lunari e solari
Lunari e Solari
I
Lunari e i Solari convivevano pacificamente sulla cima del Monte Targon, ma
questo cambiò quando gli amanti del Sole complottarono per impadronirsi della
parte del monte data ai seguaci della Luna. Approfittarono della notte del Rito
Lunare, dove altri pianeti entravano in congiunzione con il satellite, creando
effetti magnifici. Colsero quell’occasione, dato che i Lunari non portavano
armi durante quella celebrazione e li uccisero tutti, dal primo all’ultimo. La
Luna si disperò quella sera, osservando quel massacro impotente e si tinse del
rosso del loro sangue, in modo che i Solari ricordassero cosa avevano fatto ai
loro fratelli, per dei giacimenti d’oro.
I Rakkoriani non parlarono ai loro discendenti di quella storia, incitarono soltanto
a seguire la guida dei Solari, pena la morte.
Era giunto il rito del Kor, dove i giovani
Rakkoriani diventavano adulti e ottenevano le
sacre reliquie Rakkor uccidendosi. A Leona non piaceva questa tradizione, la
trovava insensata: perché dei fratelli avrebbero dovuto uccidersi tra loro?
Quando fu il suo turno, una volta sconfitto il suo avversario, gli risparmiò la
vita, incapace di ucciderlo, commettendo un’eresia. Venne bloccata da più
guerrieri, ma quando questi fecero per ferirla, una luce abbagliante inondò il
campo di battaglia. Alla scomparsa di quella luce, c’era Leona indenne mentre
quelli che avrebbero dovuto ucciderla erano privi di coscienza. Quando i Solari
vennero a sapere ciò fecero unire Leona alla loro élite, in quanto prescelta del
Sole.
Quella stella sperò che quello che successe placasse l’ira della sorella, che
ogni anno nel giorno del Rito Lunare si tingeva di rosso sangue. Ma non bastò,
difatti quella sera cambiò aspetto ancora.
Nell’enorme sede dei Solari si tenne un banchetto,
ignorando il fatto che la vendetta della Luna potesse essere più vicina di
quello credevano.
- Come si è sentita quando il Sacro Sole l’ha inondata? Cosa ha avvertito? Che
fortuna per una Rakkoriana provare questa gioia!- iniziò a dirle un Anziano,
uno dei capi del culto.
-Non avevo mai provato una sensazione del genere, un tale calore e benevolenza
sono entrati dentro di me. È stato bellissimo.- rispose la festeggiata in
imbarazzo.
I suoi occhi ambrati scorsero una figura distaccata dal gruppo, appoggiata ad
un muro, immersa nella lettura. Avrà avuto 3 anni in meno di lei, eppure
sembrava più seria di qualsiasi adulto nella sala. Si avvicinò lentamente per
non spaventarla e distrarla, ma quella si era già accorta di lei e chiuse il
libro di scatto, puntando i suoi gelidi occhi azzurri sulla nuova arrivata. Non
aveva i caratteristici occhi ambrati ed i capelli scuri dei Solari, anzi i suoi
capelli erano bianchi come la Luna. La campionessa del Sole ne rimase
affascinata.
-Perché mi stai fissando? Non preferiresti parlare del potere del Sole con gli Anziani?-
-Diventa noioso ripetere le stesse cose a tutti, dopo un po’ di tempo. A te non
piace parlare del Sole?-
-No. Non mi ha mai dato emozioni come a quella gente.- indicò con il mento la
massa di vesti dorate che parlavano tra loro.
-Allora perché stai leggendo del culto Solari?- le chiese dopo averle preso di
mano il libro, sorridendo al titolo.
-Sono una ragazza molto curiosa.- le rispose cercando di riprenderlo, stando
sulle punte per provare a raggiungere la mano che teneva il tomo.
-Come ti chiami?- disse nascondendo il libro dietro alla schiena, sorridendo
alla ragazzina che cercava in tutti i modi di prenderlo ancora.
Ad un certo punto quella sbuffò e si arrese, mormorando piano “Diana” per poi
riappoggiarsi al muro e guardare la folla, annoiata.
-Leona, molto piacere.- le disse appoggiandole il libro sulla testa.
-Leona, si sbrighi la Luna sta giungendo il suo zenit è ora che lei si ritiri!-
esclamò una servitrice che prese per un braccio la campionessa Solari e la
trascinò via dalla sua compagna, per poi quando furono abbastanza lontane
continuare – non stia troppo vicina a quella bambina. Ha idee strane.-
Diana fissò l’unica persona che le volesse parlare allontanarsi, prima di
andare nei suoi alloggi e fissare quella Luna rosso sangue che tanto la
incuriosiva e intristiva, come se sentisse nostalgia di un tempo mai vissuto.
Perché
tutti adoravano quella stella, mentre sua sorella veniva ignorata? Eppure erano
di egual importanza, anzi la Luna illuminava la notte, permettendo alle navi di
raggiungere sane e salve i porti. Era molto più umile del Sole, si accontentava
di farsi vedere da pochi ma salvarli. Perché tutti i riti erano incentrati su
quella stella del giorno? Questo era quello che, all’età di dodici anni, Diana
incominciò a pensare. Tre anni prima che arrivasse Leona, la ragazza dai
capelli bianchi era già decisa che prima o poi avrebbe esplorato per intero il
monte Targon, alla ricerca di prove che confermavano la sua tesi, ovvero
l’esistenza in antichità di un culto lunare. Era sicura ci fosse.
Quando la campionessa del Sole, l’Alba raggiante la chiamarono, arrivò tra i
Solari, il suo desiderio di trovare qualcosa sul
monte era cresciuto. Voleva far giustizia alla Luna, che di campione non ne
aveva nessuno.
Qualcuno
bussò alla sua porta, mentre lei ricordava la sua infanzia, fatta di prese in
giro e di esclusioni. Andò ad aprire e si trovò davanti due occhi ambrati e
capelli color miele scuro. Lasciò entrare la donna che era arrivata cinque anni
or sono a palazzo, sbuffando.
-Cosa ti porta qui? Non dovresti allenarti o imparare il culto del Sole?- le
chiese dandole le spalle, sistemando qualche scartoffia sul tavolo
- Per questo sono qui, imparare il culto. Preferisco che me lo spieghi tu,
siccome sei di indole curiosa e non sei un anziano, mi potresti dire cose che
loro non sanno o non vogliono dire.- rispose Leona, abbracciandola da dietro e
appoggiando il mento sulla sua spalla.
-Non credo di saper più di loro, ho letto e studiato le stesse cose. Ed il Sole
è il simbolo di chiarezza non nasconderebbero mai nulla, specialmente alla
Prescelta.- non si staccò, ormai abituata all’attaccamento della donna.
-Voglio che me lo racconti tu, Diana.- le sussurrò in un orecchio, prima di
farle il solletico ai fianchi. La ragazza dai capelli bianchi chiese una tregua
tra le risate, appoggiandosi al tavolo, girandosi verso l’altra per
acconsentire alla sua richiesta.
-Sei così bella quando ridi, più raggiante del Sole stesso. Dovresti sorridere
di più.-
- Non ci guadagnerei nulla, mi hanno già bollata come diversa, sarebbe inutile.-
La donna dagli occhi ambrati sapeva di cosa stava parlando, le avevano riferito
che credeva che oltre ai Solari, in antichità, c’era anche un culto per la
Luna, e per quanto potesse sembrare assurdo, Leona non era del tutto convinta
del contrario.
-Hai fatto qualche scoperta?- spesso le due si trovavano a parlare delle
ricerche della più giovane, era interessante confrontarsi su queste cose.
-Forse. Ho trovato una piccola insenatura guardando in una vecchia cartina del
monte, che su quelle attuali non è riportata. Magari significa qualcosa, magari
non significa nulla.- le rispose aprendo le due cartine sul tavolo per farle
confrontare.
La ragazza dai capelli color miele si chinò, mettendosi una ciocca di capelli
dietro un orecchio, mentre l’altra la guardava con un misto di fiducia e di
imbarazzo. Era l’unica con cui avesse un vero rapporto.
-In effetti c’è qualcosa di diverso. Andiamo insieme a chiedere se puoi
esplorare quella parte?-
-Ovvio. Farei di tutto per te.- le disse sorridendole e accarezzandole i
capelli. – Stai facendo tutto in modo pacifico, non vedo come possano
negartelo-
Gli anziani non concessero a Diana di uscire. Una volta rientrate nella sua
camera la ragazza dai capelli bianchi si tuffò tra le braccia dell’altra.
-Perché mi ostacolano sempre? Vorrei soltanto essere felice anche io. Perché mi
devono sempre bollare come diversa? – iniziò a piangere tra le braccia calde ed
accoglienti dell’altra.
-Un giorno ti ascolteranno Diana. Comprenderanno che è un altro modo di
ringraziare il Sole, dato che secondo la tua teoria è lui che fa splendere la
Luna, e sarai uguale a tutti noi.- le disse consolandola, accarezzandole i
capelli bianchi e stringendola sé.
-Lo credi davvero? Non tutti sono come te Leona. Tu sei l’unica…- disse prima
di staccarsi e darle un delicato bacio sulle labbra, allontanandosi subito, in
imbarazzo per quello che aveva fatto.
Certo il loro era un bel rapporto ma per lei significa davvero quello? Leona
significa davvero quel bacio?
L’altra non si scompose e si avvicinò per baciarla. Lei aveva già capito da
anni cosa fosse quel legame che sentiva tra loro due ed aveva aspettato
pazientemente che anche la più piccola se ne accorgesse.
Non durò tanto neanche quel bacio, ma lo sguardo che si scambiarono dopo, oro
nel ghiaccio, era molto più intenso e fisico di qualsiasi altra cosa in quella
stanza. C’erano solo loro due e basta.
La prima a riprendersi fu Diana, ancora in imbarazzo.
In quella giornata ci sarebbe stata la Luna rossa, quindi prese una decisione
che avrebbe cambiato le loro vite.
-Vado. Anche senza autorizzazione.-
-Torna presto. E non fare sciocchezze.- le disse Leona, sapendo di che stava
parlando.
Con la luce del Sole ancora alta, Diana uscì da
palazzo. E si recò da quella parte del monte Targon, dove quella stella illuminava
poco.
Una volta trovata l’insenatura della cartina, nascosta da rovi, sorrise di
felicità ed entrò accendendo una torcia.
Quello che trovò al suo interno era spettacolare: una sala circolare piena di
graffiti, bassorilievi e dipinti, raffiguranti un vecchio culto Lunare. Al
centro della stanza una tomba.
“Qui riposa il primo Lunari” recitava la lapide.
I quadri avevano disegnato sopra una donna con i capelli bianchi e occhi
azzurri identica a Diana.
Sotto un bassorilievo di guerra, c’era una vecchia armatura grigia e una spada
con un’insolita forma semicircolare. Con quelle insegne si recò nuovamente al
tempio Solari, sicura che ora l’avrebbero accettata ed avrebbero accettato il
suo culto. Finalmente la Luna aveva ancora una voce.
Quando gli anziani solari videro quell’armatura si arrabbiarono con Diana. La chiamarono
eretica e sotto lo sguardo incredulo di Leona
condannarono a morte la sua amata. Mentre gli altri preparavano la sala
per l’esecuzione la campionessa del Sole andò dalla Lunari e le giurò che
avrebbe fatto cambiare idea ai loro capi. Non voleva perderla ed avrebbe fatto
qualsiasi cosa. Diana non la guardò neanche una volta, accumulando pian piano
la rabbia dentro di se.
La Luna Rossa raggiunse lo zenit, proprio sopra una Diana legata e pronta per
l’esecuzione.
“Quel dannato culto morirà con te. Non ci saranno mai più Lunari a sottrarre
attenzione al Sole!” le gridarono insieme gli anziani. Leona era alle loro
spalle e non voleva guardare quello che stava per accadere.
Fu allora che Diana aprì gli occhi, azzurri come non mai, e guardò uno ad uno
quei vecchi che mai le avevano detto nulla.
I raggi della Luna raggiunsero la Lunari, come quelli del sole fecero con
Leona. Quella luce spezzò le catene che tenevano legata Diana, che brandì
l’arma reliquia ritrovata ed uccise uno ad uno quegli anziani. Tutta la verità
sul popolo seguace di quel satellite e anche sui Solari e quello che fecero
venne fatta conoscere alla ragazza dai capelli bianchi. Tutta la rabbia della
Luna si riversò su di lei.
-Vieni con me Leona. Ti svelerò ciò che è successo. Il Sole non rivela la
verità. La sua luce può solo bruciare ed accecare.- le porse una mano insanguinata.
Lo sguardo dell’altra era incredulo. Cosa era successo a quella ragazza calma e
gentile che tanto amava?
Brandì anche lei la sua arma, reliquia dei Solari.
-Era necessario tutto ciò? Perché lo hai fatto? Perché hai dovuto farlo?
Potevi… potevi liberarti ed scappare! Perché hai ucciso la tua gente?!-
Quelle domande fecero aumentare la rabbia dell’altra, la quale strinse di più
l'elsa dell'arma, prima di girarsi e allontanarsi.
- Non verserò altro sangue, ti lascerò vivere, al contrario di ciò che avete
fatto voi. Ma la prossima volta, quando le nostre lame si scontreranno non ci
sarà il tuo Sole a proteggerti, Solari -
Non combatterono in quella sala, ma ormai capirono che non poteva più esserci
un futuro per loro due, insieme.
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