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modi per uccidere Barbabianca
#1
Erba assassina
Era
su quella nave da poco tempo, ma gli sembrava trascorsa già
una
mezza eternità. Ogni attimo passato su quell'imbarcazione,
scappando
dagli altri membri della ciurma, sembrava interminabile.
Quando
non era intento a rubare da mangiare o urlare a qualcuno di lasciarlo
in pace, cercava disperatamente un modo intelligente ed efficace per
uccidere Barbabianca.
Non
che avesse davvero qualcosa contro quella persona, a parte il fatto
che gli aveva chiesto di diventare suo figlio.
Niente
era più sbagliato che porre una domanda del genere a
Portuguese D.
Ace.
Ogni
momento trascorso sulla Moby Dick era buono per saltare alla gola del
capitano.
Peccato
che a ogni tentativo coincidesse sempre una sconfitta; più o
meno
grave, dipendeva dalle volte. C'erano situazioni in cui ad Ace usciva
solo un po' di sangue dal naso, altre invece, se non fosse stato per
il potere del suo Rogia, probabilmente avrebbe perso qualche pezzo
per strada.
Ma
lui non pareva farci molto caso, e imperterrito portava avanti la sua
missione.
Quel
giorno approfittò della cucina deserta; era quasi ora di
pranzo, ma
nella stanza non si vedeva un'anima. Ace non stette a chiedersi
nemmeno il perché di tanta tranquillità; gli era
andata fin troppo
bene, e sicuramente non si sarebbe fatto scappare quell'occasione.
In
una delle sue tante esplorazioni dell'immensa nave, si era imbattuto
nell'infermeria; entrandoci, aveva iniziato a curiosare tra gli
scaffali contenenti una quantità davvero ragguardevole di
medicinali.
Leggendo
di fretta le tante etichette, la sua attenzione era stata catturata
da un'erba: l'adonide. La scritta, in caratteri minuscoli e quasi
illeggibili, riportava la parola mortale.
Quale
chance più ghiotta, se non quella di un erba velenosa, per
poter
mettere al tappeto una volta per tutte quel vecchio balordo?
Ecco
spiegato il motivo per cui era nella cucina, a quell'ora, e con
quella boccetta in mano; rubata qualche ora prima.
Cercò
l'otre da cui il vecchio beveva sempre, trovandolo vicino alla
riserva del liquore. Controllò che dentro ci fosse il
saké e vi
versò tutto il liquido giallastro dell'erba assassina.
“Tanto
per essere sicuri” sogghignò tra sé e
sé.
Aveva
imparato, nel breve tempo che era stato lì, che il capitano
adorava
il saké, che beveva praticamente tutto il giorno.
Uscì
silenziosamente dalla cucina, attento a non far nessun rumore e
nascondendo l'arma del delitto.
Si
avviò verso il ponte, dove decise di aspettare l'ora del
pranzo,
declinando ogni invito ad unirsi alla ciurma. Si sedette vicino alla
balaustra, in attesa.
Aspettò
e aspettò, impaziente, finché il pranzo non
finì e il vecchio
tornò sul ponte per adagiarsi sulla sua solita poltrona.
“Ma
come è possibile?!” saltò su Ace,
incredulo nel vederlo in piedi
e sghignazzante.
Barbabianca
lo fissò con i suoi occhi piccoli, iniziando a ridere senza
riuscire
a contenersi.
“Ragazzino,
pensi davvero che un po' di veleno possa uccidermi?
Guarararara!”
Ace
rimase di sale.
Quell'uomo
era indistruttibile. O era immune a quel veleno.
Imprecò
senza curarsi di essere sentito.
Doveva
pensare a qualcosa di più efficace.
ANGOLO
DELLA DEMENZA
Buonasera
a voi, miei prodi (?) arrivati fino a qui!
Inizio
col dire che sì, questa raccolta che ho in mente non ha
senso; e no,
non mi aspetto nemmeno che qualcuno la legga.
Ma
a me faceva ridere.
Oggi,
riguardando per la milionesima volta le puntate in cui Ace era ancora
vivo (sigh, sono una di quelle piagnone che non è riuscita e
non
riuscirà mai a superare la sua morte, ahimè!), mi
sono imbattuta
nell'episodio in cui cerca di ammazzare ad ogni occasione quel povero
Barbabianca. Nel flashback, mentre vola in mare, si sente un membro
della ciurma che dice che quella volta, era la centesima.
Da
qui, nella mia testa si è accesa una lampadina; sperando che
non si
spenga e che non mi lasci col sedere per terra, magari a
metà.
Una
precisazione.
La
pianta assassina, esiste sul serio! Non sarei capace di inventarmi su
due piedi una cosa così complicata, data la mia scarsa
conoscenza
della botanica.
Adonide
gialla
Tipica
pianta delle regioni steppiche dell'Europa sud-orientale e dell'Asia
occidentale. Alta 20-30cm la più conosciuta è
l'adonide gialla che fiorisce in primavera. I grandi fiori hanno reso
questa pianta popolare e coltivata per scopo ornamentale soprattutto
nei giardini rocciosi.
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Veniva
utilizzata sotto forma di infuso per il trattamento di leggere
debolezze cardiache.
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L'adonide
gialla e le altre specie perenni congeneri contengono, in tutta la
pianta, glicosidi cardioattivi che esplicano un'azione simile a quella
della digitale purpurea ma con un effetto più rapido,
più debole e meno persistente.
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Vomito
e diarrea sanguinolenta; convulsioni; arresto cardiocircolatorio.
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MORTALE
|
Fa
abbastanza schifo, per non dire altre volgarità, ma mi era
simpatica
dall'immagine, nonostante fosse gialla. Io odio il giallo.
Detto
ciò, chi volesse saperne di più su piante
velenose, non chieda a me
ma ad Ace, e chi avesse bisogno di un antidoto, chieda a Barbabianca,
che tanto è immortale!
Ringrazio
di cuore chi è arrivato fin qui!
Peace
& Love! |