Salve a
tutti! Questo è il primo capitolo. Fatemi
sapere se vi piace, ci tengo.
Scrivete anche se non vi piace, così so se continuare o no.
Grazie
Tramonto.
Era seduta su un sedile polveroso della corriera. La fantastia rosa sul
colore blu della poltrone era veramente pessima, a completare l'opera
c'era un poggiatesta giallo. Chissenefrega. Era relativamente comodo.
Faceva un freddo boia in quel dicembre avanzato, il cielo era
già bruno e pioveva. Lei guardava le gocce di pioggia
aggrapparsi al vetro e scivolare giù, non si era accorta che
il bus era pieno tranne per il posto vicino al suo. Molte signore
impellicciate avevano preferito stare in piedi piuttosto che sedersi
vicino a lei: aveva un'aria trasandata. Quel maglione di lana era
decisamente troppo grande per lei, ci navigava dentro, era un mare di
lana calda. Ad un certo punto si sedette vicino a lei un ragazzo. Aveva
un odore strano, non quelle solite colonie in quantità
assurda che impestavano i colli dei suoi coetanei.
Non era un profumo, ma era comunque gradevolmente dolciastro.
Aveva le classiche cuffie Apple che contraddistinguevano quasi tutte
gli adolescenti, ma da quelle usciva una musica diversa...era
evidentemente sparata a tutto volume. Lo stava fissando.
Lui si tolse una cuffia: "Ti serve qualcosa?"
Lei non rispose, prese la cuffietta che si era tolto e se la mise
nell'orecchio destro: "Cosa ascolti?"
Sorrise: "Sono i Nirvana? Non li hai mai sentiti?"
"No. Che musica è?"
"Altra."
"Altra?"
"Shhh ascolta"
La ragazza tacque. BAM.
La musica la riempì, era strano, mai provato. Come una
martellata.
Che significava complaint?
"Devo scendere!" Tirò piano la cuffietta, facendola cadere.
No, no, no ne voglio di più.
Il ragazzo si stava già sta per alzare quando lei lo
trattenne e gli stampò un bacio sulla guancia: "Grazie"
Lui sorrise di nuovo e scomparve.
Scendeva in stazione dei treni, la sua era la prossima.
Nirvana, ne voglio di più.
Continuava a ripetersi questa frase fino a quando non arrivò
a casa.
"Devo uscire."
"Non esiste, Viola, sei appena tornata"
"No mamma è importante."
La mamma non capiva: importante? Mha:
"Torna tra mezz'ora"
"Ok"
Correva, il vento freddo le seccava le labbra e gliele rompeva.
Al negozio di dischi. Ne prese uno nero, non capiva cosa c'era in
copertina, era una foto a raggi x.
Tornò a casa e lo infilò nel lettore Cd, che non
usava da tempi dello zecchino d'oro.
Questo è il pezzo più bello del disco.
No ok è questo.
No aspetta, questo è ancora meglio.
Lo pensò per tutte le 13 canzoni di Bleach. Candeggina.
Non c'era quella che aveva ascoltato col ragazzo però.
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