Siblings
I pollici forti si intrecciavano fra loro.
Piedi sbattevano sul pavimento lindo.
A Moses quel candore sembrava un presa in giro, una luce benedetta che
illuminava solo pochi eletti.
Respirò, nervoso, cercando di soffocare
l’impazienza che gli era consona.
Erano invece estranee la desolazione e l’angoscia.
Si sorprese quando vide che il medico stava già parlando con
i suoi genitori, a pochi metri(chilometri) da lui.
“La bambina necessita di un intervento delicato, al
più presto possibile” mormorò il medico.
Necessitavano di un numero con troppi zeri.
Sentì sua madre gemere, agonizzante, e Moses si
coprì il volto.
Lacrime sofferte striarono le sue guance.
Monica….
Takao non l’aveva ma riconosciuto.
Nonostante lui avesse gli occhi della mamma( blu, blu, blu), che
scovavano qualsiasi rimasuglio di inganno e Hitoshi l’avesse
guidato durante i suoi primi anni.
Ogni 25 Dicembre, quando il maggiore si vestiva da Babbo
Natale, sotto costrizione di nonno Jay, Takao, rapito dalla favole
eliminava involontariamente quella voce familiare.
Non l’aveva riconosciuto quando si era mascherato da Jin del
Vento e da burbero allenatore.
Neanche quando era entrato nella BEGA.
Takao non aveva mai
capito che Hitoshi voleva solo suo bene, a scapito del proprio.
Hitoshi osservò suo fratello sconfiggere Garland,
e per un attimo la maschera scivolò via, rivelando un
sorriso soddisfatto.
Sua madre era in cielo, Mariam glielo diceva sempre.
“E come ci è arrivata?” domandava Jesse,
immergendo gli occhi smeraldini tra le nuvole.
“L’ha accompagnata un angelo, un bellissimo angelo
coi capelli dorati e gli occhi d’acquamarina. Così
non si è persa” aveva risposto Mariam sorridendo,
nonostante fosse la millesima che era costretta a narrare
l’unica storia che donava a Jesse un po’ di
serenità.
Allora Jesse si lasciava cadere nel prato infinito e cercava la madre,
speranzoso. E Mariam(troppo grande per sognare) viveva di quella
speranza.
Un bellissimo angelo
l’ha portata via…
Probabilmente era per questa storia che Jesse sopportava a malapena la
relazione tra Mariam e Max.
Julia aveva sentito chiaramente l’osso spezzarsi, e a
distanza di anni quel suono rimbombava come l’eco del mare
intrappolato in una conchiglia.
“Non si preoccupi, non è un danno permanente. Si
riprenderà perfettamente” aveva detto il medico al
direttore del circo. Julia, rincuorata, aveva lanciato
un’occhiata malevola a Raul. Piangeva ancora: era stato lui a
convincere la sorella a provare prima di lui l’esercizio da
equilibrista e a causa dei suoi gridolini terrorizzati, Julia era
volata giù.
“La prossima volta non sarò
così codardo!” aveva mormorato Raul, nascondendo
il viso.
“Ma va, non ti credo!” aveva riso Julia.
E infatti Raul non diventò mai coraggioso.
Ma rimase sempre al suo fianco.
“Allora?”
“Allora cosa?? Mi pare che abbiate già
deciso” sbottò Lai, irritato.
“Ma mi piacerebbe avere la tua approvazione”
replicò Mao, serena.
Lai ringhiò in direzione di Rei che sfoggiava un sorriso
serafico ma evitava di guardare l’amico.
Lai roteò la testa, si massaggiò le tempie,
strinse i pugni.
Guardò Mao: da quando i suoi occhi erano diventati
così luminosi? Da quando i suoi gesti si erano fatti
così sicuri, le parole così pacate?
Da quando( da quanto)
sua sorella era diventata una donna?
“E va bene” borbottò infine, sconfitto.
Rei sorrise e Mao lo abbracciò, gioiosa.
Scommetto che il bianco
ti starà benissimo, sorellina.
AiutoO_O
Ce l’ho fatta scrivere l’ultimo capitoloXD
Diciamo che è un po’ un epilogo e tratta
esclusivamente del rapporto fraterno, un rapporto che purtroppo non
potrò mai provare.
Spero che si capisca la drabble di Mao e LaiXD
Mi dispiace Engy, ma non sono riuscita a scrivere la KaiMing. Ma ti
prometto che un giorno la scriverò( lo promettoU_U).
Detto questo io vado!
Grazie per la vostra
attenzione,
LaLa
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