I can feel the pressure.

di BlackPaperMoon
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Intercettando il tuo sguardo, in quel frangente, ho percepito che qualcosa non era al suo posto, che qualcosa non andava.
Ho percepito quanto dolore provavi.
Le iridi puntate su quel pezzo di carta che stringevi fortemente tra le mani.
Tremavi.
Così vicina al tuo corpo eppure così distante dai tuoi pensieri.
Nel tuo pianto e nelle tue grida di disperazione ho sentito quanto era forte e devastante il sentimento che provavi.
Ho avvertito le medesime sensazioni scorrermi sotto la cute, strisciare nei più lugubri e tetri angoli del mio essere.
Risvegliare sentimenti assopiti, dolori passati che credevo di aver superato.
E per la prima volta mi sono sentita incapace, impotente.
Ho tentato, ho provato a tenderti la mano per afferrare la tua e trascinarti fuori dalle tenebre, verso la mia luce.
Mentre urlavo il tuo nome, in preda alla più totale disperazione, pure la mia voce mi parve ovattata, lontana. 
Come se le mie membra avessero compreso, gettando le armi.
Come se io stessa sapessi in cuor mio che qualsiasi cosa sarebbe stata inutile.
Eppure continuavo, insistevo, tentavo.
Ma sapevo...
E mi contraddissi, perché tentando di tirarti su cominciai a versare copiose lacrime.
Cedetti, consapevole che per qualche ragione non ero in grado di salvarti.
Avvertivo distintamente il tuo medesimo dolore, pur non sapendone la fonte.
Provai paura nel lasciarti andare nelle mani di altri. 
Nessuno capiva, ma io si.
Mi bastava essere cosciente del fatto che soffrissi per cominciare a preoccuparmi.
Mi tennero ferma per non seguirti, mentre privo di forze ti scortavano via.
Tra i singhiozzi continuavo a gridare il tuo nome, tremante, fuori di me.
La voce rotta dal pianto, la mano tesa verso la porta di quella stanza che mi si chiuse dinnanzi.
Maledissi me stessa e la mia debolezza.
Impotente, inutile, insicura.
Perchè io, di fronte a quell'avviso di morte, non potevo niente.





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