Perso
nel silenzio di un'illusione
“Ascolterò
lo scandire del tempo, aspettando che la mia anima si colori di
nero.”
Tutto
è silente quando Jack Frost riapre gli occhi. È
il freddo ad
accoglierlo per primo, quasi come una mano amica. Jack lo riceve
benevolo e stranamente si sente a casa. Tutto il suo corpo poggia su
qualcosa di nero e liscio, gli occhi fissano l'oscurità
sopra di sé.
Con le braccia si aiuta a mettersi seduto facendo leva su quel
pavimento scarno, anche se Jack non sa se può definirsi tale.
Forse
è solo una mera illusione ma quando Jack si alza, il buio si
popola
di nuove forme, dapprima non percepisce cosa siano poi mano a mano
che i suoi piedi si muovono verso di loro, capisce. Quei disegni
strani non sono altro che case. Esse si sovrappongo, si moltiplicano
fino a formare un villaggio intero. Jack crede di vedere anche delle
ombre muoversi tra quel groviglio di strade sconnesse. Per alcuni
istanti rimane fermo, ancora non riesce a comprendere bene dove sia.
È immobile davanti a quelli che sembrano dei bambini. Si
rincorrono
felici tra le strette vie di quel villaggio. Muove passi lenti verso
di loro, con il timore che la realtà si mostri dinnanzi a
lui.
Accade quello che Jack non si augurava, infondo c'è
abituato. Gli
occhi dei bambini, colorati delle più svariate
tonalità, fissano il
vuoto. Attende che un riflesso della sua anima si materializzi, quasi
per magia, in quelle iridi che mai lo hanno visto. Aspetta invano che
la lancetta dei secondi compia un giro completo. Può quasi
sentire
il suono acuto del loro rumore: tic
toc.
I
corpi dei bambini gli passano attraverso, come fosse un fantasma, ma
forse una soluzione a tutto questo esiste. È presente una
voce
dentro di sé, Jack l'ha già sentita ma impiega
qualche minuto per
capire a chi appartiene. Niente si sposa meglio con il freddo
dell'oscurità. Sono queste le parole che
continuano a
serpeggiare nella mente di Jack. Forse Pitch ha ragione. È
questo
che pensa il ragazzo. La speranza lo abbandona piano piano,
scivolandogli addosso. Ha aspettato così tanti anni,
credendo che un
giorno anche lui, come gli altri guardiani, avrebbe smesso di essere
invisibile. L'illusione divora presto le poche briciole di speranza
che sporcano ancora i meandri del suo cuore, la luce lo abbandona e
lui non vede altra soluzione che andare dall'uomo nero e unirsi a
lui.
Consapevole
della sua scelta Jack attende il risveglio. Quest'ultimo bussa quieto
sulle palpebre ancora abbassate del ragazzo, la luce del giorno
accarezza il suo viso. Un altro barlume tende con fare gentile una
mano verso di lui, pare una lucciola dalla sua esigua forma. Jack non
la vede e mai l'ha visto, si è sempre limitato a seguirla
senza
nemmeno rendersene conto. Ma la via della luce è solo un
lontano
ricordo, quando si sveglierà quel lume si tingerà
di paura, mentre
la figura del giovane protenderà le mani verso l'ideatore di
questo
incubo.
♣ NOTE
DELL'AUTRICE
Ehilà!
Fin dalla prima volta che ho guardato il film “Le 5
leggende”,
Jack Frost è stato uno dei miei personaggi preferiti. Ecco
perché
ho voluto descrivere una flash in suo onore – se
così vogliamo
dire. Probabilmente se non mi fossi iscritta al contest non avrei mai
avuto l'occasione di scrivere di lui, quindi sono felice di essere
riuscita a partecipare – indipendentemente dal risultato
finale.
Ora, procediamo con ordine. Doveva essere presente una sorta di
cattivo e qui, seppur marginale, vi è la presenza di Pitch
dall'inizio della flash fino alla fine. Insomma, da chi credevate che
derivi quest'incubo appena scritto. Da chi se non da Pitch in
persona? Pitch è rimasto fino alla fine del
“sogno” di Jack.
Ecco cosa ha elaborato la mia mente strana per far passare il nostro
protagonista al lato oscuro (questo mi fa venire il mente Star Wars,
va be'). Comunque, nelle ultime righe parlo di un barlume,
esso simboleggia la speranza che lo ha sempre accompagnato, essa
però
non si vede. La speranza, metaforicamente parlando, gli tende una
mano credendo ancora che il ragazzo possa cambiare idea, tuttavia
niente di tutto ciò avviene e quel lume si tinge di nero, nero
come Pitch – e freddo come Frost.
E niente, ho detto
tutto, quindi spero solo che vi piaccia!
Ayumu
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