Stupide enfant

di Edmond Dantes
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Stupide enfant

« Ehi, che cavolo state facendo? »

Il ragazzetto fece cadere il pacchetto di Cioccorane che teneva in mano e si avvicinò ai due ragazzi, come a volerli separare, per poi allontanarsi, indeciso. La bionda iniziò a ridacchiare, divertita dall'espressione del cugino, mentre l'altro si voltò verso di lui, arrossendo leggermente.

« La sto solo salutando, Jaime » affermò Teddy, osservando poi il piccolo Potter allontanarsi.

« Stupide enfant » sussurrò Victoire, prima di appiccicarsi di nuovo addosso al suo ragazzo.



Victoire sentiva la rabbia montarle dentro. Avrebbe voluto strapparsi di dosso quell'ingombrante vestito bianco e gettarsi addosso ad entrambi. Lui aveva titubato, davanti al prete, e quello stupide enfant aveva pronunciato quattro inaspettate parole che le avevano rovinato la vita. Ed ora erano scappati insieme, e lei era lì, sola, un sacco svuotato e riempito di nuovo da sola rabbia.




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