Sii coraggioso
Quando Tobias smetteva di pensare, per un attimo, a ciò che
aveva da fare, capitava che gli tornasse in mente Tris, il suo viso, la
sua voce. E il dolore si faceva di nuovo vivo, nonostante fosse
già passato più di un anno dalla sua morte e lui
aveva ricominciato a vivere nella nuova società di Chicago.
Capitava che si richiudesse nel suo angolo dei ricordi, dedicato solo
ed unicamente alla sua ragazza, che lo aveva lasciato troppo presto. E
la loro storia aveva finito per non esistere più, si era
chiusa prima ancora che potesse iniziare, proprio ad un passo dalla
vittoria finale.
In alcuni momenti rimpiangeva di aver ascoltato Christina, di non aver
preso quel dannatissimo siero della memoria: il dolore dei ricordi in
alcuni momenti si faceva troppo forte per essere sopportato, spappolava
nuovamente quel suo cuore che, piano piano, stava cercando di guarire.
Non voleva capacitarsi della sua morte, non ancora; non voleva
abbandonare tutto il suo passato per un futuro in cui lei non ci
sarebbe stata.
Ma forse ancora c’era, non l’aveva mai del tutto
abbandonato. Non era veramente il suo intento, quello di farsi
uccidere, era solo stato un incidente.
In certi momenti sembrava quasi riapparire fisicamente, sembrava quasi
reale, tangibile... Ma era sempre quel quasi a tradirlo.
«Io
sono qui, Tobias. Non me ne sono mai andata, sono sempre con te. Pensi
che ti abbandonerei mai, sapendo che non sei felice, che soffri a causa
mia?»
La ragazza gli stava tendendo il braccio, non capiva più
cosa fosse reale e cosa no.
Forse era tornata, aveva ascoltato i suoi desideri, i suoi sogni... O
forse no.
Ma non poteva rifiutare quella mano tesa apposta per lui.
«Non voglio che tu stia male per me, se fosse successo il
contrario penso che nemmeno tu lo vorresti per me. Sii felice, non
pensare a ciò che non hai più. Pensa a quello che
ancora hai, a tutto il futuro che ti aspetta senza di me. Ricordati che
io sarò sempre con te, ti guarderò da lontano, ma
non abbandonare un’altra volta, per l’ennesima
volta, tutto a causa mia. Vivi.»
Alcune volte capitava che si ritrovasse zuppo di sudore, seduto sul
letto. Semicosciente, pensava ancora alla visione, o no?, che aveva
appena avuto. Oppure era un sogno? Ma Tris era così maledettamente
reale... Tutto era stato maledettamente reale.
Alcune volte gli capitava di rivedere Tris, sorridente, felice, come se
nulla le fosse successo. Come se fossero ancora insieme. Ma non gli
diceva nulla, anche se lui lo avrebbe voluto. E adesso, che finalmente
gli aveva parlato, non voleva nemmeno crederci. Sapeva che tutto era
stato un sogno, solo non voleva ammetterlo, altrimenti avrebbe dovuto
ammettere anche che lei non c’era più per davvero.
E quando capitava, quelle volte, si sentiva ancora più solo
del normale, anche se aveva quegli amici che lo avevano sempre aiutato.
Ma non potevano capirlo fino in fondo, non provavano lo stesso vuoto
che provava lui quando lei gli tornava in mente.
«Sii coraggioso,
Quattro.» E gli sorrise, poco prima di svanire.
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