One Step Ahead of You
One Step Ahead of
You
“If you are not too long,
I will wait here
for you all my life.”
-Oscar Wilde
La loro non sarebbe mai stata una normale
storia d’amore.
Mulan, questo, lo sapeva bene. Certamente non una di quelle frivole e
idilliache fiabe tipiche delle grandi leggende cinesi, stracolme di principi
pomposi e di principesse aggraziate; di universi ordinati e di amicizia eterna.
Al contrario, lei e Shang facevano parte di un mondo sfregiato, malato, che
aveva sperimentato a proprie spese gli orrori della guerra, della devastazione,
della morte. Un’anti-favola nata e maturata in battaglia, tra perdite e paure,
le cui parole sporche d’inchiostro raffiguravano spade, fiori, capelli recisi,
forza e draghi e musica e giustizia.
Perché loro non erano semplici esseri umani ma ibridi forgiati con il metallo e
il fuoco, la neve e il vento. Erano guerrieri sopravvissuti alla vita, piante
diverse di uno stesso seme. Eppure, per entrambi, le relazioni interpersonali
erano state più facili da gestire all’interno di un contesto come quello
militare, impostato sul combattimento e l’esecuzione dei compiti assegnati.
Sebbene, a onore del vero, Mulan avesse avuto anche altri problemi cui
pensare: tre cosette proibite che le avrebbero garantito
all’istante un viaggio in prima fila tra i disgraziati decapitati dell’altro
mondo.
Nulla a che vedere, comunque, con appuntamenti romantici, frasi sdolcinate e
baci appassionati.
Lei e Shang – Shang, poi! – sembravano due bambini impacciati senza nessunissima
idea del cosa fare o del come procedere. Certo, a differenza di
lui, Mulan era più consapevole di quello che voleva e di quello che era
necessario pianificare. Ma questo era logico: lei era una soldatessa
determinata.
Aveva o no salvato la Cina?
D’altro canto, Shang dava l’impressione di un infante in equilibrio precario
sulla cima di una montagna colossale. Mulan lo percepiva attraverso i gesti
maldestri del ragazzo; attraverso le timide occhiate o le sopracciglia piene,
sollevate a causa degli imbarazzanti silenzi momentanei.
Tuttavia aveva notato qualcos’altro, la prima sera che il capitano era rimasto
a cena dalla famiglia Fa. Era nato tutto da un simpatico siparietto amichevole
entro il quale Shang si era rivolto a lei chiamandola Ping e
aveva cominciato a raccontare di come si fossero conosciuti sul campo militare.
Poi era sopraggiunta quella strana, malinconica espressione. Che solo Mulan
aveva captato. Un’ombra penosa, accucciatasi ai lati degli occhi del ragazzo
che, ormai pesanti, potevano solo oscillare sfiniti verso il pavimento.
E l’aveva osservato attentamente mentre raddrizzava leggermente la schiena
dinanzi a Fa Zhou, sorridendo genuino e rispettoso. Con quel solito cipiglio
addolorato. Annientato.
Così Mulan aveva risolto il quesito.
Di conseguenza, a esattamente una settimana da quella sera (Shang, nel
frattempo, aveva preso l’abitudine di andarla a trovare tutti i giorni) gli
aveva proposto di fare un breve viaggetto a cavallo, solo loro due, in onore
dei “vecchi tempi”, nemmeno troppo vecchi.
Il fardello che Shang portava nel cuore sarebbe stato anche il suo. Lei
l’avrebbe alleggerito per lui. Perché la prima volta che si erano conosciuti
era stata anche l’ultima che lui aveva rivisto suo padre, il Generale Li, vivo.
Ed è per questo che, insieme, sarebbero tornati indietro, nel passato, cosicché,
insieme, avrebbero potuto affrontare meglio il futuro.
“Khan” aveva così sussurrato la ragazza al fedele cavallo. “Andiamo dal
Generale Li.”
No, sicuramente la loro non sarebbe mai stata una normale storia d’amore.
Che poi, uno come Shang, di normalità – tra allenamenti duri, combattimenti,
inattese cariche di capitano e donne che si spacciavano per uomini! – ne sapeva
pochissimo. Senza contare che in una situazione del genere, dove per situazione s’intendeva
il suo rapporto complicato con Mulan, sarebbe dovuto essere lui il primo a
organizzare un romantico appuntamento per i due.
Anche se lui era un uomo e come tale, di appuntamenti romantici, ne sapeva il
minimo indispensabile. Trovava vagamente esasperante il fatto che Mulan fosse
sempre un passo davanti a lui.
Non che la incolpasse. Quella ragazza – donna – era stata la
sua benedizione.
Così forte, appassionata, sognatrice; ardeva come un fuoco divampante, di
un’energia e di un calore tutto suo.
Averla vicino gli faceva toccare con mano quanto ancora avesse da imparare,
sulla vita, sugli uomini, su se stesso. Lui, sempre troppo obbediente,
razionale, era attratto dall’emotiva e coraggiosa Mulan come la falena lo era
della luce.
Avrebbe voluto prenderla tra le braccia, stringerla a se. Ma era tutto così
nuovo, confuso; c’erano delle regole, degli schemi da rispettare.
Non poteva farne a meno. Era sempre stato così. In guerra come nella vita.
E lui era un tale impiastro nei rapporti umani.
L’unico con cui si era saputo confrontare in modo normale era stato suo padre.
Fin da piccolo, aveva cercato in tutti modi di renderlo fiero. Fuori e dentro
il campo di battaglia. Ma suo padre non cercava la perfezione, ripensandoci.
Lo stesso padre che, da bambino, gli regalava buffetti sulle guance e
spettinate epiche con le mani ampie e calde. Lo stesso padre che lo aspettava
per ore sotto la pioggia durante gli allenamenti e lo accoglieva con un dono
speciale.
E allora, Shang aveva capito, osservando il villaggio circostante. Della meta
verso cui si stavano precipitando.
“Shang” l’aveva poi chiamato Mulan, riportandolo a galla dai suoi pensieri.
“Tutto bene?”
“Bene” aveva risposto lui, sorridendo sornione.
Bugiardo. Mulan comprendeva il nervosismo del cinese, man
mano che procedevano per il sentiero di montagna. Sebbene nessuno dei due
l’avesse ancora confermato ad alta voce.
“Sei tu quella stranamente silenziosa. Ancora non vuoi dirmi dove stiamo
andando?”
“Siamo quasi arrivati.”
“Ping me l’avrebbe già detto.”
“Probabile, ma con Ping non avresti mai fatto questo” aveva
risposto Mulan, avvicinandosi a cavallo e afferrandogli una mano.
“O questo” l’aveva stupita lui, baciandole cortesemente le nocche.
“Mulan ha decisamente più lati positivi” mormorò il ragazzo,
facendole il solletico con il naso.
“Nemmeno Shang è tanto male” lo provocò lei, ridacchiando.
“Sul serio? Stiamo parlando dello stesso noioso e sostenuto Shang? Quel Shang?”
Mulan lo fissava divertita, scuotendo la testa. “Non sei noioso, solo…rigido.”
In tutta risposta il cinese aveva sollevato dubbiosamente un sopracciglio.
“Sai, rigido. Impostato. Forse non la migliore delle qualità ma – ”
“Fa Mulan!” esclamò il capitano, falsamente offeso. “Proprio colei che ha rubato
l'armatura di suo padre, è scappata di casa, si è travestita da soldato, ha
ingannato il suo…”
“ – Ma mi piaci anche per questo, simpaticone.”
Le labbra serrate di Shang si erano schiuse dolcemente, mostrando una smorfia
soddisfatta. “Ti piaccio.”
L’occhiataccia di Mulan l’aveva fatto tornare sull’attenti.
“Cioè, anche tu mi piaci molto. Miss
ribelle.”
Improvvisamente, la ragazza era scesa da cavallo, legandone le redini a un
albero adiacente e rivolgendogli un sorriso sincero.
“Mulan?”
“Da qui procediamo a piedi. Fidati di me.”
E quella, più che una preghiera, era sempre stata una certezza. Per Shang.
Così era atterrato anche lui sulla neve fresca, raggiungendo veloce la donna
della sua vita (non che l’avesse mai detto a Mulan) e si era mentalmente preparato
alla situazione.
“Hai ancora intenzione di far finta di non sapere dove stiamo andando?” l’aveva
pungolato lei, sfiorandogli delicatamente una spalla.
“Non sono proprio bravo a fingere, eh?”
“Non con me.”
Mulan gli aveva stretto un braccio a mo’ d’incoraggiamento, pregando che
l’impatto con la tomba del padre defunto non fosse stato troppo violento.
Perché a qualche metro da loro si poteva ancora scorgere l’altarino arrangiato,
dedicato al Generale Li – con la spada piantata al suolo e l’elmo importante.
“Mulan…”
“Ascoltami, Shang. So quanto amassi tuo padre e quanto tu abbia sofferto per la
sua dipartita. Ma voglio che tu capisca quanto lui sarebbe stato fiero di te.
Dell’uomo che sei. Come lo sono io.”
L’aveva accarezzato sul viso, catturandolo con quegli occhi ipnotici. Le guance
porporine. Le labbra carnose.
“Per quel che vale, ti ritengo un grande capitano.”
E il cuore del ragazzo sembrò pronto a esplodere da un momento all’altro.
Così si era allontanato, sorridendole riconoscente, verso il primo, nuovo
ricordo che l’avrebbe accompagnato per sempre.
Mulan l’aveva visto camminare lentamente, inginocchiandosi rispettosamente dinanzi
all’altare del Generale e l’aveva osservato pregare. Ossequioso. Sereno.
Non sapendo che le preghiere più rilevanti erano dedicate a lei.
Lei.
La sua roccia. La sua oasi di pace e serenità. E aveva chiesto al padre di
vegliare su di lui e di guardarlo diventare un ottimo e fidato generale come lo
era stato lui in passato.
Poi aveva percepito il calore di Mulan vicino al suo corpo, inginocchiatasi
anch’essa sulla neve.
E pregava, Mulan. Sorridente, bellissima.
Così lui l’aveva baciata. Dapprima lentamente, con un po’ di agitazione. Ma la
felicità sul viso della ragazza gli aveva donato sicurezza. Si erano
trovati, persi, cercati, ritrovati. Amati. Perché lei amava lui e lui amava
lei.
“La prima volta in questo stesso punto, tu eri accanto a me come Ping” le aveva
sussurrato premuroso. “E adesso sei ancora accanto a me, come Mulan. La
versione migliore sia di Shang che di Ping. Come la donna di cui mi sono
innamorato.”
Mulan aveva sgranato gli occhi scuri. Per una volta senza parole. Si era
toccata i capelli corti, sorridendo imbarazzata. Ma non aveva osato rispondere.
Troppo intenta a lasciarsi riempire da quel sentimento potente e rassicurante.
Magico.
Aveva annuito, incapace di smettere di sorridere ed entrambi, gioiosi, si erano
buttati tra le braccia dell’altro. Cui erano destinati da sempre.
Dinanzi al ricordo del Generale Li – lusingato da dolci preghiere e solenni
giuramenti.
La loro non sarebbe mai stata una normale storia d’amore. Ma a Mulan andava
bene così. Perché in fondo, il fiore che sbocciava nelle avversità era il più
raro e il più bello di tutti.
E perché il Capitano Li Shang ne sapeva ben poco di normalità.
Lui, d’altronde, aveva appena deciso che alla fine del mese le avrebbe chiesto
di sposarlo.
Note
dell’Autrice:
Intendo,
prima di qualunque altra cosa, ringraziare chiunque si sia fermato a leggere o
leggerà questa One-Shot sino alla fine.
Siete stati – sarete – pazienti, gentili e pure coraggiosi.
È la primissima volta che partecipo a un Contest in generale, perciò ringrazio,
ovviamente, anche Maiko_Chan per averne proposto uno
tanto interessante.
Dunque, dunque. Da dove incominciare?
Let’s start with l’uomo nero dentro l’armadio: questo temutissimo (da me,
s’intende) Head Canon.
Mai sentito nominare fino a qualche tempo fa.
Essì che nella mia più totale e imbarazzante ignoranza l’avrei tranquillamente
scambiato per un Missing Moments bello e buono.
La preoccupazione più grande era quella di essere andata completamente fuori
tema; di non averci capito nulla in assoluto. Quindi di aver fatto un grande
buco nell’acqua. Ma poi mi sono detta: tentar non nuoce.
La mia Head Canon parte da quest’anticipazione “Era dinanzi alla tomba
di suo padre che Shang aveva dato il suo primo bacio a Mulan. E sempre dinanzi
a essa, aveva deciso di sposarla.”
Volevo tentare di spiegare, assecondando il mio cervellino malato, che cosa
poteva essere successo durante lo spezzone di tempo sospeso tra la fine di
Mulan e l’inizio di Mulan II. Ovvero: Che cosa spinge Shang a proporre a Mulan
di sposarla dopo esattamente un mese dalla sconfitta degli Unni? Come
progredisce la loro relazione? Come se la cavano?
Naturalmente ho voluto tralasciare gli esempi Disneyani, dove due persone si
sposano già al secondo giorno di conoscenza.
Ma va bene così; insomma, con Mulan gli schemi della Disney cambiano
significativamente, giusto?
In bocca al lupo a tutti i partecipanti!
Road chan
- Autore: Road chan (r minuscola nel
nick di EFP: road chan)
- Titolo: One step ahead of you
- Head
Canon: “Era dinanzi alla tomba di suo padre che Shang aveva dato il
suo primo bacio a Mulan. E sempre dinanzi a essa, aveva deciso di sposarla.”
- Fandom: Mulan
- Personaggi
e Pairing: Mulan/Shang
- Genere: Sentimentale
- Rating: Verde
- Avvertimenti: One-shot; Missing
Moments
- Introduzione: “Un’anti-favola
nata e maturata in battaglia, tra perdite e paure, le cui parole sporche
d’inchiostro raffiguravano spade, fiori, capelli recisi, forza e draghi e
musica e giustizia. Perché loro non erano semplici esseri umani ma ibridi
forgiati con il metallo e il fuoco, la neve e il vento.”
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