Na Na
Na Na Na
Na Na
Na Na Na!
We
came To Battle, Baby ,We
Came to Win The War
We Won’t
Surrender ‘Till We Get What We’Re Looking For
Beatriz P.O.V.
Dai!
Dai!
Corri! Ce la devi fare, cazzo!
Oggi
è il
nostro anniversario, quello forse più importante della
nostra vita, che segnerà
i nostri destini!
Ninetales,
non devi, non puoi mollare così!
Quel
dannato
angelo nero non ci avrà mai, lo sai bene quanto io tenga a
te.
Ti
ricordi
quando ero piccola e tu mi hai regalato un’ocarina, donata a
te da chissà chì?
E
quando è
morta la mamma e tu mi hai tirata su quando non c’era nessun
altro?
E
quando io
ti ho insegnato a parlare?
Ah,
quanti
bei ricordi!
Oggi,
o
meglio, ieri, era il nostro anniversario.
Dieci
anni,
ma ti rendi conto?!
E
ora tu
vorresti mollare così, brutta stupida!?!
We’re
Blowing Out Our Speakers
There Goes
the Neighbourhood
A Little Scissor Happy,
Little Misunderstood
….
Ho
deciso,
basta scappare, basta correre!
Prendo
il
mio arco di avorio, incocco una freccia Benedetta e…
Daughters Of
Darkness, Sisters Insane
A little Evil Goes a Long, long Way
We stand together
No, We’re Not Afraid!
Forse
ho il
coraggio di farlo…
Punto
la
freccia… prendo bene la mira (Ma la mia mira fa
schifo!),e…
VIA!
We’ll
Live Forever!
Daughters of
Darkness
Daughters of
Darkness!
Normal P.O.V.
Le
due si
trovavano in una foresta. Era fitta, nera, oscura. Da chi non si
sapeva, ma
stavano scappando.
-Uno,
due,
tre, quattro…umh…dove siete?- chiedeva una vocina
flebile, con una specie di
retrogusto maligno.
Si
sa, le
Volpi sono animali notturni, le Figlie
della Notte , eppura quella notte era terribile pure per
loro.
“Sembra
di
giocare a nascondino.” Pensò Beatriz, afferrando
la zampa pallida e quasi senza
vita della sua compagna, Ninetales.
Il
corpo del
Pokèmon Volpe era completamente coperto di tagli, dilaniato
a metà. Dalle
fauci semiaperte usciva un rivolo di
sangue, che si ritorceva su sé stesso e poi cascava lento a
terra, inondandola
di quel liquido rosso cremisi.
Gli
occhi
spalancati, diretti alla Luna che, in quel momento, non era una
complice come
lo era sempre stata.
Una
lacrima.
Una sola. Dall’occhio destro. Poi il nulla, si
accasciò a terra, ansimando.
A
ridurla
così era stata proprio la bambina demoniaca che le stava
inseguendo.
“Accidenti!
Devo riuscire a farle un esorcismo, ci devo riuscire!” la
ragazzavolpe strinse
a sé l’arco d’avorio e una freccia
Benedetta dalla Dea Inari.
Poi,
con un
carboncino, ci scrisse su qualcosa. Sulla punta passò una
mano, facendo
gocciolare sulla freccia il suo sangue purificato.
-Cinque,
sei, …. Ehm… otto, dieci….- la loro
inseguitrice non sapeva nemmeno contare, e
questo era un… bene?
Beatriz
si
ritrovò costretta a mormorare. –Dai, Niny, ti
prego, resisti! Ora le farò un
esorcismo, e sarà tutto finito. Tutto.-.
Un
debole
gemito emerse dalla bocca insanguinata della Volpe. Un assenso.
La
padroncina sapeva bene che la sua compagna era dotata del
“principio di
autorigenerazione ed autoprocreazione”, cioè si
poteva curare dormendo soltanto
un giorno e avere dei cuccioli da sé, senza bisogno dei
maschi, e questo la
rendeva invincibile ai suoi occhi.
La
accarezzò
su un fianco, tingendosi le unghie di rosso.
-Andrà
tutto
bene….-.
Poi,
un
flashback.
Lei
da piccola,
Ninetales, una bara nera come la pece.
“Qui
riposa
un buon uomo” era inciso sul coperchio. Probabilmente era la
bara di suo padre.
-Sh,
non
piangere piccola. Andrà tutto bene…- la frase di
Ninetales le diede il coraggio
di andare avanti.
Digrignando
i denti, Beatriz trovò il coraggio per tendere
l’arco, incoccare la freccia e…
-Ah!
Vi ho
viste, vi ho viste!- esultò quello strano demone,
saltellando. –Ora vi mangerò!
E poi userò le vostre ossa come giocattoli!-.
“Ma
che
cos’ha nella testa quella piccola deficiente?” si
chiese nella mente lei.
Successivamente,
si rese conto con orrore che non riusciva più a muovere le
braccia, le gambe…
E
il demone
si avvicinava sempre di più, con la bocca spalancata. In un
primo momento, non
ebbe paura.
Ma
poi,
quando si accorse che il corpo stava cambiando, (in peggio) ebbe
davvero un
brivido freddo.
Ormai
il
demone e Beatriz erano faccia a faccia, solo che lei non si poteva
muovere
mentre “quell’affare” sì.
Dalla
schiena, ormai squartata, uscivano due ali nere come la pece, gli occhi
avevano
il colore dei capelli, petrolio liquido, orribile. I denti erano
disallineati,
seguivano traiettorie diverse, affilati come rasoi.
-Che
cazzo
vuoi da me?- sibilò nervosa Beatriz, con la sua solita
spavalderia.
-Da
voi? Mh
mh, voglio mangiarvi. Tu hai una forza spiritica molto elevata,
diventerò
potentissima!- le rispose, mostrando l’orrida lingua
biforcuta.
-A?
Sei una
femmina? Non mi sembra!- ribattè ironica.
Il
mostro
ritrasse la lingua e mostrò un sorrisone a cinquecento denti.
-Beh,
prima
di mangiarti… potrei anche farti fare un cucciolo!- disse
con voce “sensuale”,
avvicinandosi alla ragazza ancora tesa. Si mise dietro di lei. Le mani
sui
fianchi.
-SEI
DISGUSTOSA!- esclamò feroce, muovendosi un po. Ma non
troppo. –CHE CAZZO MI HAI
FATTO!?!-.
-Umh,
niente. Ti ho solo immobilizzata. E ora, buon divertimento!-.
-NIIIIIIIINEEEEE!!!-
un grido alle loro spalle.
Poi
un lago
di sangue. La testa del mostro appoggiata su un albero caduto al loro
fianco.
Tutto bruciato.
Le
ali erano
spezzate. Gli occhi vuoti, spalancati.
-Nine…nine…Ni…
- gemeva dal dolore, Ninetales, con la schiena ricurva e dolorante.
-Niny,
basta, tranquilla. E’ tutto finito… tutto.-.
-AAAAAH!-
Kyukon si svegliò di soprassalto, sudata come non lo fu mai.
Al
suo fianco
riposava ancora Sumiko, la ragazza che aveva salvato qualche giorno
prima dal
team Onixe, da due reclute che la volevano violentare.
La
Volpe a
Nove Code la accolse in casa sua.
Beh,
in
realtà non ci guadagnò molto, visto che il giorno
dopo Kyukon la portò a letto
con sé.
Ma,
visto
che le Volpi hanno la “variante di sesso”,
cioè si possono trasformare in
maschifemmine, a lei non dispiaque molto.
Si
scostò
dalla fronte una ciocca di capelli rosso ciliegia e si coprì
il petto scoperto
con il leggero lenzuolo estivo.
-Che…che
ti
è successo?- domandò con voce flebile.
-Niente.
Un
incubo.- rispose lei, voltandosi a guardare il suo “trofeo di
guerra”.
Allungò
una
mano sotto le coperte e le toccò il linguine, scoperto e
bagnato, ricevendo
come risposta un gemito di piacere. Fare questo la rassicurava sempre,
e la
eccitava soprattutto.
-Mi
piace
stare sopra.- annunciò la Kyubi no Kitsune, coprendola col
suo corpo. –E a te
piace stare sotto?-.
La
ragazza
annuì. –Non mi racconti cos’hai
sognato?- le chiese, con la frase seguita da un
debole gemito.
Kyukon
si
era trasformata in Dante, il suo alter-ego maschile, e
l’aveva penetrata.
-Ti
ho fatto
male?- si inumidì le labbra.
-Perché
non
mi rispond…AH!- questa volta non voleva che si mettesse a
distrarla con le sue
domande stupide, ingenue.
-Gioca
con
me e sta’ zitta!-.
Dopo
circa
due ore… la Volpe udì una voce.
“Io
ti ho Perdonata, Figlia della Notte”
***
Hello, I’m Mz.Hyde! ***
Salve!
Buon
anniversario a meeeee! 10 anni di PoKéMoN!
Ok, so che questa
storia non è nei miei “parametri”, ma mi
piaceva variare un po’.
Il titolo è la canzone degli Halestorm “Daughters
of
Darkness”, e sinceramente non so come mai mi sia venuta in
mente questa c***o
di storia…
I disegni presenti sono (in ordine):
1mo:
l’ho fatto io. Sarebbero Beatriz piccola che suona
l’ocarina e Ninetales.
2do:
l’ho fatto ancora io e sarebbe Beatriz che tende
l’arco…ma forse si capiva! XD
3rzo:
…. Internet fa miracoli!
Se avete domande, ci sono le recensioni sempre ben accette.
Alla prossima,
Revvy
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