Ad
una creatura dall'infinita pazienza.
Ad
una persona speciale.
A
una grande amica.
Buon
compleanno big-sistah!
Nett
Gaara
non aveva la minima idea di cosa significasse veramente il concetto
di “bello”.
Si,
sapeva che “bello” era una cosa piacevole agli occhi, che
corrispondeva a certi standard, ma aveva più familiarità col
concetto di “buono” o di “giusto”.
Queste
due cose seguono delle norme morali, delle leggi che un Kazekage deve
far rispettare.
La
bellezza, d'altro canto, è qualcosa di puramente astratto.
Una
volta aveva sentito vociferare suo fratello sulla bellezza
prorompente di certe ragazze: alte, sgargianti e vistose.
Eppure
colei che aveva catturato il suo sguardo era minuta e per nulla
vistosa.
Una
volta aveva sentito che una donna per essere bella doveva far di
tutto per farsi notare.
Eppure
quando lei stava lì, con la matita che le sfiorava le labbra e lo
sguardo assorto sul foglio Gaara non poteva far a meno di pensare che
lei fosse veramente Bella.
*
<<
Gaara va tutto bene? >>
Il
kazekage batté gli occhi riconoscendo il viso del fratello: aveva la
testa leggermente inclinata verso destra e le sopracciglia aggrottate
in un'espressione di disappunto che veniva risaltata notevolmente dal
trucco illuminato dai raggi del sole del mattino.
<<
Hai sto bene >> si limitò a dire atono.
<<
Sono passati quasi due giorni dalla fine dell'esame dei chunin. I
partecipanti meritano una risposta. Chi sono i promossi? >>
<<
Mi serve ancora un giorno >>
<<
Ma Gaara... >>
<<
Ancora un giorno. Domani comunicherò la mia decisione >>
La
selezione dei chunin combinata quell'anno si era conclusa con la
seconda prova e per sua stessa scelta dovevano essere i kage dei vari
villaggi a valutare i genin dopo aver letto i rapporti estremamente
dettagliati stesi dagli esaminatori di Suna.
In
realtà lui non aveva perso tempo, la lista era pronta da due giorni.
L'aveva compilata la sera stessa della fine della prova.
Tuttavia
tentennava.
Guardò
il monitor della piccola televisione poggiata sulla sua scrivania: la
registrazione era ancora ferma al minuto 19.52 della prima prova,
quella scritta, svoltasi a Konoha.
Si
era comportata benissimo.
Calma,
concentrata e attenta. Non si era lasciata distrarre nemmeno dai
pugni scagliati da Neji e Sajin.
Ripensò
all'attacco nel deserto.
Aveva
tenuto fede ai suoi insegnamenti.
Aveva
fatto di tutto per proteggerlo, incurante della pericolosità del
monaco.
Gli
aveva fatto anche una bella ramanzina, ma su questo poteva sorvolare.
Aveva
ricevuto gli elogi di Neji Hyuga, un
ninja di un livello molto più
alto di quello per il quale aveva combattuto.
Eppure
tentennava.
Qualcosa
dentro di se gli suggeriva di non far superare la prova.
Certo
avrebbe potuto usare come scusa l'incompetenza di Yukata.
Avrebbe
potuto dire che aveva disobbedito ad un suo ordine.
Avrebbe
potuto non dire un bel niente perchè lui era il Kazekage e se il
kazekage decideva una cosa dovevano tutti star zitti e muti e
prendere atto della sua decisione.
Eppure
un'altra vocina interiore, che non era Shukaku, gli suggeriva che non
era giusto.
Con
un gesto secco tolse la cassetta dal videoregistratore e ne mise
un'altra.
Razionalmente
sapeva che doveva promuoverla.
Ma
qualcosa lo frenava.
Poggiò
il viso sulla mano destra chiusa a pugno.
Per
tutti i kami, quando era diventata così bella?
<<
Se continui così entrerai dentro il televisore >>
Gaara
alzò nuovamente la testa e questa volta fu lui a guardare torvo il
fratello.
<<
Ti ho già detto che mi serve altro tempo. Non tornare ogni cinque
minuti >>
Il
micio di Suna strabuzzò gli occhi ed indicò la finestra.
<<
E' sera inoltrata Gaara. Ti ho portato la cena >>
Lui
si voltò incredulo.
Le
stelle avevano preso il posto del sole e la temperatura era scesa.
Distratto
non si era accorto che Kankuro si era messo accanto a lui e adesso
fissava lo schermo con le braccia incrociate al petto.
<<
E' nostro dovere proteggere il nostro kazekag... >>
Kankuro
premette il tasto pausa e fissò il monitor senza mostrare nessuna
emozione.
La
registrazione mostrava Koshi e Sari sulla sinistra, intenti a
guardarsi imbarazzati, Gaara aveva appena dato loro l'ordine di
scappare e Matsuri insisteva nel ripetere che dovevano proteggerlo.
Gaara
aveva aperto la bocca per parlare ma venne anticipato dal fratello.
<<
Non le molli il braccio un secondo >>
Lui
aggrottò la fronte confuso.
<<
Come prego? >>
<<
Il braccio >> indicò il punto esatto sullo schermo << la
tieni stretta come se non volessi lasciarla andare >>
Avvertì
uno strano calore diffondersi sulle sue guance.
<<
L'ho soltanto aiutata ad alzarsi >>
<<
Ti ha sgridato davanti a due genin ed al nemico >>
<<
Voleva soltanto difendermi >>
<<
Nessuno si è mai permesso di usare quel tono con te >>
Gaara
guardò bene il fratello: era serio, composto, con le braccia
incrociate in qua posa quasi granitica.
Ma
quel dettaglio lo sorprese.
Un
sorrisino appena accennato.
<<
Mi stai canzonando fratello? >>
<<
Sono solo più tranquillo adesso che so perché ci metti tanto a
prendere la tua decisione >> Gli diede una poderosa pacca sulla
spalla. << Puoi anche mollare la presa. Tanto non se ne va da
nessuna parte >>
I
capelli del kazekage si rizzarono impercettibilmente.
<<
Che cosa... Che intendi? >>
<<
Magnati 'sta zuppa prima che si fredda >> disse per tutta
risposta il marionettista passandogli malamente la ciotola ed uscendo
dall'ufficio.
<<
…? >> Gaara rimase completamente interdetto.
*
<<
Ci ha convocati kazekage? >>
I
componenti dei team Shira, Ameno,
Goji,
Matsuri e Saya erano tutti in piedi di fronte la scrivania del
kazekage.
<<
Hai volevo informarvi che ho preso la mia decisione riguardo i
risultati della seconda prova... >>
Lo
sguardo di tutti i componenti delle squadre si illuminò all'istante
<<
Avete passato tutti la prova >>
<<
YAHOOO YAHOOO >> Yukata si mise a saltellare e ad urlare per
tutto l'ufficio.
Gaara
chiuse gli occhi un istante tentando di reprimere il fastidio
suscitato da quell'urlo.
<<
Yukata tu dovrai affrontare delle missioni di livello B e sottoporti
a un allenamento supplementare col tuo sensei >>
<<
Ah... uff... >> disse lei chinando il capo.
<<
Shira qui c'è il rotolo con la missione al confine. Ah Yome qui c'è
anche il tuo >>
A
sentire quell'ultima frase la ragazza dalla vista eccezionale arrossì
visibilmente, soprattutto dopo la gomitata amichevole ricevuta da
Sen.
<<
Arigatò Kazekage-dono >>
Il
kazekage annuì congedando il gruppo.
<<
Matsuri >>
La
ragazza si voltò << Hai Sense... volevo dire Kazekage? >>
<<
Dovrei parlare da solo con te. Chiudi la porta per favore >>
Sia
Yukata che Koshi si guardarono cercando di rimanere con la
caposquadra ma lo sguardo del Kage non sembrava ammettere repliche.
Matsuri
chiuse la porta e si avvicinò mestamente alla scrivania chinando il
busto in avanti.
<<
Posso immaginare il motivo di questo richiamo... >>
<<
Matsuri >>
Conosceva
bene quel tono di voce. Quando la sua allieva iniziava a parlare con
quel tono non c'era modo di fermarla e lui doveva far appello a tutta
la sua pazienza per cercare di calmarla.
<<
...ho volontariamente disobbedito ad un vostro preciso ordine … >>
<<
Matsuri >>
<<
So che merito una giusta punizione ma io non sono affatto pentita
perche io... >>
<<
Matsuri >>
<<
… Darei la vita per lei! Non mi importa degli ordini e se tu sei,
cioè se lei è in pericolo io non posso fare a meno di... >>
<<
Sono fiero di te Matsuri >>
La
ragazza finalmente ammutolì sgranando gli occhi e lui si ritrovò a
pensare che era bella. Davvero tanto bella.
<<
Hai fatto veramente molta strada da quando eri una ragazzina
spaventata dalle armi >>
<<
Oh... A... arigatò kazekage-sama >>
<<
Vorrei che tu continuassi a chiamarmi sensei >>
Matsuri
accennò un sorriso.
<<
Anche se non sono più una sua allieva? >>
<<
Vorrei che tu rimanessi la mia allieva ancora per tanto tempo
>>
I
loro occhi si incrociarono per un lungo significativo istante.
<<
D'accordo Gaara-sensei >>
Gaara
si sentì improvvisamente a disagio e avvertì il bisogno di alzarsi
e darle le spalle con la scusa di guardare fuori dalla finestra.
Ci
fu una lunga pausa nella quale il ragazzo si mise a fissare un falco
volteggiare per il villaggio mentre Matsuri non sapeva che fare.
<<
Gaara-sensei? >>
Lui
non rispose.
Non
sembrava aver terminato il discorso, tuttavia non fiatava, se ne
stava li immobile a fissare il cielo.
Timidamente
decise di avvicinarsi sino a mettersi accanto a lui.
Lo
sguardo perso nel cielo, un lieve tremore come se il demone fosse
fermento le fece intuire che era a disagio e non volle infierire.
<<
Col suo permesso vado ad allenarmi >>
Fece
un veloce inchino ed aprì la porta quando udì la voce del ragazzo.
<<
Sei diventata una ragazza davvero molto bella >>
Le
sue guance si imporporarono e sorrise d'istinto.
Per
il momento poteva bastare.
Al
momento il ragazzo era troppo impegnato a tenere a bada un demone
ancora troppo potente ed ottenere la fiducia di un villaggio ancora
troppo diffidente.
Tuttavia
quello lo trovava uno splendido inizio.
<<
Arigatò Gaara-sensei >> disse chiudendo la porta.
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