Piccola
nota:
Sì,
l'ultima strofa non è in rima. Infatti è stonata,
inadatta come
quel nome.
Alla
prossima.
Chu!
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