light
The
reflex of your light
Il
cielo era coperto da spesse coltri di nubi grigie,quasi nere,
nonostante fossero appena le cinque. Le strade oscure sembravano
specchiare l'animo dei loro abitanti, tutto era grigio e nero, sporco
ed oscuro.
Camminavano
tranquilli, nonostante la soggezione che riuscisse a mettere quel
posto, sapevano che se fosse accaduto qualcosa sarebbero riusciti a
cavarsela in un modo o nell'altro. Entrarono in un negozio
sgangherato e sporco,con il vetro rotto e la porta, spaccata a metà,
marcia.
-Sono
stati qui- constatò freddo.
-E'
vero, una delle nostre ultime spie, una delle nostre ultime
speranze..- disse il vecchio malinconico.
-Già..-
-Portiamolo
via di qui, merita una sepoltura come si deve..- detto questo
estraendo la bacchetta, fece levitare il corpo ormai senza vita
dell'uomo.
Dettero
un ultima occhiata in giro ed uscirono fuori -Dovremmo passare a
ritirare le erbe per Hagrid, quelle lumache hanno divorato le erbe
della professoressa Sprite..- l'altro annuì -converrebbe prima
portarlo all'ospedale, per accertare la sua morte-
-Vada
lei io penso a quelle stupide erbe- disse distaccato.
-Di
questi tempi non è sicuro andare in giro soli, lo sai meglio di
chiunque altro- l'altro era calmo.
-Me
la so cavare da solo, non ho bisogno di guardie del corpo- era
seccato, che venissero pure, non aveva paura di loro!
-Sta'
attento..- il ragazzo gli girò le spalle, facendogli un segno di
congedo con la mano e gli girò le spalle, incamminandosi.
-Silente?-
si fermò -dica a mio zio che deve sostituirmi domattina a prima ora,
ho delle cose da sbrigare- e riprese a camminare.
Camminava
lento e sicuro, non aveva paura del buio, dell'oscurità, lui c'era
nato nell'oscurità, nel male, non aveva paura di morire né di
uccidere, sarebbe stato pronto a tutto.
Sapeva
che prima o poi sarebbero andati a cercarlo per regolare i conti, lo
sapeva da quando aveva deciso di disertare, rinunciando così ad un
destino di morte e desolazione, di torture e mali, un futuro che
davvero non gli andava giù, il destino del Mangiamorte. Non che non
condividesse le loro idee, no affatto, per lui i babbani erano feccia
ed i mezzosangue inferiori, punto, ma per lui la faccenda si finiva
lì, non capiva tutto questo bisogno di ucciderli a tutti i costi, se
loro evitavano lui, lui evitava loro, senza bisogno di torture o
assassinii, una convivenza basata sul menefreghismo.
Come
detto precedentemente, lui non aveva paura di uccidere, ma
dall'uccidere per difendersi, all'uccidere per hobby, o peggio per
eseguire gli ordini di qualcuno, che vista la sua ideologia sarebbe
dovuto morire il primo di tutti, magari ucciso da sé stesso, la
differenza era enorme.
La
legge della giungla signori e signore, uccidi o vieni ucciso..non si
scappa.
No,
questo destino non faceva per lui, gli piaceva terrorizzare e punire,
destare ammirazione e paura, ed aveva trovato un modo efficacissimo
per farlo: insegnava Difesa contro le Arti Oscure alla scuola di
magia e stregoneria di Hogwarts.
Tutti
gli studenti lo rispettavano, non sapeva se più per paura o per
ammirazione, le studentesse lo idolatravano, e nessuno osava
discutere le sue punizioni o i suoi metodi..insomma una vera e
propria pacchia! E gli davano anche lo stipendio!
Entrò
nel negozio e si diresse direttamente al bancone, senza neanche
guardare le clienti del negozio che lo guardavano mangiandoselo con
gli occhi.
-Due
buste di erba lumalenosa- ordinò e subito il negoziante con i suoi
occhietti vispi, nascosti da un paio di vecchi occhialetti di
un'epoca fa,prese due grandi sacchi panna e li mise sul bancone.
-Due
galeoni- il ragazzo li sfilò dalla tasca, pagò e con un gesto della
bacchetta rimpicciolì le buste e se le mise nella tasca del
mantello, uscendo.
Camminò
per i vicoli bui e freddi di quel quartiere malfamato, sembrava
conoscerlo molto bene, voleva andare a rilassarsi in qualche bettola,
magari con qualche bella ragazza in grembo,era così annoiato.
Nella
pallida luce, riuscì a scorgere per caso, un fagotto nero,
appallottolato, pensò che fosse qualche barbone, troppo ubriaco
anche per reggersi in piedi, ma quando stava per superarlo ed andare
oltre, quello emise una specie di gemito di dolore. Si fermò di
scatto con la bacchetta in mano e si guardò intorno, che fosse tutta
una finzione per farlo cadere in trappola? Ma il fagotto emise un
altro gemito, e decise di andare a controllare, si inginocchiò e
girò lentamente il corpo inerme ammantato di nero.
Era
tutto sporco, il viso ricoperto di fango, stava per andarsene di
nuovo, confermando l'ipotesi del barbone, quando uscì da quelle
labbra sporche un sospiro, spostò con un fazzoletto un po' di fango
dal viso, e si rese conto che era una ragazza, controllò il battito
cardiaco, era lento ma stabile, ma che ci faceva una ragazza da sola
svenuta, in un vicolo di Nocturn Alley? Che avesse subito l'attacco
di un Mangiamorte?
Spostò
il mantello e le controllò distrattamente il corpo, non era ferita,
soltanto sporca e sudata, ma non ferita, le controllò la fronte e
vide che scottava, che doveva fare, lasciarla lì al suo destino ed
andarsene oppure aiutarla?
Lui
non era mai stato un buon Samaritano, anzi non era mai stato nemmeno
buono, con nessuno, ma in quel momento non se la sentì di lasciare
quella ragazzina, perchè non poteva avere più di diciassette o
diciotto anni, lì sola a morire, la prese tra le braccia e,
rimpiangendo il suo mantello nuovo, si smaterializzò.
Comparve
nell'ufficio di Silente, unico luogo dove ci si poteva materializzare
e smaterializzare tranquillamente senza uscire fuori dai confini
della scuola, protetta da potenti incantesimi
anti-smaterializzazione.
-Devo
portarla da Madama Chips- rispose freddo all'occhiata curiosa del
preside -non mi chieda nulla- e si incamminò.
Portarla
tra le braccia era stranamente facile, era molto leggera, quasi
friabile, cercò di imboccare corridoi poco frequentati, ma fu tutto
inutile, incontrò lo sguardo di numerosi studenti, che con una sua
occhiata truce subito si glissarono in un'altra direzione.
Aveva
il fango che gli colava lungo i vestiti, ed anche il suo viso si
doveva essere sporcato, perchè oltre a sentirne l'orrenda puzza
sentiva qualcosa di viscido colargli dal viso.
Chiunque
tu sia non credere che questa te la farò passare liscia..
Finalmente
arrivò all'infermeria e posò la ragazza nel letto più vicino ed
andò a chiamare l'infermiera.
-L'ho
trovata per terra, coperta di fango, il battito è lento ed ha la
febbre alta- la informò mentre la donna le misurava magicamente la
temperatura.
-40!
Ci credo che è messa così male! Presto Signor Malfoy mi prenda la
pozione viola che c'è in quell'armadietto di vetro.- Il biondo fece
come aveva detto e vide la donna prendere una siringa ed
iniettarglielo nel braccio sottile.
-Che
è successo?- entrò il preside -Draco?- lo guardò, l'altro sospirò
e si apprestò a spiegare.
-Ho
trovato questa ragazza in un vicolo di Nocturn Alley, era svenuta,
infangata e con la febbre altissima. Ho controllato se sanguinasse,
ma non aveva ferite, ha il battito rado ed ho deciso di portarla qui-
Silente si soffermò ancora un po' a guardare negli occhi Draco, che
irritato distolse lo sguardo per posarlo sulla ragazza.
-Capisco..hai
fatto bene, a portarla qui..ma mi chiedo chi sia, e cosa ci facesse
lì..?-
-Non
lo so, io l'ho soltanto vista e portata qui, non so altro- detto
questo uscì irritato dall'infermeria.
-Si
salverà Poppy?- chiese preoccupato il preside.
-Non
lo so, tutto dipende da questa notte,se la supera sarà salva..se
no..-
-Ho
capito- posò lo guardo sulla ragazza.
-Hai
fatto un buon lavoro con quel ragazzo, fino a qualche anno fa se ne
sarebbe fregato,girandosi dall'altra parte- disse incoraggiante la
donna.
-..C'è
ancora tanto che quel ragazzo deve imparare..- sospirò -se peggiora
o migliora fammi sapere per favore. Buona notte.- ed uscì.
Erano
passati quattro giorni, aveva saputo che la ragazza era
sopravvissuta, e che solo il giorno prima si era svegliata, non
ricordava nulla, chi era, da dove veniva, cosa ci faceva in quel
vicolo svenuta..niente, le avevano cancellato sicuramente la memoria,
ed i suoi effetti personali non la aiutavano affatto, aveva soltanto
una borsa con un sacchetto in cuoio rosso pieno di galeoni d'oro, una
bacchetta magica ed un libro di un autore babbano, quale William
Shakespire, “Sogno di una notte di mezza estate” con una piccola
dedica che però non aveva aiutato affatto a capire chi fosse.
Lui
dopo essersene andato quel giorno, non era più tornato a trovarla,
non gliene importava molto, anche se a volte si ritrovava a pensarci
ed a farsi sempre le solite domande.
Adesso
era notte ed era almeno un ora che cercava di prendere sonno
inutilmente, si alzò e si versò un bicchiere di Whisky Incendiario,
lo bevve d'un fiato, e si vestì prendendo la decisione improvvisa di
andare a vedere la ragazza, in fondo lui l'aveva salvata, aveva
diritto di vederla in viso.
Scese
tranquillo, e quando arrivò all'infermeria aprì piano la porta, le
avrebbe dato un occhiatina veloce e poi se ne sarebbe tornato a
letto.
Entrò
senza fare rumore e si avvicinò al letto dove dormiva inconsapevole
la ragazza, la guardò, aveva la pelle dorata, come se avesse addosso
tanti brillantini, il collo sottile e la bocca rossa e voluttuosa,
gli occhi leggermente a mandorla, le guance magre e fine, il tutto
incorniciato da lunghi capelli corvini, dovette ammettere che era
davvero molto bella, nonostante le leggere occhiaie, non perdeva
quell'eleganza e regalità quasi che emanava da ogni poro, il suo
corpo era minuto, ma era sufficientemente alta, ed aveva le forme al
punto giusto, non troppo abbondanti, ma abbastanza belle da attirare
un qualsiasi uomo. Eccetto lui certo,a lui piacevano quelle formose e
dai fianchi tondi.
Ad
un certo punto si ritrovò a fissare due occhi curiosi, neri come la
pece, ma con piccole pagliuzze azzurre, incorniciati da lunghe ciglia
scure.
-Beh
che hai da guardare?- chiese scontroso, non gli piaceva che l'avesse
beccato mentre la osservava, quella sciocca ragazzina non doveva fare
l'errore di pensare di poter contare un minimo per lui.
-Veramente
quello che mi guardava eri tu..- rispose piano lei -chi sei?-
-Non
sono affari che ti riguardano-
-Non
ti ho chiesto mica il codice del tuo conto in banca, soltanto il tuo
nome..-
-Ah
fai anche la spiritosa?!- disse irritato
-Non
faccio la spiritosa-
-Si
invece, impara a portare un po' di rispetto a chi è più grande e
superiore a te- disse freddo
-Superiore
a me?-
-Si-
-Non
credo proprio..- sospirò ed il suo sguardo si fece triste -come fai
a sapere che sei più grande di me, se non sai neanche quanti anni
ho..nemmeno io lo so..-
-L'ho
visto dal tuo corpo, più di 12 anni io non ti darei..- lei arrossì
indignata.
-Se
non hai intenzione di presentarti ma di offendermi,quella è la
porta- disse arrabbiata.
-Oh
ti sei offesa?- fece ironico -scusa, ma è la verità, anzi dovresti
ringraziarmi, perchè almeno ti ho fornito una piccola informazione
sul tuo oscuro passato- sghignazzò.
-FUORI!-
-Calmati
ragazzina, non puoi darmi ordini- disse tornando serio e freddo.
-Invece
si, è notte, sono stanca devo soltanto riposare e tu mi vieni a
rompere?!-
-Ti
ho detto di calmarti, io non sono tuo fratello, non puoi parlarmi
come ti pare stupida ragazzina- il tono era arrogante, con tracce di
freddezza ed irritazione.
-Non
mi interessa chi sei, e sinceramente se tu fossi mio fratello giuro
che mi ucciderei..adesso per favore te ne vuoi andare, prima che
chiami l'infermiera e ti faccia buttare fuori a calci?!- era molto,
molto irritata.
-Come
ti permetti?Tu non sai chi sono io..- disse indignato, quella
stupidissima ragazzina si era permessa non solo di dargli degli
ordini, ma anche di minacciarlo!
-No,
hai ragione, e non mi interessa affatto saperlo. Ora se vuoi
scusarmi- si girò dalla parte opposta -avrei sonno, buona notte-
-Ti
auguro i peggiori incubi della tua vita, mia cara- disse
irritato voltandosi ed incamminandosi verso l'uscita.
-Oh
no, non puoi essere così crudele da augurarmi di sognarti!- disse ad
alta voce.
-Almeno
a me mi sogna qualcuno, tu potresti dire la stessa cosa? Dato che sei
qui da oltre cinque giorni, e nessuno è venuto a cercati, non credo
che qualcuno tenga così tanto a te- disse irritato uscendo dalla
stanza.
Stupida
ragazzina senza cervello, non potevo lasciarla marcire in quel
vicolo?!
****************
-Allora
Signorina come stiamo?- disse cortese il preside.
-Bene-
mentì,no non stava affatto bene, non sapeva chi era, chi era stata,
da dove veniva, ed aveva la testa che le doleva, voleva soltanto
andare a casa, ovunque essa fosse.
-Sono
contento- continuò Silente -visto che non sa nulla del suo passato,
e quindi nessun posto dove andare, ho pensato che potrei ammetterla
in questa scuola, sarebbe smistata in una delle quattro case,
riprenderà le lezioni di magia e nel frattempo studierò qualche
incantesimo per la sua memoria,e cercherò di scoprire il motivo per
cui era in quel vicolo, in quelle condizioni..che ne dice?-
-Va
bene- disse distrattamente.
-Bene,
mi sono permesso di fornirle la divisa della scuola e tutti i libri
necessari- le sorrise -se ha qualche lacuna non esiti a chiedere ai
nostri valenti professori, oppure ad usufruire della biblioteca della
scuola-
-Okay,
la ringrazio-
-Ora,visto
che non ricorda il suo nome, vuole sceglierne uno a piacere suo?-
-Scelga
lei,a me non fa differenza, non sarà mai mio- disse triste.
-Direi
Calypso, “colei
che cela, colei che nasconde”..Calypso
Baker..che ne pensa?- l'altra scollò le spalle.
-Bene
Signorina Baker, la cerimonia di smistamento avverrà questa sera
alle 7:30 p.m. Per la cena, più o meno tra una mezz'ora. Buon
pomeriggio.- sorrise ed uscì.
Rimasta
sola, la ragazza si alzò, ed andò a vedere la borsa piena di libri
che il preside aveva poggiato su di una sedia, tutti libri del
settimo anno, difficili a detta sua, non ricordava neppure come si
teneva in mano una bacchetta magica, figuriamoci!
Sospirò
ed andò alla finestra, vide dei ragazzini ridere e correre,
spensierati, loro sapevano chi erano, da dove venivano, non dovevano
inventare uno stupido nome per essere ammessa in una stupida scuola.
Sospirò e andò a fare una doccia nel bagno dell'infermeria,
indossando poi la divisa scolastica, si sistemò i capelli e mise un
po' di kajal dentro gli occhi, altra cosa trovata nella sua borsa.
Era
quasi ora, e si sentiva nervosa, tutti i suoi nuovi compagni le
avrebbero fatto un milione di domande, e lei, lei cosa avrebbe
risposto? Avrebbe mentito, senza ombra di dubbio, non le andava di
dire che non sapeva completamente nulla di sé stessa e della sua
vita.
Prese
la borsa con i libri e si incamminò, ed incontrò la Mcgranitt, che
la scortò in Sala Grande, la fece attendere fuori dalla porta fino a
quando il preside non la annunciò, e poi entrò, era nervosa, e
guardò una delle pochissime persone che conosceva e che si era
mostrata gentile con lei, Albus Silente.
Sentiva
gli sguardi curiosi e stupiti di tutti su di sé, ma cercò di non
farci caso proseguendo dritto, al seguito della Mcgranitt.
Questa
la fece sedere in un piccolo sgabello e le mise sulla testa un
vecchio cappello nero, che come le aveva spiegato precedentemente
serviva a smistarla in una delle quattro case, Grifondoro,
Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.
-Mmm..difficile..hai
coraggio da vendere, voglia di scoprire e metterti alla
prova..saresti d'accordo se ti mettessi a GRIFONDORO!?!- esclamò e
tutta la sala irruppe in un fragoroso applauso, i più entusiasti
però erano i Grifoni.
Si
alzò ed andò a stringere la mano al preside, quando i suoi occhi,
come dotati di volontà propria, si andarono a posare alla figura
all'ultimo posto del tavolo..conosceva quel ragazzo, era lo stesso
che l'aveva insultata ed offesa qualche notte prima in infermeria,
quello che in mancanza di un nome, aveva chiamato “l'arrogante
bastardo platinato nottambulo”.
-Almeno
a me mi sogna qualcuno, tu potresti dire la stessa cosa? Dato che sei
qui da oltre cinque giorni, e nessuno è mai venuto a cercati, non
credo che qualcuno tenga così tanto a te-
Quelle
parole l'avevano ferita profondamente, lo guardò meglio vide che la
guardava con un ghigno malevolo, senza dubbio l'aveva riconosciuta,
ed era deciso a vendicarsi.
Poco
male, io non ho paura di te..
Si
girò e si incamminò verso il tavolo dei rosso-oro, dove la
accolsero tutti con un sorriso, -ciao io sono Adele, molto
probabilmente sarai la mia nuova compagna di stanza visto che da me
c'è un letto vuoto- le sorrise una ragazza alla sua sinistra, la
guardò, aveva i capelli castano chiaro corti sopra le spalle, e gli
occhi verdi, sul naso qualche piccola lentiggine.
-Piacere
di conoscerti Adele, io sono Calypso-
-Calypso,la
ninfa, un bel nome complimenti- fece pensierosa.
-Grazie,
ma dovresti complimentarti con chi l'ha scelto- le sorrise.
Calypso
la ninfa..esiste nome più stupido?
-Sei
di qui? Dell'Inghilterra intendo-
-No,
io..vengo da..dal New Jersey..sono americana..-
-Ah
capisco..non hai l'accento yenkee però..-
-Io..-
-Oh
Adele non ti tenere tutta l'attenzione della ragazza per te..faccela
conoscere anche a noi- sorrise un ragazzo moro, con gli occhi
castani, molto attraente, poi si rivolse all'altra che lo guardò
grata -Io sono Jean e loro sono Jimmy e Jeff- disse indicando altri
due ragazzi vicino a lui, Jimmy era alto e nerboruto, coi capelli
chiari e gli occhi scuri, mentre Jeff era mingherlino con i capelli
biondo sull'arancione e gli occhi verdi.
-Le
tre J..stanno sempre assieme e ne combinano di tutti i colori- alzò
gli occhi al cielo Adele -guardati da loro, frequentandoli troppo ti
porterebbero ad una cattiva strada- scherzò.
-Beh
tu ci hai frequentato molto, soprattutto uno di noi, e mi pare che
sei ancora viva- guardò allusivo Jeff,i due arrossirono
simultaneamente, facendo scoppiare a ridere gli altri -o sbaglio?-
-Mmm,
mi sa che mi dovrò informare- rise guardando Adele maliziosa
-Comunque io sono Calypso, piacere di conoscervi – sorrise, Adele
la guardò grata per aver cambiato argomento.
-Calipso,
la ninfa dall'infinita bellezza, immortale, ma innamorata di un
mortale- disse ad alta voce Jean -nome molto azzeccato- le sorrise
affascinante.
Ecco,
comincia a piacermi questo nome..
Lei
scoppiò a ridere -la ninfa che però fu rifiutata da Odisseo, il
mortale appunto- si stupì di ricordarsi.
-Conosci
l'Odissea?- chiese molto stupito.
-Vagamente-
rispose sinceramente, non si ricordava proprio tutto, ricordava
alcuni punti soltanto.
-Non
molti maghi la conoscono..- disse Jimmy, lei alzò le spalle e si
servì del cibo che era appena apparso in tavola.
-Allora
ti va di visitare la scuola?Ti faccio da guida se vuoi- propose
entusiasta Adele quando ebbero finito di cenare.
-Certo-
sorrise, si alzarono ed uscirono.
Le
fece visitare quasi tutta la scuola, cavolo quel castello era enorme!
Le spiegò che non doveva mai avvicinarsi troppo al lago nero, che
doveva far attenzione ai Serpeverde,perchè erano infidi ed
antipatici, nonchè alcuni di essi futuri Mangiamorte,ecc.
-Cavolo,
hai stupito Jean- le disse quando dopo quasi un'ora, stavano entrando
nella guferia -non è facile sorprenderlo sai, poche ci sono
riuscite, è uno dei ragazzi più belli di Hogwarts- la mora alzò le
spalle.
-Senza
contare il professor Malfoy certo- disse sognante.
-Chi
è il professor Malfoy?- chiese curiosa
-Quello
biondo con dei bellissimi occhi grigi..se non fosse per il suo
caratteraccio..-
-VUOI
DIRE “L'ARROGANTE BASTARDO PLATINATO NOTTAMBULO”?!- la
interruppe leggermente isterica, quell'idiota era un professore?!
-Vedo
che non hai perso ancora questo brutto vizio Baker – emerse
una figura dall'ombra e le ragazze con il cuore a mille fecero un
passo indietro, cosa che fece sghignazzare il biondo – non vi
mangio- le derise.
Calypso
si riprese ed alzò la testa a mo' di sfida – nemmeno tu hai perso
quello di osservare dall'oscurità,come un viscido serpente-
-Come
ti ho già ripetuto più volte, ci vuole rispetto, soprattutto adesso
che sarai mia allieva, ti consiglio di cucire la bocca e parlare solo
quando interpellata se non vuoi passare un pessimo anno- fece freddo
e si incamminò verso l'uscita -ah dimenticavo, 10 punti in meno a
Grifondoro, è appena scattato il coprifuoco- sghignazzò uscendo.
-Che
bastardo..stronzo..idiota..come osa minacciarmi?- sussurrò irritata.
-Ehm..forse
è meglio ritirarci, se ci ritrova qui ci mette in punizione..- disse
ancora imbarazzata, aveva commentato il suo aspetto ed il suo
carattere con lui presente..che figuraccia!
-Eh?Si..hai
ragione- fece ancora irritata -ma che cosa insegna, “bastardaggine
nel 2000?” per caso?-
-No,
Difesa contro le Arti Oscure – rise l'altra
-Ah
bene..- entrarono nel quadro della Signora Grassa.
-Ma
com'è che vi conoscete?- chiese curiosa
-Oh..beh..diciamo
che abbiamo avuto un piccolo scontro- l'altra la guardò con un
sopracciglio alzato -ci siamo praticamente insultati dal primo
istante che ci siamo visti- sbuffò, l'altra scosse la testa ridendo
-ma è stato lui a cominciare però!-
-Sembri
una bambina arrabbiata- rise -comunque ti consiglierei di seguire il
suo consiglio, è bellissimo si, ma è un infido bastardo di prima
categoria-
-Mmm..-
-Ecco
questa è la stanza che dividerai con me- disse quando entrarono, era
una stanza abbastanza grande, le pareti erano color dell'oro e i due
baldacchini, uno di fronte all'altro, avevano tende e piumoni
rossi,c'erano due scrivanie e due piccoli armadi.
-Carina-
-Già..bene,
quello è il mio letto- disse indicando il baldacchino alla sua
sinistra -e l'altro è il tuo, il tuo baule è già..- guardò meglio
ai piedi del letto e non vide nessun baule -dov'è il tuo baule?-
chiese confusa.
-Oh..ehm..io
l'ho..perso..- che scusa idiota..
-Come
l'hai perso?-
-Non
lo so..l'ho affidato al macchinista del treno e poi non l'ho trovato
più-
-E
come farai con i vestiti?-
-Ho
dei soldi nella borsa, li comprerò nuovi-
-Sabato
c'è la settimanale uscita a Hogsmeade, se vuoi ti accompagno visto
che non sei di qui- propose Adele
-Sarebbe
grandioso, grazie-
-Bene
allora buona notte- con un incantesimo si mise il pigiama e ne passò
un altro a Calypso -visto che non hai il baule puoi mettere questo
per ora.. se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi- disse
coricandosi.
L'altra
annuì -grazie- e andò in bagno ad indossare il pigiama viola a
maniche corte che le aveva prestato la sua nuova amica.
Sarà
così d'ora in avanti la mia vita? Piena di bugie e frasi non dette?
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