Una coyote al volante

di Little Redbird
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Flash scritta per il Drabble MidWeek indetto su We are out for prompt.
 
 
 

 In fondo l'aveva sempre saputo, no?

Stiles le voleva bene, non era così stupida da negarlo, ma non l'amava. Si sentiva responsabile per lei, si preoccupava, ma non l'amava. E, dopotutto, non aveva mai dichiarato altrimenti. Non poteva biasimarlo se Lydia occupava ancora un pezzo così importante del suo cuore e della sua testa. Lydia era praticamente perfetta.

Non come lei, che non era ancora riuscita ad imparare a guidare.

Malia strinse le mani sul volante e pigiò l'acceleratore, sobbalzando con la povera auto quando questa la scongiurò di cambiare marcia.

Avrebbe voluto dare la colpa al suo stato emotivo, ma la verità era che se le scordava sempre, quelle stupide marce.

Forse avrebbe dovuto chiedere a Scott di insegnarle a guidare la moto, o forse avrebbe semplicemente dovuto affidarsi alla sua velocità da coyote mannaro per sempre.

Avrebbe voluto dare la colpa al suo stato emotivo anche per questo, ma la verità era che non l'aveva proprio visto quel dannato ragazzo sul ciglio della strada.

Quando il paraurti si scontrò con la sagoma incappucciata, Malia poté sentire chiaramente la plastica incrinarsi e delle ossa spezzarsi contro di essa. Schiacciò il pedale del freno con prepotenza e batté la testa contro il volante.

Si affrettò fuori dall'auto, inciampando nella cintura di sicurezza, il cellulare in mano e le dita che componevano il numero dei soccorsi, ma una colorita bestemmia la bloccò sul posto.

“Theo?”

La testa biondo scuro del ragazzo spuntò dalla parte anteriore della sua auto e Malia sospirò sollevata, seppur con il viso in fiamme. Non aveva ammazzato nessuno.

“Facciamo progressi, eh?” le domandò il lupo con tono sarcastico.

“Che diamine ci facevi sul ciglio della strada, al buio e incappucciato?” domandò lei, l'imbarazzo sostituito dalla furia.

“Mi sembrava di aver sentito qualcosa tra gli alberi” rispose l'altro, spolverando i jeans e la felpa. “Sto bene, comunque. Grazie per averlo chiesto.”

La ragazza si portò una mano sul fianco. “Non saresti dovuto essere lì.”

“Tu non saresti dovuta essere al posto di guida.”

Malia sbuffò, ma non poté contraddirlo.

“Se mi lasci riportarti a casa, non ti denuncio allo sceriffo” propose Theo.

Lei lo fissò con occhi affilati, i canini che minacciavano di graffiarle le labbra. Senza dire una parola, si risedette al volante, sbatté la portiera e fece ruggire il motore, minacciando di investirlo per la seconda volta in una notte.

Theo scosse la testa, sorridendo prima al cielo e poi a lei, scostandosi per farla passare.

Malia partì, seppur sgommando malamente sull'asfalto, lasciandosi il lupo ed il suo sorrisetto sardonico alle spalle.

Era una Hale, dopotutto, e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Soprattutto non dal nuovo arrivato.





 





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