ff full metal alchemist
BIRTH
una figura slanciata si muoveva velocemente nella tenuta, nella sua
corsa evitava ogni albero con facilità, si muoveva
silenziosamente debolmente illuminata dal chiarore dei raggi del sole
che filtravano attraverso il fitto fogliame, era una ragazza, con dei
lunghi capelli scuri,avvolta in un corpetto di pelle e in dei
pantaloni dello stesso tessuto sembrava quasi volare tra il fitto
fogliame, legati al polpaccio tramite delle strette
fibbie di cuoio stavano due pugnali, alla cintura uno leggermente
più piccolo ma dall'elsa ben lavorata scintillava,
debolmente
illuminato di raggi del sole.
La ragazza lanciava furiosamente i pugnali contro un albero, sembrava
fosse dilaniata da un fuoco interiore, quasi bruciassse dalla
rabbia, sul braccio sinistro una fasciatura lasciava intravedere alcune
macchie di sangue e sul viso, quasi diafano, alcuni eczemi violacei
macchiavano le guance leggermente sfiorate da alcune ciocche ribelli,
poco lontano, da un finestra, una
sagoma scura osservava la giovane allenarsi,i suoi
stessi occhi verdi la fissavano gelidamente, l'uomo a cui appartenevano
fece schioccare velocemente le dita della mano destro, una fiamma si
sprigionò dal quel veloce sfregamento illuminando nella
penombra
l'immacolato guanto bianco sul cui dorso spiccava un comnplicato
disegno, l'uomo si voltò di scatto dando le spalle alla
finestra, per un attimo, prima di sprofondare nel buio, un flebile
raggio di sole illuminò la collana che portava al
collo....illuminò quel ciondolo....rischiarò quel
simbolo...una fenice che ardeva tra le fiamme
diciassette anni
prima....
il medico entrò velocemente nella stanza, le mani ancora
sporche
di sangue, fissò l'uomo in piedi vicino la scrivania
dell'ampio
studio, solo dopo alcuni secondi quello sembrò accorgersi
della
sua presenza, lo guardò leggermente irritato come se fosse
responsabile di avere interrotto il corso dei suoi pensieri
-e dunque?-
chiese con tono serio, i freddi occhi verdi lo fissavano
imperturbabili quasi non gli importasse nulla della risposta, solamente
il lieve tamburallare di una mano sulla liscia superfice di mogano
scuro della scrivania lasciava trapelare il reale stato d'animo
dell'uomo.... il
medico gli sorrise incoraggiante
-è una
bellissima bambina!- disse tendendogli la mano per
congratularsi, ma l'altro non gliela strinse affatto, il bellissimo
viso piegato in una smorfia furiosa, in preda ad uno scatto d'ira
rovesciò la bottiglia di
Sherry dal tavolo, il liquore iniziò a cadere sul prezioso
tappeto rosso, goccia dopo goccia... notando l'espressione basita del
medico si
passò una mano tra i sottili capelli biondi cercando di
ricomporsi
- Signore va tutto bene?
non desidera vederla? ha i suoi stessi occhi
sapesse...è stato un parto difficile ma entrambe madre e
figlia
stanno bene..- esclamò con voce tremante, di
certo non si
aspettava una simile reazione, nessun padre avrebbe reagito
così
alla notizia della nascita della sua primogenita...eppure quell'uomo,
quello che un tempo reputava un amico era tutto fuorchè
felice...
- può andare non ho più bisogno di lei...e porti
con se
quella bambina non la voglio, faccia come preferisca la affidi a un
convento l'abbandoni all'angolo della strada..non mi interessa non mi
è di alcuna utilità qui- esclamò
agitando la mano
infastidito, il medico lo squadrò sconvolto, per un
attimo
si domandò se avesse sentito bene, se quelle parole fossero
realmente state pronunciate con un simile distacco....
quell'uomo stava ripudiando sua figlia...
- ma è sua
figlia!, è una bambina sana e in forze non
capisco il perchè di questa sua reazione-
l'alchimista lo
fissò freddamente, nei suoi occhi stava fermentando una
rabbia
latente
- una bambina che non
potrà mai prendere le redini del
nostro casato, che non perpetrerà il nostro nome,
dilapiderà la nostra fortuna sposandosi con un uomo che non
appartiene alla nostra famiglia....non posso permetterlo-
esclamò suonando un campanellino, dopo pochi secondi apparve
una ragazza in tenuta servile che raccolse da terra la bottiglia appena
rovesciata, accennò un debole inchino verso il padrone e
riuscì velocemente dalla stanza. Dopo che la ragazza ebbe
chiuso
la porta alle sue spalle, il medico tornò a concentrare la
sua
attenzione sull'uomo in piedi difronte a lui.... l'alchimista aveva un
fisico scolpito, le spalle larghe ,
dei capelli biondo chiaro che incorniciavano un bellissimo viso sul
quale spiccavano due grandi occhi verdi privi di qualsiasi
emozione...le mani erano fasciate da due guanti bianchi sul cui dorso
erano impressi due cerchi alchemici rosso fuoco....
rosso come il sangue che
aveva versato...
rosso come le vite che
lui stesso aveva aiutato a spezzare in quei giorni ad Ishibar...
.- io desidero
unicamente un figlio maschio, quella bambina
ha sbagliato a nascere...- mormorò sedendosi
sulla sedia e
iniziando a scrivere su dei fogli recanti l'intestazione del Comando
Generale, il colloquio era finito, il medicò
guardò
esasperato l'ufficiale, aveva rinunciato da tempo a vincere contro di
lui, aveva sacrificato la sua deontologia professionale per rimanere al
suo servizio...ma adesso non erano più ad Ishibar, adesso
non
poteva permettere che un altro omicidio fosse perpetrato con la sua
collaborazione ed a spese di qualcuno incapace di difendersi
qualcuno come un
bambino...
- senti Louis.ti parlo
come amico non come medico- sibiò
agguantandolo per la collottola- siamo
stati insieme
ad Ishibar, quindi non ho problemi a dirti le cose per come stanno. Tua
moglie ha rischiato la vita durante il parto, ho fatto il possibile ma
non penso potrà mai più rimanere incinta quindi
che ti
piaccia o no quella bambina è l'unica cosa che avrai...-
si
bloccò capendodi aver esagerato, gli occhi spalancati dal
terrore erano fissi in quelli verde smeraldo, ridotti a fessurre
dell'uomo seduto difronte...fu un attimo, l'alchimista gli
afferrò il braccio mentre con la mano sinistra sfiorava il
cerchio alchemico posto sul guanto destro, con un grido di dolore misto
a terrore il medico cercò di
ritrarsi immediatamente ma la trasmutazione era stata avviata, con le
lacrime agli occhi uscì fuori dalla stanza... il braccio
ustionato
inerte al suo fianco....
una giovane donna dalla pelle quasi diafana e dai lunghi capelli scuri
stava distesa sul grande letto a baldacchino, delle cameriere le si
affaccendavano intorno provocando un evidente fastidio nella ragazza...
- vi ho detto di
lasciarmi pure sola, non ho bisogno di nulla sto bene-
esclamò facendogli cenno di uscire dalla stanza, in quel
momento
entrò l'alchimista, non degnò le serve di uno
sguardo
mentre si avviava verso il letto dove la donna era distesa, si sedette
sul bordo del materasso, scrutando per un attimo il viso pallido e
sofferente di lei, gli occhi nero pece della donna cercarono di
sostenere per qualche secondo quello sguardo imperturbabile, ma
tornarono a saettare per gli angoli più nascosti della
stanza....
- questo non era
programmato- gli disse quasi in un sussurro, l'uomo
continuava a fissarla impassibile
- non è colpa
tua-
sibilò avvicinandosi a una culla posta contro il muro della
stanza rivolta ad est,
un neonato dormiva tranquillamente, una bambina, l'alchimista le
rivolse uno sguardo carico di disprezzo
- non abbiamo altra
scelta, dovremmo farcene carico sperando che non si
riveli un peso ancor più fastidioso di quanto lo sia gia
adesso- esclamò prendendola tra le braccia, la
bambina,
svegliatasi
bruscamente iniziò a strillare, di tutta risposta quello la
riadagiò nella culla tornando verso il baldacchino, prese
per
mano la moglie
- andiamo...devi farti
visitare da un medico serio, quello di prima era
un incompetente- esclamò uscendo con lei dalla
stanza incuranti del neonato, la
bambina continuava a strillare, il suo pianto infantile risuonava per
tutto il maniero, nessuno
sembrava sentirla....
DEATH
Midnight,
si chiamerà Midnight, con lei cala la notte sulla
nostra casa, lei rappresenta la fine di ogni nostra ambizione...
un abbraccio, un
sorriso, le sarebbe bastato solo questo per essere
felice, per poter chiamare quel posto casa, invece ogni giorno si
scontrava con sguardi freddi e parole ostili, all'inizio piangeva, si
disperava, desiderava ardentemente essere all'altezza delle loro
aspettative, desiderava veramente essere l'erede che non avevano mai
potuto avere, poi subentravano la rassegnazione e la certezza che
comunque, qualsiasi cosa avesse fatto, non sarebbe mai stata
abbastanza, loro erano il fuoco, lei era l'aria, loro erano assassini,
lei era la vittima, loro erano la sua famiglia, lei per loro era
un'estranea, adesso anche le sue lacrime erano finite.....
la bambina si svegliò di soprassalto, i lunghi boccoli
leggermente scarmigliati, accanto a lei una figura le intimava di
alzarsi
- forza non è
tempo di dormire- le sibilò trascinandola
malamente fuori dalle coperte, la fioca luce proveniente dal piccolo
lume posto sul comodino illuminava parzialmente la piccola stanza..
L'uomo continuava a trascinarla, la bambina non opponeva alcuna
resistenza, sarebbe
stato praticamente inutile...
- dove stiamo andando?-
provò a chiedere con la voce ancora impastata dal sonno
così bruscamente interrotto,
- è ora di
iniziare con l'allenamento, abbiamo perso fin troppo tempo con quelle
insulse
lezioni teoriche...-sussurrò aprendo
violentemente la porta che
conduceva all'esterno della tenuta, il vento smuoveva le cime degli
alberi, una leggera nebbiolina rendeva il paesaggio
inquietante...l'uomo condusse la figlia al centro di uno spazio erboso
circondato da alberi, indietreggiò di qualche passo per poi
arrestarsi del tutto
- Colpiscimi-
le intimò mentre una leggera pioggia iniziava a
cadere, la bambina rabbrividì, scalza e coperta solo dalla
leggera camicia da notte
- Ma io....-
momorò stringendosi nelle spalle
- Midnight...non
concluderai mai niente se ti rifiuti di combattere, in
guerra non importa se dalla parte avversa ci sono persone a te
care...devi cancellare qualsiasi legame dalla tua mente-
le urlò
con la voce carica di risentimento
- se non
colpirai tu lo farò
io- le disse sorridendo malignamente, i capelli biondi
grondanti
d'acqua leggermente mossi dal vento, la bambina tremò,ma non
per il freddo questa volta,
aveva paura...
quindi iniziò a correre in direzione del padre
sferrandogli un
calcio al fianco sinistro, l'uomo lo bloccò facilmente con
una
mano, lo sguardo impassibile, quindi iniziò a
esercitare
una forte pressione sulla gamba verso la direzione opposta a quella in
cui era piegata, la bambina urlò di dolore mentre crollava a
terra, l'uomo le
sferrò un calcio nello stomaco allontanandola di qualche
metro
-Sei debole-
le sussurrò piegandosi su di lei, quindi la prese per le
spalle costringendola a rimettersi in piedi...
- Non so nemmeno perchè perdo il mio tempo a cercare di
migliorarti, sei una causa persa- le disse conducendola poco
più
avanti, un profondo pozzo si ergeva tra i numerosi alberi di ciliegio
della tenuta, la bambina lo guardò terrorizzata intuendo
ciò che l'uomo aveva intenzione di fare
- No,
studierò di più, la prego, la prego, mi
impegnerò di più glielo prometto-
esclamò
implorandolo, le lacrime che si confondevano con la pioggia che
scorreva copiosa sul suo volto, l'uomo non la degnò di una
risposta la prese malamente in braccio sollevandola sull'apertura del
pozzo
- Ormai hai dieci anni,
il tempo dei giochi è finito- disse
mollando improvvisamente la presa, gli occhi della bambina si
focalizzarono per un momento su quelli dello stesso identico colore del
padre, cercando di appigliarsi a un piccolo barlume di amore, di
pietà ma non trovò nulla,
erano vuoti...
le sembrava quasi di cadere, aveva la sensazione di non avere
più nulla di solito sotto i piedi...stava precipitando in
quel
mare di odio non suo....
stava precitando in quel pozzo.....
Midnight si alzò dolorante guardando verso l'apertura del
pozzo,
la pioggia aveva ormai finito di cadere e stava iniziando ad
albeggiare, la ragazza si guardò attorno, la base di quel
vecchio pozzo asciutto era poco ampia, ricoperta da foglie secche e
terra brulla, accanto a lei notò un pezzo di gesso, lo prese
in
mano incerta sul da farsi
- alchimia...-
sussurrò tra se ricordando i numerosi libri che
le erano stati dati da leggere, libri colmi di difficilissimi simboli
ognuno con un preciso significato, suo padre quindi voleva che usasse
l'alchimia per uscire da li, l'avrebbe accontentato.
Per tutto il giorno si impegnò nel disegnare cerchi
alchemici su
ogni parete del pozzo, e ogni volta sbagliava qualcosa che vanificava
ogni suo sforzo, ore dopo il gesso si era completamente consumato e il
freddo della
notte aveva iniziato a ghermirla nella sua gelida morsa, Midnight
cercò rimanere sveglia, di non cedere al dolce invito del
sonno
che minacciava di stroncarla da un momento all'altro, di certo qualcuno
sarebbe venuto a prenderla prima o poi, di certo avrebbero capito e
l'avrebbero aiutata, perchè dopotutto era loro figlia e le
volevano bene, erano questi pensieri a riscaldarla la notte, questi
pensieri la facevano desistere dall'addormentarsi, voleva essere desta
quando suo padre l'avesse liberata da quella prigione e sua madre
l'avesse abbracciata donandole quel calore che così tanto le
era
mancato..ma non arrivò mai nessuno, la bambina attese tre
giorni, ma dall'esterno non proveniva alcun rumore all'infuori del
canto di qualche uccello. All'alba del quarto giorno, assetata e
indebolita dalla mancanza di cibo capì di essere sola, il
taglio
alla testa provocatole dalla caduta si era quasi del tutto rimarginato,
la bambina in preda alla disperazione fece pressione sulla ferita
ancora fresca, quando ritrasse le mani in preda al dolore le vide
grondanti di sangue, quindi tracciò un cerchio alchemico
sulla
parete del pozzo difronte a lei, utilizzò il proprio
sangue,dopo
un secondo di indecisione vi poggiò entrambe le mani per
attivarlo, il pozzo venne invaso dalla luce.....
La bambina arrancava vero l'entrata della casa, si appoggiava alla
parete esterna troppo esausta per far affidamento sulle sue gambe, la
sua prima trasmutazione l'aveva sfiancata....stava per entrare quando
una calda luce proveniente dalla finestra vicina attirò la
sua
attenzione, i suoi genitori cenavano tranquillamente, sorseggiavano del
vino, discorrevano allegramente...Midnight rimase a fissarli, le mani
sudicie appoggiate sul vetro, il corpo scosso da sussulti per
il
freddo, entrò lentamente in casa, cercando di essere il
più silenziosa possibile, salì al piano di sopra
gettandosi sul letto una volta arrivata nella sua stanza, era riuscita
a sopravvivere, ma quella notte era come se una parte di lei fosse
rimasta intrappolata in quel pozzo mentre i suoi genitori continuavamo
tranquillamente la loro vita di sempre, la loro vita senza di lei,
quasi che non fosse mai stata con loro....
era morta e nulla sarebbe mai
stato come prima.
REBIRTH
La ragazza volteggiava per la pista al ritmo della musica, il lungo
vestito che ben si adattava alle curve del suo corpo, i capelli
leggermente scossi dai suoi stessi movimenti, un signore piuttosto
anziano la accompagnava in quella danza, indossava un elegante abito da
sera con ricamato sul taschino il simbolo dell'esercito, una volta che
la musica treminò tutti i danzatori si arrestarono
applaudendo
educatamente la bizzarra coppia, i due si portarono al limite della
sala raggiungendo un gruppo di tre persone, due donne e un distinto
uomo sulla quarantina, una delle due donne indossava un lungo vestito
nero che esaltava la sua slanciata figura, i capelli scuri erano
raccolti in un
elegante chignon con una corta ciocca cadente sul viso, il collo
abbellito da un meraviglioso girocollo di pietre preziose, ellanon
mostrò alcun segno di apprezzamento per quanto acccaduto,
l'altra al contrario, piuttosto robusta, accolse i due con un gran
sorriso
- Robert ormai sei
troppo vecchio per queste cose- esclamò rivolto
all'uomo che appariva piuttosto stanco
- Louis, complimenti,
tua figlia oltre ad essere così graziosa
è una grande ballerina- momorò
rivolto all'uomo biondo seduto
difronte, Louis alzò un sopracigglio come se non fosse molto
d'accordo con quanto detto appena affermato....
- Midnight giusto?
Complimenti non pensavo Dafne e Louis avessere una
figlia così grande, hai 17 anni giusto?- chiese
la signora
grassottella guardando ammirata la ragazza che le stava davanti,
Midnight le sorrise educatamente, indossava un vestito verde scuro che
sottolineava il simile colore dei suoi occhi
- Si, li ho compiuti il
mese scorso- mormorò chinando
leggermente il capo in segno di saluto, a quelle parole l'uomo che
l'aveva prima fatto da accompagnatore assunse un espressione pensierosa
- Louis pensate avviarla
alla carriera di alchmista?Ormai ha
l'età giusta- chiese curioso, l'uomo stava per
rispondere ma
Midnight lo precedette
- ovviamente, la
prospettiva di entrare nell'esercito mi affascina - disse
guardando seriamente entrambi i genitori,
- bene allora
continuerà la tradizione di famiglia, ne sarai
contento Louis.- esclamò quello allontandosi
per prendere un
drink, padre e figlia rimasero a fissarsi per alcuni secondi
- cosa c'è
padre, non pensa che io possegga la "tempra "
necessaria per entrare nell'esercito?- gli chiese con un
tono colmo di
pungente ironia, gli occhi dell'uomo brillarono di una folle ira
- oppure la preoccupa il
fatto che potrei ferirmi in qualche modo,
anche se ne dubito, non siete mai stato molto attento alla mia
sicurezza- momorò Midnight sorridendogli
freddamente, gli ospiti
la guardavano atterriti, il silenzio era sceso nella sala alle parole
della ragazza
- ovviamente mi
preoccupo della tua incolumità piccola- rispose
cercando di controllarsi, le mani gli tremavano febbrilmente come se
resistesse all'impulso di schiaffeggiare la figlia
- oh...sono
perfettamente in grado di badare a me stessa, me l'avete
insegnato voi dopotutto, ma forse vi preoccupa che io possa macchiarmi
di qualche crimine...certo, ne sono consapevole, è un
rischio
che sono pronta a correre, seguo il vostro esempio dopotutto.-
concluse
Midnight prestando attenzione che tutti l'ascoltassero, il padre era
livido di rabbia, la madre si guardava attorno in preda alla vergogna
facendo cenno all'orchestra di continuare a suonare, la musica riprese,
gli ospiti continuarono a danzare, Luois prese Midnight per il braccio
conducendola al centro della pista, malamente la avvicinò a
se
iniziando a muoversi a ritmo di musica
- Come ti sei permessa,
ci hai umiliato..- le sibilò mentre la faceva
ruotare su se stessa
- mi sono limitata a
dire come la pensavo, non è quello che tu
fai sempre?- esclamò quella assecondando i
movimenti del padre
- tu non andrai in
accademia, arrecheresti disonore al mio nome e a
quello di tua madre..- sussurrò avvicinando le
sue labbra
all'orecchio della figlia
- da quanto tempo ti
rifiuti di vedermi allenare? sai di cosa sono
capace adesso? no, non lo sai...- disse la
ragazza accellerando
il ritmo della danza
- non perdo tempo a
guardare i tuoi insulsi allenamenti, ma so per
certo cosa sei o non sei in grado di fare e nell'esercito, crolleresti
in
men che non si dica, li si pratica alchimia vera non gli insulsi
giochini con cui ti diletti in giardino, li il nostro nome è
garanzia di potere- sibilò Luois con gli occhi
scintillanti d'ira
- se sei così
preoccupato del nome lo abbandono con piacere,
Phoenix non mi è mai piaciuto dopotutto-
esclamò fissando
l'uomo con uno sguardo carico d'odio, quello si arrestò al
centro della sala incredulo di ciò che aveva sentito....gli
occhi verdi fissi in quelli identici della ragazza, le mani che
stringevano forte, troppo forte, le braccia di lei...
- sono io che maledico
il giorno in cui sei venuta al mondo, tu
dovresti solo ritenerti fortunata di essere nata in questa
famiglia.....non lascerai questa casa, sono le mie ultime parole-
disse allontanando da se la ragazza che cadde malamente a terra.
L'uomo si ritrasse velocemente, Midnight venne aiutata a rialzarsi
- se ti batto...se
riesco a ferirti in un combattimento vero mi dovrai
far entrare in accademia- gli urlò dietro in
preda all'ira,
l'uomo si girò di scatto,sul suo volto si fece spazio uno
sguardo divertito ma che non celava l'irritazione che quel discorso gli
stava arrecando
- se è questo
quello che vuoi, mi rendi tutto più
semplice- esclamò schioccando le dita, i vetri
della stanza si
ruppero di colpo, l'uomo uscì all'esterno della villa
seguito
poco dopo dalla ragazza, un forte vento le smuoveva il lungo vestito e
la pioggia le rendeva difficoltosa la vista, Midnight non attese un
secondo si fiondò contro il padre cercando di sferrargli un
calcio al fianco sinistro, quello sorrise leggermente divertito
- sei ripetitiva-
le disse bloccandolo con una mano esattamente come era accaduto sette
anni prima....
- no....padre
è tutto diverso- esclamò quella
aumentando
la pressione del calcio, il sorriso abbandonò il viso
dell'uomo,
che venne colpito violentemente al fianco, cadde pesantemente a
terra mentre Midnight con grazia si issava sulle braccia per ricadere
in piedi al suolo,il padre guardò negli occhi la figlia il
cui
sguardo ribolliva di rabbia, si alzò lentamente ripulendosi
l'elegante vestito dal fango, quando rialzò sul viso
campeggiava un
sorriso folle e divertito,con quella smorfia disumana si
fiondò contro la figlia estraendo
un pugnale finemente lavorato da sotto la giacca, Midngiht si
scansò velocemente evitando tutti gli affondi tranne uno che
la
ferì leggermente al fianco causando uno strappo nel vestito,
la ragazza approfittò del momento di euforia del padre per
estrarre anch'ella un piccolo pugnale dallo stivale sinistro con cui
parò un nuovo affondo dell'uomo
- vedo che non ti fai
più tanti problemi a colpire tuo padre- le
momorò mentre tentava di ferirla nuovamente, Midnight lo
guardò con disprezzo attivando un cerchio alchemico che
provocò una forte corrente d'aria tale che il padre venne
sbattuto contro un albero poco vicino, Midnight lanciò il
pugnale in quella direzione con forza, la lama si andò a
conficcare accanto
alla guancia dell'uomo su cui apparve un sottile taglio
- non è tempo
di dormire papà- sussurrò,
sicura che lui la sentisse, voltandosi per rientrare in casa, fu un
attimo, l'uomo
approfittò del fatto che la ragazza gli desse le spalle per
afferrarle un braccio, Midngiht si voltò di scatto
-avevi promesso che se ti
avessi ferito.....- iniziò a dire ma
si fermò notando l'espressione di pure e cieca follia
comparsa
sul volto del genitore, quello poggiò il dito sul guanto che
teneva fermo il braccio della figlia attivando così il
cerchio
alchemico disegnatovi sopra....la casa fu scossa da un urlo.
l'uomo si allontanava
lentamente rientrando in casa, il guanto sporco di sangue, in volto un
espressione indecifrabile...
- prepara i
bagagli, fra tre giorni
andrai a Central City- esclamò fermandosi un attimo, poi
continuò -apparterrai sempre a questa casa, Midnight,
ricordatelo- mormorò dando le spalle ad una ragazza in
ginocchio
nella fanghiglia, Midnight guardò rabbiosamente la schiena
del
genitore, le lacrime iniziarono a segnare il suo viso mentre con una
mano si teneva il braccio insanguinato, sotto le dita, al di sotto del
sangue ancora fresco risplendeva un marchio impresso a fuoco...una
fenice
avvolta dalle fiamme
in questo modo sarebbe stata sempre sua....
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