The Flood

di Killpop
(/viewuser.php?uid=795294)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


The Flood
Eric pilotava il bolide subacqueo con estrema maestria, si rivedeva molto in suo padre, che da giovane gli raccontava molte storie e leggende riguardo quel misterioso lago, miti di mostri e demoni dal corpo viscido e squamoso, occhi crudeli e denti aguzzi. Era così spaventato da quei racconti terrificanti perché il padre gli ricordava sempre che quel lago non è altro che una metafora con la vita, perché ci sono momenti in cui sembra andare tutto bene, in cui l'acqua pare calma e il fondale limpido, ma non puoi mai sapere quando si scatenerà la tempesta e dei mostri dai lunghi tentacoli rappresentanti tristezza e depressione, problemi e drammi ti porteranno giù nel profondo, dove tutto è buio e nessuno ti sente gridare aiuto.
Per questo il padre di Eric aveva voluto continuare il lavoro tradizionale della sua famiglia, per esplorare appieno i fondali del lago e allo stesso tempo affrontare le sue paure e i suoi timori della vita vera. 
Ma il giovane ragazzo aveva un obbiettivo e non si sarebbe mai e poi mai arreso nemmeno davanti alle sue più grandi paure, doveva trovare Eveline e salvarla da quella fine orribile... ma il tempo stringeva e questa idea sembrava offuscargli la mente e i pensieri.
Fissava il fondale, nero e dall'anima infernale, subdolo nel suo buio pesto, nascondiglio perfetto per qualsiasi creatura non sopportasse la luce del sole e la riva del lago. Il vetro lo proteggeva dai vari pesci e mostri marini che passavano sempre più frequentemente, squadrandolo con aria curiosa ma sempre inquietante. Murene, banchi di pesci, meduse gigantesche, pesci ciechi la cui unica luce faceva parte di essi e con la quale attiravano prede innocenti, ed enormi calamari minacciosi marciavano davanti al sottomarino in una lugubre e terrificante parata a 100 metri di profondità, in un lago che visto dalla riva non avrebbe mai lasciato presagire un tale abisso. Eric provava un misto di ansia, paura, preoccupazione e tristezza che lo faceva sussultare con un brivido lungo la schiena ogni qual volta che il mezzo si muovesse bruscamente a causa di uno scontro contro chissà quale orripilante creatura.
D'un tratto le luci si spensero a causa di un corto circuito, Eric andò in panico preso da un attacco di claustrofobia, stava per svenire dalla mancanza d'aria, quando la luce e il suono del radar lo riportarono alla realtà. Due colpi di sirena spezzarono quell'assordante silenzio, lo schermo si illuminò e Eric vide il medaglione di smeraldi che aveva regalato poco prima alla sua amata. Inondato da una botta di speranza il ragazzo seguì il medaglione verso il fondo, ma uno scoglio appuntito a cui non aveva prestato abbastanza attenzione perché preso dalla foga improvvisa, si conficcò nel lato destro della vettura, creando così una falla che gettava nel sottomarino sempre più acqua salmastra e detriti, presumibilmente di navi precedentemente affondate.
Pensando di essere ormai spacciato, Eric prese a pilotare freneticamente il sottomarino, ma non c'era più nulla che potesse fare... guardò la foto di Eveline vicino ai pulsanti di comando e sussurrò versando una lacrima amara: ''Perdonami''.
Aprì gli occhi e guardò davanti a sé, dall'abisso nero si vedevano solo due enormi occhi gialli crudeli e spietati, era il mostro che aveva rapito la sua ragazza e lo aveva in pugno, nel suo regno oscuro, il ragazzo non aveva speranza, ma non per questo si lasciò scoraggiare.
Fissò i due occhi luminosi con aria di sfida e lanciò un'ultima occhiata alla foto incorniciata. ''Perdonami, ma niente mi separerà dal tuo amore''.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3196254