27- I Ricordi di Jack (parte 3)
27- I
ricordi di Jack
In quel momento, ho capito. Pitch
aveva distrutto Firnen con lo stesso maleficio che ora aveva colpito
Arendelle. Voleva costringere Jack e suo padre a cedere, e a quanto
pareva c'era riuscito.
ELSA:
Lo stesso maleficio...
Sussurro, voltandomi verso Jack.
JACK:
Sì. Ma io e mio padre non ci arrendemmo...
Torno verso di lui, guardandomi
attorno. Siamo nella stessa grande sala dove prima ho visto i suoi
genitori, ma prima, così poco illuminata com'è, facevo fatica a
riconoscerla.
JACK:
Chiedemmo aiuto ai Guardiani per proteggere il nostro popolo e loro
ci aiutarono.
ELSA:
Perché è il tuo ricordo peggiore? Che succederà adesso?
Chiedo, guardandolo dritto negli
occhi. Un rumore alle nostre spalle ci fa voltare entrambi. La porta
della sala si apre ed entrano il Jack umano e suo padre, che si gira
verso il figlio, chiedendogli:
RE
CHRISTIAN: La principessina di Arendelle è partita?
Io spalanco gli occhi. Ha detto
Arendelle?
JACK
(ricordo): Sì, padre. E' al sicuro ora.
Io mi volto verso Jack e lo
guardo, ancora incredula. Lui era promesso ad una principessa di
Arendelle! Ma come, perché non me l'ha detto? Lo guardo e anche lui
sembra sorpreso.
ELSA:
Arendelle? Eri il promesso sposo di una principessa di Arendelle?
JACK:
Ti giuro che sono stupito quanto te.
ELSA:
Jack, sono i tuoi Ricordi...
JACK:
Sì, ma prima d'ora non sono mai riuscito a sentire questa frase di
mio padre.
Lo guardo confusa.
JACK:
Ti spiego: alcuni Ricordi, con il passare degli anni, possono sfumare
fino a non esistere più. Le persone non li ricordano, ma li
conserveranno per sempre come immagini grigie e senza suono.
ELSA:
E adesso perché questo Ricordo non è più sbiadito?
JACK:
Non lo so...
Risponde Jack, rivolgendo lo
sguardo a sé stesso e suo padre. I suoi occhi poi si perdono, come
se gli fosse venuto in mente qualcosa, per poi tornare fissi nei
miei.
JACK:
Forse, forse perché tu sei qui con me...
Per quanto creda che la mia
presenza non possa influenzare i suoi Ricordi, potrebbe essere una
risposta. Ma credo che solo Dentolina possa dirci se è davvero così.
Torno a guardare il Jack umano che
si congeda con un inchino da suo padre e mi sembra impossibile che
lui, più di trecento anni fa, fosse destinato ad una principessa di
Arendelle, una donna della mia famiglia, una mia antenata.
Era destino che dovevamo
incontrarci? E' anche per questo che Granpapà mi ha detto di cercare
Jack? C'è un legame così forte tra noi?
JACK:
Guarda, Elsa.
La flebile voce di Jack mi
riscuote dai miei pensieri.
Sbatto gli occhi e mi ritrovo in
una stanza completamente diversa: una camera da letto immersa nel
buio più totale. Nemmeno la finestra in fondo alla stanza riesce a
fare un po' di luce.
L'unica cosa che riesco a
distinguere chiaramente è un letto a baldacchino alla mia sinistra.
Jack mi fa avvicinare di più.
Sdraiato sotto quelle coperte, vedo il Jack umano dormire
rannicchiato su se stesso, le palpebre tremano e mi chiedo quale
incubo lo tormenti.
All'improvviso, alle mie spalle,
sento una voce che mi fa raggelare il sangue. Mi volto lentamente e
dal buio emerge Uomo Nero. Scruta il Jack umano con i suoi occhi
ambrati, ridotti in due fessure sprezzanti, e sorride malevolo.
Si avvicina a passi lenti al letto
e tende il braccio verso il ragazzo addormentato.
Dal suo palmo escono rivoli di
sabbia nera, che circondano il corpo esile del ragazzo, fino a che
non lo sollevano. Il mio sguardo corre da Pitch al Jack umano, per
poi tornare su Pitch che pronuncia una strana frase, come una formula
magica, in una lingua che non riesco a capire. Quel che mi è chiaro
è che non è niente di buono.
Il ghiaccio mi brilla fra le mani,
ma non posso fare niente per impedire quello che vedo e questo senso
d'impotenza mi schiaccia. Mi schiaccia perché non posso aiutare la
persona che amo.
Pitch serra il pugno, la sabbia
avvolge lui e il Jack umano e spariscono.
Dopo poco, l'oscurità si attenua
fino a mostrarci una grande sala. I muri di pietra nera sostengono un
soffitto altissimo insieme a colonne e archi in rovina. Ovunque poi
si diramano lunghe scalinate, che portano sia in alto verso un grande
ponte sulle nostre teste, sia più giù in profondità, chissà dove.
JACK
(ricordo): Ma dove mi trovo?
Un sussurro alle mie spalle mi fa
voltare di scatto.
Al centro della sala, davanti a
quello che sembra un trono, vedo il Jack umano rialzarsi in piedi e
guardarsi intorno con la mia stessa aria sbalordita.
JACK
(ricordo): Che cosa ci faccio qui?
Sussurra ancora, girandosi verso
di me e Jack. Guarda nella nostra direzione, ma so che non può
vederci.
PITCH:
Ci incontriamo di nuovo, principino!
Il Jack spalanca gli occhi e si
volta verso il trono, sul quale Pitch è più sdraiato che seduto,
sempre con quel suo ghigno malefico dipinto in faccia. Il ragazzo
davanti a me alza il braccio contro Pitch, tra le sue mani brilla il
ghiaccio.
PITCH:
Non avere paura...
Pitch si alza lentamente dal
trono, senza staccare gli occhi da Jack.
PITCH:
Non farò del male a te.
JACK
(ricordo): Paura? Io non ho paura di te!
Ribatte Jack, sfidandolo con lo
sguardo. Pitch osserva le mani di Jack.
PITCH:
Lo so, il coraggio non ti manca, piccolo Re.
JACK
(ricordo): Perché sono qui? Come ci sono arrivato?
Pitch sorride malevolo e comincia
a muovere qualche passo verso di lui.
JACK
(ricordo): Fermo!
Gli intima Jack, cercando di usare
i suoi poteri, ma questi sembrano non rispondergli. Osserva le sue
mani rigirandole, quando un violento getto di ghiaccio esce da esse,
sbalzandolo in aria contro una delle pareti. Io trattengo il fiato,
mentre Pitch ridacchia.
Il Jack umano si porta la mano
alla testa, stringendo gli occhi per il dolore. Torna a guardarsi le
mani, ma dietro di lui la parete comincia a ghiacciarsi. Alza lo
sguardo, per poi allontanarsi dalla parete strisciando all'indietro
sul pavimento.
JACK
(ricordo): Non capisco. Che cosa...
PITCH:
Non capisci, vero?
Il ragazzo si volta verso Pitch e
lo guarda con disprezzo.
PITCH:
Dunque, mi chiedevi come sei arrivato nella mio nascondiglio... Ma è
ovvio: ti ci ho portato io, principino!
JACK
(ricordo): Se ancora credi che mi unirò a te, stai perdendo
il tuo tempo!
Esclama Jack. Pitch alza il
braccio e dalla sua mano esce una fune di sabbia nera che immobilizza
Jack e lo tira verso di lui. La fune scompare e la mano nera di Pitch
si chiude stretta sulla gola del ragazzo.
PITCH:
Non ho bisogno del tuo consenso per impadronirmi dei tuoi poteri,
Jack di Firnen...
Sibila Uomo Nero, fissandolo
dritto negli occhi e aumentando la stretta sulla sua gola.
Jack, al mio fianco, mi tiene
ferma tra le sue braccia. Ma lui trema come una foglia e questo
aumenta di più in me il senso d'impotenza, perché lui sta rivivendo
tutto questo facendosi un male immenso. Tutto perché io ho voluto
sapere a tutti i costi la verità che mi ha nascosto. Ora invece
farei qualunque cosa per tirarlo fuori da questi Ricordi.
PITCH:
Ho trovato un modo migliore per farli miei.
Conclude Pitch, facendo di nuovo
scattare il mio sguardo su di lui. Di che sta parlando?
PITCH:
Sai, principino, i tuoi amici Guardiani custodiscono nei loro
nascondigli i più grandi segreti sulla magia, anche quelli più
oscuri. Quelli che non dovrebbero finire assolutamente nelle mani
sbagliate.
Il Jack umano tenta di
divincolarsi da quella stretta d'acciaio, ma invano.
PITCH:
Uno di questi è molto... singolare. Un'antica formula in una lingua
ancora più antica che è in grado di avvelenare i poteri magici di
un altro.
Avvelenare i poteri di una
persona? Sta farneticando, penso immediatamente. E' assurdo.
PITCH:
Ora ti spiego come funziona...
Pitch tira indietro il braccio
libero e per un attimo ho paura che voglia colpire Jack con un pugno.
Guardo meglio e vedo la mano di Pitch posarsi sul cuore di Jack, che
si ritrae stringendo gli occhi per il dolore, come se fosse stato
appena marchiato. I lamenti strozzati di Jack mi provocano una
stretta al cuore, mentre Pitch lo osserva ridacchiando.
PITCH:
Fa male, vero? Una volta pronunciata la formula, bisogna toccare la
sede del potere della persona a cui vogliamo toglierlo e quasi sempre
questa si trova nel cuore.
Io abbasso gli occhi, continuo a
non capire.
PITCH:
Il tuo cuore, i tuoi poteri sono neri quanto i miei ora...
JACK
(ricordo): Io non sono come te!
Ribatte il Jack umano, tentando
nuovamente di liberarsi dalle grinfie di Pitch. Uomo Nero, però, non
batte ciglio. Anzi, dopo un po' riprende a ridacchiare.
PITCH:
Ma non ti ho detto la parte più divertente: pur avendo il cuore
avvelenato, soltanto il tuo potere è sotto il mio controllo. Questo
vuol dire che quando distruggerò, anzi distruggerai il tuo piccolo
stupido Regno, non potrai fare niente per fermarmi!
ELSA:
Cosa? NO!
Esclamo, sconvolta dalle parole di
Pitch. Non è possibile, è assurdo...
JACK
(ricordo): Non succederà mai! Ah!
Il Jack umano prova ancora a
ribellarsi, a fare appello alla sua forza e al suo coraggio, ma Pitch
non lo lascia andare e ride sguaiatamente, facendomi rabbrividire.
PITCH:
Vieni, Jack di Firnen, andiamo a divertirci un po'!
Non ho avuto il tempo di reagire,
di provare a fare qualunque cosa, che le immagini davanti a noi si
sono spezzate di nuovo in quell'accecante luce, riportandoci nella
sala del trono di Firnen.
Quando riapro gli occhi, il mio
sguardo si posa prima su Jack, accanto a me immobile, che non mi
guarda. I suoi occhi, di nuovo lucidi, sono fissi su suo padre, che è
seduto sul trono, torturandosi i capelli con aria angosciata.
La Regina Clara è davanti a lui e
tiene in braccio la piccola Emma, che piange nascondendo il viso
nella spalla della madre, che le accarezza dolcemente i capelli.
Anche lei ha l'aria angosciata
quasi quanto il marito. I suoi occhi azzurri sono velati da lacrime.
Una mano si posa sulla sua spalla.
DENTOLINA:
State tranquilla, Maestà. Sono sicura che vostro figlio sta bene.
La Regina le sorride e rivolge uno
sguardo anche a Nord, Calmoniglio e Sandman. Alza lo sguardo al
cielo, cercando di trattenere le lacrime.
REGINA
CLARA: Ho tanta paura, se gli accadesse qualcosa io...
RE
CHRISTIAN: Clara, vedrai che tornerà... E' del nostro Jack
che stiamo parlando...
La rassicura il Re, sollevandole
dolcemente il mento e guardandola con tutto l'amore del mondo,
esattamente come ieri notte Jack ha guardato me.
Il Re prende dalle braccia di sua
moglie la piccola Emma e le asciuga le lacrime. Le sussurra che andrà
tutto bene.
Vorrei tanto credere che sia così,
ma avverto dentro di me la paura di quello che sta per succedere. Ma
la cosa di cui ho più paura è di vedere Jack crollare davanti ai
miei occhi.
E' il suo dolore, la sua rabbia
che temo di più. E sento crescere ancora di più il mio senso di
colpa per averlo costretto a mostrarmi questo. E non ho ancora visto
il peggio...
All'improvviso, sento delle urla
disperate provenire da fuori. Il padre di Jack si volta verso la
finestra, con ancora Emma stretta fra le braccia, ma non fa in tempo
ad avvicinarsi che un servo irrompe trafelato nella sala del trono.
SERVO:
Maestà!
RE
CHRISTIAN: Che succede?
SERVO:
Il Principe Jack...
Il servo si piega in due, mettendo
le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato, ma la Regina
Clara lo incalza:
REGINA
CLARA: Cosa? Dov'è mio figlio? Parla!
Nord si avvicina alla finestra e
spalanca gli occhi.
NORD:
Oh, perdiana! Dobbiamo sbrigarci!
La magia dei Ricordi ci conduce
fuori dal Palazzo. Subito una raffica di vento forte e gelido mi
taglia il viso e sono costretta a proteggermi con le braccia.
Intorno a me, non vedo altro che
neve, ghiaccio e persone che fuggono in ogni direzione, urlando e
cercando di evitare delle vere e proprie piogge di stalattiti.
ELSA:
Jack, che sta succedendo?
Lui si avvicina e mi tiene stretta
a sé. I nostri occhi si incontrano, le sue braccia cercano di
stringermi più forte, ma è come se gli mancasse la forza.
Una risata sinistra ci fa voltare
tutti e due verso l'enorme parete rocciosa della montagna che
sovrasta Firnen.
Pitch ordina con grandi gesti ai
suoi Incubi di attaccare e distruggere tutto. Fino a che non vedo la
frusta dorata di Sandman colpirlo sulla mano destra. Il colpo
proveniva da dietro di noi, così mi volto insieme a Jack.
NORD:
Pitch, ferma tutto questo!
Urla il vecchio Guardiano al di
sopra del forte sibilo del vento.
DENTOLINA:
Sono persone innocenti, perché lo fai?
PITCH:
Non potete fare niente per fermarmi, non ora che ho tutto il potere!
Pitch solleva la mano, da cui esce
la stessa fune di sabbia nera che ho visto prima, la tira e fra le
sue grinfie vedo il Jack umano, che guarda davanti a sé inorridito.
REGINA
CLARA: Jack, figlio mio!
JACK
(ricordo): MADRE!
La voce di Jack è così disperata
e spaventata che non riesco più a trattenere le lacrime. Nord
spalanca gli occhi e sussurra:
NORD:
Il Veleno di Sitra...
PITCH:
Però, che intuito, vecchio mio!
Lo sbeffeggia Uomo Nero. Dalla
mano destra di Jack esce un getto di ghiaccio troppo forte perché
lui possa fermarlo, ma Nord riesce ad evitarlo per un soffio,
rotolando sulla neve.
NORD:
Sei un FOLLE! Lascia andare il ragazzo!
PITCH:
Se vuoi il ragazzo, vieni a prendertelo, avanti!
Lo sfida Pitch. Lascia andare
Jack, ma le funi di sabbia nera continuano a stringere le mani di
Jack. Spalanco gli occhi e finalmente capisco quello che ha tentato
di dirmi Nord al Palazzo di Dentolina: Jack era stato manovrato da
Pitch come un burattino e lui non ha potuto fare niente per liberarsi
da quel maledetto incantesimo, che lo condannava anche a osservare
impotente il male che lui stesso stava facendo. Le lacrime mi rigano
le guance.
NORD:
LASCIALO ANDARE!
Nord sfodera due enormi sciabole e
insieme agli altri Guardiani si lancia su Pitch, che però sfugge
loro cavalcando uno dei suoi Incubi.
Nota che sotto di lui ci sono i
genitori di Jack e sorride malevolo.
La frusta di Sandman si allunga
verso di lui, pronta a colpirlo e a disarcionarlo dalla sua oscura
cavalcatura, ma lui crea una enorme ascia dalla scie dei suoi Incubi
e para tutti i colpi di Sandman. Calmoniglio lancia contro di lui
delle uova esplosive, ma Pitch è più veloce e le distrugge roteando
l'ascia. Con la coda dell'occhio, vede arrivare Dentolina alle sue
spalle.
Pitch si volta di scatto e scaglia
su di lei un getto di sabbia nera, che la spinge via.
CALMONIGLIO:
Dentolina!
NORD:
Ci pensiamo noi, tu aiuta lei!
Calmoniglio fa un cenno di assenso
a Nord e salta sui tetti fino a raggiungere Dentolina.
Un violento getto di ghiaccio li
colpisce, intrappolandoli tra grosse stalattiti.
Jack è davanti a loro, che tende
le mani in avanti, stringendo gli occhi.
Dentolina cerca di parlargli.
DENTOLINA:
Jack, va tutto bene, va tutto bene...
JACK
(ricordo): Ti prego, Dentolina, aiutami...
La prega lui, con voce tremante.
DENTOLINA:
Ma sì che ti aiuto, Jack.
JACK
(ricordo): Non sono io a volere questo, ti prego, credimi!
DENTOLINA:
Lo so, lo so, Jack, ma tu devi stare tranquillo, noi... possiamo
aiutarti.
Risponde in maniera agitata
Dentolina.
EMMA:
MAMMA!
Il Jack umano si gira verso la
montagna, sussurrando il nome della sorellina, per poi correre verso
la voce. Corre a perdifiato per le stradine innevate di Firnen,
malgrado il vento cerchi di piegarlo. Aggira una casa ormai distrutta
e vede Emma circondata dagli Incubi.
JACK
(ricordo): Emma!
La bambina si gira e cerca di
correre incontro al fratello, ma gli Incubi si impennano emettendo
dei nitriti minacciosi e stridenti. La bambina urla spaventata, ma in
quel momento due forti braccia la sollevano e la portano via. Re
Christian guarda dritto negli occhi suo figlio, che però
indietreggia.
JACK
(ricordo): Padre, state lontano da me, vi prego!
RE
CHRISTIAN: Jack, che cosa dici? Sono io, tuo padre!
Re Christian è confuso. Continua
ad avvicinarsi per abbracciare suo figlio, che però indietreggia
sempre di più.
JACK
(ricordo): No! Vi prego, state lontano da me! State lontano!
PITCH:
Fallo!
Mi giro e alle mie spalle c'è
Pitch, che osserva la scena compiaciuto, mentre io mi chiedo perché
e come possa arrivare a tanto. Arriva alle spalle del Jack umano, che
scuote la testa con forza.
PITCH:
Fallo!
Ripete Pitch, stavolta con più
forza, mentre io sento mancarmi il fiato.
JACK
(ricordo): NO!
Jack si piega sulle ginocchia, il
suo grido disperato mi spezza il cuore.
L'Uomo Nero digrigna i denti
contrariato da quel rifiuto e solleva il braccio in avanti su Jack,
che si rimette in piedi.
Lui cerca di rimanere a terra, di
liberarsi da quella magia, ma invano. E' la sua marionetta.
Pitch solleva lo sguardo sul padre
di Jack.
PITCH:
Addio, Vostra Maestà!
Dalle mani di Jack esce un grande
e violento getto di ghiaccio che colpisce il Re, che invano cerca di
proteggere la sua bambina, che si stringe al padre urlando
spaventata.
Presto le urla disperate di Jack
si sostituiscono a quelle della bambina.
JACK
(ricordo): NO! PADRE! EMMA!
Jack corre verso di loro e, con le
lacrime agli occhi, comincia a tempestare di pugni il ghiaccio che
lui stesso ha scagliato.
Pitch, divertito dalla scena,
scioglie il ghiaccio muovendo la sabbia nera. E' allora che li vedo,
padre e figlia, stretti in un abbraccio.
Il Jack umano cerca di tirare su
suo padre, aspettandosi che si rimetta in piedi da solo. Lo tira, lo
scuote, lo chiama, ma lui non può più rispondergli.
JACK
(ricordo): Padre! PADRE!
ELSA:
No...
Sussurro, portandomi la mano alla
bocca. Il vento di fiocchi di neve, insieme ad un velo di lacrime, mi
annebbia la vista. Sento le gambe cedermi e finisco in ginocchio
sulla neve.
Jack prende fra le sue braccia la
piccola Emma, le parla, le supplica di aprire gli occhi, di restare
con lui. La più disumana disperazione si abbatte su di lui. Nasconde
il viso nel petto della bambina e la stringe forte a sé, piangendo.
REGINA
CLARA: Christian!
Una flebile voce mi costringe a
voltarmi verso sinistra.
Vedo la Regina Clara correre e
inginocchiarsi vicino al corpo senza vita del marito.
Prende il suo viso fra le mani,
gli accarezza i capelli. Scuote la testa, non riesce a credere a
quello che vede. Le lacrime cominciano a sgorgare dai suoi occhi
azzurri così belli, così uguali a quelli di Jack. Piange stringendo
a sé l'uomo che ha amato e che ama e mi chiedo quanto faccia male.
La Regina alza lo sguardo su Jack,
che tiene ancora stretta a sé la piccola Emma.
Lui incrocia lo sguardo di sua
madre, uno sguardo incredulo e addolorato, ma non di accusa. Non di
condanna. Eppure Jack non riesce a reggere il suo sguardo e torna a
guardare il viso della sua sorellina.
ELSA:
Non è stata colpa tua... lei lo sapeva...
Dico tra le lacrime. Sento Jack
dietro di me sospirare.
Non crede a quello che ho detto.
Pensa che sua madre lo abbia odiato in quel momento, ma io so che non
è così. L'ho visto nei suoi occhi.
“Perché
ti comporti così? Perché non ti fidi di me? DI CHE COSA HAI TANTA
PAURA?”
E' tutta colpa mia! Dio, perché
non ho voluto aspettare? Perché non ho voluto capire?
Gli faceva troppo male ricordare,
forse anche di più di quanto potesse far male a me raccontargli la
mia vita.
Aveva troppa paura di dirmi che
nessun atto di vero amore aveva salvato le persone che più amava.
Non volevo questo, non era questo
che avrei voluto vedere o sentire.
Questa verità è troppo anche per
me!
La Regina Clara prende tra le
braccia la sua bambina e comincia a cullarla come se fosse solo
addormentata. Le accarezza il visino dolcemente, mentre il suo pianto
si fa sempre più disperato.
Una risata maligna però sovrasta
i lamenti del Jack umano e di sua madre. Mi volto e lo fisso con
rabbia, vorrei poterlo incenerire. Pitch.
Il Jack umano si alza di scatto e
corre verso l'Uomo Nero per colpirlo con i suoi poteri, ma Pitch gli
blocca il polso destro e lo gira, facendolo gemere dal dolore.
REGINA
CLARA: Jack, NO! FERMO!
PITCH:
Povero Jack... assassino del suo stesso padre, della sua stessa
sorella, del suo stesso popolo.
E ora anche della donna che gli ha
dato la vita.
Sibila Pitch, guardandolo dritto
negli occhi. Jack spalanca gli occhi, prima di stringerli per il
dolore. Le sue mani vengono di nuovo legate strette dalla sabbia nera
e un nuovo getto di ghiaccio esce da esse. Questo va a colpire una
parete rocciosa colma di neve, che comincia a cadere in una immensa
slavina su Firnen.
JACK
(ricordo): Madre, SCAPPATE!
La Regina, dopo aver stretto per
l'ultima volta suo marito e sua figlia si alza a fatica. Anch'io mi
rialzo e mi metto alle spalle di Jack, la mia mano stretta alla sua.
Trema come una foglia, i suoi occhi sono bagnati di lacrime mentre
osserva quell'enorme massa di neve venire giù.
ELSA:
Jack, ho paura...
Jack si volta verso di me e i
nostri occhi si incrociano di nuovo.
Non avevo il coraggio di dirgli
che ho paura. Volevo essere forte per lui, per aiutarlo, ma ora, dopo
aver visto tutto questo, non ci riesco.
DENTOLINA:
Regina Clara!
E' la voce di Dentolina! Ci
voltiamo entrambi e quello che vedo mi fa raggelare il sangue.
Dentolina tiene fra le sue braccia
la madre di Jack, la scuote cercando di risvegliarla, ma il braccio
della Regina cade abbandonato sulla neve. Se ne è andata anche
lei...
JACK
(ricordo): Madre, MADRE!
Il Jack umano corre verso la fata
e si getta in ginocchio accanto alla madre, tenendosi la testa fra le
mani. Lui le prende le mani, le stringe.
JACK
(ricordo): Madre, MADRE! NON LASCIARMI, TI SUPPLICO!
DENTOLINA:
Jack, no, basta!
Dentolina prende le mani di Jack e
lo abbraccia forte. Lui piange sulla sua spalla, mentre la fata gli
accarezza i capelli.
Si sentono poi dei forti rumori e
i due alzano lo sguardo sulla montagna.
Seguendo i loro sguardi, vedo
Nord, Calmoniglio e Sandman attaccare Pitch e i suoi Incubi. Pitch
però non si fa sorprendere dai loro attacchi e li respinge tutti
sghignazzando.
JACK
(ricordo): UOMO NERO!
Non faccio in tempo a girarmi che
il Jack umano già corre verso la montagna, seguito in volo da
Dentolina che gli urla di fermarsi. Il ragazzo comincia ad
arrampicarsi su per la roccia, colpendo con delle stalattiti ogni
Incubo che cerca di sbarrargli la strada.
NORD:
Jack, fermati, non fare pazzie!
Anche Nord cerca di fermarlo, ma
Jack non ascolta nessuno e una volta arrivato in cima scaglia i suoi
poteri su Pitch. Questi, però, sembrano ancora sotto il controllo di
Pitch, che non viene scalfito.
PITCH:
Non l'hai ancora capito, eh? I tuoi poteri non possono più nuocermi,
non sei più niente!
JACK
(ricordo): Combatti! Assassino, COMBATTI!
Jack continua a scagliare i suoi
poteri contro Pitch, ma ancora una volta Uomo Nero riesce a evitare
gli attacchi , ridendo sguaiatamente.
PITCH:
Assassino io? No, mio caro ragazzo, sei tu l'assassino qui!
Il Jack umano smette di attaccare
Pitch e i suoi occhi, prima ridotti a due fessure piene di rabbia, di
dolore e di odio, si spalancano sempre di più.
PITCH:
Sei stato tu a provocare tutto questo. Sei stato tu ad uccidere i
tuoi genitori, non io! Chi ha le mani macchiate di sangue sei solo e
soltanto tu!
La voce spietata di Pitch risuona
per tutta la valle innevata. Sia il Jack umano che quello accanto a
me si guardano le mani inorriditi, come se fossero veramente
macchiate di sangue innocente.
Io prendo la mano di Jack e la
stringo forte. Non voglio che pensi una sola parola di tutto quello
che dice quel mostro...
ELSA:
No, non è vero...
Gli sussurro, ma lui non mi
risponde. Distoglie lo sguardo e stringe gli occhi, lasciando uscire
le lacrime. La risata di Pitch mi costringe a rialzare lo sguardo.
PITCH:
Adesso posso anche sbarazzarmi di te, ragazzino!
NORD:
NON TOCCARLO!
PITCH:
Addio per sempre, Jack di Firnen!
Esclama Pitch, ignorando le grida
di Nord e creando una sfera di sabbia nera fra le mani. Jack spalanca
gli occhi. Pitch spinge con forza la sfera nera contro di lui, che
finisce contro la fredda roccia della montagna. Il ragazzo sbatte la
testa, per poi cadere giù, nelle acque gelide di un laghetto che si
sta congelando.
ELSA:
No!
Intorno a me tutto si fa oscuro e
avverto più forte la paura.
Capisco che sono di nuovo in acqua
quando vedo una luce illuminare il corpo di Jack. La luce della Luna,
di nuovo.
Sorrido perché penso che gli
salverà di nuovo la vita e mi volto verso Jack. Ma la sua
espressione mi fa capire che stavolta è diverso.
Il ghiaccio del laghetto comincia
a incrinarsi e a rompersi, fino a fare uscire Jack vivo!
La luce della Luna lo solleva in
alto per poi adagiarlo dolcemente sul ghiaccio, che si chiude.
Esattamente come la prima volta.
Jack trova il bastone sul
ghiaccio, lo prende e comincia ad usarlo, congelando tutto intorno a
sé. Finalmente lo vedo ridere, lo vedo divertirsi, ma poi succede
qualcosa che mi fa capire.
Jack riesce a raggiungere volando
(in modo un po' maldestro) un villaggio lì vicino, ma lì un bambino
gli passa attraverso, come se fosse un fantasma.
ELSA:
Eri diventato un'Immortale...
JACK:
Sì. Nessuno riusciva mai a vedermi o a sentirmi. Non sapevo perché
fossi lì e quale fosse il mio scopo. Sapevo solo che mi chiamavo
Jack Frost perché era stata la Luna a dirmelo.
ELSA:
Vuoi dire che non ricordavi nulla di ciò che era successo?
JACK:
No. Il mio nome è la sola cosa che mi fu rivelata quella notte. Da
allora sono passati più di 300 anni. Desideravo con tutte le mie
forze che qualcuno mi vedesse, ho provato a fare di tutto... ma
nessuno ci è mai riuscito. Finché non ho incontrato i Guardiani e
la Luna non mi scelse come nuovo Guardiano.
Le immagini cambiano velocemente
intorno a noi, mostrandomi le Leggende, ma vedo che Dentolina è
inginocchiata e guarda tristemente una scatolina dei Dentini.
DENTOLINA:
E' per questo che raccogliamo i Dentini, Jack. Perché contengono i
Ricordi più importanti dell'infanzia.
La fata si alza in volo e mostra
all'altro Jack un dipinto sulla roccia, raffigurante le fate dei
Dentini che ricevono i Dentini dai bambini. Un dipinto bellissimo e
pieno di colori meravigliosi.
DENTOLINA:
Io e le mie fate li custodiamo e se qualcuno vuole ricordare qualcosa
di importante noi lo aiutiamo. Avevamo i ricordi di tutti. Anche i
tuoi.
Conclude Dentolina, mettendo una
mano sulla spalla di Jack.
JACK
(ricordo): Ah, i miei Ricordi?
DENTOLINA:
Di quando eri piccolo, prima di diventare Jack Frost.
Jack indietreggia, scuotendo la
testa.
JACK
(ricordo): Ma... non ero nessuno prima di diventare Jack
Frost.
DENTOLINA:
Ma certo che lo eri! Lo eravamo tutti prima di essere scelti.
Jack spalanca gli occhi, sorpreso
da quella rivelazione.
JACK
(ricordo): Stai dicendo, stai dicendo che avevo una vita?
Prima, con... una casa... e una famiglia?
DENTOLINA:
Davvero non ricordi più?
L'immagine si spezza e io torno a
guardare Jack negli occhi. Legge nei miei occhi la stessa domanda che
gli ha fatto Dentolina: come è possibile che non ricordasse più?
JACK:
Non ricordavo nulla del mio passato. Ricordo solo degli incubi, delle
immagini sconnesse nei miei incubi. Per tutti questi anni le risposte
erano lì, al Palazzo di Dentolina, e io le volevo quelle risposte.
Ma Pitch se ne era impadronito, così accettai di aiutare i
Guardiani, senza sapere che in passato loro avevano già aiutato me.
ELSA:
Poi cosa è successo?
JACK:
Ho cominciato ad aiutare i Guardiani, anche se allora non riuscì a
salvare la vita a Sandman. Con loro sentivo finalmente la mia vita da
Immortale avere un senso. Ma avevo paura che nessuno mai credesse in
me come loro, avevo paura di deluderli, perciò cedetti ad un ricatto
di Pitch, che mi consegnò i miei Ricordi. Scoprendo poi che con il
mio gesto avevo fatto in modo che nessuno credesse più nei
Guardiani.
Jack si passa una mano fra i
capelli e sospira.
JACK:
Pitch mi propose di unirmi a lui così che tutti avrebbero creduto a
tutti e due, ma la mia risposta è stata questa...
Una nuova immagine si materializza
davanti a noi. Pitch parla con Jack, mostrandogli un'altissima
scultura di ghiaccio, contorta e spigolosa, unita a della sabbia
nera. Sembra la stessa scultura che mi mostrò quella notte ad
Arendelle prima di rapire Anna.
PITCH:
Crederanno in tutti e due!
JACK
(ricordo): No, avranno paura di tutti e due. E non è
questo che voglio.
L'immagine si dissolve nuovamente
e Jack riprende a parlare.
JACK:
Quella volta minacciò di uccidere Dente da Latte se non gli avessi
dato il bastone. Lo spezzò in due e mi fece finire in fondo ad un
crepaccio. Avevo rovinato tutto, Elsa. Ma poi Dente da Latte mi
mostrò i miei Ricordi e capì tutto. Quando avevo salvato la vita di
mia sorella al lago, i miei poteri si erano rafforzati perché la
Luna mi aveva già scelto. Mi aveva solo dato la possibilità di
scegliere, di vivere la mia vita da Mortale. Ma in seguito capì
anche cosa mi era stato tolto e quanto spietatamente.
Io abbasso lo sguardo, avvertendo
di nuovo il senso di colpa. Poi davanti a noi si crea l'immagine di
un bambino dai capelli castani e gli occhi scuri e vivaci, dalla
risata cristallina e felice, resa ancora più carina dal fatto che al
bambino manca un dente davanti.
ELSA:
Lui chi è?
Chiedo, guardandolo intenerita
mentre gioca a palle di neve con i Guardiani e altri bambini.
JACK:
Lui è Jamie, il primo bambino che è riuscito a vedermi, il primo
che ha creduto in Jack Frost... è anche grazie a lui se abbiamo
sconfitto Pitch l'ultima volta. Lui e gli altri bambini sono stati in
grado di proteggerci. Lui è rimasto sempre nel mio cuore. Ogni volta
che lo guardavo pensavo ad Emma e a quanto avrei voluto vederla
crescere.
Ad un certo punto, vedo la scatola
dei Dentini di Jack illuminarsi della stessa forte luce di prima,
quando è stata aperta.
Chiudo gli occhi e li proteggo
coprendoli con le mani e quando li riapro sono di nuovo nella mia
stanza, da cui però è sparito tutto il ghiaccio. Jack mi dà le
spalle.
JACK:
Dopo che Pitch è sparito, portato via dai suoi stessi Incubi, i
Guardiani mi hanno preso con loro e tutti hanno cominciato a credere
in Jack Frost, rendendomi felice e aiutandomi a non pensare più a
cosa era successo prima che diventassi quello che sono. Poi sei
arrivata tu...
Jack si volta e mi guarda negli
occhi.
Io non riesco a reggere il suo
sguardo. Mi sento in colpa. Avrei dovuto capire la sua paura... e ora
vorrei non aver saputo nulla di tutto questo!
JACK:
E... i Ricordi sono tornati.
Sussurra debolmente, come se gli
mancasse il fiato.
Non so che fare. Vorrei chiedergli
scusa, dirgli che non volevo che si facesse del male in quel modo pur
di dirmi la verità, ma l'unica cosa che riesco a fare e alzare la
mano e fargli una carezza sul viso.
Ma lui ferma la mia mano.
JACK:
No, Elsa, no.
Cosa? Perché?
JACK:
Non merito la tua dolcezza, non merito il tuo amore. Nord ha ragione:
non possiamo continuare a farci del male sapendo che tra noi non
potrà mai esserci niente.
Il mio cuore perde un battito nel
sentire queste parole e mi sento di nuovo mancare il respiro.
JACK:
Dobbiamo dimenticare quello che ci è capitato. Non ha più valore.
Non adesso che ho tradito la tua fiducia.
Abbasso la testa e stringo gli
occhi. Non ho la forza di trattenere le lacrime e le lascio scorrere.
Scuoto leggermente la testa, perché non posso sopportare che lui mi
abbandoni adesso, non per un mio errore. Vorrei parlare, dirgli che
mi dispiace, che non voglio che mi lasci, ma dalla mia bocca escono
solo singhiozzi.
JACK:
Addio, Elsa.
Queste deboli parole mi colpiscono
al cuore senza pietà.
Lui si avvicina e poggia le sue
labbra dolcemente sulla mia fronte, per poi scivolare via da me e
fuori dalla stanza. Dopo un po', sollevo lo sguardo sulla porta
lasciata aperta.
Elsa, non puoi lasciarlo andare
via. Non puoi lasciare che ti dica addio. Non lo voglio un addio, non
da lui. Corro fuori dalla stanza, i corridoi avvolti dal buio,
urlando il suo nome.
Arrivo a quella che so essere la
sua stanza, anche se non ci passa quasi mai il suo tempo, ma la sua
porta è già chiusa.
ELSA:
Jack, ti prego... non puoi avermi detto addio...
Sussurro, appoggiandomi alla porta
e continuando a piangere. Non si sente un suono dall'altra parte, ma
so che lui è lì.
ELSA:
Mi dispiace, scusami... non volevo farti del male, ma... ti prego...
non lasciarmi da sola.
Sto ferma, aspettando una sua
risposta che non arriva, aspettando che la porta si apra, ma non
succede niente di tutto questo. Stringo gli occhi e mi lascio
scivolare a terra.
Finalmente capisco cosa ha provato
Anna a vedersi tutte le mie porte chiuse in faccia, perché ora
anch'io ne ho una. E da una persona che nonostante le bugie o le
parole che mi ha appena detto non smetto di amare.
Sono qui, a terra, appoggiato a
questa dannata porta e invece vorrei essere dall'altra parte, a
stringere forte fra le mie braccia la donna che amo, per dirle che
non deve sentirsi in colpa.
Non è colpa sua se Pitch ha
distrutto la mia vita, non è colpa sua se tra noi non è possibile.
Mi è costato tanto, troppo dirle
quelle parole e dirle addio è stato come morire un altro migliaio di
volte. Mi rifiuto di pensare che quel bacio che le ho dato sulla
fronte, prima di rinchiudermi qui dentro, sarà l'ultima volta.
La amo troppo per rinunciare a
lei. La amo troppo per sopportare di vederla ogni giorno e non
poterla abbracciare.
L'ho ferita già abbastanza. Prima
con le bugie, poi con la verità, quella dannata verità!
Mai come oggi quei Ricordi mi
hanno fatto così male. I miei genitori, la mia sorellina, il mio
popolo... tutto quello a cui tenevo di più spazzato via!
Elsa deve stare lontano da me,
altrimenti si farà del male come loro.
Mi prendo la testa fra le mani,
cercando di mettere a tacere i pensieri. Ma non è solo la testa a
scoppiarmi, ma anche questo mio cuore disgraziato.
Chi e che cos'altro sarò
costretto a perdere? E perché?
Appoggio la fronte alla porta,
lasciando cadere le lacrime. E' troppo tardi, adesso non posso
davvero più fare niente.
Angolo
dell'autrice:
Ciao a tutti, ragazzi! Lo so, sono
imperdonabile perché sono due mesi (e dico due!) che non aggiorno e
avete ragionissima! E' inutile parlarne: la sessione estiva degli
esami all'università dovrebbe assolutamente essere abolita!
Fortunatamente per me, ci sono
stati anche eventi piacevoli che non mi hanno permesso di aggiornare
prima, primo fra tutti la messa in scena del nostro Romeo e
Giulietta! E' stato fantastico =D... se vi capita di passare per
Vietri, io e la Glooming Peace Company torniamo in scena il 30 agosto
;)
Tornando a noi, questa è la terza
parte del capitolo (fatta un po' lunghetta, lo so, ma è per farmi
perdonare), dove ci sono i Ricordi peggiori del nostro Jack. Scrivere
questa parte è stato straziante, specie sulla fine =(
Jack, dopo aver rivelato tutto ad
Elsa, decide a malincuore di allontanarsi da lei, che intanto si
sente in colpa per averlo ferito... ma che succederà adesso? Jack e
Elsa si sono davvero detti addio?
Bè, se volete scoprirlo
continuate a seguirmi! =D
Pur consapevole che le avete
raggiunte per esaurimento, vi ringrazio di cuore per le 7000 e passa
visite al primo capitolo e per le 2000 del decimo, davvero grazie
mille!
Vi do' appuntamento al prossimo
capitolo, prometto che non ci metterò un'eternità! Un abbraccio a
tutti da Giulia.
|