Disclaimer: Supernatural e i
personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Eric
Kripke, Warner Bros
Studios e tutti coloro che ne detengono i diritti. Il titolo della
fanfiction è
tratto dall’omonima canzone di Kelly Clarkson. Questa storia
non è stata
scritta a scopo di lucro.
*
*
*
My life would
suck without you
Non ucciderlo. Non
vale la pena farsi la galera per lui. Resisti, non ucciderlo.
Dean
ritiene di avere una buona dose di pazienza dalla sua parte,
perché non crede
sia possibile fare da balia a un fratellino minore e rompiscatole per
praticamente
tutta la vita senza essere in grado di sopportare pianti isterici nel
cuore
della notte o qualche capriccio per avere un nuovo giocattolo
– o un libro, nel
caso di Sam –, ma Gabriel lo sta mettendo a dura prova.
A
dire il vero, non ha fatto altro da quando si sono conosciuti in un bar
a
Lawrence e gli si è appeso alla giacca, ubriaco perso,
pretendendo una “notte
da urlo” perché “si sentiva solo e
voleva la compagnia di un bel ragazzo con
gli occhi verdi e le lentiggini”. Come Dean sia passato dal
trascinarlo in
bagno con le scarpe già ricoperte di vomito
all’averlo in casa sua sette giorni
a settimana è tutt’ora un mistero.
Forse
sono state le crostate gratis ogni volta che andava in pasticceria
– a dire il
vero, più che gratis sono pagate in natura, ma non importa.
Neppure
durante l’estate Dean riesce a liberarsi di lui: ha trovato
un impiego come
bagnino nella spiaggia frequentata da suo fratello –
« Seriamente, Dean, anche
qui devi fare il cane da guardia? Se non altro la carriera come bagnino
ti si
addice. » – e ora Gabriel, che non è mai
stato un grande amante del mare – « Ho
la pelle delicata io, non voglio certo diventare un’aragosta
» –, ha
improvvisamente deciso che valga la pena ricoprirsi di crema solare per
poterlo
molestare anche lì.
«
Andiamo a prenderci un gelato, zuccherino?
» propone, sedendosi senza farsi troppi problemi sulla sedia
di Dean così da
godersi l’ombra “riservata al bagnino”,
come dice sempre. Il Winchester
mantiene lo sguardo fisso sul mare, combattendo l’impulso di
voltarsi a
guardarlo.
«
Sto lavorando » sbuffa,
per
l’ennesima volta.
«
Puoi prenderti una pausa. »
«
Certo, così mi licenziano o qualcuno affoga. »
«
Melodrammatico. »
Gabriel
resta lì, bianco di crema protettiva e con gli occhiali da
sole addosso, mentre
Dean non lo considera minimamente, in maniera troppo plateale
perché non si
capisca che è fatto apposta: le braccia incrociate e le
gambe leggermente
divaricate, mantiene gli occhi fissi sulle onde, spostandoli solo ogni
tanto
per lanciare un’occhiata a Sam, che sta giocando a pallavolo
con Jessica, la
sua ragazza, ma in nessun caso guarda alle proprie spalle.
Almeno
finché Gabriel non comincia a lanciargli sassolini contro la
nuca.
«
Ma che fai?! » sbotta Dean, massaggiandosi la testa mentre si
volta di scatto,
con aria mortalmente offesa.
Gabriel
si stringe nelle spalle.
«
Mi annoio. »
«
Vai a fare un castello di sabbia. »
«
Certo, come quello che tu hai
proposto di fare la scorsa settimana? » lo prende in giro
Gabriel, con un
ghigno soddisfatto alla vista del rossore sulle guance di Dean
– è il caldo,
sono arrossate perché fa caldo.
«
Non mi sembra che tu ti sia opposto! » protesta il
Winchester. Quando lui e Sam
erano piccoli non andavano mai al mare, dunque fino a quel momento non
aveva
mai fatto uno stupidissimo castello di sabbia e, insomma, sul
bagnasciuga e con
i secchielli dimenticati da qualche bambino era l’occasione
perfetta.
«
Non volevo turbare il tuo cuoricino di fanciullo. » continua
a prenderlo
beatamente per il culo Gabriel, e Dean è abbastanza certo
che se fossero più
vicini gli passerebbe una mano – impiastricciata di sabbia e
crema, tra l’altro
– tra i capelli per scompigliarglieli come se non fosse lui
quello alto tra i
due.
«
‘Fanculo. » borbotta, concludendo decorosamente la
loro discussione e
voltandogli nuovamente le spalle.
Benny
lavora al bar vicino alla spiaggia.
Dean
lo ha conosciuto il primo giorno, quando gli ha dato una mano a
sistemare il pattìno¹
nella giusta postazione. Sono andati subito abbastanza
d’accordo e il
Winchester è entrato in fase di adorazione quando Benny gli
ha tenuto l’ultima
fetta di crostata e gliel’ha fatta avere per pranzo.
All’una
passata, Dean riceve un panino al salame, ma ovviamente non
può sedersi a
mangiare tranquillamente perché un idiota che purtroppo
dorme nel letto con lui
ogni notte ha deciso che valga la pena annoiarsi per poter osservare
tranquillamente il suo culo e fare commenti al riguardo –
« Certo che quei
pantaloncini ti stanno proprio bene, così
attillati… »
È
ovviamente iniziata una furiosa lotta per la conquista della sedia,
lotta che
si è conclusa con il panino di Dean condito con qualche
granello di sabbia,
come fosse sale, e Gabriel steso per terra, perché per
quanto sia testardo la
stazza del Winchester è comunque un bel vantaggio.
«
Io te lo avevo detto che ti eri messo troppa crema. »
sogghigna Dean, accomodandosi
sul suo trono e ignorando la sabbia che stride contro i denti mentre
mastica il
primo boccone.
Gabriel,
che sembra una fetta di pollo impanata di sabbia, sfoggia il suo
migliore
broncio offeso e, finalmente, se ne
va – presumibilmente per farsi una doccia –, ma
Dean non ha alcun dubbio che lo
vedrà tornare a rompere le scatole il prima possibile.
Invece,
Gabriel pare aver deciso che sia meglio lasciarlo respirare un
po’.
Dean
ovviamente ne è
felicissimo e quando
non lo vede tornare continua come al solito a guardare il mare e Sam,
senza
dedicare un solo secondo alla ricerca del rompiscatole di cui si
è
miracolosamente liberato. Ovviamente.
Resta
seduto sul trono di plastica faticosamente conquistato –
devono assolutamente
mettersi in pari con le ultime puntate di Games
of Thrones quella sera, a proposito –, la carta del
suo panino fissata al
tavolino con un sasso e l’aria irrimediabilmente annoiata.
Insomma, suppone sia
normale: deve starsene lì tutto il giorno a osservare le
onde del mare e, per
quanto detta così la cosa possa sembrare poetica, vissuta
è veramente pallosa.
Sam
ha preso Jessica in spalla e la sta trasportando in acqua di peso,
mentre la
ragazza ride e strilla come un tacchino spennato. Dean non
può fare a meno di
sorridere leggermente, perché anche Sam sta ridendo ed
è dalla morte di papà che
non lo vede così felice.
Poi
torna a fissare le stupide onde, scorrendo l’acqua con lo
sguardo alla ricerca
di qualche segnale di difficoltà. E lo trova: alla sua
sinistra, un paio di
braccia si agitano freneticamente mentre qualcuno fa su e
giù nell’acqua, evidentemente
nel panico.
Merda. Pensa Dean,
scattando in piedi e correndo verso il pattìno per spingerlo
in mare il più
velocemente possibile, lo sguardo fisso sulla vittima come gli
è stato
insegnato al corso.
È
solo quando si trova già in acqua a remare freneticamente
che qualcosa nella
sua testa scatta e riconosce la figura, seppure lontana.
Merda,
merda, merda.
Per
un istante, dimentica tutto quello che gli è stato insegnato
al corso e smette
quasi di remare, le gambe che tremano e il corpo rigido per il terrore
che si
propaga come un veleno letale.
«
Che cosa combini, idiota?!
» lo
sgrida la voce di John Winchester nella sua testa. « Muovi il culo e vai a salvarlo, prima che quel
coglione affoghi. »
Dean
si schiaffeggia mentalmente e comincia a remare più
velocemente di prima,
imprecando tra i denti mentre il cuore batte all’impazzata.
Raggiunge
in Gabriel in un tempo che pare infinito, proprio quando smette di
agitarsi e
si lascia andare a peso morto nell’acqua.
‘Fanculo,
non ci
pensare nemmeno.
Lo
afferra per le braccia, chiamandolo per nome senza quasi accorgersene,
e lo
solleva di peso senza tanti complimenti, adagiandolo
sull’imbarcazione.
La
prima cosa che fa è appoggiargli una mano sul collo per
sentire il battito, ma
non fa in tempo a rendersi conto che sì, è ancora
vivo, che gli viene spruzzata
– o meglio, sputata
– dell’acqua in viso.
«
Dovresti vedere la tua faccia! » ride Gabriel, perfettamente
in salute e con
l’aria di uno che di certo non
ha
rischiato di annegare. « Eri preoccupato per me, Dean-o?
»
Dean
sente il sangue salire alle guance e questa volta non è
né il caldo né
l’imbarazzo, è semplice furia
omicida.
Ha la sensazione che gli stia venendo il classico tic da pazzo
psicopatico all’occhio
destro.
«
Io ti ammazzo. » sibila tra i denti.
«
Sarebbe un peccato dopo che ti sei dato tanta pena per salvarmi.
» replica
Gabriel, con aria fottutamente angelica. Dean sta valutando se sia
meglio
annegarlo o ucciderlo a bastonate con l’aiuto di uno dei remi
del pattìno.
«
Sei un deficiente. Io ti ammazzo. » ripete il Winchester,
saltandogli
effettivamente al collo con tutte le sacrosante intenzioni di
strozzarlo.
Finiscono per rotolare entrambi in acqua mentre il pattìno
ondeggia di fianco a
loro. Quello che è iniziato come un tentato omicidio si
conclude con grida
isteriche e schizzi d’acqua, il tutto con il sottofondo delle
risate
estremamente divertite e soddisfatte di Gabriel.
«
Sei un vero idiota, mi hai fatto prendere un fottuto infarto! Idiota!
» ripete
per la millesima volta Dean, sottolineando l’ultimo insulto
con un calcio, non
troppo efficace dal momento che si trovano in acqua.
«
Eh già, per questo siamo perfetti l’uno per
l’altro. » commenta Gabriel, con la
solita faccia da schiaffi che ispira a Dean un’altra
quindicina d’insulti, uno
più volgare dell’altro. « A proposito,
mi stavo chiedendo, ti andrebbe di
sposarmi un giorno o l’altro? »
Dean
interrompe la sequela di volgarità che si sussegue nella sua
testa giusto il
tempo necessario a spalancare gli occhi e a emettere un poco
intelligente: «
Eh? »
Gabriel
rotea gli occhi, come se quello sano di mente tra i due fosse lui, e
ripete,
più lentamente: « Ti ho chiesto se mi vuoi
sposare. »
Ora,
non è che Dean sia un romanticone patito delle tradizioni
che vorrebbe vedere
il proprio partner in smoking e con un anello in mano mentre
s’inginocchia
davanti a lui con una folla di sconosciuti ad assistere in un
ristorante di
lusso, anzi, preferirebbe evitare sceneggiate del genere, ma da qui a
sentirsi
dire “Mi vuoi sposare?” mentre sono in mare, con un
pattìno ondeggiante di
fianco, e subito dopo che Gabriel lo ha quasi fatto morire
d’infarto e quasi
convinto che invece valga proprio la pena finire in galera per
ucciderlo, ce ne
passa.
«
E me lo chiedi quando sono ancora indeciso se ucciderti o no?!
» replica, il
cuore che batte forse un po’ troppo forte e la sensazione di
sentire fin troppo
caldo per uno immerso in acqua. Forse perché non
è da molto passata l’ora di
pranzo. Anzi, sicuramente
è per
quello. Il sole picchia a quell’ora del pomeriggio.
«
Perché no? » replica Gabriel, stringendosi nelle
spalle con aria innocente. «
Hai intenzione di rispondermi nell’immediato futuro o
preferisci aspettare che
siamo due vecchi decrepiti seduti su un porticato mentre commentiamo il
tempo?
»
Dean
sbuffa, gli lancia una plateale occhiataccia e con un paio di bracciate
va ad
appendersi al pattìno. Una volta risalito, tende la mano a
Gabriel e annuncia:
« Cerimonia intima. Non prima della fine
dell’estate: non ci tengo a morire di
caldo dentro a uno stupido smoking. E se mi fai ancora una volta uno
scherzo
del genere ti uccido con le mie mani. »
Gabriel
accetta il suo aiuto per salire e Dean lo tira su con uno strattone, ma
forse
esagera perché se lo ritrova addosso e rischiando entrambi
di cadere
all’indietro come degli idioti – solo che sarebbe
la schiena del Winchester a
pagarne le conseguenze.
«
D’accordo. » accetta Gabriel, stampandogli un bacio
veloce sulle labbra. Quando
gli volta le spalle, Dean è abbastanza certo di stare
sfoggiando il sorriso più
idiota mai visto sulla faccia della Terra.
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¹ Per chi non lo
sapesse, il “pattìno” è questo affare
qua.
Angolo
autrice:
Ehilà!
Grazie a tutti voi che siete arrivati alla fine di questa OS nonostante
il
pairing… Mmh… Inusuale,
ecco. Che
dire, shipperò Destiel fino alla morte, quasi quasi mi
faccio pure incidere una
citazione significativa sulla tomba, ma la Debriel mi intriga da
morire. E mi
diverte anche. Già nel canon la dinamica tra i due non
è affatto male, a mio
parere, ma in un’AU si possono gestire le loro somiglianze
come meglio si crede
e immaginarli insieme, il che è piuttosto divertente.
Okay,
ho finito di blaterare su questa coppia, giuro.
Ho
una mezza intenzione di creare una raccolta sul tema “proposte
di matrimonio AU” con tutte le mie coppie preferite,
a partire appunto da questa storia, ma per ora la metto completa, poi
si vedrà,
suppongo (la cosa divertente è che il matrimonio qui
all'inizio non era nemmeno contemplato, ma alla fine si sa che i
personaggi fanno un po' quello che pare a loro).
Per
quanto riguarda l’OS in sé… Non so, non
credo di avere qualche precisazione
particolare da fare, posso solo sperare di non essere andata OOC e
chiedervi di
segnalarmi qualsiasi errore troviate nel testo (per quanto rilegga
è
sistematico che qualcosa mi sfugga -.-).
A
presto!
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