SORPRESA ALL’UNIVERSITÀ
Hermione
Granger, una bella ragazza dai capelli castano chiaro e gli occhi scuri,
camminava nel parco che contornava l’università babbana studiava, accanto alla
sua migliore amica Sabrina.
-È il prof che ha sbagliato, Herm!- stava dicendo
quest’ultima. –Il mio articolo andava benissimo, l’hai detto pure tu! Coinciso
ed essenziale, pungente e ben scritto!-
Hermione sospirò.
-È vero, era molto bello, ma adatto a qualche rivista di
gossip, non certo ad un giornale universitario!-
-È colpa mia se la cosa più interessante che accade qui è la
pubblica riconciliazione tra Robbie Johnson e Patricia Camden? Che poi, tra
parentesi, quei due si lasceranno entro una settimana, te lo dico io! Ho
sentito che…
-Non è questo il punto, Sabri.- la interruppe la mora.
Sapeva che l’amica poteva andare avanti a raccontare pettegolezzi per ore, cosa
non molto piacevole, se all’interlocutore di quello che facevano Robbie e
Patricia gliene fregava meno che zero. –Potevi evitare di parlare della festa
delle matricole di venerdì! E poi non riesco a capire perché ti ostini tanto a
voler scrivere sull’Harford, dato che studi medicina, vuoi fare il medico e le
uniche cose che dovrai scrivere saranno le ricette!-
-Perché dà crediti extra e per dimostrare a te, mia cara
amica, che non sei l’unica in grado di scrivere un articolo decente.- ribattè
Sabrina.
Hermione le sorrise e la prese a braccetto.
-Guarda che non devi dimostrare niente a nessuno, tesoro. Tu
sei veramente brava e…- s’interruppe, notando che l’amica aveva preso a fissare
un punto indeterminato davanti a sé. –Sabri, ma cosa stai guardando?- domandò
perplessa.
-Materiale da studio.-
-Cosa?-
-Un ragazzo, Herm, un ragazzo. Già, uno splendido esemplare
di maschio.-
La ragazza seguì il suo sguardo.
-Quello con i capelli neri lunghi?-
-No, quella è una donna, scema! Quello biondo! A sinistra,
seduto al tavolino all’angolo!-
-Ah, l’ho visto! È… Oh mio Dio… Non può essere!- balbettò la
mora bloccandosi in mezzo al viale alberato.
-‘Mione, ma che ti prende?!-
-Io… lo conosco!-
Gli occhi di Sabrina si illuminarono.
-Lo conosci? Perfetto! Così me lo presenti! È tanto bello
anche da vicino?-
-Non ci credo!- sbottò Hermione ignorando l’amica.
-Beh, credici, perché lui è lì da solo ed io devo
assolutamente parlarci!-
-Sabrina, tu non sai quel che dici! Lui è… una persona
spregevole, una serpe strisciante, un…
-Herm, calmati! Stai calma e spiegami tutto!- le intimò
l’amica senza distogliere lo sguardo dal bel ragazzo biondo.
-Andavamo a scuola assieme, io e lui. Si chiama Malfoy,
Draco Malfoy. Era un bastardo con me e con tutti i miei amici… io lo odiavo. E
lo odio ancora. Quando è successo tutto, lui era lì a sfottere. Non si è mai
accorto di niente, del periodo difficile che stavamo passando io e Ron, ha
continuato a dare fastidio e basta.- raccontò la mora.
-Oh. Mi dispiace, Herm. Capisco se non gli vuoi parlare.-
-Per me possiamo anche andare da lui. Però non credo che
avresti il tempo di fare colpo perché dovresti impegnarti a trattenermi per non
farmelo ammazzare con le mie stesse mani!-
-No, non andremo da lui.- disse Sabrina decisa. Poi assunse
un’espressione pensierosa e prese a giocherellare con una ciocca di capelli
biondi. –Però, se tu lo uccidessi, potrei ricavarci un articolo interessante!-
-Piantala, scema!- esclamò Hermione prima di scoppiare a
ridere. La sua migliore amica riusciva sempre a tirarla su di morale e a farle
dimenticare le cosa brutte, ma questa volta sapeva che la domanda che le
vorticava nella testa non se ne sarebbe andata fino a che non avrebbe trovato
una risposta plausibile.
*Cosa ci faceva Draco Malfoy alla Harford University?*
Draco Malfoy sorseggiava un caffè seduto ad un tavolino,
maledicendo Harry Potter e tutto l’Ordine della Fenice, che gli aveva affidato
un incarico proprio tra i babbani, ben sapendo quanto li odiasse.
“Essere buono è proprio una faticaccia!” pensò guardandosi
intorno. Era in un’università, ossia il posto dove i babbani studiavano, dove
diventavano persone importanti, ma a lui sembravano tutti deficienti che si
atteggiavano da grandi intellettuali. Ai maghi bastavano sette anni ad
Hogwarts, perché queste insulse creature senza poteri magici sprecavano tanto
tempo sui libri se poi erano comunque esseri inferiori? Draco proprio non lo
capiva, ma sapeva bene che avrebbe dovuto adattarsi velocemente, dato che la
sua missione prevedeva che lui passasse lì parecchio tempo. Si sarebbe dovuto
fingere uno studente. Doveva addirittura frequentare le lezioni ed alloggiare
al campus! Potter l’aveva studiata bene la sua piccola vendetta personale.
Lavoravano insieme da ormai cinque anni e sebbene avessero dei rapporti civili
nessuno dei due si lasciava sfuggire le occasioni per mettere in difficoltà il
nemico di scuola.
-Posso portarti qualcos’altro?- gli chiese una seducente
cameriera, facendolo riemergere dai suoi pensieri.
-Un altro caffè nero.- rispose Draco, restituendole il
sorriso e ammicando. Dopotutto era costretto a stare in quel posto
insopportabile a tempo indeterminato, doveva pur trovarsi qualcosa da fare. Si
alzò e la raggiunse al bancone. Stava per chiederle quali progetti avesse per
la serata, quando il suo sguardo fu catturato da due ragazze che lo fissavano
da lontano, confabulando tra loro. Una era alta e bionda, veramente carina,
mentre l’altra era leggermente più bassa, con dei ricci capelli castani ed
assomigliava terribilmente a…no, era proprio lei! Hermione Granger, la saccente
Mezzosangue tanto amica di Potter e Weasley! Non la vedeva dalla fine di
Hogwarts, esattamente come non aveva più visto il ragazzo dai capelli rossi,
anche se aveva appreso dalle varie riviste che era diventato un famoso portiere
di Quidditch ed ora aveva appena firmato un contratto da milioni e milioni di
dollari che lo avrebbe portato a giocare nella squadra più forte degli Stati
Uniti.
Della Granger, invece, non sapeva proprio niente. Aveva
finito il settimo anno con qualche mese d’anticipo, per ragioni a lui
sconosciute, e non l’aveva più vista. Qualche volta aveva domandato a Potter
dove fosse finita, ma il ragazzo sembrava non amare particolarmente l’argomento
e così Draco aveva lasciato perdere. Non che gli interessasse più di tanto
sapere che fine avesse fatto la so-tutto-io per eccellenza della scuola,
comunque.
Ora, però, lei era lì. Nello stesso posto dove lui
“lavorava”. Ed era in compagnia di una bella ragazza.
Le osservò ancora per qualche minuto. Erano ferme in mezzo
al viale e la mora gesticolava, parlando, mentre la biondina continuava a
tenerlo d’occhio. Probabilmente la Mezzosangue lo aveva riconosciuto e stava
raccontando all’amica quanto lui fosse stato crudele e spietato ai tempi della
scuola.
Draco sorrise tra sé. Gli piaceva come il suo ricordo
rimanesse vivido nella mente delle persone anche a distanza di anni. Il motivo
per cui lo ricordavano non era forse tra i più belli, ma a lui andava bene lo
stesso. Era fatto così, la bastardaggine gli circolava nel sangue. E seppur
avesse rinnegato il padre e l’intera famiglia, il patrimonio genetico non
poteva di certo cambiarlo. E non voleva. Era un perfetto stronzo ed il ruolo
non solo gli calzava a pennello, ma lo faceva anche sentire a suo agio.
Insomma, gli piaceva essere com’era.
Dopo una decina di minuti vide le due ragazze andarsene e
tornò a prestare attenzione alla cameriera. Notò con piacere che dalla scollatura
si intravedeva un bel seno florido e che la minigonna non le arrivava neppure a
metà coscia.
-Cosa fai stasera?- le domando con il sorriso che dedicava
alle sue prede, quello malizioso ed assolutamente irresistibile.
La ragazza lo studiò un attimo, facendo scorrere lo sguardo
sul petto muscoloso del biondo, coperto da un elegante maglioncino leggero.
-Stacco alle undici.- rispose, ora guardandolo negli occhi.
-Sarò qui per quell’ora.- assicurò Draco facendole
l’occhiolino ed andandosene.
“Forse”, pensò, “questo posto non è poi così male come
pensavo!”
Questo è il primo capitolo. Un po’ cortino, ma mi serviva
come introduzione.
Scrivendo ho notato che fare una Draco/Herm non è per niente
facile, i caratteri sono a tratti simili e a tratti contrastanti, è difficile
trovare il giusto equilibrio da far tenere ai personaggi. Questo capitolo dove
li si trovava separati non è stato così difficile da scrivere, ma gli altri li
prevedo un po’ più complicati. Quindi i consigli sono più che ben accetti! Io mi
impegnerò al massimo e vedremo casa ne uscirà. Commentate, per favore!
Ciao by kamomilla